[Pagina precedente]...mericani consideravano per mostruosità la barba negli europei perocchè quei popoli naturalmente erano sbarbati, come i mori e altri popoli d'Affrica ec. Si applichi alle osservazioni sul bello. Solìs, Hist. de Mexico; De Cieça Chron. del Peru, ec.
(19. Nov. 1823.)
Diminutivi positivati. Gesticulor,209 ec. Vedi il Forcellini. Franc. gesticuler. Noi ancora volgarmente gesticolare. [3894]Vedi l'Alberti. ec. (19. Nov. 1823.). Corbeau da corvus.
Gero-gestum, gesto, gestito.
(19. Nov. 1823.)
Alla p.3883. La superstizione sia speculativa sia pratica è figlia della società , ed inseparabile da essa società quanto si voglia civile come dimostrano tutte le istorie. Anzi par ch'ella, a differenza di tanti altri incomodi e barbarie della società primitiva, cresca a proporzione della civiltà ; e certo si son trovati e trovano alcuni popoli selvaggi senza superstizione alcuna, almeno efficace e che influisca sulla vita in niun modo, e che sia causa di veruna infelicità esteriore nè interiore; ma niun popolo civile si trovò mai nè si trova nè troverassi in cui la superstizione più o manco, e in uno o altro modo, non regni, per civilissimo ch'ei si fosse, o si sia, o che sia per essere.210 Or di quanti e quanto gran mali sia stata e sia causa la superstizione per sua natura sì a' popoli sì agl'individui, sì verso gli altri sì verso se stessi, travagliandoli sì esternamente sì internamente, per rispetto ai costumi, agl'istituti, alle azioni, alle opinioni ec.; quanti beni e quanto grandi abbia impedito e impedisca per sua natura ec. non accade dilungarsi a mostrarlo, anzi neppure a ricordarlo, essendo già e provato e notissimo. (19. Nov. 1823.). Certo la superstizione non ha luogo negli animali anche i più socievoli. Dunque l'uomo per natura è men sociale che alcun'altra specie ec. V. la p.3896.
Diminutivi positivati. Faisceau da fascis e per fascis. Similmente fastello, quasi fascettello. Gocciola, gocciolare sgocciolare ec. diminutivi equivalenti ai positivi goccia, gocciare, sgocciare ec. da gutta. Questi diminutivi cioè gocciola (e così frombola [3895]di cui p.3636. marg. benchè fromba non sia nome latino), ec. e simili altri in olo ec. breve, sono alla latina; il che è da notare.
(20. Nov. 1823.)
Il sonno e tutto quello che induce il sonno, ec. è per se stesso piacevole, secondo la mia teoria del piacere ec. Non c'è maggior piacere (nè maggior felicità ) nella vita, che il non sentirla.
(20. Nov. 1823.)
Alla p.3876. Venio ha già perduto il suo i in veni il cui i non è il radicale, ma quello della terminazione del perfetto, se già esso non comprende ambo gl'i, come negli antichi codici e monumenti si trova assai spesso audi per audii, Tulli per Tullii, anzi regolarmente Tulli e non Tullii ec. del che vedi il Conspectus orthographiae cod. vaticani de republica di Niebuhr. In ogni modo è certo che virtualmente l'i p.e. di Tulli, contiene due i, come il moderno nostro (e latino) j. Del resto, anomalie che faccian perdere l'i radicale ai temi della quarta, sono moltissime. P.e. vincio-vinxi (dove l'i secondo, non è il radicale) sentio-sensi ec. Contrazioni altresì moltissime, come saltum di salio per salitum ec. ec. ec. Audisti audistis ec. sono contrazioni, non, cred'io, di audiistis ec. ma di audivisti, come amasti di amavisti; onde in audisti audistis ec. l'i radicale non sarebbe perduto, ma sola la sillaba interposta, vi.
(20. Nov. 1823.)
[3896] D'emblée viene evidentemente dal greco ???????. Grecismi del volgare italiano vedine ap. il Vettori Commentar. in Aristot. Polit. Lib.7. fin. Florent. 1576. p.646 fin.-647 princip. Il luogo di Aristot. quivi citato è ib. p.641. fine.
(21. Nov. 1823.)
Diminutivi positivati: pocillator da pocillum, invece di dir poculator da poculum, ma collo stesso senso, cioè di ????????. (21. Nov. 1823.). Gemellus coi derivati, diminutivo di geminus (come pagella di pagina. Gemello, iumeau, v. gli spagn. Femelle da femella per femina, femme, passato in francese al semplice significato di donna. Così favellare da fabella, in vece e nel senso di fabulare da fabula, del che vedi la p.3844.
(21. Nov. 1823.)
Monosillabi latini. V. Forcell. in Leo es.
(21. Nov. 1823.)
Alla p.3894. marg. La ragione di cui l'uomo solo è provveduto (ossia quel grado di facoltà intellettuale che si chiama ragione, ed a cui il solo intelletto dell'uomo arriva e può arrivare), come per mille parti è utile, per mille necessaria alla società , ed origine e cagione effettiva di essa, così per mille altre parti (come p.e. per la superstizione la qual non sarebbe senza il grado di facoltà mentale che noi abbiamo, e che le bestie non hanno, e per cento mila altri effetti) è di sua natura nocevole e anche direttamente contraria alla società degli uomini, e al lor ben essere e lor perfezione nello stato sociale ec. ec. Parlo qui di quella facoltà di ragione che l'uomo ha per natura, anche nello stato primitivo, e dico che questa medesima dimostra che l'uomo per natura è men disposto a società che gli altri animali, benchè per altra parte ella sembri invitta e principalissima prova del contrario ec. ec.
(21. Nov. 1823.)
[3897]La negativa francese ne è l'antichissima de' latini, i quali dicevano ne e nec per non, come ho discorso in proposito di nihilum parlando della voce silva e della sua origine, e mostrato ancora che ne serviva in composizione di particella privativa, come in greco ??, ??, ?, e per conseguenza sì essa che le dette greche originariamente dovettero certo essere particelle negative, cioè assolutamente servienti alla negazione ec.211 E v. il Forc. in Ne, Nec ec. e i Lessici greci in ?? ec.
(22. Nov. 1823.)
Febricito as, viene forse da un febrico as atum, ovvero ui itum (come applico, explico ec. ui itum ec. e simili, di cui altrove) che sarebbe affine a febricosus?
(22. Nov. 1823.)
Non solo aggettivi si son fatti da' participii in us, come altrove più volte, ma spessissimo essi participii son passati in sostantivi, come factum, actum, iussum ec. ec. Onde anche da tali sostantivi si può talora argomentare e de' veri participii, e dell'esistenza di verbi ignoti, di cui questi sostantivi saranno stati originalmente participii, benchè or non si sappia, ec. ec.
(22. Nov. 1823.)
Alla p.3636. È da notare che quando il positivo de' diminutivi positivati (come di martello ec.), sieno latini, sieno moderni, latini di origine, o di origine moderna ec., non si trova, [3898]o non se ne sa almeno il significato (sia nella stessa lingua, sia nella latina, o nelle altre ec.), allora può essere che questo fosse diverso da quello de' loro diminutivi noti, o diverso affatto, o diverso in quanto più generale, o appartenente ad una specie di cose dello stesso genere ma pur diversa da quella significata dal diminutivo ec. Onde tali diminutivi non possono con certezza chiamarsi positivati, con tutto che nella loro significazione non si vegga causa nè vestigio alcuno di diminuzione; perocchè positivati si vogliono intendere quei diminutivi che son giunti ad essere usati in vece de' loro positivi (o coesistenti, o andati in disuso), e per conseguenza nel medesimo senso di questi. E i diminutivi de' quali io raccolgo gli esempi, han da esser di questo genere, e non altro.
(22. Nov. 1823.). V. p.3945.
Alla p.3513. Come le donne naturalmente e generalmente parlando (e basta all'effetto, che così sia pernatura) vivono alquanto meno degli uomini, o son destinate ad uno spazio di vita alquanto più breve, ed infatti il loro sviluppo, e la decadenza ed estinzione delle loro facoltà e della giovanezza loro, è certamente più pronto, e la loro carriera fisica generalmente più rapida; così è ben verisimile che le date quantità di tempo, ad esse paiono alquanto maggiori che agli uomini, secondo la piccola proporzione che risulta dal poco svantaggio di lunghezza che ha la lor vita naturalmente dalla nostra; la qual differenza e proporzione essendo assai piccola, non è maraviglia se il detto effetto non si nota, [3899]e se riesce impercettibile, essendo quasi menomo ec. Forse anche simili differenze impercettibili si potrebbero supporre tra diversi individui di uno stesso sesso, nazione ec. come derivanti e proporzionate a certe relative differenze fisiche o morali, ec. che si potrebbe forse notare a questo proposito, e come atte a cagionare detto effetto ec. ec.
(22. Nov. 1823.)
Je me rappelle souvent ce vers anglais: L'homme est fait pour agir, et tu prétends penser? Frédéric II Lettres à d'Alembert, tome XIII. p.203.
(22. Nov. 1823.). V. p.3931.
Voce comune alle tre lingue: Ciabatta, zapato, savate (è noto che il nostro c molle, in ispagnuolo è z, in francese vale s), savaterie, savetier, zapatero, ciabattino, acciabattare ec. ec. Anche le metafore di tali voci, come di saveter e acciabattare, di ciabattino e savetier per mauvais ouvrier ec. ec. sono conformi, almeno tra l'italiano e il francese, giacchè il significato di ciabatta, savate, zapato, benchè simile, è alquanto diverso nello spagnuolo ec.
(23. Nov. Domenica. 1823.)
Alla p.3851. marg. Anche tra noi però avvisato per prudente, può essere participio di avvisarsi, verbo reciproco, o neutro passivo, in senso di avvedersi ec., e in tal caso non apparterrebbe al nostro discorso, niente più di quello che gli appartenga appunto avveduto di avvedersi (che vale lo stesso che avvisato), accorto di accorgersi (che vale altresì lo stesso: dico aggettivamente presi accorto, avveduto, avvisato), e gli altri participi de' neutri passivi o reciprochi.
(23. Nov. 1823.)
[3900]Alla p.3869. marg. Da queste osservazioni è chiaro che si dee dir vivisco e non vivesco, anche per regola e analogia e ragion generale. - Es. di verbo incoativo fatto da verbo della 4. può essere scisco da scio - Hisco da hio-hiatum, non è che corruzione d'hiasco che pur si trova, e che è proprio degli antichi; come hieto è corruzione d'hiato, che pur si trova, del che altrove.
(23. Nov. 1823.)
Al detto altrove sopra il continuativo hietare, aggiungi quello che puoi vedere nel pensiero precedente.
(23. Nov. 1823.)
Alla p.3869. marg. principio. Arcesso, - Capesso, - Facesso (v. Forcell. in Facesso princ. e fin.) - is ivi itum. E credo che anche gli altri tali verbi frequentativi o desiderativi o come si chiamino (v. Forc. in Facesso princ.), se altri ve n'ha, facciano allo stesso modo, cioè una mescolanza della 3. e 4. coniugazione Anche Arcesso fa nell'infinito passivo arcessi e arcessiri. E v. Forcell. in arcesso princ.
(23. Nov. 1823.). V. p.3904.
Alla p.3884. Se la qualità dello stile del Tasso, considerato in generale, pecca in qualche cosa, questo si è più che in altro, nel molle. E certo non di rado esso dà nel debole, anzi pur nel freddo, e in quel basso che nasce da debolezza, da mancanza di nervo e di forza per sostenersi in alto e ritto ec. ec., in poca sostenutezza ec. Questo è molto più frequente nel Tasso che o in Dante o in Petrarca, e più ancora che in parecchi poeti del 2. ordine.
(23. Nov. 1823.)
Alla p.2843. Che inceptare in questo senso d'incettare, cioè [3901]come composto di capto, non sia alieno dall'antica latinità , secondo che ho detto in una delle pagg. citate in quella a cui questo pensiero appartiene, me lo persuade eziandio il vedere che detto senso è tutto latino, e alla latina ec. e quasi è lo stesso che quello del semplice captare, se non che è determinato ad un certo modo di far quello che si denota col verbo captare. Del resto che la mutazione dell'a in e ne' composti, e l'altre tali, usitate regolarmente nell'antico e buon latino, fossero trascurate ne' composti de' tempi bassi e delle lingue moderne, ne può essere una prova appunto accattare (acheter). Vedi Glossar. in accaptare.212
(23. Nov. 1823.)
Simile esempio a quello di traer usato talora dagli spagnuoli nel senso di tractare, come nel primo principio della mia teoria de' continuativi, si è quello di affecter spesso usato da' francesi nel significato stesso (o simile) di affi...
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