[Pagina precedente]...degli uomini, niuna legge di niun legislatore può far che un'azione o un'ommissione sia giusta nè ingiusta, buona nè cattiva. Perocchè non vi può esser niuna ragione per la quale sia giusto nè ingiusto, buono nè cattivo, l'ubbidire a qualsivoglia legge; e niun principio [3350]vi può avere sul quale si fondi il diritto che alcuno abbia di comandare a chi che sia, se l'idea del giusto, del dovere e del diritto, non è innata o inspirata (come vuole Voltaire, cioè naturalmente e per innata disposizione nascente nelle menti degli uomini, com'ei son giunti all'età di ragione) negl'intelletti umani.
(4. Sett. 1813.)
Verbi in uo. Heluor o helluor aris da helluo o heluo onis. Mutuo as e mutuor aris da mutuus. Cernuo as da cernuus.
(4. Sett. 1823.)
Insidiae, desidia sono evidentemente composti da in o de e dal nome sedia, mutata l'e in i, come al solito, e come appunto in insideo, desideo da sedeo. (V. la p.2890.) Ma la voce semplice sedia che pur dovette esistere nel latino, poich'esisterono i suoi composti, è perduta nel latino scritto, conservasi nell'italiano. V. il Gloss. ec.
(4. Sett. 1823.)
Continuativo. Mutito e mutuito. V. il Forc. in ambedue queste voci.
(4. Sett. 1823.)
Alla p.2843. Anzi dal dirsi incettare, piuttosto che incattare (come pur diciamo [3351]accattare, riscattare ec.) deduco che questo verbo spetti a' buoni tempi della lingua latina, giacchè ne' bassi tempi, e meno nelle lingue volgari, non si conservò e si trascurò questo uso di mutare l'a de' verbi latini in e o i per la composizione, e l'e in i ec.
(4. Sett. 1823.)
Alla p.2843. marg. Dico verbi dissillabi contando per una sola sillaba l'eo ne' verbi della seconda (do-ceo), e l'io in quelli della quarta (au-dio), secondo il volgar uso da me altrove dimostrato, che per dissillabi li pronunziava. E dico dissillabi, avendo riguardo al tema, cioè alla prima persona singolare presente indicativa.
(4. Sett. 1823.)
Alla p.3343. Generalmente appo gli antichi e nelle nazioni o società primitive il nome d'infelice è un obbrobrio, e s'adopra per vitupero, per ingiuria, per ignominia, per biasimo, per rimprovero ec. e così si riceve. E l'esser tenuto per infelice è come aver mala fama. E l'infelicità (qualunque) si rinfaccia come il delitto o il vizio ec.
(4. Sett. 1823.)
[3352]Nisi me omnia fallunt, il verbo meditor è un verissimo e perfettissimo continuativo di medeor. Continuativo pel significato, e continuativo per la forma e la derivazione.
Medeor non ha participio in us che sia usitato, ma secondo l'analogia il suo vero e regolare participio in us è meditus. E ch'egli ora non l'abbia non fa meraviglia. Innumerabili sono i verbi che più non l'hanno, e che l'hanno solamente irregolare, i cui participii in us, o i cui participii in us regolari, sono stati da me dimostrati o si potrebbero dimostrare col mezzo de' continuativi o frequentativi che ne derivano, o con altri mezzi, benchè essi participii sieno altronde affatto inusitati. Similmente ho dimostrato più participii in us (o supini) di verbi che n'hanno un solo oggidì, o tre participii di verbi che n'hanno oggidì soli due ec.
Medeor si fa drivare da ???? o ????? regno, impero, perchè il medico dee comandare. Misera e forzatissima etimologia. Tengo per indubitato che medeor non è altro se non il verbo ??????? curo, curam gero; verbo greco [3353]antichissimo, e che già era fuor d'uso, o sapeva almeno d'antico, a' tempi di Senofonte, come par che si debba raccogliere dal suo Simposio c.8. §.30. Che se i poeti (e quindi gli scrittori di stile fiorito e sofistico) lo seguitarono a usare anche molto appresso, così fecero di mille altre voci antiche, anzi le usarono appunto perchè antiche, e fatte peregrine e divise dal volgo. Così pur fecero i latini, così fanno i poeti italiani, e di ciò dico altrove diffusamente. La molta antichità di questo verbo giova molto a poter credere ch'ei possa avere in latino un fratello, proprio della più antica latinità , com'è il verbo medeor. Or dunque che medeor sia lo stesso che ??????? si dimostra con più ragioni. E primieramente estrinseche.
1°. Non resta in greco che il medio o il passivo (???????) di questo verbo. Così in latino non resta che il deponente medeor, onde medicor, altresì deponente, del quale vedi la p.3264.
2°. Se ad alcuno facesse forza che da ??????? paresse dover derivare medor non medeor, oltre che se gli potrebbero recare [3354]infiniti esempi di tali mutazioni, massime spettanti alla desinenza (anzi pur d'altre molto più sostanziali, e non appartenenti alla desinenza, e alla forma propria della congiugazione, siccom'è questa), e massime poi in voci così antiche (????? mascol. vinum- neutro ec. ec.); osservisi che il fut. di ??????? è ????????? come fosse da ????????.94 Del resto la difficoltà varrebbe quasi egualmente anche per ???? impero, che ordinarissimamente si dice ???? e ???????, non ?????, del quale lo Scap. non reca che un solo esempio di Omero usante il partic. ?????? (frequentissimo è per lo contrario ?????), e ciò forse piuttosto per proprietà di dialetto, o per modificazione poetica, che per altro. Nè si trova, ch'io sappia, il fut. ????????? nè l'aor. ??????? o ??????????, come di ??????? si ha ?????????.
Intrinsecamente, cioè quanto al significato, una bellissima prova che medeor sia lo stesso che ???????, si è la facilità , prossimità e naturalezza dell'etimologia. Il medicare è veramente curare, aver cura, consulere, provvedere (tutti significati di ???????) al malato. E infatti [3355]non s'usa egli in latino peculiarmente il verbo curare per medicare? Non è divenuto questo senso, nel nostro volgare e ordinario uso, il solo proprio dello stesso verbo curare? cioè medicare, sanare. Non è egli assolutamente (s'io non m'inganno) il solo senso che abbia lo spagnuolo curar? Così dite di cura, franc. cure ec. cioè medicatura, guarigione. Dunque medeor è propriamente ??????? anche pel significato, colla sola differenza ch'egli conserva solo un significato più particolare e speciale, in cambio d'uno più generale; come appunto è avvenuto, nel nostro volgar familiare e parlato, al verbo curare, e nella lingua spagnuola a curar, ch'è proprio lo stessissimo e identico caso; e così a milioni d'altri verbi in diversi casi. Sicchè medeor è ???????, neppur metaforico (se non quando significa rimediare, sanare), ma nel senso proprio, e non istiracchiato, come derivandolo da ???? impero.
Del resto osservisi che ???? e particolarmente ??????? vale assai spesso il medesimo che ???????, cioè curo, curam gero. E probabilmente [3356]l'uno e l'altro non vengono che da una radice, e sono in origine un solo verbo, significante da principio o impero o curo chè ciò non monta al presente. Nego dunque che medeor venga da ???? impero, non nego che venga da ????, anzi da ???????, curo, il che viene a essere il medesimo che derivarlo da ???????. Anzi, sebbene nelle voci antichissime non si può nè si dee molto guardare alle brevi e alle lunghe, e moltissime altre differenze di questa sorta si potrebbero allegare tra voci greche e voci latine identiche di significato o certo di origine, e anche tra l'antico e il più moderno latino, o tra vari secoli della latinità o della grecità , intorno a una stessa voce; contuttociò non contrasterò che medeor si derivi piuttosto da ??????? che da ???????, a cagione che la me di medeor è breve sì in esso, sì in medicor e in tutti gli altri suoi derivati o composti (come remedium), non eccettuato il verbo meditor, di cui or ora. E si può ben credere che ??????? avesse l'anomalo futuro ????????? (come ??????? ha ?????????), indicante il verbo inusitato ????????, massime che si trova [3357]il suo attivo ?????. Anzi sarà naturalissimo il supporre che medeor venga a dirittura dall'inusitato ???????? (fosse proprio di tutta la Grecia o solo di qualche dialetto che così lo mutasse da ???????) e così il verbo medeor non potrebbe, nè pel significato nè per la forma, essere più evidentemente perfettamente regolarmente e compiutamente lo stesso che il verbo greco.
Da medeor dunque, che poi passò a significare specialmente e unicamente il medicare, coi significati metaforici a questo convenienti; ma che da principio, secondo il sopraddetto, significò, siccome il greco ????????, generalmente curo, curam gero, consulo; da medeor dico io che giusta l'ordinaria e regolare formazione de' continuativi da' participii in us, fu fatto il verbo meditor.
1° Anche meditor, come medeor e come medicor e come ??????? è deponente.
2° Meditor quanto al significato equivale appunto al greco ???????. Or questo donde è fatto? da ????, (oggi inusitato, se non [3358]impersonale) curae sum, e fors'anche curo, onde ??????? curo, curam gero, onde ????? cura, onde ???????, curo, curam gero, e quindi exerceo, exerceo me, meditor, siccome anche ?????? vale exercitatio, meditatio, anzi anche il partic. ????????? di ???? trovasi pure per qui se exercuit ec. (V. lo Scap. in ???????). Può darsi un esempio e una prova più bella? ??????? è propriamente il meditor de' greci, ed esso viene da ???? curo, come meditor da medeor nel suo primitivo, proprio e generale significato, cioè appunto curo. Certo è ridicolo il derivare meditor da ???????, (come fa il Forcell.) perchè questi verbi significano la stessa cosa; ma sebbene quanto all'origine e alla stirpe essi non abbiano tra loro nulla che fare, contuttociò la derivazione del verbo greco serve a mostrare evidentissimamente e chiarire la derivazione, la discendenza, l'origine, la radice del verbo latino a lui equivalente. Derivazione confermata e comprovata dalla nostra teoria della formazione de' continuativi, tra' quali questo [3359]è regolarissimo per la forma, proprissimo pel significato. Chi non vede che l'esercitare e il meditare una cosa è una continuazione del semplice averne o pigliarne cura? il che si può talvolta compiere in poca d'ora; ma quello di necessità e per sua natura esige durata, lunghezza, continuità di tempo.
Ecco come la nostra teoria de' continuativi rischiara mirabilmente le origini della lingua latina, rettifica l'etimologie, mostra le vere e primitive proprietà delle voci, le analogie scambievoli delle lingue. Come qui, coll'osservazione che meditor debba venire da un participio in us ec. 1. trovasi il perduto partic. o sup. di medeor. 2. scopresi la vera etimologia di meditor. 3. correggesi e dichiarasi quella di medeor. 4. trovasi e dimostrasi il primitivo e proprio significato di questo verbo. 5. osservasi l'analogia tra la lingua greca e la latina nelle paragonate derivazioni di meditor e di ??????? (verbi equivalenti) rispetto al significato. (3. Sett. 1823.). - Come i re antichissimamente erano quello che dovevano, cioè tutori e curatori della repubblica (Cic. de rep.), [3360]o tali erano riputati ben più che poscia non furono, non è maraviglia che il re fosse chiamato curatore (?????) e il regnare curare, o viceversa. Insomma fu ben facile e naturale la traslazione dall'uno all'altro di questi significati, qualunque de' due si fosse il primitivo e proprio del verbo ????. - Medeor, meditor sono deponenti. Così ??????? è medio. Ed è ben naturale che in senso di curo, curam gero si dicesse piuttosto ???????? o ??????? che ???? attivo, perchè questo significato è di quelli che hanno un non so che di reciproco, i quali sogliono esprimersi in greco col verbo medio. Ond'è altresì naturalissimo che medeor sia deponente, venuto cioè da ??????? o ????????, quantunque esista anche l'attivo di questo verbo. Il quale non esiste in ???????. Ma ciò, per la detta ragione, non fa gran forza a provare che medeor sia piuttosto ??????? che il verbo ????????????.
(5. Settembre. 1823.)
Tanto l'uomo è gradito e fa fortuna nella conversazione e nella vita, quanto ei [3361]sa ridere.
(5. Sett. 1823.)
Constater franc. continuativo di consto as, non mutato l'a di constatus in i, il che dimostra che questo continuativo dev'essere latino-barbaro, o d'origine francese. Il simile dicasi dello spagn. horadar (an...
[Pagina successiva]