[Pagina precedente]...erena gli sembrava un'offesa.
BICE Cosà che tu condanni Federico per aver ucciso la donna che lo tradÃ!
REALI Io non condanno, io anzi capisco. Ma lo biasimai vivamente quando trovai che dopo tanti anni egli non sapeva fare di meglio a questo mondo che di continuare ad ammazzare sua moglie ogni giorno una volta. Una dualità bizzarra lottava in lui. Uno dei due esseri che lo componevano ingannava l'altro e cercava d'ingannare anche te che gli parlavi. Io conosco esattamente la storia del suo delitto. Dopo anni d'amore egli scopre il tradimento di Clara che glielo confessa subito. Egli la uccide. Quando lo arrestano lo trovano inebetito dalla passione e dall'orrore. Fin qui egli è un innocente colpito dal destino. Il delitto comincia quando, dinanzi ai giurati, egli si difende col dichiarare il suo diritto d'ammazzare la donna che lo tradÃ. E da allora lui, l'uomo veramente moderno che fino ad allora aveva ammesso e sentito il diritto di tutti e persino i delitti di tutti, diventa un teorista medievalmente spietato.
BICE Come sei fatto tu! Tanto differente da tutti gli altri.
REALI Chi mi consigliava molto era l'antico Federico Arcetri. Di questi giorni avevano cercato di tirarlo dentro in un bruttissimo affare. La difesa di un uxoricida. Per trattenerlo dall'accettare un simile incarico cercai e trovai un opuscolo pubblicato da lui poco dopo finiti gli studii. È magnifico di entusiasmo; contiene vera scienza enunciata da un poeta. La Morale Scientifica. La citazione sotto il titolo è la sincera sintesi del lavoro: Molto sarà perdonato a chi molto ha amato, ma molto sarà perdonato anche a chi non ha amato affatto.
BICE Strano ch'io non abbia mai visto quest'opuscolo.
REALI Lo cela accuratamente. Ora appena è giunto il momento di farglielo vedere. Egli può perdonare a se stesso tanto piú che appartiene alla schiera di coloro che molto amarono.
BICE Lasciamelo! (Sta per guardare il libro; un rumore alla porta attrae la sua attenzione.) È lui! (Va alla porta; sconfortata.) No! Non ancora.
REALI Vedi! tu lo ami anche cosÃ! Perché volevi farmi credere quando mi obbligasti di dare il mio consenso al vostro matrimonio che lo amavi di piú perché aveva ucciso una donna? Che perciò egli ti appariva quale un eroe?
BICE Oh! non fu mai tanto eroe come ora nel suo grande dolore.
REALI (sorridendo). Si capisce che per te egli potrebbe subire ogni giorno una metamorfosi e restare ogni giorno un eroe.
BICE (alla finestra). Quanta gente! Una barella! Oh! lui di certo!
SCENA SECONDA
FEDERICO e DETTI
FEDERICO Bice! (Vede Reali ed ha un lieve moto di sorpresa non gradita.) Reali! Tu qui!
REALI Sono rimasto ad attenderti. Mi sono immaginato - forse a torto - che un mio segno d'affetto in tale istante potesse giungerti gradito.
FEDERICO (gli stringe esitante la mano e guarda Bice con aria di rimprovero). Tu gli hai raccontato la strana scena che t'ho fatta? Già tu Reali avrai capito che stavo poco bene. Tutto mi agita, ma in che modo! Figuratevi che poco fa ho quasi picchiato Augusto! Povero uomo! Dovrò domandargli scusa. (Reali e Bice lo guardano stupiti; egli cerca di rompere tale silenzio che lo turba.) Tu hai ragione, Reali...
REALI (rasserenato e con qualche impeto). Ah! io ho ragione? (La sorpresa di Federico lo arresta.)
FEDERICO (rude). Ma di che cosa credevi ch'io parlassi? Volevo dire che tu hai ragione quando dici ch'io lavoro troppo. Non altro! Indovino quello che tu pensavi al sentirti dare ragione. Tu mi vedevi abbattuto dai rimorsi e disposto di rifiutare quella tal difesa.
REALI SÃ! SÃ!, Questo pensavo.
FEDERICO E tutto ciò in seguito a quanto ti raccontò Bice? Oh! Bice! E tu mi hai creduto? Ma se fosse vero tutto ciò che ti dissi, a noi non resterebbe di far altro che di dividerci! Ti dissi che non ti amavo perché non ti potevo amare e mille altre sciocchezze. Devo essere malato! Adesso, dopo poche ore, vedo dinanzi a me quel breve intervallo di tempo passato con te (ne rabbrividisce) riempito da un dolore irragionevole e piú da una follia completa. Io non ti domando perdono, Bice, perché anche tu hai fallato. Io l'ho già dimenticato! Hai raccontato tutto a Reali?
BICE SÃ.
REALI Io so tutto ossia credevo di saper tutto.
FEDERICO Naturalmente tutto non puoi sapere. Non puoi sapere come io ora sia grato a mia moglie d'avermi risparmiato tanto dolore e tanto delitto. Vedi dove sta la verità , Reali. Io ora amo mia moglie; l'amo piú che non il primo giorno. (Attira a sé Bice, la quale dubbiosa e sconvolta si lascia fare.) E sono felice, felicissimo.
REALI (freddo ma non ironico). Non ne ho mai dubitato io.
FEDERICO (guarda fisso Reali cercando d'indovinarne il pensiero, poi vi rinunzia, freddo). È vero! Ti dico delle cose che a te non importano.
REALI Non importano? Importano moltissimo. Sai però come io son fatto. Preferisco gli uomini sereni ai felici.
FEDERICO (stizzito). Ma io sono anche sereno.
REALI Insomma... (Con lieve impazienza) mi fa piacere.
FEDERICO E puoi dire a chi incaricò d'invitarmi a non assumere la difesa di... di...
REALI Di Cerigni!
FEDERICO SÃ! Cerigni! Che io assumerò tale difesa con gioia ed orgoglio. Diglielo, diglielo subito.
REALI (alzandosi, stanco). Io preferisco lasciarti il tempo di pensarci su.
FEDERICO Non abbisogno di ciò, io.
REALI Farai come vorrai. Vado a fare in fretta alcune ultime visite. Spero di poter essere qui per l'ora di cena, ma non aspettatemi. Addio, Federico.
FEDERICO (seduto sul sofà gli porge la mano in ritardo come se avesse voluto dirgli ancora qualche cosa).
REALI (s'accosta a Bice, a bassa voce). Io spero che la commedia esisterà per me soltanto e ch'egli non desideri altro che di restar solo con te. (Via.)
SCENA TERZA
FEDERICO e BICE
BICE (s'avvicina a Federico, dolcemente). Ebbene, Federico.
FEDERICO (sempre seduto). Ebbene?
BICE (dolcemente). Non hai nulla a dirmi?
FEDERICO (sorridendo con sforzo). Nulla! Solo che le agitazioni di questa giornata mi lasciarono una stanchezza come se avessi percorse cento miglia. Cento miglia! E per di piú carico come un somaro o, meglio, come un cammello. (Si sdraia sul sofà e chiude gli occhi.) Dovresti lasciarmi dormire un pochino prima di cena.
BICE (dopo un istante d'esitazione). Tu sei stato dalla signora Arianna?
FEDERICO (vivamente). Te ne prego, non parliamone. Anche essa appartiene alle agitazioni di questa giornata. Non parliamone piú. Dimentichiamo tutto quanto è successo fra di noi oggi. Da parte mia, facendo ciò, io metto abbastanza generosità ; esigo che da parte tua tu sii generosa altrettanto e si ritorni insieme alla calma di prima.
BICE Alla calma? A quella calma? Mai! Se tu volessi impormi una cosa simile io me ne andrei con mio fratello. Io non voglio tutta questa simulazione; non so sopportarla. Potevo sopportare, sÃ, che tu con una sincerità tale che m'appariva quale una manifestazione d'affetto, mi dichiarassi di non amarmi, di non poter amarmi. Non so sopportare che tu abbia da continuare con me la commedia cominciata dinanzi ad Alfredo. Mi respingi, mi respingi sempre piú lontano da te.
FEDERICO (rizzandosi vivamente a sedere). E allora voglio dirtelo. Non hai visto quale aspetto avessi quando sono entrato e t'ho chiamata prima di veder Reali? Venivo confidente a raccontarti tutto quanto io avevo pensato dacché t'avevo lasciata. La vista di Reali m'agghiacciò e piú ancora quando appresi che tu gli avevi raccontate tutte le mie debolezze, tutti i miei dubbi.
BICE Ma Alfredo è mio fratello ed anche tuo.
FEDERICO Ma la coscienza non ammette fratelli. Io voglio stare solo, solo con la mia. Se ho da discuterla con altri allora non capirò mai niente. Io ammetterei di confidarmi a qualcuno. Forse nella viva parola troverei maggior chiarezza ma questo qualcuno dovrebbe essere una parte di me stesso.
BICE E non lo sono io?
FEDERICO SÃ! tu potresti esserlo!
BICE Io lo sono! (Con forza.)
FEDERICO (sorridendo). Basta il desiderio per divenirlo. Povera Bice! (Subito commosso.) Ti adatti a tutto. Chissà quando mi sarà dato di compensarti?
BICE (sorridendo esitante e timida.) Basterebbe il desiderio!
FEDERICO Non basta! Stammi a sentire! Poi capirai tutto. Io sono stato da Arianna e te ne parlerò poi. Importante è soltanto quello ch'io pensai ritornando a te solitario per le vie dopo di quella visita. Per spiegarmi io debbo raccontarti un'avventura della mia vita. Ero ancora adolescente e malcontento di me e di tutti come tanti altri adolescenti. Studiavo, sognavo ma non mi bastava. Mi pareva ora di valer meno di quanto dovessi, ora di esser considerato da meno di quanto valevo. Non bisogna sorridere di quell'infelicità di certi adolescenti; è addirittura un'infelicità fisica. Somiglia quella ch'io provai fino a poco fa. Allora mi fu dato di liberarmi da ogni oppressione e oggi ne ricordai il modo. Con la piú semplice delle azioni mi liberai dalla tristezza come altri si leva di dosso un peso incomodo. Mi fu dato di salvare un povero vecchio levandolo di sotto alle zampe di un cavallo dal quale era stato travolto. Ne ebbi una ferita all'avambraccio e vi restò una cicatrice che per fortuna talvolta mi duole. Oh! se sapessi quale gioia provai di aver salvato un uomo! Il povero vecchio stupito dal grave pericolo corso, poi dall'impensata salvezza fu infine anche piú attonito dai doni di cui lo colmai. Ma io gli dovevo tanto! Mi parve che da quel giorno fosse cominciata la mia virilità ! Fu un'azione quella che persino m'accompagnò e mi diresse nei miei studii.
BICE (commossa). So che tu sei buono!
FEDERICO Lo sai perché te l'hanno detto, ma quando mi conoscesti buono? Ho tentato io in alcun modo di cancellare il ricordo dell'azione sanguinaria cui fui costretto altrimenti che attendendo quietamente, da buon borghese, ai miei affari? Come se a me, omicida, potesse essere concessa una vita normale! Perciò, perciò provo qualche cosa che tu senz'esitazione chiameresti rimorso. Le furie moderne! È l'aspetto e lo spavento della mia crudeltà che mi sconvolgono. Quando sogno quando medito vedo correr sangue per opera mia. (Con virile risoluzione.) È ora di cancellare quell'azione. Non esiste piú.
BICE (con ammirazione). Mi pare di udire Reali.
FEDERICO (vivamente). No! No! (Poi.) Dimmi: Credi ch'io non pecchi di soverchia vanità ritenendo ch'io, Federico Arcetri, sia uomo tale da poter trascinare col mio esempio i miei simili almeno nella piccola, ristretta cerchia della mia città natale?
BICE Oh! lo credo!
FEDERICO Ebbene! Questo esempio deve essere benefico. Sai, Bice. Io sempre ho sentito ch'io vivo oltre che per me, per tutti. Io mi sento una parte dell'organismo mondiale. Ho ucciso Clara e sia! Devo perciò servire d'esempio d'illibato onore; fui persino crudele per salvarlo. Difenderò Cerigni; lo devo difendere e rinnoverò nel suo il mio esempio. (Poi, con entusiasmo.) Ma accanto a tutto ciò io voglio porre dei tesori di bontà , di mitezza. Voglio tentar di lenire ogni dolore in cui mi imbatta; il piú miserabile fra gli uomini mi troverà suo amico entusiasta. Io toccherò colpe e dolori con la stessa mano carezzevole. Anche se m'imbatterò in colpe non confessate, io non domanderò la confessione ma tenterò di lenirne il dolore e il rimorso. Perché a questo mondo non c'è altro d'importante che il dolore. Il torto e la ragione spariscono subito dove nel nostro miserabile organismo comincia il dolore.
BICE (con preghiera). Bisognerebbe non difendere Cerigni.
FEDERICO Oh! mio fiato sprecato! Non appartiene certo alla bontà abbandonare alla sua sorte questo disgraziato Cerigni che, forse, m'ha imitato. Parlandoti come t'ho parlato mi sentivo gonfiare il petto di gioia e d'orgoglio come quando giovinetto speravo tutto per me e per gli altri, e tu mi avvilisci proponendomi una rinunzia a tutto il mio passato!
BICE (abbattutissima). Perdonami!
FEDERICO E accetto il mio passato intero. Giacché Arianna vive io voglio darle tutte le soddisfazioni, anche quella di torturarmi. Eppure vedi che parlandotene rimango calmo. Povera vecchia! Essa sÃ, colpita innocente e da me! (Subito commosso.) Come ho ...
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