[Pagina precedente]...ll'arte: come tra noi, anche un ignorante notaio, benchè scriva assai male, schiva le sgrammaticature de' nostri storici e filosofi del 200, e 300. V. pag.4466. Nella letteratura (greca) non saprei citarne altri esempi: se non che si trovano in buona parte de' libri de' primi Cristiani, sì de' libri canonici, e sì di quelli detti apocrifi282 e nei frammenti ercolanesi di Filodemo, monumenti d'ignoranza singolare in tal genere, e di negligenza. V. p.4470. - Ma in vero non ci son giunti ??????????(??? in qualche modo tutti, si può dire, i libri antichi? non è provato che Cicerone, p.e., non iscrisse [4438]con quella ortografia colla quale i suoi libri sono stampati? nè con quella de' mss. che ne abbiamo? la quale è anche diversa da quella usata, e introdotta ne' libri antichi, da' grammatici latini del 4. secolo? (Niebuhr, Conspectus Orthographiae codicis vaticani Cic. de repub., in fine) V. p.4480.
(12. Gen. 1829. Recanati.)
Cleobulo (un de' 7. sapienti) ap. Stobeo, c.3. ???(?????(???? ed. Gesn. Tigur. 1559. ?(?(????(????????( ??(??????(?(????(???(??(??????(??????????????: Sed ?(????(?????? multo est exquisitius: amore alicujus quasi deperire. Vid. Hemsterhus. ad Lucian. Dial. Marin. I. t.2. p.346. ed. Bipont. (Orell. loc. sup. cit., p.529.) (15. Gennaio. 1829.). alios subsannanti ne subrideas, invisus enim fies quibus illuditur. Id. ap. Laert. I. 93. ?(?(?????(????(? ???????(????(?(????(????????(????(????. Per il Galateo morale.
(14. 1829.)
Alla p.4346. ???(??(???????(?(???????( (fratris filio) ?(??( (((?????) ?(?????(?(????(??(??????, (?????(??(????(( ((???), ??(?????(??????(???????((????(?????(?(? (volle che quel ragazzo, cioè il nipote, glielo insegnasse.) Stobeo, c.29. ???(????????(??. ediz. Gesn. Tigur. 1559.
(15. 1829.)
È più penoso il distrarre per forza la mente da un pensiero acerbo o terribile che si presenti, di quello che sia il trattenervisi.
(17. 1829.)
Vivere senza se stesso al mondo, goder cosa alcuna senza se stesso, è impossibile. Però chi si trova senza speranza, chi si vede disprezzato da' conoscenti e da tutti coloro che lo circondano, e quindi necessariamente è privo della stima di se medesimo, non può provar godimento alcuno, non può vivere, [4439]a dir proprio: perchè questo tale veramente manca di se medesimo nella vita.
(17. 1829.). V. p.4488.
N. N. legge di rado libri moderni; perchè, dice, io veggo che gli antichi a fare un libro mettevano dieci, venti, trent'anni; e i moderni, un mese o due. Ma per leggere, tanto tempo ci vuole a quel libro ch'è opera di trent'anni, quanto a quello ch'è opera di trenta giorni. E la vita, da altra parte, è cortissima alla quantità de' libri che si trovano. Onde ec. (17. 1829.)
I forti, i fortunati, sentono e s'interessano per altrui (????(????????( delle loro facoltà e forze: i deboli ed infelici non ne hanno abbastanza per se medesimi. Il sentimento per altrui non è veramente altro che un superfluo, un eccesso delle proprie facoltà misurate coi bisogni e colle occorrenze proprie.
(17. 1829.)
In questo secolo sì legislativo, nessuno ha pensato ancora a fare un codice di leggi, civile e criminale, utopico, ma in tutte forme, e tale da servir di tipo di perfezione, al quale si dovessero paragonare tutti gli altri codici, per giudicare della loro bontà , secondo il più o meno che se gli assomigliassero; tale ancora, da potere, con poche modificazioni o aggiunte richieste puramente dalle circostanze di luogo e di tempo, essere adottato da qualunque nazione, almeno sotto una data forma di governo, almeno nel secolo presente, e dalle nazioni civili ec.
(17. Gennaio. 1829.)
Tomber, tumbar (spagn.) - tombolare. Tumbo (spagn.) tombolo ec.
[4440]Muggine-mugella.
Machiavellismo di società . Chi si crede un coglione al mondo, lo è, e lo comparisce. - Le leggi ec. contenute in questo trattato, non sono già passeggere ec.; sono eterne, almeno quanto le leggi fisiche ec.
(18. 1829.)
Alla p.4370. Dionysio Halicarnass. (Caecilius) usus est familiarissime. V. Dionys. Hal. in Epist. ad Cn. Pompeium. Toup. ad Longin. sect.1. p.153. Aequalis et amicus (Caecil.) Dionysio Halicarnasseo. Casaub. ad Athen. VI. 21. init. - Del resto, è falso però quel che crede l'Amati, che un nome greco unito e preposto ad un cognome romano, come sarebbe in questo caso, Dionisio Longino, sia cosa senza esempio. Ella non è sì frequente come un nome greco unito e posposto a un nome romano gentile, p.e. Claudio Tolomeo, Claudio Galeno, Pedanio Dioscoride, Elio Aristide, Cassio Dione ec.; ma nondimeno esempi non ne mancano; e ne abbiamo, fra gli altri, uno famoso, Musonio Rufo, filosofo stoico del tempo di Nerone, del quale v. Reimar. ad Dion. l.62. c.27. p.1023. sq. §. (cioè nota) 143. (18. Gennaio. 1829. Domenica.). E il Lambecio, Commentar. de Biblioth. Vindob. lib.8., congetturava che la traduzione greca che abbiamo del Breviarium d'Eutropio, e che porta nome di Peanio o Peania, fosse chiamato Peania Capitone: il primo nome greco, e l'altro romano.
(19. 1829.). V. p.4442.
Come in moltissime altre cose, il nostro tempo si riavvicina al primitivo anche in questo: che esso ha in poco pregio la poesia di stile,283 la poesia virgiliana, oraziana ec., anzi non questa sola, ma anche quella p.e. del Petrarca, ed ogni poesia che (???? abbia stile e richiede poesia di cose, d'invenzione, d'immaginazione; non ostante che ad un secolo sì eminentemente civile, questa paia del tutto aliena, quella del tutto propria.
(19. 1829.)
[4441]Al discorso della eccellente umanità degli antichi paragonati ai moderni, (del che altrove), appartiene ancora il gius d'asilo che avevano presso loro non pure i templi o altri luoghi pubblici, ma eziandio il focolare d'ogni casa privata; e ch'era tanto più venerato che non è da noi. Orelli, loc. sup. cit., p.542. '???(????(?? (precetto d'alcuno de' 7. sapienti ap. Stob. c.3.). Sensus est: Jus foci sanctum haheas, vel: Supplicem honorato qui foco assidet. ('??(????(?(?? supra in Periandro Ald.) De supplicum more assidendi foco vel arulae illi aut larario, quod ad focum excitari solitum erat, ubi jus erat (???(??, v. Casaub. ad Dionys. Hal. Ant. Rom. l.8. p.1504. Reisk. et intpp. ad Thucyd. l.1. c.136. p.227. ed. Bauer. - Così la misericordia verso i supplichevoli, anche nemici, offensori ec., protetti da Nemesi ec. e v. la nota favola delle Preghiere ec. ap. Omero. - Così l'onore singolare che si aveva ai vecchi ec. - Così il rispetto ai morti, anche nel parlare. ?(????????(???????(?????(??(?????(??. Legge di Solone, ap. Plut. in Solon. p.89. ed. Francof. - Chi vuol vedere quasi compendiata, e ammirare, l'umanità degli antichi (anche antichissimi), vegga le sentenze e i precetti che correvano sotto nome dei 7. sapienti, (e sono di grande antichità certamente) e che, raccolti già in antico (ap. Stob. si nominano per autori di quelle due collezioni ch'esso riporta, dell'una Demetrio Falereo, dell'altra Sosiade) (19. 1829.) si trovano riportati da Stob. c.3. ???(?????(????, ed. Gesn. Tigur. 1559. (vedili nell'Orelli l.c., p.138-156.).
(19. Gen. 1829.)
Alonso, spagn. moderno - Al-f-ons, spagn. antico (in una scrittura del 13° sec. ec.). (((( - sil-v-a.
(20. 1829.)
[4442]Cerebrum - cervello.
Alla 4440. Non parlo dei Disticha de moribus assai noti e certamente antichi, che corrono sotto nome di Dionisio Catone; nome che non è fondato in alcuna probabile autorità .
(22. Gen. 1829.)
Consulere-consilium ec. Exsul, exsulium-exsilium ec.
Alla p.4428. fine. Così matutinum (tempus), il mattino, le matin, per mane; matutina (hora), la mattina, la mañana. Vespertinum, serum (le soir), sera (la sera), spagn. la tarde, per vespera. V. il Gloss. E ciò anche presso gli antichi: v. Forc. in queste voci. Così nelle Ore canoniche Matutinum, Prima, Tertia, Sexta, Nona. Hibernum, l'inverno, l'invierno (spagn.), l'hiver, per hiems. Aestivum (spagn. estÃo), per aestas. V. Gloss. e Forcell. anche in diurnus. Similmente Infernus (locus) negli scrittori Cristiani, e forse anche in Varrone. E tali altri aggettivi sostantivati.
(24. 1829.). V. p.4465.4474.
(?????? - Avernus.
Niebuhr (loc. cit. p.4431. fine), sezione intitolata The Opicans and Ausonians, p.55. Apulus and Opicus are according to all appearance the same name, only with different terminations. That in ulus acquired the meaning of a diminutive only in the language of later times; in earlier such a sense must be entirely separated from it; as is evident from Siculus and Romulus, as well as from the words uniting the two terminations (quella in icus e quella in ulus), which is the commoner case, Volsculus (contratto da Volsiculus), Aequiculus, Saticulus; and even Graeculus. - Ib. sez. intit. Iapygia, p.126. The Poediculians (such was the Italian name of the Peucetians) were etc. (not.419. The simpler [4443]forms, Poedi and Poedici, have not been preserved in books.) - Ib. sez. intit. Various traditions about the Origin of the City p.174. It was natural for them (the inhabitants of Rome) to call the founder of their nation Romus, or, with the inflexion so usual in their language, Romulus. - Ib. sez. intit. The Beginning of Rome and its Earliest Tribes, p.251. Romus and Romulus are only two forms of the same name (not.698. Like Poenus and Poenulus and others mentioned above p.55); the Greeks on hearing a rumour of the legend about the twins (Romolo e Remo), chose the former (cioè 'P(???) instead of the less sonorous name Remus.284 - L'uso di questa terminazione in ulus senza alcuna forza diminutiva, uso proprio del latino sì antico, si è conservato perfettamente (e non men frequentemente) nell'italiano; specialmente in Toscana, e specialmente appresso quel volgo, il quale continuamente, per mero vezzo di linguaggio, aggiunge un lo appiè delle voci italiane, dicendo, p.e. ricciolo invece di riccio,285 e così mille altre, che con tal desinenza non son registrate nel Vocabolario; oltre le tante registrate. E che questo medesimo uso (unita anche sovente, come nell'antico, la terminazione in icus a quella in ulus) si conservasse perpetuamente nel latino volgare, apparisce dai tanti e tanti, non solo nomi, ma verbi, della bassa latinità , o derivati evidentemente da essa, da me notati passim, che la portano, senz'ombra di significazione diminutiva; come pariculus (parecchi, pareil ec.), appariculare (apparecchiare, aparejar ec.), superculus (v. la p.4514. fin.) ec. ec.; nomi anche aggettivi ec. Non ardirei però di affermare col Niebuhr che questa inflessione in origine non fosse punto diminutiva. Il vederla senza questa significanza, non prova; apparendo da [4444]tanti, quasi infiniti, esempi (sì del greco, sì del latino basso sì dell'antico, sì delle lingue figlie della latina; e in queste, sì in forme venute dal latino, e sì in altre forme diminutive proprie loro e non latine) che sempre fu ed è vezzo di linguaggio, specialmente popolare, il profferire le voci con inflessione diminutiva, quasi per grazia, quantunque il caso sia alieno dal richieder diminuzione, e la significanza diminutiva sia affatto lontana da tal pronunzia. (25. Gennaio. 1829. Domenica quarta.). Del resto ho notato altrove quando l'ul... è semplice desinenenza di voci derivative, come in speculum, iaculum ec. e così ne' verbi, come fabulor ec. V. p.4516.
Non solo le storie o storielle d'una nazione furono spessissimo, come ho detto altrove in più luoghi, trasportate ed applicate ad un'altra; ma quelle eziandio d'una nazione medesima, cambiati i nomi delle persone, e le circostanze di luogo, tempo, e simili, furono sovente trasportate e applicate da un'epoca della sua storia ad un'altra. Questa cosa è notata negli annali di Roma dal Niebuhr in più e più casi; ed egli ripete tale osservazione in più e più luoghi della sua storia. Fra gli altri, sezione intitolata The War with Porsenna, p.484 seg., dice: It is a peculiarity of the Roman annals, owing to the barren invention of their authors, to repeat the same incidents on different...
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