[Pagina precedente]...bbe al tutto bene essere sufficiente a cercare e portare quanto per piú che per sé stessi insiem' e per la donna e per suoi bisognasse, tale che avendo voluto trovare e arrecare per piú donne e famiglie, a qualcuna certo una o un'altra cosa necessaria sarebbe qualche volta mancata. E quella donna a cui mancasse qual si sia delle cose al vivere dovute e necessarie, non arebbe costei ragionevole cagione abandonare quel che fosse nato per sé stessi in prima sostentare? Forse anco superchiandola qualche grande necessità , a lei sarebbe licito trovarsi altra compagnia. Cosà adunque fu il coniugio instituito dalla natura ottima e divina maestra di tutte le cose con queste condizioni, che l'uomo abbia ferma compagnia nel vivere, e questa sia non piú che con una sola, colla quale si riduca sotto un tetto e da lei mai si partisca coll'animo, nolla mai lasci sola, anzi ritorni, porti e ordini quello che alla famiglia sia necessario e commodo. La donna in casa conservi quello che l'è portato. Vuolsi adunque seguire la natura, solo eleggersi una colla quale noi riposiamo la età nostra sotto un tetto.
Ma perché la gioventú le piú volte in questo non gusta l'utilità della famiglia, dove forse a loro pare soggiogandosi al congiugio perdere molto di sua libertà e licenza del vivere, e forse perché alcuna volta stanno quale e' comici poeti gli sogliono fingere obbligati e convinti da qualche loro amata, o forse ancora non pochissimo pesa a' giovani avere a reggere sé, e per questo reputano soperchio e odioso incarco convenirli sostenere sé e la donna e i figliuoli, e troppo dubitano non potere onesto satisfare a' bisogni quali di dà in dà colla famiglia crescono, per questo stimano el letto domestico essere cosa troppo molesta, e fuggono il legittimo e onestissimo accrescere della famiglia. Per queste cagioni, acciò che la famiglia non caschi in quella parte quale dicemmo essere infelicissima, in solitudine, anzi cresca in gloria e felice numero di gioventú, si vuole indurre la gioventú a tôr moglie con ragioni, persuasioni, premi, e con ogni argomento, industria e arte. Potranno qui essere accommodatissime ragioni quelle nostre di sopra a biasimare loro l'altre lascive voluttà , per adurli in desiderio di cose onestissime. Potranno le persuasioni essere simili: monstrargli quanto sia dilettoso vivere in quella prima naturale compagnia del congiugio e riceverne figliuoli, e' quali sieno come pegno e statici della benivolenza e amore congiugali e riposo di tutte le speranze e voluntà paterne. A chi sé arà affannato per acquistare ricchezze, potenze, principati, troppo a costui pesarà non avere doppo sé vero erede e conservadore del nome e memoria sua. A cui le sue virtú servino dignità e autorità , a cui le sue fatiche porgano utilità e frutto, niuno piú a questo essere può accommodato ch' e' veri e legittimi figliuoli. Agiugni qui che colui di chi rimangono simili eredi, costui non può in tutto riputare sé spento né mancato, però ch' e' figliuoli serbano nella famiglia el luogo e la vera imagine del padre. Didone fenissa, poiché 'l suo Enea era da lei amante partito, fra' suoi primi lamenti non altro sopra tutto desiderava se non come ella piangendo diceva: «Oh, pure un picchino Enea qui mi giucasse!» CosÃ, meschina abandonata amante, nel viso, ne' gesti d'un altro fanciullino Iulio a te sarebbe stato come là primo veneno e fiamma dell'ardente e mortifero tuo riceuto amore, cosà qui ultimo conforto de' tuoi dolori e miseria.
Non poco ancora gioverà ricordare a' giovani quanto apresso gli antichi piú si contribuiva onore a chi fra loro si trovava padre, poich' e' padri portavano gemme e simili ornamenti, e' quali non erano liciti a chi non avesse aumentata la repubblica di nuova prole e figliuoli. Sarà utile ancora ramentare a' giovani quanti prodighi e sviati sieno a miglior vita ridutti poiché ebbono in casa la moglie. E agiungasi a questo quanto sia nelle faccende utile mano quella de' figliuoli, quanto e' figliuoli a te stiano presti e fedeli ad aiutarti sostenere e propulsare gl'impeti avversi della fortuna e le ingiurie degli uomini, e quanto e' figliuoli piú che alcuno altro sieno apparecchiati e pronti a difenderti e vendicarti dalle ingiurie e rapine degli scellerati e audacissimi uomini; e cosà nelle cose prospere quanto siano i figliuoli sollazzosi e atti in ogni età a contentarci e darci grandissime letizie e voluttà . Queste adunque cose qui saranno utile a raccontarle, e sarà non meno di poi utile monstrargli quanto alla età grande, nella quale si vive acerchiato d'infiniti bisogni, sarà utile pensare quanto allora siano e' figliuoli, come diceva messer Niccolaio Alberti, uomo per età e dottrina prudentissimo, e' figliuoli sono propria e ferma crucciola de' vecchi. Queste e simili persuasioni, le quali tutte sarebbe testé lungo perseguire, gioveranno a indurre la gioventú a non spregiare onesta compagna e a desiderare propagazione, accrescimento e felicità della famiglia. Né manco sarà utile ancora indurli con simili premi: onorare molto e' padri, e ne' luoghi domestici e publici preporre chi piú abbia figliuoli, e cosà riverire meno chi in età non avesse moglie.
E s'egli è chi per povertà sé scusi, sia questa e fatica e incarco prima de' vecchi, perché a loro, quanto disse Lorenzo, sta molto provvedere a tutti e' bisogni della famiglia. Costoro con ammunizioni, con ispesso ricordargli e stimolargli sempre gli confortino e inducano a diventare padri. E apresso sia opera di tutta la casa in fare che, poiché vogliono, cosà possano onestamente avere famiglia. Contribuischi tutta la casa come a comperare l'accrescimento della famiglia, e ragunisi fra tutti una competente somma della quale si consegni qualche stabile per sostentare quegli che nasceranno, e cosà quella spesa la quale a un solo era gravissima, a molti insieme non sarà se non facile e devutissima. Né a me pare in le famiglie ben costumate si truovi alcuno el quale per ricomperare uno vile uomo nonché del sangue suo, ma della terra, della lingua, non dovesse sofferire ogni grande spesa. Cosà per restituire piú uomini a sé congiuntissimi nel sangue e nella famiglia sua, non credo sia da schifare una quanto questa sarebbe piccola spesa. Tu dai piú e piú anni salari a gente strane, a diverse persone; tu vesti, tu pasci barbari e servi non tanto per solo fruttare l'opere loro, quanto per essere in casa piú accompagnato. Molto manco ti costerà contribuire a quello uno dono quale sarà da' tuoi medesimi. Molto piú onesta e grata compagnia ti sarà quella de' tuoi che degli strani; molto piú utile e condecente opera ti sarà quella de' cari e fedeli domestici che quella de' condutti e quasi comperati amici. E vuolsi adunque usare questa umanità e beneficenza nella famiglia, acciò che i padri possano sperare a' figliuoli loro mai mancherà quanto al vivere loro sia necessario.
Gioverà forse ancora sforzare e' nostri minori in simili modi: comandino e' padri ne' loro testamenti: «Se tu al tempo ragionevole fuggirai da avere moglie, non essere mio erede». Del tempo ragionevole del tôrre moglie sarebbe lungo racontare tutte l'antiche opinioni. Esiodo faceva uno marito in XXX anni; a Ligurgo piaceva e' padri in XXXVII; a' nostri moderni pare sia utile sposo ne' XXV anni. A tutti prima che XXV pare che sia dannoso accostare la gioventú volenterosa e fervente a simile opera, ove ella spenga quella vampa e calore della età , piú atto a statuire e confermare sé stessi che a procreare altrui. E anco si vede piú fallace e manco essere vigoroso quel seme nel campo a generare, el quale non sia ben maturo e pieno. Aspettisi adunque la virilità matura e soda.
Indutti ch' e' giovani saranno, opera e consiglio de' vecchi e di tutta la casa, le madri e l'altre antiche congiunte e amiche, le quali persino dall'avola conoscono quasi tutte le vergini della terra di che costume sieno nutrite, queste scelgano tutte le ben nate e bene allevate fanciulle, el quale numero porgano al nuovo che sarà marito. Costui elegga qual piú gli talenta. E' vecchi della casa e tutti e' maggiori non rifiutino alcuna nuora se non quelle le quali seco portino suspizione di scandolo o biasimo. Del resto contenti sé chi arà a contentare lei. Ma faccia costui qual fanno i buoni padri della famiglia i quali vogliono nelle compre piú volte rivedere la possessione prima che fermino alcun patto. In ogni compera e contratto giova informarsi e consigliarsi, domandarne piú e piú persone, e usare ogni diligenza per non avere dipoi a pentersi della compra. Molto piú dovrà essere diligente chi constituirà farsi marito. Costui per mio consiglio essamini, prevegga in piú modi, piú dÃ, qual sia quella di chi e' dovrà essere tutti gli anni suoi marito e compagno. E stiagli l'animo a prendere moglie per due cagioni: la prima per stendersi in figliuoli, l'altra per avere compagnia in tutta la vita ferma e stabile. Però si vuole cercare d'avere donna atta a procreare, grata a esserti perpetua congiunta.
Di qui si dice che nel tôr moglie si cerchi bellezze, parentado e ricchezze. Le bellezze d'un uomo essercitato nell'armi paiono a me, quando egli arà presenza di fiero, membra di forte e atti di destro a tutte le fatiche. Le bellezze d'uno vecchio stimerò siano nella prudenza, amorevolezza e ragione delle sue parole e consigli; e qualunque altra si reputi bellezza in uno vecchio certo sarà molto dissimile a quella d'un giovane cavaliere. Cosà stimo le bellezze in una femmina si possono giudicare non pure ne' vezzi e gentilezza del viso, ma piú nella persona formosa e atta a portare e produrti in copia bellissimi figliuoli. E sono tra le bellezze a una donna in prima richiesti i buon costumi; ché già una barbara, scialacquata, unta e ubriaca poterà nelle fattezze essere formosa, ma sarà mai chi la stimi bella moglie. E' primi costumi in una donna lodatissimi sono modestia e nettezza. Diceva Mario, quel prestantissimo cittadino romano, in quella sua prima conzione al popolo romano: «Alle donne mondezza, all'uomo si conviene fatica». E per certo a me cosà pare sia. Nulla si truova cosà da ogni parte stomacoso quanto una femmina sbardellata e sporca. E quale stolto dubiterà che la donna la quale non si diletti d'essere veduta netta e pulita non ne' panni solo e membra, ma in ogni atto ancora e parole, costei non sarà da riputarla ben costumata? E chi non lo conosce che la donna scostumata rare volte si truova essere onesta? Le donne disoneste quanto sieno dannose alle famiglie sia altro luogo da pensarne e ragionarne, ché io per me non so quale alle famiglie sia maggiore infelicità o tutta la solitudine, o una sola disonesta moglie. Adunque nella sposa prima si cerchi le bellezze dell'animo, cioè costumi e virtú, poi nella persona ci diletti non solo venustà , grazia e vezzi, ma ancora procurisi avere in casa bene complessa moglie a fare figliuoli, ben personata a fargli robusti e grandi. Antico proverbio: «Qual vuoi figliuoli, tal prendi la madre», e ne' begli figliuoli ogni virtú loro sarà maggiore. Notissimo tra i poeti detto: «Gratissima virtú vien d'un bel corpo». Lodano i fisici filosafi che la moglie sia non magra, ma sanza troppo incarco di grassezza, però che queste cosà piene sono di molta frigidezza e oppilazioni gravi, e pigre a concipere. Vogliono ancora sia la donna di natura ben lieta, ben fresca, ben viva di sangue e d'ogni spirito. Né punto a loro dispiace una fanciulla brunetta. Non però accettano le fusche e nere, né amano le piccole, neanche lodano le troppo grandi e troppo svelte. Ben par loro utilissima a procreare molti figliuoli quando ella sia bene istesa, ma insieme molto ampia in tutte le membra. E sempre prepongono l'età fanciullesca per piú loro, dei quali testé non accade dire, rispetti, come a conformarsi insieme massime l'animo. Sono le fanciulle per età pure, per uso non maliziose, per natura vergognose e sanza intera alcuna malizia; con buona affezione presto imprendono, e sanza contumacia seguitano i costumi e voglie del marito. Cosà adunque quanto abbiamo detto si...
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