[Pagina precedente]...(Gridando ancor piú.) Che non ti veda piú! Capito?
EMILIA Oh, questa la vedremo! (Via.)
Carla cade singhiozzando sul divano nascondendosi gli occhi col fazzoletto.
ELENA Carla! Carla! Ma via, Carla, non ti riconosco piú! Per una disputa con la domestica agitarsi tanto!
CARLA (singhiozzando) Ah, tu non sai! Non sai!
ELENA Cosa non so?
CARLA (rimettendosi). È passata. Mettiti in libertà . (Reprimendo un singhiozzo.) Qual buon vento?
ELENA Niente di nuovo. Sono passata per di qua per andare a casa. Ero dalla mamma e dovrò andarmene subito, perché Emilio mi attende a cena. Dimmi veramente cosa ti faceva pianger cosÃ! Era proprio l'Emilia?
CARLA (singhiozza).
ELENA (ridendo schiettamente). Ha, ha! Davvero che mi fai ridere!
CARLA Non sai perché è tanto impertinente?
ELENA Perché?
CARLA Perché... lui...
ELENA Basta! Ho capito! (Dopo una pausa.) Questi mariti!
CARLA Due o tre volte l'ho veduto scherzare con lei. Io non ci davo molta importanza, ma otto giorni fa volevo licenziarla ed egli si è opposto.
ELENA Cosa ti ha detto?
CARLA Che sono una sciocca! Che a cambiare non si può che perdere... E tante altre cose di cui nessuna era la vera ragione per la quale egli voleva che rimanesse...
ELENA E come sai tu che ciò che diceva non era la vera ragione... ecc...
CARLA Lo so, benissimo. Di solito quando egli dice una cosa per me è vangelo e non ribatto. Lunedà non so perché ebbi con Emilia un'altra disputa e finii coi licenziarla. Martedà Carlo tanto fece finché dovetti io pregarla di rimanere. Capirai che gli uomini in queste cose non usano immischiarsi e se lo fanno, vuol dire che ne hanno il motivo.
ELENA Eh, capisco! Fai bene, benissimo a mandarla via, ma fai malissimo ad agitarti che proprio non ne vale la pena.
CARLA Non ne vale la pena! Per te che non ami tuo marito è tutt'altra cosa!
ELENA Tu fai bene ad amarlo, quantunque... Via, questo non c'entra! Dico soltanto che fai male ad adirarti, perché basta mandarla via e la faccenda è terminata.
CARLA (agitandosi daccapo). E sarà presto terminata! Te l'assicuro! Se si opponesse non so cosa farei! Fuori di casa lei o fuori io!
ELENA Vedrai che Carlo non si opporrà . Tuo marito non è ostinato. Può avere tutte le cattive qualità , ma ostinato non è. Il mio, vedi, se si mette qualche cosa in testa non si lascia piú convincere!
CARLA Non occorre che tu lo convinca. È sempre ragionevole, lui! Non vuole che il tuo bene, la pace in famiglia...
ELENA E non la voglio forse anch'io questa pace?
CARLA SÃ, ma diversa da quella ch'egli desidera. Egli ama la quiete. Fosse anche questo il desiderio di Carlo!
ELENA Non augurartelo che commetti un peccato! Sapessi quanto ho sofferto da che mi sono sposata! Quell'uomo là ha commesso un delitto sposandosi! Non ama che i suoi libri! Ed ha legato l'esistenza ad una giovinetta! Avrebbe dovuto sposare una vecchia che avesse i miei centomila franchi di dote e gli tenesse in ordine la casa!
CARLA Ma Elena!
ELENA Oh, lo so da molto tempo che non mi ha sposata che per la dote!
CARLA Conosco tanto bene Emilio da poterlo giudicare in modo molto diverso.
ELENA Ah, già tu lo conosci! Tutti lo conoscono! Uno scienziato che si degnò di sposare una ignorante... Scrive libroni grossi cosÃ... che nessuno legge, perché nessuno legge i suoi libri, o almeno chi li legge non li paga. Si lagna tante volte che dopo tanti studi non ha in premio che lodi. Tutti lodano e nessuno legge. Quando lo sposai, te lo confido, era in cattivissime condizioni finanziarie...
CARLA Ma perché lo sposasti? Non lo ami?
ELENA Era un bell'uomo quella volta. Aveva ancora tutti i suoi capelli, un occhio meno smorto e talvolta pareva spiritoso. Tutti intorno a me lo colmavano di elogi ed io perdetti la testa. Ma adesso sapessi! No. Prima promettimi che non ne farai parola ad alcuno!
CARLA Di che?
ELENA Ora non ero mica da mia madre. Ero da un avvocato!
CARLA Perché?
ELENA Io non vivo piú con quell'uomo! Assolutamente!
SCENA TERZA
EMILIA e DETTE, Poi MARCO
EMILIA C'è il signor Marco. (Marco entra subito. Ha una tromba all'orecchio e gli occhiali.)
MARCO Buona sera. Ignazio non è ancora venuto?
CARLA No, zio, non ancora.
ELENA (alzandosi). Con permesso.
MARCO Sono io che la faccio scappare?
ELENA Diceva appunto a Carla che debbo andarmene. Vede che non ho nemmeno tolto il cappello. Buona sera. (Gli dà la mano.) Addio, Carla! Vedrai che sarai contenta domani.
SCENA QUARTA
IGNAZIO e DETTI
IGNAZIO (s'imbatte in Elena, le stringe la mano e gliela tiene durante tutta la scena). Ah, la signora Elena! In partenza?
ELENA SÃ, e ne sono dispiacentissima.
IGNAZIO Non glielo credo, se non rimane ancora un poco a farci compagnia. Hi, hi, hi!
ELENA È troppo tardi. E se anche volessi...
IGNAZIO E se anche volessi vuol dire precisamente: non voglio. Hi, hi, hi! Sono appena le sette e mezzo. Rimanga a cena! Ci sarà poco, probabilmente, ma di buon cuore, gliel'assicuro. Non è vero, Carla?
CARLA (forzatamente). Oh, certamente. L'avrei invitata di già , se non mi avesse detto subito che deve andarsene assolutamente.
ELENA Ha inteso? Assolutamente debbo andarmene!
IGNAZIO In ogni caso non permetterò che lei vada sola per la strada a quest'ora. Mi permetterò di accompagnarla.
ELENA Ma non si disturbi! È tanto vicino!
IGNAZIO Mi offendo, se rifiuta. (Le offre il braccio.)
ELENA (prima di accettare). Carla, permetti?
CARLA Oh, fate pure!
IGNAZIO Ritorno immediatamente, zio!
ELENA Buona sera. (Via. Un momento di pausa. Carla e Marco riflettono, sorpresi.)
MARCO E mi manda a chiamare! Sai tu cosa voleva dirmi?
CARLA Io no.
MARCO Guarda! (Le mostra un biglietto.) «La prego, signor zio di favorirmi alle sette e mezzo in casa mia. Voglia essere esatto, perché ho da parlarle di cosa della massima importanza.» Che il diavolo se lo porti! Io sono puntuale, mentr'egli viene, mi vede e se ne va a fare il cascamorto a quella...
CARLA Crede sul serio che le faccia il cascamorto?
MARCO Io non so nulla, ma tanto peggio per lui, se non ha nemmeno quella scusa per lasciarmi qua in asso.
CARLA (va alla finestra). Eccoli! (In collera, tornando indietro.) Sono là , fermi sul portone di Elena.
MARCO (guardandola curiosamente). Sei gelosa, Carla?
CARLA Io gelosa? (Dopo una piccola pausa.) Sarebbe ridicolo da parte mia di essere gelosa della mia migliore amica! È dessa che ha fatto il mio matrimonio. Invitava lui e me in pari tempo in casa sua. E spesso usciva con qualche pretesto e ci lasciava soli. È stata proprio lei che l'ha voluto, dunque... (Ritorna alla finestra.)
MARCO Dunque vuol dire che adesso parleranno di te. Non c'è nulla di male!
CARLA Ah, la prego, se vuol scherzare, lo faccia almeno con un po' piú di decenza!
MARCO Ma dovendo andar via a me preme soltanto che ritorni Ignazio.
CARLA (sempre alla finestra). Adesso ritorna con passo frettoloso. (Dopo un po' si ritira dalla finestra.) Eccolo! (Lunga pausa.)
SCENA QUINTA
Entra IGNAZIO
CARLA (a bruciapelo, ma calma). Ignazio, sai, ho licenziato Emilia.
IGNAZIO (sorpreso il primo momento). Ebbene... che c'entro io?
CARLA Volevo avvisartene, ecco. Credevo...
IGNAZIO Che cosa?
CARLA Oh, nulla, nulla. CosÃ... la posso mandar via subito?
IGNAZIO (abbracciandola). Che tipo ah, zio, la mogliettina mia! Tu sei signora e regina qui.
CARLA (commossa). Allora, scusami Ignazio.
IGNAZIO (accarezzandola). Di che?
CARLA Non te lo dico per non farti entrare la malizia in corpo...
MARCO Guarda! Pare quasi non sia stato scritto da lui! O non rammenti di avermi mandato a chiamare per un affare importante?
IGNAZIO Ah, bravo! Sul serio che me n'era quasi dimenticato.
MARCO Ed io ad attenderti qui!
CARLA Volete che vi lasci soli?
IGNAZIO Ohibò! Sono, anzi, cose che interessano anche te.
MARCO E adesso spicciati chi io devo andarmene.
IGNAZIO È presto detto. Zio mio, è la prima volta che la disturbo. Ma a me occorrono assolutamente per domani diecimila franchi. (Marco si leva la tromba e Carla dà in un'esclamazione di sorpresa.) Perché non risponde? (Si accorge che Marco si è levata la tromba e dà in uno scoppio di risa.) Questa trovata è bellissima. Guarda, guarda, Carla. (Carla ride forzatamente.) Via, zio, l'aiuterò a rimettere a posto la tromba... (Lo forza gentilmente a mettersi a posto la tromba.) Come le dicevo a me occorrono diecimila franchi.
MARCO Spero che tu scherzi, eh?
IGNAZIO Purtroppo no! domani una mia accettazione viene protestata.
CARLA E se viene protestata cosa accade?
IGNAZIO Vengo dichiarato fallito.
CARLA Dio mio! Dio mio! Me lo immaginava che cosà non avremmo potuto andare avanti!
MARCO Come cosÃ? Cosa avete fatto?
IGNAZIO Cosa possiamo aver fatto? Sciocca, non sai quello che dici, tu!
MARCO Se non avete fatto niente voi, ancor meno io. Non so perché dovrei io venir multato. Non hai parenti piú stretti a cui rivolgerti?
IGNAZIO Dunque lei questi diecimila franchi non me li vuol dare?
MARCO Non voglio! Non voglio! Non posso. Dove avrei a pescare per domani diecimila franchi?
IGNAZIO Se sono sicuro di averli posso attendere fino a dopodomani.
MARCO Non attender, perché sarebbe inutile.
IGNAZIO Dunque allora dovrò fallire?
MARCO Se non trovi altro rimedio bisognerà fallire. Come sei capitato in questo imbroglio? Un mese fa ti vantavi che le tue condizioni non erano mai state tanto floride. Io l'ho sempre detto che era mal fatto consegnare a te l'eredità di tuo padre.
IGNAZIO Aveva torto, zio. Io promisi di averne cura.
MARCO Ora si vede quanta cura ne hai avuta!
IGNAZIO Oh, via! Sono stato sfortunato! Sono cose che possono capitare a chiunque. Anche a lei.
MARCO A me no, assolutamente. Se avessero lasciato i danari a me, io li avrei amministrati in modo che a quest'ora sarebbero ancora tuoi.
IGNAZIO E finora di che cosa avrei vissuto?
MARCO Del tuo lavoro.
IGNAZIO Manuale? non so cosa avrei potuto fare senza capitali...
MARCO Allora eri celibe. Io non ero d'accordo che ti sposassi. (A Carla.) Non dico mica per te. In massima egli non aveva carattere di prender moglie.
IGNAZIO Tutto questo non entra per nulla in quanto abbiamo a trattare. Zio, a me occorrono diecimila franchi. Me li può dare?
MARCO (fissandolo ironico). E quando me lo potrai restituire questo denaro?
IGNAZIO Le darò accettazioni ad un anno data.
MARCO E queste accettazioni quando le pagherai?
IGNAZIO Oh, bella! In scadenza, a meno che non sia giorno festivo.
MARCO Davvero? E con quali danari?
IGNAZIO Fino a quel tempo le mie condizioni saranno mutate. Ho degli affari per le mani e se mi fruttano...
MARCO (ironico). Hai tentato un terno al lotto?
IGNAZIO Ma zio!
MARCO Zio finché vuoi, ma bisognerà che cerchi questi danari altrove, perché non te li do.
IGNAZIO A meno che non volesse regalarmeli non posso darle torto.
MARCO Oh, bravo!
IGNAZIO E non me li regala?
MARCO Ah!
IGNAZIO Ma non sarò io il suo erede universale?
MARCO Chissà !
IGNAZIO (ridendo a Carla). Pare che invece dei diecimila franchi voglia regalarmi un cugino.
MARCO Dunque hai deciso di fallire?
IGNAZIO Farò di necessità virtú! Hi, hi!
CARLA Oh, come puoi ridere, come puoi ridere parlando di fallire?
IGNAZIO Penso al muso che farà quell'usuraio di Nerini quando gli dirò che legalmente non pagherò né capitale né interessi.
CARLA Dio! Dio mio che vergogna!
MARCO E hai fatto le cose in ordine?
IGNAZIO Non troppo. Avrei potuto portare anche la bottega a nome di Carla.
MARCO Vi è molto valore?
IGNAZIO Cinquemila franchi, circa; metà in oggetti di valore, metà in biglietti del monte di pietà .
MARCO Era un bel tradimento il tuo! Chiedermi diecimila franchi! Sarebbe stato come gettare una goccia ove occorreva un mare.
CARLA Ma non mettono in prigione per fallimento?
IGNAZIO Ah, che!... Zio, vuol rimanere a cena con noi?
MARCO No, grazie. C'è Lena che mi aspetta. Addio. (Gli stringe la mano.)
IGNAZIO Emilia! Un lume! Gli faccia chiaro! Buona notte!... Zio, ancora una parola! Dopo il fallimento... mi raccomando!
MARCO Cercherò di procurarti un impiego.
IGNAZIO Non è per me che parlo. Per Carla.
CARLA A me non occorre nulla.
MARCO La senti? Buona notte! (Poi ritorna. Emilia rimane fuori della porta.) E non ci sar...
[Pagina successiva]