[Pagina precedente]...anno acquistare le sue facoltà . (Bologna. 21. Feb. 1826.).
?????? in principio di periodo ec. del che altrove. Teone Sofista, loc. sup. cit. Comparat. 2. h. e. Achillis et Diomedis, initio, p.204. lin.1.
(Bologna. 22. Feb. 1826.)
Scempio-scempiato, coi derivati.
Fugio-fugito. V. Forcell.
Diminutivi greci positivati. ?????-??????? (come in ital. agnello, e agneau ec.).
Alla p.4164. capoverso penult. Così in Proposito p.221. lin.4 a fin. e 225. lin.3. ?? ??????? per moglie semplicemente.
Ventolare att. e neutro. Sventolare. Bezzicare. Bazzicare.
Altro per alcuno, niuno. V. Crus. in Fare contrappunto.
Conto, sincope di cognitus, per conoscente, ammaestrato ec. V. la Crus. ed anche acconto. Sparuto per sparvente poichè in origine non è che il contrario di parvente, appariscente, vistoso ec.
Fondamenta.
Concordato per concorde, o concordante, coi derivati. Accordato, discordato, scordato per che scorda, scordante. V. Crus. Riguardato per che ha riguardo.
Frettoloso. Freddoloso. Meticulosus. Formidolosus. Fraudulentus. Frauduleux. Turbulentus. Truculentus. Succulentus.
Tigna, tinea-tignuola. Aranea-araneola ec.
Alla p.4145. lin.1. Ciò è riferito da Luciano adversus indoctum plures libros ementem, dove narra anche di un'altra compera simile, che fa anche più al caso di esser paragonata con quelle che fanno i curiosi inglesi di oggidì.
[4167] Voveo-votum-votare, ital. V. Forcell. spagn. ec. Transire-transitare.
Senza altrimenti (cioè punto, in niun modo) ordinare sua famiglia. Vit. SS. PP. nelle Giunte Veronesi v. In trasatto.
Cutretta-cutrettola. Costa lat. e ital. costola. Ragnolo, ragnuolo.
Indefessus, indefesso ec. per infaticabile. V. anche Forcell. in indefatigatus, infatigatus ec. (Bologna. 4. Marzo. 1826.). Rilevato, relevé per alto. Inexhaustus ec.
Alla p.4164. capoverso 9. Così étendu nello stesso senso; disteso, distesamente ec. E v. l'es. di Dante e del Tasso nella Crusca in Dilatato.
Sbevazzare.
Fare con accusativo di tempo, per passare, vedi la Crusca. - Schol. Euripid. ad Hippolyt. v.35. ???? ??? ???? ??? ?????? (ob caedem patratam) ???????? (exulantibus) ???????? ?????? ????? ??? ????????. V. p.4210. fin.
Serpere lat. e ital. - serpeggiare. Pasteggiare cioè far pasti ec.
Riferisce Cicerone de Divinat. un detto di Catone che egli si maravigliava come l'uno aruspice scontrandosi coll'altro si tenesse dal ridere. Applichisi questo detto ai Principi nei loro congressi, e massimamente in quelli degli ultimi tempi.
(Bologna. 6. Marzo. 1826.)
Scappare-scapolare.
Curvatus per curvus. Virgil. nella descrizione del turbo giuoco dei fanciulli. V. Forcell.
Molti divengono insensibili alle lodi, e restano però sensibili al biasimo ed al ridicolo, sensibilità che essi perdono assai più tardi o non mai. E ben più difficilmente si perde questa sensibilità che quella. Certamente poi niuno si trova che essendo sensibile alle lodi, sia insensibile ai biasimi, alle censure, alle male voci o calunnie, ai motteggi; bensì viceversa si trovano molti. Tanto, anche nelle cose puramente sociali, la facoltà di provar piacere è nell'uomo più caduca e più limitata che quella di sentir dispiacere.
(Bologna. 9. Marzo. 1826.)
[4168] Pece-pegola, impegolare ec.
Maledetto, esecrato, odiato, abbominato, abborrito ec. per degno di maledizione ec., o che suole essere maledetto ec. e v. Forcell. E per contrario amato, desiderato, sospirato ec.
Alla p.4137. L'uomo tende ad un fine principale e unico. Ogni suo atto volontario o di pensiero o d'opera è indirizzato a questo fine. Questo fine è dunque il suo sommo bene. E questo sommo bene che è? Certamente la felicità . Sin qui tutti i filosofi sono d'accordo, antichi e moderni. Ma che è, ed in che consiste, e di che natura è la felicità conveniente e propria alla natura dell'uomo, desiderata sommamente e supremamente, anzi per verità unicamente, dall'uomo, cercata e procacciata continuamente dall'uomo? Che cosa è per conseguenza il sommo bene dell'uomo, il fine dell'uomo? Qui non v'è setta, non v'è filosofo, nè tra gli antichi nè tra i moderni, che non discordi dagli altri. Sonovi alcuni che si maravigliano di tanta discordia dei filosofi in questo punto, dopo tanta loro concordia nel rimanente. Ma che maraviglia? Come trovare, come determinare, quello che non esiste, che non ha natura nè essenza alcuna, ch'è un ente di ragione? Il fine dell'uomo, il sommo suo bene, la sua felicità , non esistono. Ed egli cerca e cercherà sempre sommamente ed unicamente queste cose, ma le cerca senza sapere di che natura sieno, in che consistano, nè mai lo saprà , perchè infatti queste cose non esistono, benchè per natura dell'uomo sieno il necessario fine dell'uomo. Ecco spiegate le famose controversie intorno al sommo bene. Il sommo bene è voluto, desiderato, cercato di necessità , e ciò sempre e sommamente anzi unicamente, dall'uomo; ma egli nel volerlo, cercarlo, desiderarlo, non ha mai saputo nè mai saprà che cosa esso sia (le dette controversie medesime ne sono prova); e ciò perchè il suo sommo bene non esiste in niun modo. Il fine della natura dell'uomo esisterà forse in natura. Ma bisogna ben distinguerlo dal fine cercato [4169]dalla natura dell'uomo. Questo fine non esiste in natura, e non può esistere per natura. E questo discorso debbe estendersi al sommo bene di tutti gli animali e viventi.
(11. Marzo. Vigil. della Domenica di Passione. 1826. Bologna.)
L'uomo (e così gli altri animali) non nasce per goder della vita, ma solo per perpetuare la vita, per comunicarla ad altri che gli succedano, per conservarla. Nè esso, nè la vita, nè oggetto alcuno di questo mondo è propriamente per lui, ma al contrario esso è tutto per la vita. - Spaventevole, ma vera proposizione e conchiusione di tutta la metafisica. L'esistenza non è per l'esistente, non ha per suo fine l'esistente, nè il bene dell'esistente; se anche egli vi prova alcun bene, ciò è un puro caso: l'esistente è per l'esistenza, tutto per l'esistenza, questa è il suo puro fine reale. Gli esistenti esistono perchè si esista, l'individuo esistente nasce ed esiste perchè si continui ad esistere e l'esistenza si conservi in lui e dopo di lui. Tutto ciò è manifesto dal vedere che il vero e solo fine della natura è la conservazione delle specie, e non la conservazione nè la felicità degl'individui; la qual felicità non esiste neppur punto al mondo, nè per gl'individui nè per la specie. Da ciò necessariamente si dee venire in ultimo grado alla generale, sommaria, suprema e terribile conclusione detta di sopra.
(Bologna 11. Marzo. 1826.)
Negletto, contemptus (v. Fedro, fab. Calvus et musca), spregiato, dispregiato o disprezzato ec. ec. per dispregevole. Implacato per implacabile. V. Forc. ec. Provvisto per che provvede o ha provveduto, del che altrove. V. Monti Proposta, in provvisto, dove nel 2do esempio trovi anche avvisato in senso simile.
Puretto diminutivo positivato, aggettivo per puro, come pretto. V. Crusca.
[4170]Inconcusso per inconcutibile. V. Forc. ec. Inaccessus, inaccesso ec. per inaccessibile. Rampare; radice di rampicare, di cui altrove. V. Monti Proposta, v. rampare. Fastello, affastellare ec. diminutivi positivati da fascio per peso. Cespo-cespuglio. Vituperato per vituperoso, ec. o degno di vitupero, di esser vituperato, vituperevole ec. V. la Crus. non solo nel §.2. ma in tutti gli altri esempi.
Poco restò per poco mancò o manca ec. V. Monti Proposta, in Restare.
?????-??????, ????????-?????????, ??????-?????????, ?????-??????.
Corona-corolla, lat. diminut. come da asinus, asellus, ec.
Abbreviato per breve.
Febbricare o febricare per febricitare. V. Crus. in febbricare, febbricante, febricante ec. Sembra esser la radice di febricito. V. Forc. Erpicare per inerpicare o inarpicare. Crus.
Per poco è o fu ec. che non. V. Dante Inf. c.30.
Rocco-Rocchetto. V. Monti Proposta, v. Rocco. Pelliccia da pellicula per pelle di animali ec. V. i franc. spagn. ec. Benda - bandeau. Floccus-flocon. Linon.
Infamato per infame. Crus. Incolpato per incolpabile o per colpevole ec. V. Crus. e Monti Proposta v. Incolpato, e nella Bibliot. ital. Dial. di Matteo, Taddeo ec. Temuto, formidatus, paventato ec. per formidabile, massime in poesia.
???????? p. ????. Ateneo l.4. p.178 E. ed. Commelin. 1598.
Praetexo, praetextum-prétexter. Eximo, exemptum exempter.
Alla p.4145. lin.4. Quin et factitii canes ad fores collocati; quales illi quos ex auro et argento fabricarat Vulcanus Odyss. 7. 93. ???? ???????????? ??????????? ?????????? Domum ut custodirent magnanimi Alcinoi. Quod Romanis etiam in more fuisse docet Petronius Arbiter, c.29. p.104. ed. Burman. Non longe, inquit, ab ostiarii cella canis ingens catena vinctus in pariete erat pictus, superque quadrata litera scriptum: Cave, Cave Canem. Feithius, Antiquitat. Homericar. lib.3. c.11. §.2. Uso conservato dai moderni. V. p.4364.
(20. Marzo. Lunedì Santo. Bologna. 1826.)
Rinegato, renegado ec. per che ha rinegato. Homme déterminé. Pensées, o idées suivies, per qui se suivent, conséquentes, conseguenti le une dalle altre. [4171] Raisonnement suivi etc.
La civiltà moderna non deve esser considerata come una semplice continuazione dell'antica, come un progresso della medesima. Questo è il punto di vista sotto cui e gli scrittori e gli uomini generalmente la sogliono riguardare; e da ciò segue che si considera la civiltà degli Ateniesi e dei Romani nei loro più floridi tempi, come incompleta, e per ogni sua parte inferiore alla nostra. Ma qualunque sia la filiazione che, istoricamente parlando, abbia la civiltà moderna verso l'antica, e l'influenza esercitata da questa sopra quella, massime nel suo nascimento e nei suoi primi sviluppi; logicamente parlando però, queste due civiltà , avendo essenziali differenze tra loro, sono, e debbono essere considerate come due civiltà diverse, o vogliamo dire due diverse e distinte specie di civiltà , ambedue realmente complete in se stesse. Sotto questo punto di vista, diviene più che mai utile e interessante il parallelo tra l'una e l'altra. E veramente l'uomo e le nazioni sono capaci, come di stato selvaggio, di barbarie, di civiltà , tutti stati ben distinti tra loro per genere, così di diverse specie di civiltà , distinte non solo per semplici nuances, come quelle che distinguono ora la civiltà presso le diverse nazioni colte, ma per caratteri speciali, essenziali, determinati dalle circostanze, e spesso e in gran parte dal caso. Ed è quasi impossibile, come il trovare due fisonomie perfettamente uguali, benchè tutti sieno generati in uno stesso modo, così il trovare in due popoli qualunque, (o in due tempi) che non abbiano avuto grande ed intima relazione scambievole, una civiltà medesima, e non due [4172]distinte di specie. - Intendo per civiltà antica, e per termine di comparazione colla moderna, la civiltà dei Greci e dei Romani, e dei popoli antichi da essi governati e civilizzati, o ridotti ai loro costumi. - Può servir di preliminare ad una Comparazione degli antichi e dei moderni.
(Bologna. Martedì Santo. 1826. 21. Marzo.)
Mando, mansum-mansare corrotto in mangiare, manger, manjar. V. Forc. e Gloss. Manducare (che noi dicemmo anche manicare, quasi mandicare) sembra un frequentativo di mandere, come fodicare di fodere ec. Credo però che l'u di manduco sia lungo. Del resto dello scambio dell'u coll'i, ho detto altrove.
Colpire-colpeggiare.
En métaphysique, en morale, les anciens ont tout dit. Nous nous rencontrons avec eux, ou nous les répétons. Tous les livres modernes de ce genre ne sont que des redites. Voltaire, Dict. philosoph. art. Emblème. (Bologna. Giovedì Santo. 1826. 23. Marzo.).
Eruca-ruchetta, roquette ec. Falco-faucon, falcone ec. Nepita o nepeta lat. nepitella, nipitella.
Entortiller. Naziller. Bouillir-bouillonner.
Maereo o moereo - moestus o maestus per maerens.
Att...
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