[Pagina precedente]...enovello, lat. (v. gli spagn.) ec. diminutivi positivati; si aggiungano al detto altrove di novellus ec.
(22. Gen. 1824.)
Quanto allo stile e al bene scrivere, immensa fatica è bisogno per saper fare, ed ottenuto questo, non meno grande si richiede sempre per fare. E tanto è lungi che il saper fare tolga la fatica del fare, che anzi quanto quello è maggiore, con maggior fatica si compone, perchè tanto meglio si vuol fare e si fa, il che costa tanto di più a proporzione. Così nelle arti belle e in altre faccende d'ingegno ec. (23. Gen. 1824.). Non così riguardo all'invenzione sì nello scrivere sì nelle arti. ec. ec.
Fora plurale di foro (foramen).
(23. Gen. 1824.)
Piacere della vita. Una statua, una pittura ec. con un gesto, un portamento, un moto vivo, spiccato ed ardito, ancorchè non bello questo, nè bene eseguita quella, ci rapisce subito gli occhi a se, ancorchè in una galleria d'altre mille, e ci diletta, almeno a prima vista, più che tutte queste altre, s'elle sono di atto riposato ec., sieno pure perfettissime. E in parità di perfezione, quella, anche in seguito, ci diletta più di queste. [4022]Così non la pensa la Staël nella Corinna dove pretende che sia debito e proprio della pittura e scultura il riposo delle figure, ma s'inganna, testimonio l'esperienza. ec. ec.
(24. Gen. 1824.)
Alla p.4017. ?? ?? ????? ?? ??????? (intanto) ???? ????????? ???? ec. Luciano in Necyomantia. t.1. p.331.
(25. Gen. Domenica. 1824.)
Composti spagnuoli. Cariredondo (facciatonda). D. Quij. par.2. cap.3. principio.
(25. Gen. Domenica. 1824.)
Bobo spagn. co' derivati aggiungasi, se v'ha punto che fare, al detto altrove di baubari ec.
(26. Gen. 1824.)
I participii passivi di verbi attivi o neutri usati nelle lingue moderne in senso att. o neutro, sono quelli per lo più o tutti e questi molte volte nell'italiano, e massime nello spagn. ec. di senso non passato, ma presente o significante abitudine di quella tal cosa che è significata dal verbo. Così bien hablado (D. Quij. par.2. cap.7. principio) per buen hablador ec. Così errato, errado per errante, di cui altrove. Sudato per sudante ec. Così pesado per pesante. Così tanti altri participii neutri, massime spagnuoli, che per questa qualità di significazione presente o indicante abitudine ec. meritano di esser considerati, giacchè i participii passivi di verbi neutri in significazione passata, come caduto, morto ec. sono regolari e ordinarissimi e infiniti sì nello spagnuolo che nell'italiano e francese ec. (26. Gen. 1824.), come dico altrove.
Al detto altrove di excito, suscito ec. in più luoghi, aggiungi nel Forc. Procitant e Procitare.
(26. Gen. 1824.)
Sopraddiminut. franc. Feuilleton (fogliettino).
(27. Gen. 1824.)
Verbi frequentativi o diminutivi o frequentativi-diminutivi o diminutivi positivati, italiani. Rinfocolare, rinfocolamento, da rinfocare ec.
(27. Gen. 1824.)
[4023]Diceva il tale che da giovanetto quando da principio entrò nel mondo aveva proposto di non mai adulare, ma che presto se n'era rimosso, perchè essendo stato più tempo senza lodar mai nessuna persona e nessuna cosa, e vedendo che non troverebbe nulla a lodare se voleva durare nel suo proposito, temette disimparare per difetto d'esercizio quella parte della rettorica che tratta dell'encomiastica, la qual cosa, come fresco ch'egli era allora di studi, gli era a cuore che non succedesse, premendogli di conservarsi coll'esercizio le cose che aveva recentemente imparate.
(27. Gen. 1824.)
Alla osservazione del Mai sopra il modo in cui ne' codici è scritto il gn indicante esser più vera la pronunzia spagnuola, tedesca ec. cioè g-n, che l'italiana, osservisi, oltre il detto altrove, che molte voci latine o dal latino venute che hanno in latino il gn, in ispagnuolo si scrivono ñ, cioè pronunziansi gn all'italiana, come parmi aver detto altrove coll'esempio di cuñado (cognatus), a cui si può aggiungere leña (ligna) femin. eccetto se tali voci non son prese in ispagnuolo dall'italiano o dal francese piuttosto che dal latino a dirittura da cui hanno la prima origine. Infatti p.e. noi appunto diciamo legna femmin. nel senso spagnuolo, ed è voce propria nostra (lignum si dice in ispagnuolo altrimenti, cioè madera ec. come in francese bois ec.) e cuñado sta nel senso italiano per fratello o sorella della moglie o del marito ec. Ed è a notare che la maggior parte forse delle voci spagnuole derivanti dal latino e che in latino hanno il gn, si scrivono in ispagn. gn, pronunziando g-n, come digno, ignorante, magnifico (però tamaño e quamaño ec.) ec. ovvero n semplice per ellissi della n, che indica l'antica pronunzia spagnuola in quelle voci essere stata g-n e non all'italiana. [4024]
(28. Gen. 1824.). Señal co' derivati ec. è dal latino o dall'italiano?
Frequentativo o diminut. positivato ec. Modulor da modus, se già questo e gli altri simili, come nidulor di cui altrove, non sono di formazione in ul non diminutiva, come iaculus, speculum ec. da cui iaculor, speculor ec. ma modulor sarebbe a dirittura da modus, del che non so altro esempio, se modulor è non diminutivo, e così nidulor ec., e se sono da un modulus, nidulus ec. (v. Forcell.) in tal caso sono diminutivi positivati, o frequentativi piuttosto.
(29. Gen. 1824.)
I nostri viaggiatori hanno raccolto un dizionario delle loro parole (degli esquimesi popolo verso la Groenlandia, il meno stupido di tutti i selvaggi del Nord), che son più di 500. Quanto ai numeri le loro cognizioni sono molto limitate. Notizia del secondo viaggio (1821-3.) e ritorno del Cap. Parry, estratta dalla gazzetta letteraria di Londra del 25. Ott. e dell'1. Nov. 1824. nell'Antologia di Firenze. num.36. p.120.
(29. Gen. 1824.)
Dice per dicono, ovvero per un dice (on cioè un dit), l'uom dice, alcun dice (come hanno buoni autori nello stesso senso), altri dice, la persona dice (Passavanti usa la persona in questo senso), la gente dice (buoni autori) si dice;257 nel qual caso ella sarebbe un'ellissi, come anche in greco ???? ec. per ????, sarebbe ellissi di ???? ??? ec. del che altrove. Cervantes nel D. Quijote par.1. cap.50. ed. d'Amberes o Anversa 1697. p.584. tom.1. lin.4. avanti il fine, dove si legge dizen, la mia edizione di Madrid ha dice.
(30. Gen. 1824.). V. p.4026.
Al detto altrove di despertar aggiungi che gli spagnuoli hanno anche l'agg. despierto cioè experrectus.
(31. Gen. 1824.)
Gli uomini di natura, costume, o circostanza ed occasione, allegri, sono generalmente disposti a far servigio o beneficio, e compatire, [4025]e i malinconici in contrario, o certo meno. Di ciò equivalentemente ho detto altrove molto a lungo.
(31. Gen. 1824.)
Qual cosa più snaturata che il non allattare le madri i propri figliuoli? Ma egli è certo per mille esperienze che le donne civilmente nutrite di radissimo possono sostenere senza gran detrimento della salute loro, e pericolo eziandio della vita, il travaglio dell'allattare. Il che è lo stesso quanto a loro che se fossero impotenti a generare. E questo costume è antichissimo (a quel che credo), sin da quando incominciarono le donne nobili o benestanti a far vita sedentaria e non faticata. Raccolgasene se lo stato civile convenga all'uomo.
(1. Feb. 1824.)
Abbraciare, bragia, brage, brace ec. co' derivati (e v. i franc. spagn. Forc. Gloss.) aggiungansi al detto altrove in proposito delle lettere br usitate nelle nostre lingue nelle voci significanti arsione ec.
(2. Feb. Festa della Purificazione di Maria SS. 1824.)
Alla p.4017. V. pure il Guicc. l.3. p.271. sopra Massimiliano Imp. in cui quel voler fare l'impresa degl'Infedeli pare fosse un semplice pretesto, e mostra che questo pretesto o discorso qualunque era allora e in simili tempi uno degli spedienti della politica, o diplomatica, un luogo comune, usitato e valevole con tutte le corti o potentati cristiani e con tutti i popoli cristiani.
(2. Feb. Festa della Purificazione di Maria SS. 1824.). V. p.4044.
Altro per niuno ec. come altrove. Guicc. 1. 274. ed. di Friburgo lib.3. senza cercare altra risposta per senza più cercare la risposta.
(2. Feb. Festa della Purificazione di Maria SS. 1824.)
Divisato per déguisé, del che altrove. V. la Crusca in dissimigliato, esempio primo. (2. Feb. Festa della Purificazione di Maria Santissima. 1824.). Divisar per vedere, discernere, scorgere cogli occhi. D. Quij.
[4026]Alla p.4024. Del resto anche ????, aiunt, dicen, dicono, narrano, vogliono, credono ec. ec. è un'assoluta ellissi degli stessi nomi o pronomi sopraddetti, o d'altri simili, o diversi, fatti plurali.
(3. Feb. 1824.)
?????? in modo simile allo spagn. luego, del che altrove. V. Plat. in Phaedro, opp. ed. Astii t.1. p.144. E.
(4. Feb. 1824.)
Diminutivi positivati. Gergo-jargon. V. gli spagn. ec.
(7. Feb. 1824.)
Nascere per ????????, di che altrove. V. Guicciardini, ed. Friburgo t.1. p.339. lin.5. a fine.
(7. Feb. 1824.)
Altro per niuno, del che altrove. V. il med. ib. p.340. lin.13. (7. Feb. 1824.). E notisi il nostro uso del pronome altri sing. nel significato di cui v. la pag.4024. capoverso 3., significato che spetta a questo proposito, e talora è anche de' francesi, i quali dicono per es. (credo in linguaggio familiare o burlesco) comme dit l'autre, parlando, v.g., d'un proverbio ec., cioè comme on dit. V. i Diz. franc. e spagn.
(9. Feb. 1824.)
La eccessiva potenza di attenzione è al tempo stesso e per se medesima, potenza di distrazione, perchè ogni oggetto vi rapisce facilmente e potentemente la attenzione distogliendola dagli altri, e l'attenzione si divide; sicchè è anche, per se medesima, impotenza o difficoltà di attenzione, e facilità di attenzione, cose contrarie dirittamente a lei, onde sembra impossibile ch'ella sia insieme l'uno e l'altro, ma il troppo è sempre padre del nulla o volge al suo contrario, come altrove. Quindi principalmente nasce la incapacità di attenzione ne' fanciulli ec. ec.
(9. Feb. 1824.)
Dico altrove258 che la mutata pronunzia della lingua greca, dovette di necessità ne' secoli inferiori, alterandone l'armonia, alterarne la costruzione l'ordine e l'indole ec. perchè da un medesimo periodo o costrutto diversamente [4027]pronunziato, non risultava più o niuna, o certo non la stessa armonia di prima. Aggiungi che anche indipendentemente da questo, gli scrittori, ed anche i poeti greci de' secoli inferiori (come pure i latini, gl'italiani, e tutti gli altri ne' tempi di corrotto gusto e letteratura) amavano e volevano un'armonia diversa per se ed assolutamente e in quanto armonia da quella degli antichi, cioè sonante, alta, sfacciata, uniforme, cadenziosa ec. Questa dagli esperti si ravvisa a prima vista in tutti o quasi tutti i prosatori e poeti greci di detti secoli, anche de' migliori, ed anch'essi atticisti, formati sugli antichi, imitatori, ec. Tanto che questo numero, diverso dall'antico e della qualità predetta, che quasi in tutti, più o meno, e più o men frequente, vi si ravvisa, è un certo e de' principali e più appariscenti segni, almeno a un vero intendente, per discernere gl'imitatori e più recenti, che spesso sono del resto curiosissimamente conformi agli antichi, da' classici originali e de' buoni tempi della greca letteratura. Ora il diverso gusto nell'armonia e numero di prosa e verso (nel quale aggiungi i nuovi metri, occasionati da tal gusto e dalla mutata pronunzia della lingua) contribuì non poco ad alterare, anche negli scrittori diligenti ed archeomani i costrutti e l'ordine della lingua, come era necessario, e come si vede, guardandovi sottilmente, per es. in Longino, perchè vi trovi non di rado in parole antiche un costrutto non antico, e si conosce ch'è fatto per il numero che ne risulta, e altrimenti non sarebbe risultato, e il quale altresì non è antico. (Così dicasi dell'alterazione cagionata ne' costrutti ec. dalla mutata pronunzia). Questa causa di corruzione è da porsi fra quelle che produssero e producono universalmente l'alterazione e c...
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