[Pagina precedente]...emo, madama, che la bontà della contessa non le faccia prendere abbaglio riguardo a cotesta mia fortuna!
CONTESSA Il cavalier Falconi.
ADELE Ho sentito molto parlare dei cavalli del signore.
FALCONI Grazie... pei miei cavalli che mi procurano l'onore di esser conosciuto da lei!
ADELE È una riputazione brillante per uno sportsman. E quando avrò un cavallo bisbetico da ridurre al dovere saprò a chi rivolgermi.
FALCONI Madama! Ella con uno sguardo ammanserebbe un orso!
ADELE (con significazione). Non vorrei provarmi. Tanto più che gli orsi non hanno spirito Il commendatore Gaudenti senza dubbio?
GAUDENTI Servitor suo e di queste gentili dame!
ADELE (piano alla contessa guardando colla lente Alberto che se ne sta alquanto in disparte). E quel signore?
CONTESSA (presentandolo). Il signor Giliotti. (Adele ed Alberto s'inchinano).
ADELE (sottovoce al cavaliere). Che cos'è quel signore?
FALCONI (sottovoce). È l'orso di cui parlavamo.
ADELE (c.s. sorridendo). Davvero... (Esamina a lungo Alberto, poi fa un lieve movimento di spalle e domanda sottovoce alla contessa). Che cos'è il signor Giliotti?
CONTESSA (piano). È un poeta.
ADELE (c.s. con un sorriso). Ah!... Avrei dovuto indovinarlo!
FALCONI (sottovoce a Lucrezia). Troviamoci nella serra, nel tempo che andranno via tutti (parte dal viale a destra procurando di non farsi scorgere).
CONTESSA Signor Giliotti, vogliamo aprire la marcia? (Alberto le dà il braccio).
LUCREZIA (con vivacità infantile). Ah! la bella farfalla! (parte correndo come se inseguisse una farfalla).
CONTESSA (guardandosi attorno e vedendo che il Falconi è scomparso anche lui, con ironia). Quella cara pazzarella! Commendatore, ella mi sarà gratissimo della fortuna che le procuro! (accennandogli di dare il braccio alla Landi).
SIG.RA MERELLI (afferrando con vivacità il braccio di Gaudenti). Ma commendatore! Avete lasciato correr sola la mia bambina!
GAUDENTI (imbarazzatissimo alla Landi). Egregia signora!... faccio le mie scuse! (alla Merelli). Andiamoci assieme; la troveremo senza dubbio nella sala da pranzo.
ADELE Oh, senza complimenti. Siamo in campagna (via).
SIG.RA MERELLI (piano al commendatore). Signore! voi vi compromettete (vanno).
CONTESSA (ironica). Mio caro Paolo, ecco una magnifica occasione per fare la corte alla vostra fidanzata. Correte dietro alle farfalle... come il cavaliere. (via con Alberto).
SCENA XIV
Paolo, indi Tonio, poi Lucrezia.
PAOLO (mentre sta per avviarsi anche lui, al passare vicino ai vetri della serra ascolta con sorpresa). La voce di Lucrezia!
LUCREZIA (dentro la serra). Non lo voglio e non lo voglio! Non l'amo ecco!... Non basta stimarlo!... Mi avete promesso tante volte di domandare la mia mano!... Che aspettate altro?... Cattivo!
FALCONI (dentro la serra). Ohimè!... per ora non posso, ve l'ho pur detto! Ma vi proverò che il mio amore arriva sino all'eroismo!... Sì, mi sacrificherò alla vostra felicità ... Sposate il signor Avellini... Siate felice anche con un altro!... Io sono amico del signor Avellini assisterò alla felicità di lui tutti i giorni... ma non cesserò mai di amarvi!
TONIO (a Paolo). Signore è in tavola (via).
LUCREZIA (di dentro). Oh, Dio! C'è gente! (uscendo e vedendo Avellini). Ah!! (si cela il viso fra le mani).
PAOLO (freddamente, offrendole il braccio). Andiamo a tavola, madamigella.
ATTO SECONDO
Salotto in casa della Landi. In fondo una galleria che mette dalla destra all'anticamera e dalla sinistra alla sala da ballo. A destra l'appartamento di Adele; a sinistra le altre sale. Lumi e fiori dappertutto.
SCENA I
Il cavalier Falconi dalla destra. La contessa Baglini dal fondo; Adele andandole incontro.
CONTESSA Giungo tardi!
ADELE Grazie, contessa, di esser venuta, ancorché tardi.
CONTESSA (avanzandosi e salutando in aria motteggiatrice il Falconi). Cavaliere!... Che fortuna! Ma io v'incontro sempre sui miei passi!
FALCONI (con galanteria). Non è colpa vostra, madama, giacché da otto giorni procurate sempre di rivolgere altrove i vostri passi.
CONTESSA E perché dovrei essere in collera con voi? Avreste qualche colpa sulla coscienza? (ironica e con accento significativo). (ad Adele) Ma questa è una festa, non un semplice the danzante! Una festa incantevole! Quanti bei fiori! Che bijou di salotto! Madama, il suo è un soggiorno da fate!
ADELE (con grazia). In questo momento lo credo anch'io giacché le fate son venute a trovarmi.
FALCONI Si può dire che vi si hanno dato rendez-vous.
CONTESSA (ironica). Badate, cavaliere! Le mie amiche dicono che l'adulazione mi ha guastata.
ADELE In compenso però i suoi amici vorranno provarle il contrario.
CONTESSA Dio mio, è naturale! Resta poi a vedere chi abbia ragione dei due.
FALCONI Gli amici di sicuro, poiché sono di sesso diverso.
CONTESSA Non è una buona ragione neanche quella. Gli amici non saranno invidiosi, ma potrebbero essere bugiardi (sorridendo ma con significazione al Falconi).
FALCONI Non apro più bocca. Mi accorgo che non ne indovino una.
ADELE Sarebbe incredula, contessa?
CONTESSA Sì e no! Da otto giorni in qua, per esempio, credo meno agli omaggi che alle tacite e misteriose adorazioni... di cui avrei riso... È bizzarra! (con significazione) Ho visto un miracolo! L'amore più cieco, più ardente che nasconde gelosamente le minime sue manifestazioni. Il delirio della passione che si maschera d'indifferenza. Ho visto un giovane che corre dietro al suo sogno, al suo ideale da Milano a Firenze e da Firenze a Livorno senza cercare di farsi conoscere, senza chiederle un'occhiata o una parola... Un amore da pazzo, sì, perché noi non abbiamo altra parola per dinotare questa sublime aberrazione dell'anima che si pasce delle sue febbri, dei suoi sogni, e dei suoi palpiti, che passa le notti sotto le finestre della donna amata per vedere soltanto l'ombra di lei passare dietro le cortine... Ma da una settimana in qua sarei tentata di credere piuttosto all'amore di un uomo che mi amasse in tal istrana guisa che non a quello di un galante che mi assediasse con mille proteste prese al formulario della galanteria (al Falconi con sorriso sarcastico, mentre vuol sembrare leggero). Per carità non badate alla mia supposizione, ché non mi conosco tali meriti da permettermi una simile ambizione!
ADELE È strano.
CONTESSA Sì, è strano, come tutto ciò che è poesia. Ma qualche volta bisogna credere alla poesia se non altro perché non è prosa... Ci credo anch'io!... e non sono delle fortunate!
ADELE Ah! la poesia! (con sorriso d'incredulità )
CONTESSA Ah! i poeti!
ADELE (collo stesso ingenuo e spensierato sorriso). Credo d'indovinare...
CONTESSA Voglio essere discreta!
ADELE E l'ideale, il sogno, la dea incognita? (c.s.).
CONTESSA (con sardonica aria di discrezione). Ah! davvero, voglio essere discreta!
ADELE (c.s.). Per un sogno!
FALCONI Una pazzia addirittura!
CONTESSA (c.s.). Eh! sogni di sonnamboli che possono avere le loro conseguenze.
ADELE (ridendo). Ah!
CONTESSA Non crede ai sonnamboli, madama? (c.s.).
ADELE Non bisogna mai creder nulla sulla parola: né i falsi entusiasmi, né le tacite e misteriose adorazioni.
CONTESSA (con doppio senso). Quello che dite potrebbe essere una crudeltà ...
ADELE (vivamente e con dignità ), Per chi?
CONTESSA (c.s.). Per nessuno e per tutti. Una bella signora fa senza saperlo la felicità o la disperazione di cento sconosciuti. con un sorriso o una parola che per essa non hanno alcuno indirizzo né alcun secondo fine.
ADELE (con grazia). Contessa, a sua volta ella adopera la più pericolosa delle adulazioni: quella che è più delicata.
CONTESSA (con grazia ed un sorriso significativo). Non ho che una scusa, madama: io non le ho fatto mai il torto di dubitare neppure un istante della sua penetrazione.
ADELE (seccamente e con dignità ). Le assicuro che non ho nulla penetrato... come non mi pare che ci sia nulla da penetrare. (con grazia) Del resto ella non mi ha detto il nome dei sonnamboli... ed io non mi curo di conoscerlo.
CONTESSA (c.s.). Perdoni, signora... Ma capirà benissimo che in argomenti così delicati la discrezione è un dovere... (come per cambiare discorso, con altro tono, ma, con raddoppiamento di sarcasmo) Ma il signor Giliotti?... È un pezzo che non lo vedo! Verrà alla sua festa?
ADELE (con dignità ). Perché mi fa questa domanda, contessa?
CONTESSA Il signor Giliotti è poeta e di codesto sonnambolismo potrebbe dircene forse qualche cosa.
ADELE Ah!... Il signor Giliotti ha dimenticato di lasciarmi la sua carta da visita... e non conoscendo il suo indirizzo non ho potuto avere la fortuna d'invitarlo (con dignità ).
CONTESSA Oooh!... (ironica).
ADELE Perché tanta sorpresa?
CONTESSA Il signor Giliotti è così perfetto gentiluomo!... e quest'oblio degli usi sociali... tanto straordinario!...
ADELE Che vuole?... Una dimenticanza è tanto facile e scusabile... in questi tempi di bagni e di divertimenti... Tant'è bisogna rassegnarsi: il signor Giliotti non potrà spiegarle la sua teoria del sonnambolismo.
CONTESSA Meglio così. Simili malattie del cuore vanno curate col sistema omeopatico.
FALCONI Quando non si curano all'ospedale dei matti.
CONTESSA (con ironia). Sapete il proverbio, cavaliere: Tutti i matti non sono all'ospedale!... Ma, a proposito di matti, sciorinateci il vostro resoconto galante della giornata.
FALCONI È poverissimo... all'infuori di un meschino duello, di una sfida corsa l'altra sera al Ricasoli. Il termometro dell'highe-life segna il bel tempo stabile, ch'è quanto dire la noia a 20 gradi Reamur.
ADELE Ma mi pare che sia abbastanza!... e anche troppo! Un duello!... Vuol dire una riputazione compromessa, forse, e del sangue sparso!
FALCONI (con fatuità ). Oh, nulla! Proprio nulla! Una bazzecola!
CONTESSA Infatti si parla di uno scandalo, e quel che più mi rincresce, avvenuto nel mio giardino, il dì che ebbi il piacere di riunire alcuni amici in casa mia, a Montenero... Non so bene... Si diceva di un colloquio interrotto... di una sorpresa... di una signora orribilmente compromessa... Ma Dio! come si diventa maligni a questo mondo!... E tutto ciò con tale insistenza e tali particolari che avrei dovuto crederci anch'io... (guardando con significazione il Falconi) se non avessi avuto delle prove in contrario.
FALCONI Oh, contessa, è naturalissimo. Il vostro giardino è il boschetto di Armida, e così, per dare al quadro il colore locale ci avranno ricamate su le ninfe... coi relativi tête-a-tête.
CONTESSA Ecco, madama, il solo poeta di cui io debba contentarmi!
ADELE E probabilmente la conseguenza di tutto questo sarà una persona disonorata ed un'altra uccisa!... Conveniamone, signori, che per un cicaleccio di buona società è una cattiva azione.
CONTESSA (con ironico doppio senso). Oh, madama! Quei signori quasi quasi ci direbbero che nella menzogna più assurda c'è sempre qualche cosa di vero, e che la calunnia perché si attacchi bisogna che trovi un appicco... Del resto la società dei bagni si annoia; non è vero, cavaliere? Il termometro dell'highe-life segna lo sbadiglio, e un cavaliere che si rispetti, che conosca appena appena il suo mestiere deve avere sulla punta delle dita la cronaca degli scandali. E la vostra, cavaliere?
FALCONI Nemmeno il più meschino scandalo. Il termometro vuole avere ragione per forza.
CONTESSA (con ironia). Chissà ! Mettetelo all'ombra di un viale coperto... o dietro i vetri di una serra... e forse avrà torto.
FALCONI Potrebbe esser guasto e mentire.
CONTESSA No, no: quel povero strumento non ha abbastanza spirito per dire una bugia: anzi spesso vien confermato dagli sforzi che si fanno per ismentirlo... Che so io... una lettera... delle scuse che nessuno si sognava di chiedere e che valgono la confessione di un tono... (il cavaliere fa un movimento). E allora io do ragione al termometro. Confessate mio caro, che è un utilissimo strumento, e se si potesse consultare sempre (con accento significativo ma senza esagerazione) chissà se non servirebbe a prevenire certe infermità ridicole e pericolose... (ridendo con leggerezza). E il medico non avrebbe bisogno di tastare il polso.
FALCONI (imbarazzato ma ce...
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