[Pagina precedente]...he io darei tutto il mio sangue per affogare ogni calunnia possibile? Ebbene!... Bisogna che io mi batta con quell'uomo!
ADELE Perché?
ALBERTO Non lo so!... L'odio! Lo detesto! Bisogna che io l'uccida o ch'egli mi ammazzi!
ADELE Ahimè! È uno schermidore di prima forza!
ALBERTO Che m'importa! Se potrò comunicare il mio odio alla mia spada troverò la via del suo cuore!
ADELE Vi ucciderà !
ALBERTO Che m'importa! Io l'odio!
ADELE (commossa). E se questo sangue fosse un rimorso per quella donna causa innocente del delitto?
ALBERTO Un rimorso!! (esitando) Tanto meglio! È un ricordo che vale la vita di un uomo!
ADELE (c.s.). Ebbene no! Io non voglio! Io non voglio! Oh, signore, ascoltatemi, per tutto quello che avete di più sacro! Rinunziate a questo duello... e partite!
ALBERTO Partire!... e perché?
ADELE Perché... Bisogna dirvi tutto!... Perché voi mi fate un gran male!... Oh, no!... è la mia sciagurata posizione!... è la mia sventura!... è la viltà del mondo!... Sì, il mondo ch'è sciocco e maligno, il mondo che si pasce di pettegolezzi e di scandali ha raccolto con cura gelosa cento particolari che passerebbero inosservati se non fossero preziosi per la sua malignità !... (animandosi grado a grado con amara ironia). Stasera... un'amica... fra un sorriso e una stretta di mano mi parlava di un uomo... che passa le notti sotto le mie finestre... Ebbene, il mondo sorriderà nel ripetere la notizia... come sorrideva la mia amica!... Soltanto non si curerà di nascondere i denti con cui lacera tutto quello che c'è di più delicato nella donna... e aggiungerà che se quest'uomo ha seguita questa donna da Milano a Firenze non sarà senza una ragione... anzi c'è tutto a scommettere che egli non perda il suo tempo!...
ALBERTO (con impeto). Il mondo è vile!
ADELE (con dignità ). Lo so!... Ma il mondo è forte della sua viltà , si nasconde dietro quella nebbia che si chiama voce pubblica ed ha una logica terribile!
ALBERTO (dopo aver esitato). Ebbene... gli si dica che quest'uomo è pazzo... gli si dica che è un poeta!... Il mondo si vendicherà col ridicolo della maldicenza che gli sfugge.
ADELE (stendendogli la mano). Signore!... Ella mi ha fatto un gran male senza saperlo... ma nello stesso tempo mi ha dato prova della sua lealtà !... Signore! Io sono una povera orfana. Da bambina ho provato tutti i mali di questo triste isolamento... Ho molto sofferto, ho pianto molto!... Non ho avuto altro conforto, altro amore che questa arte che forma il mio orgoglio ma è per me un altro motivo di debolezza. Son sola, sono artista, l'ultimo imbecille si crede in diritto d'insultarmi col suo oro!... Ecco quello che sono, signore! Sono stimata meno di una donna e la mia riputazione dev'essere al di sopra di quella di una duchessa!... Oh, signore!... è ben triste! non è vero?... ma è così!... Dica a quell'uomo che sia generoso... che parta... che abbandoni Livorno... Ci sarà una donna che lo ringrazierà da lontano... se ciò gli costerà qualche sacrificio!
ALBERTO (alzandosi bruscamente, ma risoluto). Partirà , signora!... Addio!
ADELE (lo segue collo sguardo, esitante, commossa). Signore!
ALBERTO (volgendosi, anch'egli assai commosso). Che volete dippiù, signora?
ADELE Voglio che mi perdoniate le parole di poco fa... e che ci lasciamo amici!...
ALBERTO Se c'è qualcuno che ha bisogno di esser perdonato son io!... Non ho che una parola di giustificazione: son poeta... son matto!... Ho qui nel petto questa lebbra che ci rode e ci rende miserando spettacolo al vulgo degli scioperati!... Se vi ho fatto del male accusatene questa follia che ha la stranezza di adorare alla sua maniera e di bruciare l'incenso alla sua divinità senza curarsi del mondo!... Accusatene questa febbre che mi arde le vene, questa larva che mi abbacina gli occhi, questo delirio che sconvolge la mia ragione! Accusatene voi, il giorno in cui vi vidi, questo istante in cui vi sto dinanzi! Accusatene i miei occhi che vi vedono, la vostra voce che mi parla, il mio cuore che divora la vostra bellezza da tutti i sensi del mio corpo! (amaramente) È un'infermità ! una terribile infermità !... Bisogna guarirne e partire.
ADELE (commossa, esitante), Quando partirete?
ALBERTO Domani, col primo treno.
ADELE (c.s.). Dove andrete?...
ALBERTO Non lo so.
ADELE (con crescente commozione). Ci rivedremo?
ALBERTO Forse.
ADELE (c.s.). Saremo amici?
ALBERTO No.
ADELE Perché?
ALBERTO Non potrei che odiarvi se non posso amarvi. Addio!
ADELE (come fuori di sé, quand'egli è sulla soglia). Signore... Non mi lasciate così, signore! (pausa - indi avvicinandosi lentamente ad Alberto colle lagrime agli occhi). Siete cattivo, signore!... Vi ho domandato il vostro perdono... e voi mi lasciate in collera!...
ALBERTO Io!... Dio mio!
ADELE Ma se il mondo avesse torto?... Se il mondo fosse troppo meschino per giudicarci e condannarci?... e allora perché tanti dolorosi sacrifici di cuore?...
ALBERTO (commosso). Ah! voi dubitate di questo famoso giudizio del mondo?!...
ADELE (con incantevole abbandono). Adesso... sì!...
ALBERTO (con entusiasmo). E credete che ci sia una felicità al di sopra della sua condanna?!...
ADELE (dandogli le mani con abbandono). Ho bisogno di crederci!
ATTO TERZO
Giardino invernale pieno di luci e di colori.
SCENA I
Alberto dalla destra, Adele dalla sinistra.
ALBERTO M'avete fatto chiamare?
ADELE Sì. Ho visto aprire le vostre finestre che ancora non era giorno, e desideravo vedervi prima che foste uscito.
ALBERTO Che! Levata a quell'ora!... Ma voi ammalerete, Adele!... Quale pazzia?
ADELE (con grazia un po' amara). Non me la rimproverate, Alberto!... Perché c'è stato un tempo quando di tali pazzie ne abbiamo fatto insieme!... (cambiando discorso con uno sforzo penoso, ma con grazia). Ma voi non mi avete dato il buongiorno, signore!
ALBERTO (badandola in fronte ma con freddezza). Ecco!
ADELE Non sedete un momento? Avete fretta?
ALBERTO (freddo e pensieroso). Oh... no...
ADELE Abuso del vostro tempo?
ALBERTO (c.s.). Oh... tutt'altro!... Voi lo sapete.
ADELE (con grazia e passione). Sono forse esigente!... Bisogna perdonarmi... Che volete... mi avete avvezzata così male!... (ravviandogli i capelli). Come siete diventato, Alberto!... Voi trascurate orribilmente i vostri capelli... i vostri vestiti...
ALBERTO (c.s.). Davvero?...
ADELE Sì, proprio!... Non vi si riconosce più!... Non pensate che alla caccia... e andar fuori... a divertirvi...
ALBERTO (come uomo mortalmente annoiato) Se sapeste come mi diverto, Adele!
ADELE (con segreta amarezza). Vi annoiate?
ALBERTO (c.s.). Oh!... assai!... (riprendendosi). All'infuori di quando sono presso di voi.
ADELE (vivamente e con grazia). Chi vi manda via signore?
ALBERTO (imbarazzato). Ah, temo di annoiare anche voi.
ADELE (con amarezza mal repressa). Oh! quanti timori!... (rimettendosi, con grazia). Ma sapete, signore, che io son gelosa dei divertimenti che vi procurate senza di me!... Oh, dico per ischerzo, sai!... Che hai fatto ieri? (prendendogli le mani).
ALBERTO (freddo). Una visita al podere di uno dei nostri amici.
ADELE Tornasti assai tardi.
ALBERTO È vero.
ADELE Dopo le due.
ALBERTO Come lo sai?
ADELE (con grazia). Ero lì ad aspettare.
ALBERTO (con mal dissimulato dispetto). Un'altra bambinata!
ADELE (con amarezza). Ah!... bambinata!
ALBERTO (c.s.). Perché darvi la noia di aspettarmi?
ADELE (c.s.). Ma io non mi annoio aspettandovi, signore!
ALBERTO (c.s.). Questo è un modo indiretto di rimproverarmi la mia tardanza... e un uomo di cuore...
ADELE (con amarezza). Ah!... giacché voi avete cuore!... vi ricorderete che io non vi ho mai detto una sola parola... (riprendendosi e con affetto). Ho avuto torto... ma non sai... Non è mia colpa... La notte, prima che oda rinchiudere il cancello... prima che oda il tuo passo nel viale... mi sembra che mi manchi qualche cosa... e non posso dormire... (con grazia affettuosa).
ALBERTO Permettetemi di dirvelo, mia cara, questa è un'affezione che somiglia alla tirannia...
ADELE Oh!!!
ALBERTO (rimettendosi e stringendole la mano). Perdonatemi, Adele!... Sapete che qualche volta sono così fuori di me!... Ho tanti pensieri, tanti fastidi pel capo!...
ADELE Perché non confidarmeli?
ALBERTO Che potreste farci?
ADELE Un tempo vi era di conforto soltanto il confidarmeli!
ALBERTO Ma lo so io stesso?... tante esigenze della vita!... Bisogna pure ricordarsi che al di fuori di questa casa c'è un mondo con altre leggi ed altre esigenze!...
ADELE Io son più fortunata di voi, giacché il mio mondo finisce al cancello del giardino; è tutto qui!
ALBERTO Però converrete, amica mia... che anche un paradiso a lungo andare... e lo star sempre in campagna... stanca orribilmente!...
ADELE Siete stanco?
ALBERTO (imbarazzato)... Di star in villa... sì.
ADELE Dicevate di volerci passare la vita!
ALBERTO Pazzie!
ADELE Ah!...
ALBERTO Che avete?...
ADELE Nulla!... E quando volete partire?
ALBERTO Ma quando vorrete. Sapete bene che non ho altra volontà che la vostra.
ADELE Che faremo? Dove andremo?
ALBERTO Non lo so... Dove vanno tutti... Faremo quello che fanno gli altri... Purché si cambi!
ADELE Ah!
ALBERTO Mio Dio! perdonatemi, Adele! Sono orribilmente noioso oggi!... Perdonatemi! è perché sono orribilmente annoiato!
ADELE Di me?...
ALBERTO Oh, no!
ADELE Ebbene! Facciamo i nostri castelli in aria per quest'inverno onde distrarvi (prendendogli le mani con grazia ed affetto; vedendolo che osserva l'orologio, con amarezza). Che ore sono?
ALBERTO Le otto.
ADELE Il vostro appuntamento è per le otto?
ALBERTO Sì.
ADELE Andate a caccia?
ALBERTO Sì.
ADELE Sarete in molti?
ALBERTO Non molti; i nostri vicini di villeggiatura soltanto: Paolo, il commendatore Gaudenti, e il cavalier Falconi.
ADELE Ah!... anche il cavaliere?
ALBERTO Che volete, il cavaliere è fatto di quella gomma elastica di uomo di buona società che si adatta a tutte le situazioni più scabrose ed è impenetrabile a tutte le ingiurie. La prima volta che ci siamo incontrati il cavaliere mi ha steso la mano come se nulla fosse stato. Non c'è verso di schiaffeggiare un uomo che vi disarma col sorriso.
ADELE E le loro signore?
ALBERTO Verranno anch'esse a raggiungerci laggiù, presso la crocevia che è il nostro ritrovo di caccia... (imbarazzato). Non vi ho pregato di venirci anche voi perché so che sarebbe stato inutile... Vivete così ritirata!...
ADELE (reprimendo un sospiro). Infatti...
ALBERTO (dopo una pausa imbarazzante, esitante e commosso). Se ho avuto torto perdonatemi!
ADELE No, no mio buon Alberto!... Voi non avete torto... anzi vi son grata della delicatezza con cui cercate di risparmiarmi tutte le umiliazioni che colpiscono la mia posizione... Questa posizione io la conosco; l'ho accettata con tutte le prove e le amarezze che l'accompagnano... (stendendogli le mani) e non me ne pento!
ALBERTO (baciandole la mano). Grazie, Adele!
ADELE (vivamente, mettendogli le mani sulla bocca). Oh, no!... Non mi dire questo, per carità !... Tu non sai quanto male mi faccia!
ALBERTO Che?...
ADELE (come lasciandosi trasportare). Oh, lasciami rammentare il tempo quando tu non mi ringraziavi dei sacrifici che ti facevo!... quando il tuo amore era sì ardente che era egoista, e mi chiedeva inesorabilmente il mio onore, la mia riputazione, la mia vergogna!... ed io ero felice di darti tutto perché così non mi rimaneva più che il tuo amore!... Oh, perdonami, Alberto!... Ti sei fatto triste!... Non badare a me, sai!... Son fanciullaggini!... Divertiti alla caccia... non pensare che ho pianto... Oh! ti giuro che sono allegra... Vedi? sorrido!... Divertiti... Poi, quando sarai tornato, lì, accanto al fuoco, mi narrerai com'è andata la caccia. (con sforzo penoso e sorridendo fra le lagrime) Ben inteso che mi tacerete se avete fatto il galante con quelle signore!
ALBERTO (crucciato internamente come da un rimorso). Oh, Adele!...
ADELE È così!... fanciullo che siete! Un cattivo scherzo di nervi di donnicciuola vi rende melanconico!... E sì che dovreste rimproverarmi perché non sono ragionevole!... Via, ecco, vi prometto di esser buona. Che mi porterete voi in premio? Non ...
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