[Pagina precedente]...cciandolo con qualche assiduo essercizio.
La voluttà gioverà non sempre fuggirla. Sarà forse più sicuro fuggir l'insidie dello inimico, ma certo sarà più fortezza el superarlo. Così nelle voluttà , chi sempre le fugge, né mai ardisce trovarsi dove e' provi quanto e' puote e vale, ma come male armato si ritiene e teme troppo el suo pericolo, non acquista laude quanto chi presente vince contrastando. E iterum dico, superar quello che supera molti altri, porta singular gloria. Vincesi con la constanza e continenza. La constanza sente quel suave che porge la voluttà , ma resiste colla sobrietà e collo astenersi, né si lascia muovere da quel proposito e stato virtuoso. La buona continenza e vera temperanza, assuefatta a nulla desiderare quello che mancasse circa le voluttà , e confirmata in modo ch'ella non si lascia commovere alle illecebre e lusinghe delle cose voluttuose, vince e supera, e gode essere in questo insuperabile e sempre vincitore. Fugaremo, adonque, l'ozio, e vinceremo la voluttà . Per ben potere questo, quando l'instituto nostro sia per assimigliarci a' virtuosi e ben costumati, sarà utilissima opera por ben mente a riconoscere noi stessi. Detestabile miseria stimarsi non misero quando e' fia simile a' miseri! Fra' mortali niuno si trova più misero che 'l vizioso. Adonque, bisogna dar modo, se alcun vizio forse latita in noi, che sia ogni dì minore, o almen meno noto agli altri; e se v'è qualche sintilla di virtù, ch'ella accresca tuttora eccitandola. Se si potesse, mai si vorrebbe restar d'adoperar l'ingegno. L'opere dello ingegno e intelletto hanno in sé molta parte di divinità , né sono la notte in ombra minori che il dì col sole: sempre occorreno e segueno pronte quanto la ragion le chiede. Almeno quel tempo che ti concedono l'altre cure e opere necessarie alla vita, sarà con grande emolumento usurparlo e adoperarlo in quello che in te può l'ingegno tuo. Niuna cosa più atta, più conveniente ad acquistar virtù e buoni costumi, quanto assiduo leggere dotti scrittori antiqui. Tu ascolti con voluttà chi ragiona spesso di cose frivole e di niun pregio. Da costui, con chi tu ragioni leggendo, udirai continuo cose rare, degne, escogitate, emendate, iocunde, utili; e spesso ti dirà cose molto necessarie a te, qual tu mai udisti da' tuoi maggiori e precettori, onde tu poi ne sarai tutto il resto della vita tua più culto, più onorato, più beato. Un vostro noto e amato da voi, benché assiduo occupato a cose degne e rare, mai lo vediate ora del dì ozioso, pur per vendicarsi più frutto del viver suo e del tempo, ogni sera, prima che si colchi, tanto legge mezzo spogliato qualche storia o qualche poeta, quanto arde certa candela di cera diputato a quello studio. E' Pittagorici filosofi soleano, prima che dormissero, componere la mente sua a quiete con qualche armonia musica. Non è men iocunda né men suave questa nostra lezione a costui, che fusse a coloro quel suono musico; ma questa resta più utile. Quelli dormeno senza agitazion di mente col sonno profondo e quieto: questo ancora dormendo agita in sé cose onestissime e utilissime al vivere, e pertanto più vive, e spesso dormendo come più soluto, meno distratto vede cose degnissime quali e' molto cercò prima vigilando. Mai quanto sia in noi si vuole restare d'adoperarsi collo ingegno, colla memoria, collo studio, con dar di te commodità , essemplo, utilità a que' che sono, a que' che verranno. E bisogna aversi persuaso e al tutto confirmato in animo che ogni tempo sia perduto eccetto quello qual tu adoperi in farti migliore, più dotto, più grato, più utile agli altri, con più virtù. La virtù non è altro che summa e supprema bontà : el desiderio d'essere virtuoso importa in noi vera bontà . Questo medesimo studio sarà quello che ti renderà ottimo e felicissimo. Ma perché sempre non si può essercitare lo ingegno, non biasimaremo però chi forse darà opera a qualche cosa grata a sé e onesta qualche volta, come forse fabricare qualche instrumento matematico, componere qualche macchina utile alla republica nelle espedizione campestre, in mare, e simili, o essercitarsi coll'arme, pure che tu adoperi questo dì in qualche cosa lodata o almeno nulla biasimata.
Insumma, circa queste nostre operazione private e' savi dedero alcuni ricordi molto utili: dissero che sempre si preponessero le cose più degne alle men degne; mai si posponessero le cose più necessarie alle men necessarie; e nulla più grato e utile che fosse, mai si stimasse quanto la onestà . La onestà dobbiamo amarla, l'utile non lo perdere; alla necessità mal si può non ottemperarli. Qual siano le cose necessarie, le dimostra la ragione del vivere. Non troverrete che alcuna cosa sia necessaria qual non sia utile a quel suo fine; e quel fine, qual non abbia in sé onestà , non può essere all'omo prudente mai utile o da volerlo. Chi per cupidità d'imparare quello che non sa, abandonasse il padre e gli altri suoi impotenti e destituti, sarebbe impio, inumano. L'omo nacque per essere utile all'omo. E tante arte fra gli omini a che sono? Solo per servire agli omini. E biasimarebbono e' savi chi ponesse nelle cose poco necessarie e molto faticose tempo, studio e assiduità , come chi con assidua meditazione e lunghe vigilie, ostinato al tutto e pervicace, volesse intendere certi tardissimi moti del cielo non ancora ben conosciuti, o volesse pure esplicare con certo numero la vera quadratura del circulo. E molto più biasimerebbero chi ponesse ogni opera e industria in cose non certe e di sua natura a' mortali non concesse, come sono quelli che stimano e cercano potere trasmutare e' metalli ad altra più depurata e dissimile sustanza. E nelle voglie benché possibili e ancora utili e ancora oneste, ripreenderebbono chi con troppo ardente fervore quasi le volesse precipitare, più che con debito modo condurle a fine. Chi prima con riguardo, qual debba el prudente omo, principiò le cose, costui facile colla diligenza e col perseverare le conducerà a buon fine. Ma come bisogna che ogni nostra operazione s'intrapreenda con circunspezione e senza temerità , e conducasi con attenzione e ordinato successo, senza negligenza, così conviene che alle faccende nostre la ragione moderi e' grandi impeti delle voglie nostre. Ma non però lodarò chi nelle cose sarà più rattenuto e timoroso che non li bisogni. Le cose principiate con ragione si vogliono condurre con prontezza, e finirle con fermezza d'animo e virilità . Circa le private nostre operazioni forse pensandovi mi soverrebbe ancora materia onde io più a pieno mi satisfarei. E posso credere che voi aspettavi da me, in quello ch'io recitai, ordine più accurato. Ma dicendo pareva a me che le cose quali mi occorreano fussero per sé sì degne ch'elle dovessero in qualunque modo dette assai piacervi. Se così è, sta bene.
PAULO. Furono certo degnissime, e chi richiedesse qui o più copia o migliore ordine, errerebbe. Tu preponesti le differenze delle nostre operazioni e secondo il fine e secondo la natura loro, ed esplicasti come, sendo la vita dell'omo ben retta non altro che continuata operazione buona in cose buone e degne, si conviene a chi vuol ben meritare del viver suo e ben fruttare el tempo, mai cessare de adoperarsi essercitando in prima l'animo, qual nulla può essere disciolto da tanto frutto del vivere; ultimo, agiungesti qual ragione e modo sia condecente a questa nostra operazione. Piacqueci e lodià nti. Sequita.
BATTISTA. Dicemmo delle operazioni nostre private. Sequita referire delle operazioni qual noi chiamiamo communi operazioni. Diremo adonque, circa le conversazioni degli altri, quali siano le richieste e lodate operazioni de' buoni e ben costumati. Ma prima interponerò quello che ora qui mi torna in mente, e parmi atto a' ragionamenti passati, e ancora non alieno da questi che ora sequivano; e sarà questo ch'io referirò quasi come suco espresso da tutti e' prossimi ragionamenti passati. Dicono e' savi: distribuisci il tempo atto e decente alle operazioni qual tu ben consigliato intrapreendesti, e in quel tempo dùravi quanto fatica vi bisogna; e reggi quella fatica con tolleranza, e questa tolleranza raffermala con fortitudine d'animo e constanza virile; e questa constanza moderala con buon reggimento, e in tutta la tua operazione dirizza el pensiere, el consiglio, lo instituto tuo sempre ad onestà ; e in questo consiglio non ti confidare dello ingegno e discurso tuo più che del iudizio de' tuoi benivoli e coniunti, massime esperti e dotti in quella cosa qual tu tratti, però che con loro raro ti sequirà che tu poi ti penta. Non par verisimile che 'l iudizio di più omini periti e buoni sia fallace. Ma dal consiglio di te solo facile potrebbe avvenire che in tempo scorgeresti quello che in prima tu non vedevi. Agiugni che della emendazione degli amici arai utilità , e dalla comprobazione loro arai gaudio, e confirmerassi el voler tuo con migliore speranza e con più certa espettazione. E prima si vuole esporsi che tutte le nostre opere, di qualunque natura elle per sé siano, sempre pretendano ad assequire el fine dovuto a chi s'adopera in bene. Assequiremolo con quelle cose per quali tu diventi virtuoso. Virtù qui sarà ogni operazione e confirmata disposizione d'animo pronto, volonteroso, essercitato in far cose buone e farle bene e in modo che tu ne sia lodato. Giovani, le virtù vostre piaceno a costoro, e a me sono gratissime più che qualunque cosa quale io potessi mai desiderare. E simile e' vostri gesti, e' vostri buoni costumi e bontà piaceranno a chi le conoscerà essere in voi, massime quando lui sia, qual sete voi, buono e amatore della virtù. Al musico deletta udire un buon musico. Al pittore piace vedere una ben diffinita pittura. A ciascuno rende voluttà la perfezione di quelle cose quale ello ama. La virtù in te studioso e vero bono omo sta in te conceputa e parata non come cosa impóstavi e collocata, ma come innata sanità e vita in un corpo animato e per essa ben fermo e valido. E tu, qual sia questa virtù integra, fatto virtuoso, certo lo senti e conosci, e come cosa degnissima e divina tu merito l'ami, e tanto gli porti affezione quanto ella a niuno può essere più nota e pertanto più cara che a te. Agli altri vien grato in te quello che credono essere in te non fittizio da farne stima. Tu vero ami quello in te qual tu sai che merita essere molto amato e adorato, e godine. Questo incredibile piacere e contentamento tuo in te ti rende curioso osservatore di quello che ti fa vivere lieto e sufficiente a te stessi. Indi accresce questo divino bene a te d'ora in ora più perfetto, e quanto e' sarà maggiore, tanta più te ne sequita incredibile voluttà . O figliuoli, questa compiuta e divina beatitudine quale tu virtuoso contribuisci a te stessi facendo bene e adoperandoti in virtù, potrò io chiamarla altro che summa felicità ? Dio ottimo essaudisca el desiderio mio e la espettazione mia, quanto io spero vedervi per simili vostre operazioni e costumi e virtù fatti felicissimi!
El fine delle operazioni nostre civili, quali appartengono alla comunione e società degli altri omini, dicemmo ch'era buona grazia e fama. La buona fama tua credo io sia opinione publica e voce di te che tu sia omo buono, ed è quasi ministro della buona grazia. Certa parte della buona grazia viene imposta dalla natura nella effigie, lineamenti e forma del corpo, onde aviene che t'agrada mirare una bella criatura. Questa, bench'ella sia caduca e fragile, ella pur giova. Ma noi cerchiamo cosa più constante e più per sé sufficiente. Se a voi giovani non paresse degna d'essere amata fra 'l numero delle fanciulle se non solo quella qual fusse ben bionda e ben sucosa, l'altre tutte sarebbon nate misere. Ma come lo splendore in una gemma viene dalla depurata sua perfezione, così voi dall'animo puro, buono, in qual sia niuna macula di vizi, niuna fèce di brutti costumi, spesso vedete risplendere certa cosa divina, quale alletta e trae e vince a farsi amare e reverire. E chi dubita che la bellezza dell'animo tanto più sarà atta e accomodata a movere gli animi di questi altri, ...
[Pagina successiva]