[Pagina precedente]...sé pecunia quanta e' vogliono. Sono riceuti da fortunati principi, e riceveno da loro. E' ricchi sono accetti a niuno se non quanto patiranno diminuire il suo. E spesso e' dotti fanno ricchi e beati molti altri con suoi ricordi e consigli e con emolumento e acrescimento di grata memoria e fama. Agiugni che l'utile, qual porge la dottrina, sarà per sé maggiore che qualunque premio si possa mai sperare alle nostre fatiche, se ben cavassi tesoro ascoso e inchiuso in qualche muro di casa tua; però che l'oro non potrà essere utile a te, se prima in altri non viene qualche voglia o bisogno pel quale tu commuti l'oro tuo coll'opere e cose sue. La dottrina testé qui mentre che tu la sequiti, e poi sempre quando tu l'arai compresa, sempre sarà tua, utile a te testé e in tutta la vita tua. E quanto vi porrai studio, tanto di presente ti s'accresce per lei felicità , e dì per dì ti si rende più pronta e molto facile. Poi non ti può essere rapita, continuo ti sta in seno, in parte niuna ti dà gravezza, e possedila senza niuna sollecitudine. L'altre cose adoperate scemano: questa una solo, dono agli omini dato da Dio, continuo diventa maggiore e di più pregio trattandola.
Vuolsi adunque con virilità d'animo continuo profferirsi e adoperarsi per acquistar dottrina, cercando, frequentando omini e cose onde tu ritorni a casa più dotto, e vuolsi perseverare in questa assiduità . Oggi benché poco sia quello che tu imparasti, domani saprai quello che tu non sapevi iersera, e in molti dì saprai molte cose, e chi sa molte cose, costui si rende in questo molto superiore agli altri. Reverisconlo e maravigliansi di lui. Seguiamo adunque, giovani, questa utile e degnissima impresa, dedichià nci a questo studio, ma più confermià nci a nulla recusar fatica per esser dì per dì quello che noi non eravamo, e facciam sì che questo dì giovi agli altri giorni che verranno, a noi e a' nostri. Seguiamo cercando sempre ciascuno da sé e pari co' pari e tutti insieme cose ottime e lodate, e perseveriamo e imitando e ottemperando a chi prima le trovò. Nella vita dell'omo lo essercitarsi in qualunque cosa rende la via ad acquistarvi lode e fama ogni dì più aperta, equabile e luminosa. Chi conosce il bene e amalo quanto e' merita, e fra le cose ottime ama le più degne, costui pospone tutte l'altre men degne, e tanto gli diletta quello ch'egli acquista con sua diligenza, quanto e' si vede per questo differente da quello che egli era, e differente da quello che sarebbe sanza questo ornamento. O giovani studiosi, Dio buono, beati voi quando qui e quivi e dirimpetto sederanno mille e mille e più volte mille omini in teatro o in qualche altro publico spettaculo, o giovani, beato a qualunque di voi potrà dire seco: «Qui, fra tanto numero di questi nati omini simili a me, niuno è omo tale a cui merito io volessi potius esser simile che a me, e a quelli che sanno più di me. Tanti che sono belli, tanti che sono agilissimi del corpo e robustissimi, tanti che sono molto fortunati e nati in nobile famiglia, e niun di loro sarà qual non desiderasse che il padre, il fratello fussi simile a me, e sarà niuno che non si gloriasse nominare fra' suoi un simile a me tale qual io mi sia». O gaudio maraviglioso! O incredibile contentamento! O gloriosissima remunerazione agli studi nostri, alle fatiche nostre! Chi non esponesse, non che il sudore, ma più el sangue per asseguirlo! E che monta delle fatiche passate? Oggi tu senti nulla, el premio loro frutterà sino dopo la vita. Adunque, giovani, sequite, come spero farete, investigando e adoperandovi continuo con ogni studio, diligenza, perseveranza in acquistar dottrina, per esser instrutti almeno in quelle cose qual sarebbono mancamento a te nato omo nobile non le sapere. E datevi a conoscere quelle che sono necessarie a chi desideri essere, quanto merita la virtù vostra, pregiato e amato da' nostri cittadini e adoperato in le amministrazione della republica. O Dio, che piacere sarebbe el mio vedervi qui insieme, quando occorresse lassù in senato si trattasse forse di prendere l'arme o di iungere nuove collegazioni o innovar qualche legge e simili: che piacere sarebbe el mio vedervi disputare insieme di quella cosa, e producere vari argomenti, suadendo e dissuadendo questa e quell'altra parte, ed emendar l'un l'altro con carità e grave discurso! Quanto sarebbono questi simili ragionamenti vostri allora più belli che non sono quelli quali fanno molti sedendo pe' muricciuoli! E per mio consiglio fatelo, figlioli, fatelo, essercitatevi in simili cose, eccitate, sollecitate l'uno l'altro, perseverate in questo certame utile e pieno di voluttà con l'animo cupidissimo d'acquistare virtù. Simili preludi vi faranno più dotti e circunspetti a riconoscere le cagioni e ragioni delle cose, e più destri a ordinarle a luoghi e tempi atti, deputati. Sarete indi più pronti, ove accaderà , a profferirle ed esplicarle in publico. E così diventerete quello che molto e molto vale fra la moltitudine: diventerete eloquenti e utili alle cose che succederanno nelle faccende publiche. Credetemi, uno omo eloquente facile farà che gli altri seguano la sentenza sua. E chi ubbidirà a' detti tuoi sarà costui altro in questa parte che suddito dello imperio tuo?
Sarà forse non qui fra voi, quali sete d'ingegno prestante e d'ottimo intelletto, ma fra gli altri giovani chi dirà : «Io conosco e affermo che tu mi dai util consiglio, e non recuserei fatica alcuna per acquistare tanta eccellenza, ma non mi servirebbe lo 'ngegno a queste suttilità , né mi vedo atto a compreendere tanta cosa». A costui risponderei io: «Dimmi, figliuolo, che sai tu quanto tu possa s'tu nollo provi? E se tu ti conosci nell'altre cose non da meno che gli altri ove bisogni adoperare intelletto e discrezione, vedi che questo recusare qui l'acquistar dottrina non sia in te tanto diffidenza inetta quanto timidità puerile e fuga d'affaticarti». Inerzia dannosa, desidia brutta fare come e' fanciugli vezzosi quando la mamma li vuole lavare il capo: gridano e piangono prima che sentano se 'l ranno è freddo o caldo. Escludete da voi questa lentezza e tardità effeminata. Vinca l'animo generoso e virile. Spesso interverrà che 'l disporsi a far le cose laboriose eccita la virtù in noi, e rendeti che tu puoi molto più che tu non credevi. L'omo da natura si è cupidissimo di sapere ogni cosa. Di qui viene che tu e io e gli altri tutti siamo curiosi e cerchiamo intendere etiam le cose levissime, e chi fia questo forestiere, e quanta copia e che ordine fu al convito, e che crucci siano innovati fra Mirzia e chi l'ama, e simili. Con questa cupidità di sapere se la natura non avesse immesso all'omo lo 'ngegno attissimo ad imparare, arebbe errato. Qual cosa chi dicesse, errerebbe lui. Mai in cosa niuna la natura per sé mai errò, mai errerà . Adonque, non inculpar l'ingegno tuo: inculpane la propria desidia e poca cura tua di te stessi. E quanti diventerebbono dotti, se si vergognassero esser gravi a sé e inutili agli altri per la sua ignoranza! Dissi degli studi dovuti alle dottrine. Non so quanto io mi vi satisfeci.
NICCOLÒ. Dirò di me, e così credo affermerà qui Paulo e costoro: queste ragioni adutte da te molto mi dilettorono e persuasero; e così mi pare le dottrine sono molto commode alla vita dell'omo, rendono grande emolumento, non sono difficili a conseguirle, più amano diligenza e perseveranza che fatica. E confesso questo: certo chi sa, costui tanto è differente da chi non sa, quanto da te omo compiuto a quelli che ancora sono fanciulli.
BATTISTA. Dicesti commode, vero, ma sono in prima necessarie. Le dottrine insegnano conoscere il vero dal falso ed eleggere il meglio. Senza questa cognizione e providenza, che differenza faremo noi da uno omo annoso, non dico a un fanciullo, ma da lui non dotto, non perito a una inutilissima bestia? E hanno in sé questo le dottrine, che in la famiglia dove elle furon ricevute, elle perseverano più tempo conservandovi ornamento privato e publico onestamento. Giovani, sequite essercitandovi, leggendo, udendo e' precettori, ragionate insieme e con gli altri studiosi delle cose lodate e utili a vivere bene e beato; disputate ovunche acade insieme cercando il vero, investigando le cagioni e ragioni delle cose, imparando da chi sa, e referendo l'uno all'altro con instituto de accrescere publica utilità alla famiglia vostra. Così asequirete in voi mirabile contentamento, e appresso de' vostri cittadini autorità e preeminenze nulla differente dal vero imperio. Conseque alle dottrine, - e forse sono consimili le cognizioni e perizie delle cose utili e degne, e quelle sono in prima degne qua' sono utili alla patria, come e' dicono in ozio e negozio, - sapere i gesti e provedimenti de' maggiori quali constituirono e acrebbero sì questa sì l'altre republiche, sapere gli ordinamenti e osservanze prescritte e usitate nella terra, sapere e' costumi e reggimenti pubblici e privati delle comunità , e' principi co' quali bisognasse in tempo confederarsi, conoscere le voglie e portamenti de' suoi cittadini utili e inutili al ben publico, e simili. Queste sono cose molto degne a uno omo civile, e molto utili a chi presunse essere moderatore degli altri, e avere perizia di quello che bisogni a reggere e conducere lo essercito e armati per terra e per mare, e avere perizia di quel che giovi a difendere e propulsare ed espugnare inimici e simili. Queste son cose che dà nno a chi le 'ntende molta autorità e reputazione in senato e presso e' principi, questi sono commendati e primari gradi in le faccende publiche. Ma quello che sopra ogn'altra cosa in la vita dell'omo si debba, e in qual bisogna con ogni opera, studio, assiduità continuo essercitarsi per assequirlo, faccenda iocundissima, degnissima, utilissima a te, a' tuoi, sarà la virtù, saranno i buon costumi.
LIBRO II
Levati adonque da desinare, tornammo a sedere a' luoghi nostri presso al foco secondo l'ordine di sopra. Ivi ancora simile come a tavola fra noi sequimmo dicendo e rispondendo a uno e un altro motteggiamento con molta iocundità e festività . Stati così alquanto, Paulo si volge a me, e con quella sua modestia riposata porse la mano e disse: - Or sì, Battista, noi aspettavamo il resto de' ragionamenti tuoi. E questo richiederli ti sia demostrato di quello che noi stimiamo e confessiamo esser in te. E qual sia questo nostro iudizio non accade profferirlo in tua presenza. Tanto basti: se noi non li reputassimo ragionamenti degni, utili, atti a por l'omo in tanta eccellenza che meriti esser pregiato, reverito e amato, noi non ti daremmo questa fatica. Ma so che tu non la negherai a questi giovani, quali ti sono grati quanto figlioli, e anche a noi, a' quali insieme con loro i ricordi tuoi saranno utili e piaceno. Sequita.
BATTISTA. E' ragionamenti delle cose degne sono per sé utili e piaceno di sua natura a chi gli ode, ma più molto dilettano a que' che sono nati per esser omini prestantissimi e rari, come io spero saranno costoro, e molto me ne rallegro. Questo per molti altri loro ottimi costumi, pe' quali e' mi sono cari quanto la vita mia, e massime perché qui li vedo attentissimi; e spero come e' sono parati a intender da me il ben loro, così essi da sé saranno operosissimi in vendicarselo. Da te, Paulo, e da te, Niccolò, omini prudenti, voglio io questa licenza, che senza repetere altri princìpi, senza prefinire altro ordine a questa materia, io, come feci sino a qui, referisca solo quanto di cosa in cosa mi verrà in mente atto a questo ch'io proposi. Non è qui il proposito nostro tenere scola filosofica accurata e da ogni parte circunspetta. Basterammi in questi ragionamenti familiari informare la mente e l'animo nostro con ottimi instituti a essere egregi omini, dissimili da' volgari, ignoranti, indotti, imperiti, inetti; e adatterenci ad acquistare in noi ora per ora principato e moderamento di noi stessi con virtù e buon costumi, onde segua facultà ben reggendoci d'essere primari e superiori agli altri.
Abbiamo a ragionare della virtù e de' costumi. Questi chiamati eloquenti, ...
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