[Pagina precedente]...i scrittura ec., s'anche da principio non fu così, oggi valgono lo stesso che caput, capo nel medesimo senso, nel quale in francese e in ispagnuolo non sussiste più il positivo (veggansi però i Dizionarii).
20. Dec. 1823.)
Diminutivi positivati. Médecin francese.243 Fiaccola quasi facula da fax. V. il Gloss. in facula ec. e la Crus. in facella. Faccellina vuol dir quasi lo stesso che fascina. Falcola e falcolotto (che il Monti nella Proposta condanna come voci inaudite, ma che sono frequentissime nella Marca, come debbono essere in Toscana, perchè la Crus. le porta senza esempio, ed hanno anche un senso proprio che non si può totalmente confondere con quello di candela) sono corruzioni di facula, ma non hanno precisamente il senso del positivo, ma più ristretto, ed anche indicano cosa piccola a rispetto delle faci di legno, come di pino ec. (v. Forc. in fax) giacchè falcola è solo di cera.
(21. Dec. 1823.)
Alla p.3991. marg. fine. Si osservano dagl'interpreti anche in Anacreonte le espressioni o indicazioni ec. di usanze ec. che dimostrano l'alto grado in cui si trovava al suo tempo il lusso, l'opulenza, la mollezza, le arti belle ec. appo gl'Ioni. (21. Dec. 1823.)
[3996]Diminutivi positivati. Menton, mentonnière da mentum. Puoi ved. p.3993. capoverso 4.
(21. Dec. 1823.)
Al detto altrove di vermiglio ec. aggiungi il franc. vermillon in quanto significa rosso (propriamente e originariamente rossetto). Vedi ancora vermiller che forse è da vermis, vermiculus.
(21. Dec. 1823.)
Al detto altrove in più luoghi di falsus aggiungi. Falso per menzognero, finto, ingannatore, insomma per qui fallit, laddove falsus suonerebbe passivamente qui fallitur, detto di persona, è del latino, dell'italiano, dello spagnuolo (D. Quijote). V. i francesi. E anche generalmente nel suo significato aggettivo ordinario, cioè detto di cosa ec. sì falsus, sì falso ec. ha senso attivo e viene a dire ingannante, laddove parrebbe a causa della sua forma grammaticale passiva, ch'ei non potesse valer altro che ingannato.
(22. Dec. 1823.)
Circa potus a um aggiungi. Si dice anche potus sum, in forma deponente come gavisus sum da gaudeo. V. Forc. in poto ec. Vedilo anche in prandeo fin. e in pransus, e simili.
(22. Dec. 1823.)
Circa appariculus, apparecchio ec. di cui altrove, si osservi che non v'è alcuna necessità di crederlo diminutivo originariamente, malgrado la sua desinenza in ulus, come pure altrove ec.
(22. Dec. 1823.)
Diminutivi positivati. Chardon da carduus o da cardus. Noi cardo. Cardone nella Crus. è dell'Alamanni, forse suo francesismo al suo solito, ovvero è un accrescitivo indicante la salvaticità della pianta, positivato ec. come altri molti. Ma in francese al contrario è diminutivo. V. lo spagnuolo. È da [3997]notare in proposito de' diminutivi positivati, che anche il contrario de' diminutivi cioè gli accrescitivi si positivano sovente nell'uso latino italiano spagnuolo francese greco ec. Così anche i dispregiativi e altri tali generi e modificazioni di nomi, verbi ec. peggiorativi ec. ec.
(22. Dec. 1823.)
Al detto altrove intorno all'uso dell'avv. spagn. luego aggiungi un es. d'Ippocr. nel princ. del libello de flatibus. ?????? ??? ????? ?????? ????? Verbigrazia244 la fame si è un'infermità . Scioccamente la versione emendata dal Mercuriale: Quare statim ubi fames molestat, morbus fit. E più scioccamente quanto quel quare non può ragionevolmente aver relazione a niuna delle cose precedenti.
(22. Dec. 1823.)
Diminutivi greci positivati. ???????, ????????, che alle volte hanno un senso più circoscritto e particolare ec. che i positivi, alle volte lo stesso. V. Scapula.
(22. Dec. 1823.)
Alla p.3992. marg. Questo medesimo vale per gli altri poeti di quelli o de' più antichi o più moderni tempi, i più de' quali scrivevano o sempre o spessissimo per mercede, e commissione. Non si può dunque troppo ragionevolmente argomentare dello stato della lingua e letteratura greca di que' tempi in ordine ai dialetti, dal dialetto che tali poeti, massime lirici, epigrammatici, elegiaci o trenici seguono in tali composizioni; ma bensì da quelle che si veggono essere state fatte per iscelta e genio ec. dell'autore. Tali sembrano esser quelle di Simonide i cui frammenti sono affatto o quasi affatto (quanto può il linguaggio greco poetico stringersi a un dialetto ec. ec.) ionici. E per contrario quelli che son dorici spettano evidentemente all'altro genere sopraddetto ec.
(23. Dec. 1823.)
[3998]Alla p.3636. - o che derivando dal latino, non hanno lo stesso significato, uso ec. che in latino ma diverso affatto come p.e. cintola diminutivo positivato da cinta, nome. V'è però in lat. cinctus us, e cinctum i, onde pur noi cinto e il diminutivo (alla latina) positivato cintolo, con cintolino ec. Forse però cinta per cinto non è che una corruzione di questo ec. E vedi il Gloss. in cincta ec. se ha nulla, cioè se fosse latino barbara essa medesima voce.
(24. Dec. Vigilia di Natale. 1823.)
Diminutivi greci positivati. ??????. V. il Lessico con tutti i suoi composti, derivati ec. (e così i composti, derivati ec. degli altri diminutivi greci positivati, altrove notati da me). ????? ????, ????? ???????. ????????. Se questo è veramente diminutivo come dice la Gramm. di Padova, non solo è positivato, ma se ne fa un sopraddiminutivo, cioè ?????????, e notisi anche in greco l'uso de' sopraddiminutivi ec. benchè qui una sola delle due diminuzioni avrebbe vigore ec. Si può credere che moltissime voci greche in ???, in ?? ????, o in alcuna delle tante forme diminutive usitate in questa lingua (v. il Weller), sieno diminutivi positivati, benchè non si abbiano i positivi, o questi non si usino ora che in senso ben diverso, e per tali e simili e qualunque cagioni quei nomi non sieno considerati dai Gramm. per originariamente diminutivi (p.e. ??????, ????????? o ?????????, ?????????, ???????; il derivato ???????? mostra un posit. di ???????, perchè da questo sarebbe ?????????). V. p.4018. ec.). Così accade nel latino nelle lingue moderne ec. E quel che dico de' nomi si può stendere all'altre voci ec.
(24. Dec. Vigilia del S. Natale. 1823.)
Al detto altrove di gozar, aggiungi gozoso, cioè gaudiosus, quasi gavisosus.
(24. Dec. Vigil. del Santo Natale. 1823.)
Participii passivi in senso attivo o neutro ec. Agradecido [3999]per agradeciente, e lo trovo anche, nel D. Quijote, per piacevole, urbano, gentile, cortese.245 Del resto questo participio è aggettivato e così tutti o quasi tutti gli altri tali participii così usati ec., come mi pare aver detto altrove, ma ciò non toglie ec. ec.
(24. Dec. 1823. Vigilia del Santo Natale)
Che amarillo, voce evidentemente diminutiva, venga da un amaro (diverso da amargo) e questo da ???????? Del resto l'esser voce diminutiva non dee far maraviglia, o che si consideri come voce significante colore (così rossetto ec. ec. nel qual caso ella sarebbe positivata, perchè non suona pallidetto ma pallido, che dovea pur essere il significato di amaro), o come significante mal essere, stato, colore ed aspetto infermiccio ec. (nel qual caso non sarebbe positivata ec.). Del resto sì il proprio sì il metaforico di ???????, da qualunque de' due sensi si voglia derivare amarillo, e qualunque sia il proprio e primitivo di questa voce, le conviene e corrisponde a maraviglia. Or la Spagna donde avrebbe avuta mai questa voce greca? Certo, ch'io sappia, ella non ebbe mai nè colonie greche, nè commercio co' greci ec. e la sua posizione geografica la rese sempre per così dire ritirata, anche anticamente, fino alla venuta de' Romani ec. ec.
(24. Dec. 1823. Vigilia del S. Natale. 1823.)
Empujar cioè impellere, ma viene da un impulsare. V. i suoi derivati. Pousser, (pellere) da pulsare, co' suoi derivati. Pujar e certi suoi derivati, sobrepujar parimente, o son fatti da pousser. V. i Diz. spagn. e correggi certe cose che ne ho dette parlando di [4000] pujanza in proposito di potens. La qual voce pujanza ha tutt'altra origine, cred'io, nè viene, come parrebbe a tutti, da pujar, nel modo che puissance, puissant ec. non ha che far niente con pousser e suoi derivati. (24. Dec. Vig. di Nat. 1823.)
A proposito della ridondanza del pronome altro nell'italiano e nel greco, notata altrove, osservivi che altro presso noi spesso vale semplicemente alcuna cosa, massime nella negazione, onde senz'altro vale sovente senz'alcuna cosa, cioè senza nulla, e altri quando si usa al modo del franc. on (e dell'ital. l'uomo, uno, la persona, si ec.) vale alcuno, che pur molte volte si dice ne' casi stessi. V'ha un luogo nel Petrarca Canz. Una donna più bella, stanza 3. v.12. dove altro, ben considerando il luogo, mi pare (e non credo che niuno fin qui l'abbia inteso) che non significhi se non alcuna cosa, cioè, poichè sta colla negazione virtualmente presa, nulla.
(24. Dec. 1823. Vigil. del S. Natale.)
Diminutivi positivati. Gomitolo, aggomitolare ec. da glomus o glomer. V. la Crus. e il Forcell. col Gloss. ec. e osserva se glomus ec. vale lo stesso.
(24. Dec. 1823.)
Verbi frequentativi o diminutivi ec. italiani. Penzolare e spenzolare coi derivati. Paiono però fatti da penzolo, e questo da pendulus che non è diminutivo. Rotolare, rotolone ec.
(24. Dec. 1823.). Penzigliare, penzigliante. V. il pens. seg.
Alla p.3995. princ. Coccolone, o coccoloni da coccare, penzolone o penzoloni (v. il pens. precedente), rotolone ec. Tutte forme frequentative. E questa forma è usitatissima in cotali avverbi in one o oni propri della nostra lingua, che equivalgono a' gerundi [4001]de' rispettivi verbi (sieno frequentativi o diminutivi ec. in olare o comunque, o non lo sieno punto) da cui sono formati (se sono formati da verbo). Dunque la forma in ol breve, è ben propria della nostra lingua, e vi è frequentativa, diminutiva ec. come in latino ec. Ruotolo o rotolo. Coccola, coccolina. Concola (i romani concolina sempre, per quello che noi diciamo catino da lavar le mani e il viso) da conca. V. il Forc. e i Less. gr. dove ??????????è diminutivo. E vedi alla pag.3636. marg. fromba diminuito in frombola, voci l'una e l'altra, che non hanno a far col latino.246 V. il Gloss. Goccia e gocciola, gocciolare e gocciare, sgocciolare ec. da gutta, del che altrove.247 Snocciolare da nócciolo248 ec.; v. la Crusca: nócciolo par che sia da nucleus che non è diminutivo: quindi neanche snocciolare cioè enucleare.
(24. Dec. 1823.). V. p.4003.
A proposito delle divinità benefiche, che altrove ho detto essere ed essere state venerate, inventate ec. dalle nazioni civili, e più quanto più civili, si aggiunga che non solo benefiche, ma graziose, amabili ec. ancorchè non benefiche, o indifferenti ec. come tante divinità , allegorici personaggi, personificazioni di qualità o soggetti ec. naturali, umani ec. nella mitologia greca ec. ec.
(24. Dec. Vigilia del S. Natale. 1823.)
Delle colonie greche in Italia, Sicilia ec. e antico commercio ec. greco in Italia, avanti il dominio de' romani, la diffusione o formazione di quella lingua latina, che noi conosciamo, cioè romana ec. e del grecismo che per tali cagioni può esser rimasto nel volgare latino in quelle parti, e quindi ne' volgari moderni, in quelle parti, e quindi nel comune italiano eziandio, massime che la formazione e letteratura di questo ebbe principio in Sicilia e nel [4002]regno, come mostra il Perticari nell'Apologia, ec. ec., discorrasene proporzionatamente nel modo che altrove s'è discorso delle Colonie greco-galliche, di Marsiglia ec. in rispetto ai grecismi della lingua francese non comuni al latino noto ec.
(24. Dec. 1823. Vigil. del S. Natale.)
???????????????? ?????? ? ?????? ?????. Menander ap. S. Maxim. Capit. Theolog. serm.35. fin.
(24. Dec. 1823. Vigilia del S. Natale.)
Diminutivi greci positivati. ?????????. V. lo Scap. Il luogo d'Ippocrrate quivi cit. è nel principio del lib. de morbo sacro: ?? ??? ????? ?????? ???? ????????? ????? ? ????? ??? ????. ???????? da ???? ???? o d...
[Pagina successiva]