[Pagina precedente]... ec.) ed è della prima, perchè tutti i frequentativi o diminutivi di questo genere, da qualunque congiugazione di verbi sieno fatti, sono della 1ma .
(24. Apr. Sabato in Albis. 1824.)
[4082]Diminutivi positivati. Perpétuel, perpétuellement. Continuel, continuellement. Si dice anche continuement o continûment, e continu. V. i Diz. Nota che questi sono diminutivi aggettivi. Struzzo-struzzolo. Struffo strufolo.
(25. Apr. 1824. Domenica in Albis.)
Apprendre plusieurs langues médiocrement, c'est le fruit du travail de quelques années; parler purement et éloquemment la sienne c'est le travail de toute la vie. Così dice Voltaire, la cui lingua pur non era che la francese, riputata la più facile delle lingue antiche e moderne. Histoire du Siècle de Louis XIV. chap.36. Écrivains, art. de Longueruë. (à la Haye 1752-3. t.3. dans les additions. p.195-196.).
(26. Aprile. 1824.)
??? ??????? per intanto, del che altrove. Luciano opp. t.1 p.686. verso il fine. Simile è la frase ?? ??? ?? ????? ???????????, ib. p.692. ed. Amst. 1687.
(26. Apr. 1824.). En tanto que. D. Quij. Madrid 1765. t.4. p.281.
Anche i latini nominavano be ce ec. non bi ci, come confessa il Corticelli nel principio della Gramm. Toscana, il qual vedi, e v. anche il Buommattei e gli altri grammatici latini italiani francesi spagnuoli ec.
(26. Apr. 1824.)
Ser-v-ente - ser-g-ente. V. la Crus. Ser-v-ant - ser-g-ent. V. i Diz. franc.
(26. Apr. 1824.)
?????? ?? ??, della qual frase (simile all'italiana) altrove Luciano, opp. 1687. t.1. p.700. mezzo circa.
(27. Aprile. 1824.). p.701. princ.
Compagnon, di cui altrove è anche antico italiano e spagnuolo (D. Quij.) per compagno, forse l'uno e l'altro dal francese.
(28. Aprile 1824.)
[4083] Exhaustare. Forc. in Exhaustant.
(28. Apr. 1824.)
?????? per nondimeno, con tutto ciò, al contrario, vedilo in Luciano nel Tirannicida, poco sotto il principio, opp. 1687. t.1. p.694. fine. Questo significato è ignoto allo Scapula. L'interprete lo traduce interim, che è il suo proprio, ma qui non ha che fare. Interim Interea non hanno mai questo senso nel Forcell. Puoi vedere il Gloss. Certo è che in franc. cependant cioè ?????? si adopra appunto nel senso ancora di nondimeno. Onde corrottamente gl'italiani moderni dicono e scrivono intanto, frattanto per nondimeno. V. gli Spagnuoli.
(29. Apr. 1824.)
Alla p.4081. V. pure il Guicc. 3. 216. e che cosa fosse la decima di cui quivi parla, vedilo ib. p.96. 209. 254.
(30. Aprile 1824.). V. pure il Guicc. 3. 248-53. 395. 397./4. 154. 172-4.
??? ????? ?????. Lucian. opp. 1687. t.1. p.728.
(30. Apr. 1824.)
Al detto altrove circa il nostro uso italiano di adoperare pleonasticamente e per idiotismo e grazia di lingua il pronome si, mi, ti, dativo, uso che abbiamo pur trovato nell'antico e familiare latino, aggiungi che noi italiani adoperiamo detto pronome in molti verbi neutri, o attivi, che quando sono congiunti con esso, mal si chiamano da' grammatici e vocabolaristi, neutri passivi, come dimenticare che anche si dice dimenticarsi col genitivo o accusativo o col che ec., immaginare che anche si dice immaginarsi coll'accusat. o col che ec. Questi verbi col si che sono moltissimi, non sono punto neutri passivi, [4084]perchè il si in essi non è accusativo, e però non indica passione nè transizione dell'azione nel suggetto stesso che la fa, ma è dativo e assolutamente ridondante per grazia di lingua, come in lat. il sibi, onde essi verbi col si, restano quali sono senza di esso, neutri assoluti o attivi, e non sono neutri passivi più di quello che sia neutro passivo andarsi o andarsene, starsi o starsene e simili. E però quando i detti verbi sieno attivi, accoppiati col si, non debbono, p.e. nel più che perfetto, fare io me l'era immaginato, come è regola de' neutri e de' neutri passivi, ma io me lo aveva immaginato, io me lo aveva dimenticato, perchè quivi il verbo è tanto attivo quanto se senza il pronome si, mi, ti, che nulla altera e nulla vale in questi casi, si dicesse io l'aveva dimenticato ec. E così in fatti scrivono i buoni scrittori, cioè io me lo aveva immaginato ec. e così si dee scrivere, nè più nè meno che in quei verbi attivi in cui il pronome si, ti, mi ha vero significato, come p.e. io mi avea fabbricata una casa, cioè avea fabbricata una casa a me. Ma moltissime e forse le più volte sbagliano in questo anche gl'intendenti, scrivendo io me l'era immaginato. E non è maraviglia, perchè similmente sogliono per lo più scrivere io m'era fabbricata una casa, come se fabbricarsi fosse qui neutro passivo, quando è manifesto e fuori di controversia, che è assolutissimo attivo come fabbricare, essendo il mi dativo non accusativo, e lo stesso che si dicesse io gli avea fabbricata una casa, [4085]che certo niuno direbbe nè dice, nemmeno i più idioti, io gli era fabbricata. Del resto la detta ridondanza del si, mi, ti, dativo, credo sia anche comune in genere ai francesi e agli spagnoli.
(30. Aprile 1824.). V. p.4098.
Come la fisonomia degli uomini, e animali sia determinata dagli occhi, secondo il detto altrove, osserva che se tu disegni un volto umano o animalesco e non vi poni gli occhi, tu non vedi punto che fisonomia abbia quel volto, e appena senti (se ben conosci) che sia un volto. Così i ritratti levati dall'ombra in profilo non paiono ritratti finchè non vi si aggiunga convenientemente quello che dall'ombra non si può ricavare, dico l'occhio. Al contrario se ponendovi gli occhi, lasci qualche altro membro, tu senti benissimo che quello è un volto e ne comprendi la fisonomia; solamente ti parrà mostruosa, ma sempre ti riuscirà un volto e una fisonomia. E così dico a proporzione, del disegnare o accennar gli occhi più o meno imperfettamente, paragonando l'effetto di questa imperfezione in ordine al determinar la fisonomia, coll'effetto di una simile imperfezione in altra qualunque parte del volto. (30. Aprile 1824.).
???? ??????, fere Lucian. opp. 1687. t.1. p.718. V. i Less. per poco nel senso stesso.
(1. Maggio. 1824.)
Ignominia per innominia. Come ignotus per innotus ec. del che altrove.
(2. Maggio. 1824. Domenica.)
Nascere per accadere del che altrove. 3 Guicc. 3. 255.
(2. Maggio. 1824. Domenica.)
[4086] Implicito as. Vedi Forc.
(2. Mag. 1824.)
Che da' partic. pass. della prima si facciano i continuativi o frequentativi in itare piuttosto che in atare, non dee parer maraviglia quando si consideri l'uso lat. di scambiare per regola l'a in i breve, in tante altre cose, come ne' composti (facio jacio - conficio, conijcio ec.) ec. Oltre che anche nella prima v'ha molti supini e participii passati in itus, de' quali altrove, come domitus ec.
(2. Mag. Domenica. 1824.). Anche l'ae in i. Ae-quus in-i-quus.
En tanto que. D. Quijote ed. Madrid 1765. t.4. p.325. 334. più volte.
(4. Maggio. 1824.)
Il verbo stare, che ha tanta relazione al verbo esse per l'uso, pel significato, alcune volte sinonimo ec. che in italiano supplisce col suo participio al difetto del verbo essere, e spesso si usa altresì, come anche più nello spagnuolo, in luogo di questo verbo, ec. non ha tuttavia nessunissima relazione grammaticale con lui, senza la mia osservazione che lo fa derivare da un antico participio o supino di sum. Similmente in greco ??????, ????, ec. che in se, e ne' loro composti e derivati, e nel lat. sisto che ne deriva, e suoi composti, come exsisto, subsisto, exsistentia ec. e nella voce ????????? (substantia, subsistentia ec.), ha tanta relazione col verbo essere, non ha alcuna attinenza grammaticale con lui, senza la mia osservazione che lo fa derivare dal lat. sto, derivato da sum. Anche i composti e derivati di sto (come exsto, exstantia, substantia, substantivus, substo ec. ec.) manifestano nel significato ec. grandissima relazione col verbo essere.
(4. Maggio. 1824.)
[4087] Comire-Vomire. Crus.
(6. Maggio. 1824.). Golpe co' derivati, composti ec.
Gomita plur. di Gomito.
(6. Maggio. 1824.)
Fello-fellico as, fellito as.
(7. Maggio. 1824.)
En tanto que. D. Quij. Madrid. 1765. t.4. p.315. titolo.
(9. Maggio. Domenica. 1824.). ??? ??????. Lucian. opp. 1687. 1.777. fin.
Enquérir, s'enquérir (inquirere, enquirir, inchiedere) - enquêter, s'enquêter (quasi inquisitare, inchiestare), enquête (inchiesta, come requête richiesta), enquêteur (inquisitor, inchieditore), enquérant, enquis participio. Riferiscasi al detto altrove in proposito di quaeritare, quaesitus, quisto ec.
(10. Maggio. 1824.)
Non è forse cosa che tanto consumi ed abbrevi o renda nel futuro infelice la vita, quanto i piaceri. E da altra parte la vita non è fatta che per il piacere, poichè non è fatta se non per la felicità , la quale consiste nel piacere, e senza di esso è imperfetta la vita, perchè manca del suo fine, ed è una continua pena, perch'ella è naturalmente e necessariamente un continuo e non mai interrotto desiderio e bisogno di felicità cioè di piacere. Chi mi sa spiegare questa contraddizione in natura?
(11. Maggio. 1824.)
L'infinito in luogo dell'imperativo, del che ho detto altrove, si usa in greco massimamente colla negazione, il che è al tutto conforme all'uso italiano. Vedi per es. alcuni pseudoracoli in versi nel Pseudomantis di Luciano, opp. 1687. t.1 pag.765. lin.14. 28. 778. fin. in due de' quali luoghi notisi il nominativo coll'infinito, come in italiano.
(12. Maggio. 1824.)
[4088] Bien razonado, cioè que razona bien. Cervantes Novelas exemplares. Milan. p.2.
(13. Maggio. 1824.)
Malheureux per scellerato e peggio ancora, cioè aggiuntovi il disprezzo. Aggiungasi al detto altrove in questo proposito.
(14. Maggio. 1824.)
Affidé cioè fidato per fido, fedele. Aggiungasi al detto altrove sui participii aggettivati o sostantivati, come anche affidé talora è sostantivo.
(14. Maggio. 1824.)
Ai frequentatativi in esso altrove notati, aggiungi petesso o petisso da peto, del quale v. Forcell. aggiungendo a' suoi esempi due che si trovano nel lungo frammento di Cicerone de suo Consulatu, che sta nel primo de Divinat., i quali esempi dimostrano pur la forza frequentativa di petesso.
(15. Maggio. 1824.)
Nei frammenti delle poesie di Cicerone massime in quelli delle sue traduzioni di Arato, che si trovano principalmente citati da lui, come nei libri de Divinat. ec., sono abbondantissimi i composti, e in particolare quelli fatti di più nomi, alla greca (come mollipes), gran parte de' quali, se non la massima, non debbono avere esempio anteriore, e mostrano essere coniati da lui ad esempio del greco, e forse per corrispondere a quelli appunto che traduceva.
(15. Maggio. 1824.)
????? ?? ???? ??? ?????. Lucian. opp. 1687. t.1. p.887.
(15. Maggio. 1824.)
Diminutivi positivati. Ranunculus (onde ranocchio, grénouille ec. di cui altrove). Vedine la definizione nel Forcell. (15. Maggio. 1824.)
[4089]Ai composti di jugare notati altrove, aggiungi seiugare, cioè seiungere.
(17. Maggio. 1824.)
Clepo is psi ptum - ??????, quasi clepto as da cleptum di clepo. Il caso è al tutto simile a quel di apo-aptum-apto-????, di cui lungamente altrove, eccetto che clepto lat. non si conosce (è però ben verisimile), e viceversa clepo è più noto e certo di apo benchè parimente antiquato. Avvi anche clepso is, se è vero. Vedi Forcell.
(17. Maggio. 1824.). V. pag.4115.
Il diminuimento spagnuolo in ico ica dee venire dal lat. iculus, icula, iculum, come ho detto altrove di altre diminuzioni spagnuole italiane francesi.
(17. Maggio. 1824.)
Cosa cioè causa per res. Uso proprio di tutte tre le lingue figlie. V. Forc. in Causa se ha nulla; il Gloss. ec. Anche causa si dice in italiano e in francese ec. spessissime volte per res, come la causa pubblica, in causa propria, giovava alla sua causa (rei suae o rebus suis), e nel Guicciardini è frequente questo parlare.
(17. Magg. 1824.). Vedi la pag.4294.
Premo-pressum-presser, pressare co' derivati. Aggiungilo al detto altrove de' composti oppressare,...
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