[Pagina precedente]...ssa e bianca come un fiore.
ELVIRA Piú bianca però che rossa nevvero? E lei signor Migliori?
LORENZO Io sto benone.
ELVIRA Beato lei!
LORENZO Cosa le manca da farla sospirare a questo modo?
ELVIRA Nulla, si diventa vecchi. È già un male.
LORENZO È peggio però esserlo che diventarlo. Io non sospiro piú già da lungo tempo.
ANNA Ed hai fatto un bel viaggio?
LORENZO Non c'è male. Ho avuto un poco di scirocco nel Quarnero che mi ha rimescolato le budella, del resto tempo ammirabile.
ELVIRA A lei proprio piace quel plebeo tu che le dà Anna?
LORENZO (calorosamente). La prego di non occuparsi del modo con cui mi tratta Anna. Lei mi tratti come vuole e vede che con lei faccio tutte le cerimonie che desidera; la prima volta però che Anna mi dà del lei io non ripongo piú piede in questa casa.
ELVIRA Eh! via! è una semplice questione di etichetta ed io non insisto. Non so però come questo tu tra loro sia nato e nemmeno perché!
ANNA (abbracciando Lorenzo). Io lo so!
ELVIRA (indignata volge altrove lo sguardo). Mi pare anche che si possa parlare senza abbracciarsi!
LORENZO (ridendo). Si può parlare e abbracciarsi.
ELVIRA Parliamo d'altro. (Li guarda e vede che Anna ha ancora un braccio al collo di Lorenzo.) La finirai? (Quando Anna ha levato il braccio.) Nella sua assenza sono avvenuti fatti gravi.
LORENZO Gravi?
ELVIRA Gravissimi.
ANNA Gravissimi.
ELVIRA Anna! Va' di là a metterti un poco in ordine che non sei troppo bene vestita.
ANNA Ma se non occorre. Questo è il vestito nuovo.
ELVIRA Allora va' a riporre il vecchio.
ANNA Vuoi mandarmi via? Ma se tutte le cose che hai da raccontargli, le so anch'io.
LORENZO Perché la manda via appena sono giunto?
ELVIRA (con violenza). Insomma vuoi andartene?
ANNA Vado, vado! (Via.)
SCENA TERZA
ELVIRA e LORENZO
ELVIRA (ancora con dignità ). Vegga signor Migliori se la ragazza non si è soffermata ad origliare.
LORENZO Chi crede lei che sia Anna? (Spalanca la porta.) Come vede se ne è andata.
ELVIRA (cambiando tono). No, cosà proprio non la può andare avanti. Tu entri in casa mia come se fossi il padrone; impedisci ad Anna di ubbidirmi, e ti fai dare del tu. E non è la prima volta che ti dico che io non lo voglio.
LORENZO So che me lo hai detto anche altre volte, io ho buona memoria, ma semplicemente ti ho detto che io lo voglio invece. Sii tanto compiacente da non far storie. Non so, ma di giorno in giorno tu diventi piú bisbetica, piú antipatica.
ELVIRA Grazie; a te non mi importa di riuscire simpatica.
LORENZO No? (Ridendo.) Quell'abito ti sta magnificamente. È la prima volta che te lo vedo indosso.
ELVIRA (se lo guarda un istante, poi un poco confusa). Conosci tu un certo Alberto conte di Wolfenbüttel?
LORENZO Certamente, è mio buon amico.
ELVIRA Fa la corte ad Anna.
LORENZO (giulivo). Sul serio?
ELVIRA Perché ti desta tanta sorpresa?
LORENZO Ma sarebbe un'immensa fortuna per Anna.
ELVIRA Basta che c'intendiamo. Io parlo del conte Alberto di Wolfenbüttel.
LORENZO Ho capito! Wolfenbüttel.
ELVIRA Alberto?
LORENZO Alberto, sÃ, sÃ. Non ce n'è che uno.
ELVIRA E dici che sarebbe una fortuna?
LORENZO Altro che fortuna. Ma non era promesso sposo alla contessina Armeni di Venezia?
ELVIRA Io non so! A me appare un matto od un traditore.
LORENZO Perché?
ELVIRA Figurati che appena partito tu, un mese fa, si fece presentare in casa da Emilio Chieti. Dopo, Chieti ci raccontò che anche a lui il conte era stato presentato un'ora prima e che lo aveva quasi costretto a condurlo qui da noi. Il giorno dopo venne alle quattro a trovarci; rimase un'ora e ritornò alle sette. Io lo trattai con freddezza ma Anna lo accolse benissimo. Il giorno susseguente venne anche due volte; la prima come se fosse naturale, la seconda scusandosi, figurati che fu per distrazione. Voleva andare dai Millini che abitano fuori di città . (Lorenzo ride.) Cosa si poteva fare? Io non lo conosceva e lo trattava freddamente. Pareva non se ne accorgesse. Da allora regolarmente venne due volte al giorno meno due giorni. Uno perché rimase una volta sola sei ore.
LORENZO Oh! diavolo!
ELVIRA Si fece invitare a pranzo, (rabbiosamente) si fece, capisci. L'altro, condussi per forza via Anna alle tre e mezza sapendo che lui doveva venire alle quattro.
LORENZO Per forza?
ELVIRA Io credo che in un solo mese con questo metodo è arrivato a sconvolgerle la testa. Era inutile che io le dicessi che non si illuda che costui era un birbante o un matto. Quando sapeva che lui aveva da venire la coglieva la febbre. Prese un'infreddatura a stare a guardarlo dalla finestra perché lui non contento di ciarlarle qui per ore ed ore le passeggia sotto le finestre. Ella non mi abbada quando le dico che si capisce che costui non ha intenzioni oneste per quanto assuma l'aspetto di uomo franco.
LORENZO Ed Alberto ti ha già chiesto la sua mano?
ELVIRA Non ha mai parlato su tale proposito.
LORENZO Scommetto che sa che io sono tutore di Anna ed attende per questo il mio ritorno.
ELVIRA E tu accoglierai le sue proposte?
LORENZO Non solamente le accoglierò ma lo inviterò a spiegarsi. Io sono da lunghi anni suo buon amico.
SCENA QUARTA
ANNA e DETTI
ANNA Hai inteso, Lorenzo?
LORENZO (ridendo). Le mie piú sincere congratulazioni!
ANNA È un po' troppo presto.
LORENZO Io conosco Alberto. C'è già da congratularsene. È proprio l'uomo che ci voleva. Senza pregiudizi di casta o altri. Ma tu lo conoscevi già prima?
ANNA (ridendo). Mai visto prima. Io era giunta il giorno innanzi dal collegio. (Guardando l'orologio.) Vuoi vedere come io lo evoco? Come basta che io lo desideri acciocché compaia?
ELVIRA Bella bravura, sai che viene.
ANNA Ma non rovinarmi lo scherzo! Sta a vedere Lorenzo. (Forza Lorenzo a sedersi con la schiena rivolta alla porta di entrata, dopo chiude gli occhi.) Adesso io con gli occhi dell'anima lo vedo frettoloso sortire dai Volti di Chiozza. Eccolo. Ha già passato la via Chiozza perché dopo data una occhiata all'oriuolo si mette a correre. Distratto come è si è messo a camminare a destra dell'Acquedotto mentre la nostra casa è a sinistra. Fa correndo la traversata. Alza un momento il naso per vedere se c'è qualcuno alla finestra, poi entra in portone. (Fa una piccola pausa.) Eccolo! Uno! Due! Tre! (Lorenzo e Elvira si voltano e scoppiano a ridere non vedendo nessuno; Anna va a vedere fuori della porta.) Non c'è nessuno! Eppure sono già le quattro passate!
LORENZO Ma come sai che viene cosà esattamente?
ANNA È perché è occupato fino alle quattro e che quando non è occupato viene qui.
LORENZO Non badarci se ritarda di qualche istante e raccontami di che cosa parlate quando siete insieme.
ELVIRA Scommetto che, saputo da lui il ritorno del tutore, non sentiremo piú parlare del signor conte.
ANNA Oh! cosa che dice! La senti? È sempre cosÃ!
LORENZO Non badarle!
ELVIRA Come non badarle?
LORENZO Non badarle e raccontami di che cosa parlate quando siete soli.
ANNA Soli non siamo mai; c'è sempre mamma.
LORENZO (facendo un complimento ad Elvira ed un poco sorpreso). I miei complimenti! Non c'è male!
ANNA Eppoi è difficile dire di ciò che parliamo. Ah! bravo! Mi parla anche di scienza.
LORENZO SÃ, ma piú d'altro probabilmente.
ANNA No, sul serio, piú di scienza, anche troppo. Qualche volta mi pare di avere dinanzi qualche professore del collegio travestito. Lui è professore.
SCENA QUINTA
ALBERTO e DETTI
ALBERTO Ma cattivo professore.
ANNA Tardivo!
ALBERTO Vale la pena esserlo per venirne rimproverato. Signora! Sapeva che eri giunto, Lorenzo! Come va? (Si stringono la mano.)
LORENZO Che avessi ritardato per questo?
ALBERTO Ero in gabinetto di chimica e dovetti attendere l'esito di una reazione. Tu sei di ritorno dalla Dalmazia?
LORENZO SÃ, vi ero per affari. Non fui poco gradevolmente sorpreso sentendo che eri tanto assiduo qui.
ALBERTO Non poco gradevolmente o non poco sorpreso? (Accentuando.) Io invece non sono sorpreso ma molto soddisfatto che tu sia di ritorno.
LORENZO Grazie! (Si stringono ridendo di cuore la mano.) E perché non venivi piú a trovarmi?
ALBERTO Sai che io volentieri non faccio visite!
ELVIRA Bravo!
ALBERTO Quando poi ho il piú lontano sospetto di disturbare non entrerei piú in una casa a nessun prezzo.
LORENZO Ma da me non disturbavi!
ALBERTO Vi era però sempre gente che parlava di affari, di cose in cui io non poteva entrare e quando io voleva incamminare un discorso a modo mio mi guardavano tutti con occhi che significavano: Seccatore.
LORENZO Qui invece parlano tutti di scienza!
ALBERTO Ah! la signorina Anna si occupa molto volentieri di cose scientifiche. Quando io gliene parlo mi sta ad ascoltare con attenzione; naturalmente scelgo le parti piú interessanti. (Lorenzo ride.)
ANNA (un poco imbarazzata). Davvero che mi diverto.
LORENZO Oh! te lo credo!
ALBERTO Le ho spiegato le osservazioni di Lubbock sulle formiche e tante altre belle cose; la polarizzazione dello zucchero. Abbiamo fatto anche degli esperimenti insieme. Abbiamo con delle pile disciolto almeno un bicchiere di acqua. Abbiamo esaminato un suo capello sotto il microscopio. Non era bello?
ANNA (a Lorenzo). Se sapessi quante cose che esistono e che solitamente non si vedono.
ALBERTO Senti! Non è un'osservazione profonda?
ELVIRA Ognuno sa che esistono delle cose che non si vedono. (Alzando le spalle.)
LORENZO E talvolta non basta nemmeno il microscopio a scoprirle.
ALBERTO (piano ad Anna). Sa perché sono tanto contento che sia ritornato il suo tutore?
ANNA Eh! per vederlo! So che erano sempre amici!
ALBERTO Anche! Anche! Non c'è dubbio, ma... (Le parla in orecchio.)
ELVIRA (a Lorenzo). Veda se non è una sfrontatezza.
ANNA (dà un grido di gioja). Ah!
ELVIRA Le ha pestato un piede?
ALBERTO No, ho raccontato alla signorina una novità che l'ha molto sorpresa.
ANNA No! sorpresa no!
LORENZO Hai intenzione di stabilirti per sempre qui? Una volta dicevi che non avresti mai piú potuto abbandonare la vita nomade!
ALBERTO E adesso dico forse il contrario? Vedremo! Io non sono veramente nomade per proposito. Quando una città non sa piú mostrarmi nulla di nuovo me ne vado semplicemente in un'altra. Lei signorina per esempio abbandonerebbe con molto dispiacere questa città ?
ANNA Non con troppo piacere. (Quasi correggendosi.) Ma però so che facilmente ci si abitua a qualunque luogo.
ALBERTO (parla sottovoce ad Anna).
ELVIRA (a Lorenzo). Vedi che qui vengo considerata quale l'ultima ruota del carro? Nemmeno si accorgono che sono qui! E cosà ogni giorno, sai!
LORENZO Questo è molto naturale!
ELVIRA Naturale a te sembra? Allora rimani tu a fare loro la guardia! Dopo mi racconterai se ti sei divertito. (Via.)
ANNA Perché se ne è andata mamma?
LORENZO È un poco offesa che quando è qui non le rivolgete affatto la parola a quanto essa dice.
ANNA Ma se parliamo continuamente con essa!
LORENZO Pare di no, o che altrimenti non si lagnerebbe! Del resto è il puntiglio del momento che passerà presto!
ANNA Ho da andare a prenderla? Con due buone parole la rappacifico. Si irrita facilmente ma altrettanto facilmente si quieta. Con permesso! (Via.)
SCENA SESTA
ALBERTO e LORENZO
ALBERTO Benedetta colei che in te s'incinse.
LORENZO Dunque?
ALBERTO Ah! Lorenzo! Lorenzo! Se avessi un microscopio onde riporla tutta sotto.
LORENZO Per che farne?
ALBERTO Onde centuplicarla!
LORENZO Non ti basta cosÃ?
ALBERTO Intanto voglio quanto c'è! Te la domando ufficialmente in sposa. Non ho alcun parente che potesse farlo per me. Qui nemmeno amici piú intimi. Scusami se non è fatto con tutte le formole dell'etichetta ma è fatto con tutto il cuore.
LORENZO Io non ci ho nulla in contrario. Ma però una domanda! Da quanto tempo conosci la mia pupilla?
ALBERTO Da un mese.
LORENZO E sei già tanto sicuro di lei, di te, da legarti per tutta la vita.
ALBERTO Sicurissimo! Sono stati trenta giorni bene impiegati. Non sono mica un ragazzo! Con tutto l'amore che ho qui (mostra il cuore) qui (tocca la fronte) è tutto freddo, tranquillo; io penso come pensai sempre dinanzi a tutte le manifestazioni della vita. Ho calcolato tutto con tanta freddezza come se il caso non fosse mio.
LORENZO Davvero che non parreb...
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