[Pagina precedente]...o i pensieri della sua testa, e gli disse: - Sapete, compare Alfio, di quella storia del figlio di padron Fortunato Cipolla non ce n'è nulla, perché prima dobbiamo pagare il debito dei lupini.
- Io ci ho piacere, rispose Mosca, ché così non ve ne andate dal vicinato.
- Ora poi che torna 'Ntoni da soldato, col nonno e tutti gli altri, ci aiuteremo per pagare il debito. La mamma ha preso della tela da tessere per la Signora.
- Bel mestiere anche quello dello speziale! osservò Mosca.
In questa spuntò nella viottola comare Venera Zuppidda, col fuso in mano. - Oh! Dio! esclamò Mena, vien gente! e scappò dentro.
Alfio frustò l'asino, e se ne voleva andare anche lui.
- Oh compare Alfio, che fretta avete? gli disse la Zuppidda; volevo domandarvi se il vino che portate alla Santuzza è della stessa botte di quello della settimana scorsa.
- Io non lo so; il vino me lo danno nei barili.
- Aceto da fare l'insalata! rispose la Zuppidda, un vero veleno; così si è fatta ricca la Santuzza, e onde gabbare il mondo si è messo sul petto l'abitino di Figlia di Maria. Belle cose che copre quell'abitino! Al giorno d'oggi per andare avanti bisogna fare quel mestiere là ; se no si va indietro al modo dei gamberi, come i Malavoglia. Ora hanno pescato la Provvidenza, lo sapete?
- No, io non ci sono stato qui; ma comare Mena non sapeva nulla.
- Hanno portato adesso la notizia, e padron 'Ntoni è corso verso il Rotolo, per vederla che stanno rimorchiandola verso il paese, e pareva che ci avesse le gambe nuove, il vecchio. Adesso colla Provvidenza i Malavoglia potranno tirarsi su un'altra volta, e la Mena sarà di nuovo un bel partito.
Alfio non rispose, perché la Zuppidda lo guardava fisso, co' suoi occhietti gialli, e disse che aveva fretta di andare a consegnare il vino alla Santuzza. - A me non vuole dir nulla! borbottò la Zuppidda. Come se non li avessi visti co' miei occhi. Vogliono nascondere il sole colla rete.
La Provvidenza l'avevano rimorchiata a riva tutta sconquassata, così come l'avevano trovata di là dal Capo dei Mulini, col naso fra gli scogli, e la schiena in aria. In un momento era corso sulla riva tutto il paese, uomini e donne, e padron 'Ntoni, mischiato nella folla, guardava anche lui, come gli altri curiosi. Alcuni davano pure un calcio nella pancia della Provvidenza, per far suonare com'era fessa, quasi non fosse più di nessuno, e il poveretto si sentiva quel calcio nello stomaco. - Bella provvidenza che avete! gli diceva don Franco, il quale era venuto in maniche di camicia, e col cappellaccio in testa, a dare un'occhiata anche lui, fumando la sua pipa.
- Questa ora è buona da ardere, conchiuse padron Fortunato Cipolla; e compare Mangiacarrubbe, il quale era pratico del mestiere, disse pure che la barca aveva dovuto sommergersi tutt'a un tratto, e senza che chi c'era dentro avesse avuto tempo di dire "Cristo aiutami!" perché il mare aveva scopato vele, antenne, remi e ogni cosa; e non aveva lasciato un cavicchio di legno che tenesse fermo.
- Questo era il posto del babbo, dove c'è la forcola nuova, diceva Luca il quale s'era arrampicato sulla sponda, e qui sotto c'erano i lupini.
Ma di lupini non ne rimaneva uno solo, ché il mare aveva tutto lavato e ripulito. Per questo Maruzza non si era mossa di casa, e non voleva più vedere la Provvidenza finché ci aveva gli occhi aperti.
- La pancia è buona, e se ne può ancora fare qualche cosa, sentenziò alfine mastro Zuppiddu il calafato, e dava anche lui dei calci coi suoi piedacci nella Provvidenza. Con quattro lapazze ve la metto in mare un'altra volta. Non sarà più una barca che potrà resistere al mare grosso, un'ondata di fianco la sfonderebbe come una botte fradicia. Ma per la pesca di scoglio, e per la buona stagione potrà servire ancora. Padron Cipolla, compare Mangiacarrubbe, e compare Cola stavano ad ascoltare senza dir nulla.
- Sì, conchiuse infine padron Fortunato gravemente. Piuttosto che buttarla sul fuoco...
- Io ci ho piacere! diceva lo zio Crocifisso ch'era lì anche lui a vedere, colle mani dietro la schiena. Siamo cristiani, e bisogna godere del bene altrui; il proverbio dice: "Augura bene al tuo vicino, ché qualche cosa te ne viene".
I ragazzi s'erano istallati nella Provvidenza insieme agli altri monelli che volevano arrampicarvisi anche loro. - Quando avremo rattoppata per bene la Provvidenza, diceva Alessi, sarà come la Concetta dello zio Cola; - e si davano un gran da fare e sbuffavano e si affannavano a tirare e a spingere anche loro la barca davanti alla porta di mastro Zuppiddu il calafato, dove c'erano i sassi grossi per tener su le barche, e il ramaiuolo pel catrame, e una catasta di coste e di fasciame appoggiate al muro.
Alessi era sempre accapigliato coi ragazzi che avrebbero voluto montare nella barca, e aiutare a soffiare nel fuoco sotto la caldaia della pece anche loro, e quando le buscava minacciava piagnucolando:
- Ora che viene mio fratello 'Ntoni da soldato!...
Infatti 'Ntoni s'era fatto mandare le carte, e aveva ottenuto il suo congedo, sebbene don Silvestro il segretario avesse assicurato che se ci stava altri sei mesi a fare il soldato, avrebbe liberato suo fratello Luca dalla leva. Ma 'Ntoni non voleva starci più nemmeno sei giorni, ora che gli era morto il padre; Luca avrebbe fatto come lui, che s'era pianta la sua disgrazia laggiù dove si trovava, e avrebbe voluto non far più niente, quando gli recarono la notizia del babbo, se non fosse stato per quei cani di superiori.
- Per me, disse Luca, ci vado volentieri a fare il soldato, in cambio di 'Ntoni. Così, come tornerà lui, potrete mettere in mare la Provvidenza, e non ci sarà più bisogno di nessuno.
- Questo è proprio un Malavoglia nato sputato! osservava padron 'Ntoni gongolante. Tutto suo padre Bastianazzo, che aveva un cuore grande come il mare, e buono come la misericordia di Dio.
Una sera, dopo che tornarono le barche dal mare, padron 'Ntoni arrivò in casa trafelato, e disse: - C'è qui la lettera; me l'ha data or ora compare Cirino, mentre andavo a portare le nasse in casa dei Pappafave. - La Longa si fece bianca come un fazzoletto, dalla contentezza, e corsero tutti in cucina a veder la lettera.
'Ntoni arrivò col berretto sull'orecchio, e la camicia colle stelle, che la mamma non sapeva saziarsi di toccargliela, e gli andava dietro in mezzo a tutti i parenti e gli amici, mentre tornavano dalla stazione; in un momento la casa e il cortile si riempirono di gente, come quando era morto Bastianazzo, tempo addietro, che nessuno ci pensava più. A certe cose ci pensano sempre soltanto i vecchi, quasi fosse stato ieri - tanto che la Locca era sempre lì davanti alla casa dei Malavoglia, seduta contro il muro, ad aspettare Menico, e voltava il capo di qua e di là per la straduccia, ad ogni passo che sentiva.
CAPITOLO 6
'Ntoni era arrivato in giorno di festa, e andava di porta in porta a salutare i vicini e i conoscenti, sicché tutti stavano a guardarlo dove passava; gli amici gli facevano codazzo, e le ragazze si affacciavano dalle finestre; ma la sola che non si vedesse era Sara di comare Tudda.
- Se n'è andata ad Ognina con suo marito, gli disse la Santuzza. Ha sposato Menico Trinca, il quale era vedovo con sei figliuoli, ma è ricco come un maiale. Si è maritata che non era compiuto il mese dacché a Menico Trinca gli era morta la prima moglie, e il letto era ancora caldo, Dio liberi!
- Uno che è vedovo è come uno che vada soldato, aggiunse la Zuppidda. "Amore di soldato poco dura, a tocco di tamburo addio signora". E poi, s'era persa la Provvidenza.
Comare Venera, la quale era alla stazione, quando era partito 'Ntoni di padron 'Ntoni, per vedere se Sara di comare Tudda fosse andata a salutarlo, ché li aveva visti parlare dal muro della vigna, voleva godersi la faccia che avrebbe fatto 'Ntoni a quella notizia. Ma era passato del tempo anche per cotesto, e si suol dire "lontan dagli occhi, lontan dal cuore". 'Ntoni ora portava il berretto sull'orecchio. - Compare Menico vuol morire becco! disse egli per consolarsi, e questo le piacque, alla Mangiacarrubbe, che l'aveva chiamato "cetriolo" ed ora vedeva che era un bel cetriolo, e l'avrebbe barattato volentieri con quel disutilaccio di Rocco Spatu, il quale non valeva niente, e l'aveva preso perché non c'era altri.
- A me non mi piacciono quelle fraschette che fanno all'amore con due o tre per volta, disse la Mangiacarrubbe, tirandosi sul mento le cocche del fazzoletto da testa, e facendo la madonnina. Se volessi bene ad uno, non vorrei cambiarlo nemmeno per Vittorio Emanuele, o Garibaldi, vedete!
- Lo so a chi volete bene! disse 'Ntoni col pugno sul fianco.
- No che non lo sapete, compare 'Ntoni, e vi hanno detto delle chiacchiere. Se qualche volta poi passate dalla mia porta, vi racconterò ogni cosa.
- Ora che la Mangiacarrubbe ha messo gli occhi addosso a 'Ntoni di padron 'Ntoni, la sarà una provvidenza per la cugina Anna, diceva comare Venera.
'Ntoni se ne andò tutto borioso, dondolandosi sui fianchi, con un codazzo di amici, e avrebbe voluto che tutti i giorni fosse domenica, per menare a spasso la sua camicia colle stelle; quel dopopranzo si divertirono a prendersi a pugni con compare Pizzuto, il quale non aveva paura nemmeno di Dio, sebbene non avesse fatto il soldato, e andò a rotolare per terra davanti all'osteria, col naso in sangue; ma Rocco Spatu invece fu più forte, e si mise 'Ntoni sotto i piedi.
- Per la madonna! esclamarono quelli che stavano a vedere. Quel Rocco è forte come mastro Turi Zuppiddu. Se volesse lavorare se lo buscherebbe il pane!
- Io le mie devozioni so dirmele con questo qui! diceva Pizzuto mostrando il rasoio, per non darsi vinto.
Insomma 'Ntoni si divertì tutta la giornata; però la sera, mentre stavano attorno al desco a chiacchierare, e la mamma gli domandava di questo e di quello, e i ragazzi, mezzo addormentati, lo stavano a guardare con tanto d'occhi, e Mena gli toccava il berretto e la camicia colle stelle, per vedere com'eran fatti, il nonno gli disse che gli aveva trovato d'andare a giornata nella paranza di compar Cipolla, con una bella paga.
- Li ho presi per carità , diceva padron Fortunato a chi voleva sentirlo, seduto davanti alla bottega del barbiere. Li ho presi per non dir di no, quando padron 'Ntoni è venuto a dirmi, sotto l'olmo, se ci avessi bisogno di uomini per la paranza. Di uomini io non ne ho mai bisogno; ma "carcere, malattie, e necessità , si conosce l'amistà "; con padron 'Ntoni poi, che è tanto vecchio, ci si perde quel che gli si dà !...
- È vecchio ma sa il mestiere, rispose Piedipapera; non ce li perdete i danari; e suo nipote poi è un ragazzo che tutti ve lo ruberebbero.
- Quando mastro Turi avrà messo in ordine la Provvidenza, armeremo la nostra barca, e non avremo più bisogno d'andare a giornata; diceva padron 'Ntoni.
La mattina, quando egli andò a svegliare il nipote, ci volevano due ore per l'alba, e 'Ntoni avrebbe preferito starsene ancora un po' sotto le coperte; allorché uscì fuori nel cortile sbadigliando, il Tre bastoni era ancora alto verso l'Ognina, colle gambe in aria, la Puddara luccicava dall'altra parte, e il cielo formicolava di stelle, che parevano le monachine quando corrono sul fondo nero della padella. - È la stessa cosa come quand'ero soldato, che suonava la diana nei traponti, borbottava 'Ntoni. Allora non valeva la pena di tornare a casa!
- Sta zitto, ché il nonno è lì a mettere in ordine gli attrezzi, e si è alzato un'ora prima di noi, gli rispose Alessi. Ma Alessi era un ragazzo che somigliava tutto a suo padre Bastianazzo, buon'anima. Il nonno colla lanterna andava e veniva pel cortile; fuori si udiva passare la gente che andava al mare, e passava a picchiare di porta in porta, per chiamare i compagni. Però, come giunsero sul lido, davanti al mare nero, dove si specchiavano le stelle, e che russava lento sul greto, e si vedevano qua e là le lanterne delle altre barche, anche 'Ntoni si sentì allargare il cuore.
- Ah! esclamò stirandosi le braccia. È una bella cosa tornare a casa sua. Questa marina qui mi conosce. -...
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