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[4499]Al detto altrove delle bestie e de' pazzi, che metton fuori tutte le loro forze per ottenere i loro fini, a differenza degli uomini, aggiungi i fanciulli, i quali perciò alle volte vincono di vera e viva forza gli uomini fatti ec.
(4. Maggio. 1829. Recanati.)
Alla p.4493. Nessuna dolce e nobile ed alta e forte illusione può stare senza la grande illusione dell'amor proprio, l'illusione della stima di se stesso e della speranza. Togliete via questa, tutte le altre verranno meno immantinente, e potrete conoscere allora che questa era il fondamento e la nutrice, per non dir la radice e la madre di tutte l'altre. - Supponete uno nella più profonda estasi di sentimento o di entusiasmo: fategli un motto, un gesto solo di spregio, o ch'egli interpreti come tale; o ponete che qualche cosa gli richiami alla mente alcun dispregio sofferto altra volta: tutte le illusioni di quel punto spariscono come un lampo, l'entusiasmo si spegne, la persona resta di ghiaccio.
(5. Mag. 1829.)
Scheda. schedola. V. Crus. Forcell. Viola, lat. ital. ec. - violette, franc.
Vos - os, spagn. Pluvia - pluie. Esca - vescor, vescus ec. Vedi Forcell.
Homme outré, soumis. Sommesso. Rimesso. Rassegnato ec.
Talus - talon, tallone. Cipolla, cebolla, forse da cepucula o cepulla (v. la p.4497. princip.), diminutivo come tanti altri nomi d'erbe, piante, animali ec. del che altrove. Anche in francese ha forma diminutiva oignon: anche ciboule, ciboulette, cive (cepe), civette. V. Forcell. ec. Ceniza spagn.,291 cinigia (v. Alberti),292 e noi marchigiani ciniscia, o ceniscia: forse da ciniscula o cinisculus, come pulvisculus.
(6. Maggio.). V. Forc. ec.
[4500]Alla p.4497. Fors'anche talvolta le nostre forme in a-u-gio, ggio, cio-are. Corrottamente scio ec. Forse talvolta dal lat. ascul.... - uscul... Cinigia. V. la p. qui dietro, fin. V. p.4504.
Si la tristesse attendrit l'ame, une profonde affliction l'endurcit. Rousseau, pensées, II. 205.
Le pays des chimeres est en ce monde le seul digne d'être habité, et tel est le néant des choses humaines, que hors l'être existant par lui-même, il n'y a rien de beau que ce qui n'est pas. ib. 206-7.
La stupenda conformità radicale tra i nomi della più parte de' 10 primi numeri nelle lingue le più disparate, sembra provare unità d'invenzione e d'origine de' nomi numerali, e conseguentemente della numerazione.
(7. Maggio.)
La formazione incoativa de' verbi, sì bella, e di tanto uso in latino, manca essa pure alla lingua greca.
(7. Mag.)
Aisé, agiato, agiatamente ec. per agevole, agibilis. Falcato, quadrato, carré, quadratus ec., e simili altri participii aggettivati o aggettivi di forma participale, senza verbo; come saranno forse altri dei notati da me in tal proposito esprimenti figura.
Uomo ec. ordinato.
(7. Mag.). Prolongé.
Bacherozzo-bacherozzolo. E simili infiniti in azzo-uzzo.
Les anciens politiques parloient sans cesse de moeurs et de vertus; les nôtres ne parlent que de commerce et d'argent. Rousseau, pensées, II.230.
Plus le corps est foible, plus il commande; plus il est fort, plus il obéit. Rousseau, ib. 223.
Il n'y a point de vrai progrès de raison dans l'éspece humaine, parce que tout ce qu'on gagne d'un côté, on le perd de l'autre; que tous les esprits partent toujours du même point, et que le temps qu'on [4501]emploie à savoir ce que d'autres ont pensé, étant perdu pour apprendre à penser soi même, on a plus de lumieres acquises, et moins de vigueur d'esprit. Nos esprits sont comme nos bras exercés à tout faire avec des outils, et rien par eux-mêmes. ib. 221. V. p.4507.
Machiavellismo di società . La véritable politesse consiste à marquer de la bienveillance aux hommes. (ib.222.) Ma con questa non fate che evitare di procurarvi la malvolenza loro. Per affezionarveli bisogna la falsa e finta politezza, che consiste in mostrare a tutti della stima. Un uso ordinario e mediocre di questa politezza vi fa gli altri benevoli, un uso eccellente e più che ordinario ve li fa amanti. Gli uomini si curano assai meno di essere benvoluti che stimati, ed hanno più gratitudine e più amore a chi gli stima, che, non solamente a chi gli ama, ma a chi li benefica. On peut résister à tout hors à la bienveillance, et il n'y a pas de moyen plus sûr d'acquérir l'affection des autres que de leur donner la sienne. (ib. 224.) Questo detto è molto più vero, applicato alle dimostrazioni di stima. La benevolenza, l'affetto, l'amore stesso, non che sieno sempre corrisposti, spessissimo generano noia, nausea, avversione verso l'amante. Gli esempi ne sono frequentissimi, non solo tra' due sessi, ma tra padri e figliuoli, e tra altri parenti, massime di età e di generazioni diverse: tra' quali non è raro trovare amore da una parte, vero odio costante, invincibile, dall'altra. Ma non è possibile conservare avversione nè indifferenza, resistere, non riconciliarsi, non voler bene a chi mostra di stimarci; massime se costui (cosa facilisima) ce lo persuade.
(8. Maggio.)
[4502]Alla p.4478. marg. Pour ne rien donner à l'opinion il ne faut rien donner à l'autorité, et la plupart de nos erreurs nous viennent bien moins de nous que des autres. ib. 228.
Machiavellismo sociale. Tout est plein de ces poltrons adroits qui cherchent, comme un dit, à tâter leur homme; c'est-à -dire à découvrir quelq'un qui suit encore plus poltron qu'eux et aux dépens duquel il puissent se faire valoir. ib. 227. (Condulmari. Galamini.) Oggi, e in Italia, che tutti sono poltroni, qui consiste tutta la società , e la vita sociale, e il mio Machiavellismo.
(8. Mag.)
Je n'ai jamais vu d'homme ayant de la fierté dans l'ame en montrer dans son maintien. Cette affectation est bien plus propre aux ames viles et vaines. ib. 232.
Manuale di filosofia pratica. Par-tout où l'un substitue l'utile à l'agréable, l'agréable y gagne presque toujours. ib. 231. Serva a que' miei pensieri ove dico che le occupazioni ec. il cui fine è il solo piacere, non danno mai piacere ec.
(9. Mag.)
Alla p.4418. L'existence des êtres finis est si pauvre et si bornée, que quand nous ne voyons que ce qui est, nous ne sommes jamais émus. Ce sont les chimeres qui ornent les objets réels, et si l'imagination n'ajoute un charme à ce qui nous frappe, le stérile plaisir qu'on y prend se borne à l'organe, et laisse toujours le coeur froid. ib. 242
Guardare per aspettare ec. del che altrove. Aguato, agguato, aguatare, agguatare ec. per insidiare, vagliono propriamente aspettare al passo, e in proprio senso equivalgono all'aguardar spagnuolo.
Navita - nauta; navis - naufragium ec.; e simili.
[4503]Forma diminutiva italiana in astro. Pollastro, vincastro ec. Disprezzativa. Giovinastro, medicastro, poetastro. ec. Fors'anche frequentativa, e in astrare. Così in francese: folâtre, folâtrer ec.
(9. Maggio.). Verdastro, verdâtre per verdigno; e simili. Padrastro ec.
Torreo-tostum-tostar, spagn. Elixus, assus, forse participii; e quindi assare, elixare, forse continuativi. Livio VII. 10. linguam exserere, laddove l'antico annalista Quadrigario, ap. Gell. IX. 13., al quale allude lo stesso Livio, linguam exsertare: benissimo Quadrigario: e non è frequentativo, ma continuativo, perchè, come ho detto altrove, il frequentativo indica il soler fare (a non certi intervalli e tempi) una cosa, e il non farla continuamente di séguito e ripetutamente in un dato e piccolo spazio di tempo. Così considerati, anche i verbi in ico, e gli altri che si chiamano frequentativi, oltre quelli in ito, si vedranno essere più propriamente continuativi.
(10. Maggio. 1829.)
Dal detto altrove sulla poesia di stile, quanta immaginazione richieda ec., apparisce che i veramente poeti di stile, sarebbero stati poeti d'invenzione, o per meglio dire, d'invenzion di cose, in altri tempi; e ch'essi sono i veri poeti de' loro secoli. ec.
(10. Mag.)
Per molto che uno abbia letto, è ben difficile che al concepire un pensiero, lo creda suo, essendo d'altri; lo attribuisca all'intelletto, all'immaginazione propria, non appartenendo che alla memoria. Tali concezioni sono accompagnate da certa sensazione che distingue le originali dalle altre; e quel pensiero che porta seco la sensazione, per così dire, dell'originalità , verisimilissimamente non sarà stato mai concepito ugualmente da alcun altro, e sarà proprio e nuovo; dico, non quanto alla sostanza, ma quanto alla forma, che è tutto quel che si può pretendere. Giacchè è noto che la novità della più parte de' pensieri [4504]degli autori più originali e pensatori, consiste nella forma.
(10. Mag.)
Similis - simulare, ec. ec.
Carduus, cardo ital. - chardon franc., cardone ec. Juillet.
Debolezza amabile al più forte (come la forza al debole, il maschio alla femmina). Su ciò è fondata in gran parte la tenerezza naturale de' genitori verso i figliuoli, la quale negli animali finisce affatto colla debolezza di questi. Anche l'amabilità de' fanciulli agli uomini, delle femine ai maschi, degli animaletti piccini e teneri, (uccelli ec.), di tutto ciò (anche piante ec.) dove il senso o l'immaginazione percepisce un'idea di tenerezza, debolezza, inferiorità di forze ec. Anche la malattia, il pallore; e poi l'infelicità ec. ec. e tutto quel ch'è oggetto di compassione, si può ridurre a questo capo. La compassione è fonte d'amore ec. ec. V. p.4519. fine.
(11. Mag.)
Nel secolo passato le scienze si collegarono alle lettere; il secolo ebbe una letteratura filosofica (vera letteratura, e veramente propria di esso): nel nostro le hanno ingoiate; letteratura del secolo 19°, a parlar propriamente, non v'è. Non è l'Italia sola che patisca oggi questo difetto di letteratura contemporanea; esso è comune a tutte le nazioni colte. Solo la Grecia, ed altri tali paesi ancor mezzo civili, avranno forse una letteratura del secolo 19°: se l'influenza inevitabile delle nazioni convicine non uccide le lettere ancor presso quelli, e prima che si maturino.
(11. Mag.)
Alla p.4500. Calderugio per calderino, diminutivo di carduelis (chardonneret), del che altrove. - Raperugiolo - raperino. Fors'anco in cco-are. Piluccare, éplucher. Badalucco. Balocco. E simili disprezzativi o frequentativi - E in onzo-are, dal lat. unculus-are (avunculus, homunculus, latrunculus). V. p.4513. Mediconzo-lo (quasi medicunculus), ballonzare, (ballonzìo, volg. tosc.) ec. E similmente in oncio-are. Baroncio ec. E in agno-ugno are, dal lat. nulus, o ngulus, o unculus, o simili. Verdognolo, (viridunculus), verdigno, rossigno, vecchigno ec. V. Crus. Ugna - ungula. E così in ñ... spagnuolo [4505]. E così le forme francesi e spagnuole analoghe a ciascuna di queste italiane. - Senza poi contare le desinenze in cui l'ul... lat. si trasforma nei volgari, e che in questi non hanno nessun valore diminutivo disprezzativo ec. ec. Come (oltre alcune forse delle sunnotate) la nostra in io, iare (unghia, nebbia, bacchio ec. ec.), e in lo, lare (isola, manipolo, accumulare, tumulo ec. ec.) la francese in ... le ...ler (combler, comble, accumuler, île, disciple, ridicule, oncle, ongle, fable ec.); la spagn. in lo, lar (habla, hablar, isla ec. ec.). Dico l'ul... lat., o che questo sia diminutivo o no, o che il diminutivo latino sia noto o no; come piaggia, spiaggia, dall'ignoto plagula per plaga, trembler da un tremulare ec. Del resto, tutte queste desinenze sono notabili per l'osservazione etimologica fatta a p.4497. lin.5. 7.
(11. Mag.). V. p. seg.
Ala, mala, velum, palus - axilla, maxilla, vexillum, paxillus. Di questi forse diminutivi positivati, e loro simili, v. Forcell. in dette voci, e in X littera. Similmente paucus - paulus, o paullus-pauxillus.
Alla p.4497. Contrazione di coronula, come patena - patella, catena - catella, catinum, catinus - catillum, catillus; e come appunto il nostro culla per cunula. Anche paullus o paulus a um, per pauculus-pauclus, se non è contrazione di pauxillus. V. il pensiero precedente.
Audeo ausum - osare, oser ec...
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