[Pagina precedente]...mi fanno essere cosÃ. Ho faticato molto. (Stirandosi.)
GIULIA C'è fuori un signore che domanda di te. Amelia, chiama il signor Giorgio.
ALBERTO (ancora assonnato). Chi domanda di me?
GIULIA Non lo so; Giorgio ce lo dirà . (Siede accanto a lui e attira a sé Piero.) Piero chiedeva se gli hai portato qualche dono.
ALBERTO (dapprima sorpreso). Un dono? Ah, sÃ... Me ne sono dimenticato.
GIULIA (sorpresa ed offesa). Davvero?
ALBERTO Ho pensato di fare tale acquisto qui, ove tutto è piú a buon mercato.
PIERO Allora potrò scegliere io? (Alberto lo bacia ridendo.)
GIULIA Avrei preferito che tu avessi fatto tale acquisto fuori. Sarebbe stata una prova che anche lontano da noi, ci pensi egualmente.
ALBERTO (scherzosamente). Io non ci ho mica pensato che il dono a Piero poteva valere per te quale una prova del mio affetto. Altrimenti gli avrei portato non uno, ma dieci doni.
PIERO Dieci doni! Peccato che tu non ci abbia pensato!
ALBERTO Bravo Piero! Tu trovi sempre la parola giusta.
SCENA TERZA
CUPPI, GIORGIO e DETTI
GIORGIO Si accomodi. (Presenta.) Il signor Cuppi, mia sorella, mio cognato Alberto Galli...
CUPPI (esageratamente cortese). Ho tanto, tanto piacere. (Stringe la mano a Giulia, poi ad Alberto.) Li conosco di vista da parecchio tempo, e sempre mi auguravo di fare una conoscenza piú intima... (correggendosi)... sÃ... piú vicina, piú vicina, sÃ. Ora l'occasione si è presentata, perché io attendo i signori Tarelli.
ALBERTO Ah, cos� Sono raccomandati a Lei? Non avranno piú bisogno di noi?
CUPPI No, no. Non sono raccomandati a me. Ma come? Loro non mi conoscono affatto? Bisognerà che mi presenti da me? Non sanno ch'io sono l'amico degli artisti? Se non faccio altro io a questo mondo! Come si fa ad abitare questa città e non conoscermi! Oso asserire, sÃ, oso, che in questa città di provincia io sono la cosa... la persona piú preziosa per gli artisti. Sono loro servo devoto e li aiuto in tutto quello di cui possono abbisognare. È una occupazione che rende poco, ma che fa passare magnificamente, sÃ, gradevolmente la vita. La Ristori diceva di questa città : Di bello non c'è che la statua a Dante e Cuppi; paragone che non calza perfettamente, perché io servo a qualche cosa... a molto, anzi. Peccato che i signori Tarelli trovino qui l'alloggio pronto; ne avevo uno bellissimo da porre a loro disposizione, una vera occasione.
ALBERTO Se preferiscono quello che si servano.
GIULIA Ma Alberto! (Poi a Cuppi.) Ho promesso a Maria di tenerla con me. Viene qui piú allo scopo di vedermi che di dare quei due concerti.
CUPPI (ammirandola). Era proprio amica Sua intrinseca?
GIULIA Ma sÃ. Amica di collegio.
CUPPI Tanto giovane e in poche settimane è divenuta famosa. Tutti i giornali parlano di lei.
SCENA QUARTA
AMELIA e DETTI. Poi MAINERI, TARELLI e MARIA
AMELIA Sono qui, ma in tre.
ALBERTO In tre? Vanno aumentando continuamente.
AMELIA Una signora e due signori. Sono giú dinanzi alla porta di casa.
CUPPI Vuole che li vada a chiamare io?
MARIA (entra seguita da Maineri e Tarelli). Ne parleremo piú tardi... E Giulia? Come stai? (La bacia affettuosamente.) Uh, che pezzo di donna! Hai il volume che in passato avevamo in due. Sei cambiata, molto cambiata. Sempre una bella persona, ma non sei piú quella. Che peccato! Io che sperava di ritrovare in te quella mia antica dolce amica cui mi piaceva tanto di fare del male per vedere fin dove arrivasse la sua indulgenza. Certo hai perduto quell'indulgenza. Chissà quanto cattiva sarai divenuta invecchiando!
GIULIA Tu sei sempre la stessa coi tuoi occhi seri e dolci. (Presentando.) Mio marito...
ALBERTO (con lieve sorpresa). Signorina!...
MARIA (ridendo dopo un istante di sorpresa). Ooh... Una vecchia conoscenza!
ALBERTO Infatti abbiamo fatto una parte di viaggio insieme. Da Bologna a Firenze.
MARIA Ancona, cioè...
ALBERTO In Ancona non sono stato questa volta. (Un po' confuso.)
MARIA (sorpresa). Ah, cosÃ?
ALBERTO (a Giulia). L'altr'ieri siamo stati insieme... Da Bologna a Firenze.
MARIA (molto sorpresa). L'altr'ieri?
GIULIA E non vi siete conosciuti?
MARIA Non ve n'è stata l'occasione.
ALBERTO (cortesemente a Maria). Ha fatto buon viaggio?
MARIA (freddamente). SÃ, grazie.
GIORGIO (a mezza voce, fra sé). Strano! Ella è stata con lui in Ancona; egli, invece, non si rammenta che di essere stato a Firenze.
GIULIA (presentando). Mio fratello Giorgio, professore di Liceo...
GIORGIO Ho tanto piacere di fare la sua conoscenza! Ne chieda a mia sorella. Contavo i giorni che mancavano al suo arrivo qui, perché per me è una vera fortuna che la casa di mia sorella divenga un po' artistica.
MARIA Grazie del complimento, ma non posso accettarlo. Non rendo mica artistici i luoghi che tocco!
GIULIA (a Maria). Bisogna sapere che mio fratello, oltre che professore, è artista e dotto. Si occupa di storia patria.
MARIA Anche questo paese ha una storia?
TARELLI (intervenendo). Ma che dici, Maria? Offendi i signori, e poi ti sbagli. Questo paese? Non è per di qua che sono passati i Romani?
GIORGIO Questa è una colonia romana.
TARELLI Naturalmente, Maria, ti sei dimenticata di presentarmi
MARIA Mi pareva non occorresse. Mio zio, Giulio Tarelli.
TARELLI (stringendo la mano a Giulia)... il quale accetta con gratitudine l'ospitalità che gli è stata tanto gentilmente offerta. (Poi ridendo ad Alberto). Veramente, peccato che a Bologna nessuno ci abbia presentati. Avremmo fatto molto piú gradevolmente il tratto fra Bologna e Firenze, poiché quello è il tratto che abbiamo percorso insieme.
MAINERI Signorina, io debbo andarmene. Io sono legato alle mie lezioni...
MARIA Incatenato, mi pare, addirittura. Rimanga soltanto un istante ancora che la presenti ai padroni di casa, poiché lei dovrà venire qui spesso per causa mia. Il professor Maineri che gentilmente si è offerto di accompagnarmi al piano nei due concerti che ho da dare qui.... Ha avuto la gentilezza di venirmi a ricevere alla stazione.
GIULIA Ci sarei venuta anch'io, se mio marito non fosse stato ancora molto stanco del viaggio.
MARIA (abbracciandola). Oh, non avevo mica l'intenzione di farti un rimprovero! Perché ridi?
GIULIA Perché hai conservato quel tuo ooh maschile che in collegio ci piaceva tanto.
MARIA Delle cattive qualità non ne ho perduta nessuna.
MAINERI Col suo permesso io ritornerò qui domattina.
MARIA E la ringrazio. Mi piace tanto di trovare al mio arrivo in una città , alla stazione, dei volti amici.
MAINERI Non ha di che ringraziare. Due mesi fa ho assistito ad un suo concerto a Milano, e mi è nato in cuore il desiderio di sedere io una volta al pianoforte e accompagnare quel suo violino che da sé solo è una vera orchestra. Quasi quasi compio un voto. A domattina!
TARELLI Scusi, signor professore Giorgio, (subito amichevolmente) Ella, quale professore di belle lettere, se bene ho udito, dovrebbe pur conoscere qualche critico musicale in questa città .
GIORGIO No, affatto. Vivo a scuola e in casa, e con giornalisti non ebbi finora nulla da fare. È gente che a me non piace.
TARELLI Peccato! Di solito sono i critici che vengono a cercare di noi, ma capisco che qui toccherà a noi di cercare loro. Le faccio del resto i miei complimenti se non conosce dei giornalisti. Anch'io, se potessi, farei a meno di loro. Canaglie! Però dico "peccato" per il caso nostro. Non conosce neppure nessuno che pratichi dei giornalisti? Eh! Già . Capisco. Non volendo aver che fare con giornalisti è bene tenersi lontano da chi li pratica.
CUPPI Son qua io! È proprio il momento di presentarmi. Critici musicali? Ma io li conosco tutti. Uno cioè, che però è l'unico. Valzini. Vado a chiamarlo.
ALBERTO (ridendo). Ce n'eravamo dimenticati. Il signor Cuppi, amico degli artisti...
CUPPI La presentazione è completa. Non c'è piú nulla da dire sul mio conto. Amico degli artisti! Dalla Ristori alla grande riformatrice del teatro moderno, la Mara, di tutti... di tutte sono stato o sono amico.
TARELLI Ha nominato solo gli artisti drammatici. Si dedicherà poi col medesimo zelo ai musicisti?
CUPPI Solo ai violinisti. Ho una passione speciale io pel violino, per il re degli istrumenti! Non amo i sonatori di piano e neppure il nostro pubblico li ama, a quanto ho potuto osservare. Ho già conquistato dei titoli di benemerenza per i violinisti. Il celebre Janson ch'è stato qui due mesi fa, mangiò, alloggiò e quasi quasi anche suonò col mio aiuto.
TARELLI Janson è stato qui?
CUPPI Ma sÃ, non lo sapeva?
TARELLI E quale successo si ebbe? (Piccola pausa.)
CUPPI Perché celarlo? Enorme. Molto grande. Per otto giorni la città non si occupò che di lui; il teatro era pieno zeppo e vi erano rappresentate tutte le classi sociali... o quasi. Janson era un ospite ricercato da tutte le famiglie della città . I poeti gl'indirizzavano versi, i giornalisti articoli di fondo. Partendo mi disse che avrebbe voluto essere nostro concittadino, naturalmente... se non fosse stato svedese.
TARELLI Allora, poveri noi, nevvero?
CUPPI Oh, no. Al contrario, onorando Janson la città dimostrò quanto apprezzava il vero merito e saprà dimostrarlo anche per la signorina.
TARELLI Valzini è molto reputato in città ?
CUPPI Moltissimo. Si racconta che autori principali, come Verdi e Wagner, (pronunzia Wagner all'italiana) quel tedesco, leggano sempre le sue critiche...
TARELLI (a mezza voce, con gesto espressivo). Scusi, in confidenza,... bisogna ungere?...
CUPPI Ah, no. Da noi non ne troverà di questo stampo. Valzini è ricco, ossia ha tutto il denaro di cui abbisogna. È gentile però ed una parola mia servirà a sufficienza. Ma denaro... denaro... ohibò!
TARELLI Ho chiesto per la buona regola. Naturalmente che s'è ricco e stimato da Wagner (imita Cuppi) non si lascerà pagare.
CUPPI A rivederci. In mezz'ora o poco piú ritorno con Valzini.
GIORGIO (congedandosi). Signorina, interverrò anch'io, se permette, alle prove di domani, quantunque io non sia molto musicale. Anzi, io, e con me parecchi scrittori moderni, siamo contrari alla musica. Tuttavia me ne interesso.
MARIA Con tali premesse, certo, io non ci tengo molto ad essere onorata della sua presenza. Ad ogni modo, se verrà , suonerò lo stesso. (Giorgio via.)
GIULIA Perché lo tratti cos� Egli ti tratta con una deferenza che non puoi apprezzare, perché non sai com'egli tratti gli altri.
MARIA (abbracciandola con effusione). Oh, se sapessi, quanto felice mi renda il sapermi trattata bene da te! Se lo vuoi, farò dei complimenti anche a tuo fratello, quantunque le persone antimusicali non mi piacciano.
GIULIA Sai pure che non bisogna tener conto di tutto ciò che dicono i dotti.
TARELLI Lasciamo qui queste valigie?
GIULIA No. Le farò trasportare nella stanza a Lei destinata. Amelia!
TARELLI Non si scomodi! Le posso portare io stesso. Dov'è la stanza?
GIULIA Di qua. In fondo a questo corridoio. (Via.)
TARELLI Mi dispiace incomodarla (La segue.)
SCENA QUINTA
ALBERTO e MARIA
Maria vuol seguire Tarelli
ALBERTO Scusi, signorina Maria, una sola parola! Non è Maria ch'ella si chiama? Dolce nome! L'avessi conosciuta ieri!
MARIA (ridendo). L'altr'ieri, cioè...
ALBERTO L'altr'ieri o ieri fa lo stesso. Non è una bugia, è una distrazione. Avevo raccontato a mia moglie di aver lasciata Firenze l'altr'ieri. Mi dispiace di lasciarmi smentire.
MARIA Rammento che mi aveva detto ch'era stata sua intenzione di lasciare Firenze l'altr'ieri. A sua moglie raccontò quindi la intenzione.
ALBERTO SÃ. La prima intenzione, perché la seconda, debbo confessarlo, era di rimanere a Firenze finché c'era lei, e poi di seguirla per otto o dieci giorni o magari per un mese.
MARIA E Giulia?
ALBERTO A mia moglie avrei scritto che gli affari mi trattenevano.
MARIA Piuttosto che ritrovarla cosÃ, volentieri avrei rinunziato a vederla.
ALBERTO Perché? Chi le dice ch'io sia un cattivo marito? Ne chieda a Giulia e le dirà che migliore non potrei essere. Il modello dei mariti.
MARIA Dunque tanto peggio. Tradita ed ingannata.
ALBERTO No. Né tradita né ingannata. Adesso io la conosco; so chi è: una grande artista e al tempo stesso una fanciulla onorata. Ma prima...
MARIA (seria). Prima aveva po...
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