[Pagina precedente]...ami te ne prego. Egli è svenuto e vorrei parlare con te prima ch'egli rinvenga.
L'AMANTE (ridendo). Prendi la tua parte proprio sul serio! Anch'io, sai, non rido. Che tu sia o non sia Clelia... (L'attira affannosamente a sé. Poi, dolorosamente.) Aria... aria. Sola aria... vestita.
CLELIA (con tristezza). Si! Amavo tanto i vestiti ed ora non ho piú che quelli.
L'AMANTE (si riprende a stento. Rasserenato parla con maggiore freddezza). Povera Clelia! Sono però tanto lieto di rivederti. (Va per abbracciarla e si ricrede.) Chissà ? Forse il fatto di averti rivista cosà basterà a darmi la quiete.
CLELIA È perciò che sono venuta.
L'AMANTE Già ! Adesso appena so che quello che desideravo non esiste piú. Certo me ne deriverà la tranquillità . Eppoi... eppoi m'ha fatto piacere di rivederti. Perché fra noi due c'era anche l'amicizia. Una vera, grande amicizia. Mi fa piacere di ritrovarti in buona salute... se cosà si può dire. Se sapessi quale disastro è stata per me la tua morte! Addio casa, addio famiglia...
CLELIA Famiglia altrui!
L'AMANTE E corro le vie della città in cerca di un'idea, di un interesse...
CLELIA Di una donna.
L'AMANTE Non sei uno spettro tu? Non vedi nel mio cuore? E non sai perciò ch'io ancora oggi non penso che a te?
CLELIA Lo sento, lo sento... poverino!
L'AMANTE (resta imbarazzato a guardare Clelia come se studiasse quello che potrebbe farne. Poi, con un sospiro va al marito). Che sia morto anche lui?! Sarebbe un'adunanza allegra.
CLELIA No! No! È soltanto svenuto.
L'AMANTE (accanto al sofà ). Un po' d'acqua lo farebbe rinvenire. Non vuoi parlare con lui?
CLELIA Te ne prego, non litigare con mio manto ora che io non ci sono piú.
L'AMANTE (guardandola con curiosità ). È per questo che sei venuta?
CLELIA SÃ! È per questo!
L'AMANTE Non sono mica stato io ad iniziare il litigio. Lui che voleva farmi credere ch'io ti abbia ispirato schifo. È lui che devi tenere in riga.
CLELIA (con tristezza). Ambedue! Finché io ero viva la tua discrezione era tanto grande! Ricordi che ci fu un'epoca in cui io volevo dividermi da lui per restare sempre, sempre con te? Fosti tu che me ne dissuadesti.
L'AMANTE Egli non sa quanto mi deve. Faglielo intendere tu perché non sia tanto pretensioso.
CLELIA SÃ! Voi uomini avete sempre diritto alla riconoscenza di tutti. Figurati che appena arrivata all'altro mondo trovai Augusto...
L'AMANTE (amareggiato). Ah! Sei con lui?
CLELIA (seccata). Uff! (Poi.) Voleva farmi credere che quell'altro mondo l'avesse riparato tutto lui da capo a fondo e che prima non ci si poteva stare.
L'AMANTE E tu credesti a quel fatuo?
CLELIA Ma se siete fatti tutti cosà voialtri uomini. Il mio paradiso l'hai fatto tu, l'ha fatto lui. E lui non sa che il suo paradiso caldo, comodo, sarebbe stato sufficiente a farmi morire di noia se non ci fossi stato tu. E tu non ricordi ch'eri fatto in modo che mi ricevevi come una dea e mi congedavi come una ancella.
L'AMANTE SÃ! Perché dicevi sempre delle cose che ripugnavano all'uno o all'altro dei miei delicatissimi sensi.
CLELIA SÃ! I tuoi sensi! Proprio quelli! Ma quando me ne andavo da te trovavo pure un po' di conforto nell'affetto calmo, uguale, benché un po' brontolone di mio marito. Egli non vedeva in me né la dea né l'ancella. Qualche volta penso che avrei fatto meglio di restare onesta.
L'AMANTE (gridando). Saresti morta lo stesso. La tua morte è stata la grande, la sola disgrazia. Si andava tanto bene innanzi...
CLELIA Sarei morta, ma dopo morta sarei stata piú tranquilla. Ecco che se non accorro tu annebbi la mia dolce figura nell'animo di mio marito ed egli la guasta nel tuo. Ad una donna nelle mie condizioni non è dunque neppur permesso di morire?
L'AMANTE Magari non lo fosse! Ed io serbo rancore a costui anche perché ti lasciò morire. Poteva stare piú attento. Tutti dicono che la tua morte sia stata provocata da un'infreddatura che ti fece prendere per avarizia. Non volle prendere una vettura dopo un ballo...
CLELIA Non è vero! Lo giuro.
L'AMANTE E allora non posso averla che con te perché sei morta. Potevi badare un po' meglio alla tua salute. Che cosa non ho fatto io per dimenticarti! E finora la sofferenza è sempre la stessa. Ricordi che ti dicevo di aver cominciato un romanzo, il mio capolavoro! Non sarà finito mai... se tu non ritorni tutta, intera.
CLELIA Eppure il Petrarca divenne poeta piú alto ancora dopo la morte di Laura.
L'AMANTE Io da buon letterato italiano non lessi mai il Petrarca, ma conoscevo il fatto. Sembra che per lui Laura fosse tutt'altra cosa. Di me so che sto per giornate intere dinanzi alle mie cartelle e fumo, fumo, fumo. Eppoi ho da sopportare quel tuo marito che crede d'essere stato il solo a perdere per la tua morte...
CLELIA E che fa a te? Lasciagli quest'illusione.
L'AMANTE Non posso! Non posso! È piú forte di me. Questa gelosia è ormai stupida. Ti mantiene ora lui, forse? Io lo evito! Perché mi ricerca? E finirò con lo scoppiare (Abbassa la voce perché gli pare che il marito si mova) e col raccontargli tutto. Ne avrò un grande alleggerimento, un'illusione che mi farà rivivere! Mi sembrerà d'essere stato scoperto in flagrante.
CLELIA Non farlo! Te ne prego!
L'AMANTE T'importa tanto? E allora dammi tu un'illusione maggiore. Come sei ritornata cosà in apparenza, (Supplice) ritorna intera. Dammi la vita e la quiete e la possibilità del lavoro. Scommetto che lo puoi... Fallo! Fallo!
CLELIA Sei pazzo!
L'AMANTE Non vuoi? E allora qui, in tua presenza, come rinviene, gli schiaffo tutta la verità in faccia.
CLELIA Se si potesse, tu, volentieri, mi faresti uccidere.
L'AMANTE Adesso ho due ragioni di rancore con te. La prima è che sei morta e la seconda che vieni a stuzzicarmi in tale stato.
CLELIA (accorata). Cosà non mi ti dimostrasti mai.
L'AMANTE (furente). Né tu a me.
CLELIA (dopo un istante di esitazione). Vorrei parlare con mio marito.
IL MARITO (rinvenendo). Dove sono?
CLELIA Fra persone che ti amano.
L'AMANTE (ridendo rabbiosamente). SÃ! Fra persone - se persone possono dirsi - che ti amano. Io vi lascio soli! Fra moglie e marito... (S'avvia.)
IL MARITO (rinvenendo del tutto). Te ne prego, amico mio, non lasciarmi solo. Me l'hai promesso!
L'AMANTE Ma di che hai paura? Essa piuttosto passò un brutto quarto d'ora. Se morivi dallo spavento ritornavi sul serio con lei. Vuoi vedere come io tratti con questo spettro? (S'avvicina a Clelia, la prende per una mano e le dice a bassa voce.) Senti! Se vuoi rimettere la pace fra di noi, ritorna intera... col tuo cadavere. (Via.)
SCENA TERZA
IL MARITO e CLELIA
IL MARITO (tuttavia molto timido). Se sapessi quanto piacere m'ha fatto di rivederti dopo tanto tempo. Hai visto! È dal piacere che sono svenuto.
CLELIA SÃ! Poverino! Mi dispiace di averti fatto paura. Come sono fatte le cose umane. Chi t'avrebbe detto che avresti potuto aver paura di me?
IL MARITO (anche piú spaventato). Hai da lagnarti di me? Io t'ho trattata sempre col massimo riguardo. Ed ora non ho paura.
CLELIA Tu m'hai trattata sempre benissimo e non avresti alcuna ragione di aver paura. Mi pare però che tuttavia tremi. Vuoi che me ne vada? lo non sono mica venuta per farti soffrire.
IL MARITO Qui è molto oscuro. Ti darebbe fastidio se accendessi qualche altra fiamma?
CLELIA Accomodati.
IL MARITO (eseguisce). Cosà tu non sei come quegli altri spiriti che spariscono alla luce? Ciò mi piace. Noi di famiglia siamo stati sempre sinceri e amanti della luce. Mi pare di sentirmi meglio. (Sempre balbettando dalla paura.) Anelavamo tanto di rivederci e... finalmente... ci rivediamo.
CLELIA (impaziente). Il tempo corre! Presto devo andarmene.
IL MARITO Davvero sei finalmente occupata? (Clelia ride.) Ridi? Dunque non c'è da aver paura (Veramente rinfrancato.)
CLELIA (sorridendo). Mi ricorda il nostro primo incontro. Anche allora tremavi.
IL MARITO SÃ. Lo ricordo anch'io.
CLELIA Poi ti rinfrancasti. In ultimo divenisti un po' imperioso. Parlasti anche di menagère cosà che quando te ne andasti dovetti ricorrere al vocabolario.
IL MARITO Sai! Voialtre donne ci fate un po' di paura quando dobbiamo sposarvi. Con te non ci sarebbe stato bisogno di tante raccomandazioni, ma io allora non ti conoscevo.
CLELIA (guardandolo con curiosità ). Curioso che dovetti morire per essere giudicata cosà da te.
IL MARITO No! Io sempre pensai cosà di te. Se non te lo dissi è che speravo sempre di renderti migliore. Non si è mai contenti del bene e se tu non fossi morta tanto prematuramente chissà quanto buona saresti divenuta.
CLELIA Pare insomma che dopo la mia morte tu hai fatto delle tristi esperienze.
IL MARITO (esitante). Già ! (Lieve pausa.) Devo dirlo però. In complesso si spende meno. Molto, ma molto meno.
CLELIA Stimo io. C'è anche una persona di meno.
IL MARITO Magari si spendesse il doppio e tu fossi qui con me. Ma si spende tanto di meno come se dalla casa fossero sparite molte ma molte persone.
CLELIA Eh! Via!
IL MARITO Vuoi vedere i conti? Li ho chiusi iersera.
CLELIA No! No! Grazie! Ma spendendo di meno starai anche peggio.
IL MARITO Certo! Si mangia male! Si spende poco ed io tuttavia ho la convinzione di essere derubato. Non ci baderei se ti avessi accanto. CosÃ, invece, m'adiro.
CLELIA Vedi che non c'è modo di contentarti. Io sospetto che quella povera Giovanna che dirige la casa non sappia fare i conti e ti regali del suo. Quasi, quasi le apparirei per avvertirla.
IL MARITO (del tutto rinfrancato). Fammi il piacere di non ingerirti in cose che piú non ti riguardano.
CLELIA (offesa). Sto già ingerendomi di cose che piú non mi riguardano. (S'avvia.)
IL MARITO No! Te ne prego Clelia. Perdonami. Non volevo offenderti. Sai, sono tuttavia agitato all'idea di parlare con uno spettro e forse perciò non uso le parole adatte.
CLELIA M'indirizzasti una parola che mi ricordò molto il modo come venivo trattata quando ancora non ero uno spettro.
IL MARITO Se sempre ti adorai!
CLELIA (rabbonita). SÃ! sÃ! Le cose piccole sono dimenticate. In complesso quasi sempre ebbi tutto quello che volli.
IL MARITO E i miei rari rifiuti erano fatti a fine di bene.
CLELIA Non ne ebbi un grande vantaggio.
IL MARITO Già , come tutte le donne, tu giudichi dal risultato. Ma figurati che, come sarebbe stato giusto perché sono piú vecchio di te, fossi morto io pel primo e ti avessi lasciata vedova! Non ti sarebbero state bene le mie lezioni di economia?
CLELIA Erano alquanto rudi quelle lezioni.
IL MARITO (avvilito). Capisco che m'hai amato poco. Io, invece, vado ogni giorno al cimitero per ricordarti sempre, sempre.
CLELIA Lo so! Sei molto gentile! Ma io come potrei dimostrarti il mio affetto? Potrei augurarti la morte per essere subito riunita a te!
IL MARITO (come respingendo uno scongiuro). No! No!
CLELIA Vedi ch'è meglio io sia alquanto indifferente.
IL MARITO (ipocrita). Non è mica per me, sai! La vita di un uomo è molto piú importante che quella di una donna! Se io morissi ne risulterebbe la rovina di tutti coloro che vivono e lavorano intorno a me. Sarebbe un disastro, te l'assicuro. Un vero, un grande disastro che mi fa rabbrividire. Certo per me sarebbe un grande piacere di venire con te. Ma che ne direbbero gli altri? Tu non sai quale sviluppo abbiano preso i miei affari. Sono il maggiore importatore di caffè del Regno.
CLELIA Guadagni molto?
IL MARITO (con importanza). In questa città vi sono pochissime case che facciano dei bilanci come il mio. Naturalmente... acqua in bocca. L'agente delle imposte non ne sa nulla.
CLELIA Ed io ne so solo ora che sono morta. Quando morii la mia anima correva traverso lo spazio e m'imbattei nei pensieri che tu avesti nei pochi giorni in cui durò la mia malattia.
IL MARITO Come? I miei pensieri giacciono cosà aperti nello spazio? Quale indiscrezione!
CLELIA SÃ! Ma non temere! Nessuno li guarda e, inosservati, poi dileguano. Il dottore ti aveva detto: Pericolo non credo ci sia, ma ne avremo per alcuni mesi. Sarà un affare lunghissimo. Tu subito pensasti: La piccola bestiola... (Il marito protesta.) Proprio cosÃ: La piccola bestiola ammalata per tanto tempo! Vorrà avere ogni giorno un letto nuovo...
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