[Pagina precedente]...rcando di rimettersi). Io mi curo all'indiana, senza il medico.
CONTESSA (c.s.). In tutti i casi?
FALCONI Sì, perché spesso non occorre che una cavata di sangue!
ADELE Oh! eccoci allo spettro rosso di voi altri signori uomini!
CONTESSA (c.s.). Quando non è lo spettro bianco!
FALCONI (in aria spavalda che vuol fingersi modesta). Signore mie, protesto!... Ho il dovere di protestare... in questo momento specialmente... Io prendo troppo sul serio il duello per lasciar supporre... che si possa servirsene come di spauracchio... di fantasma...
ADELE Ho detto spettro rosso come avrei potuto dire spettro bianco, e non mi disdico. È uno spettro ch'è ridicolo quand'è bianco, ma è brutale quando è rosso.
FALCONI Domando mille perdoni, ma io trovo invece che il duello è la salsa della vita, il piccante delle buone avventure. Senza il duello non ci sarebbero più belle creanze. Tolgasi il duello e non rimarranno più che le legnate da paltronieri... Infine, francamente... io non sento la vita che allorquando la gioco sulla punta della spada.
CONTESSA (sorridendo con ironia). Anche quando sapete di aver cattivo giuoco?
FALCONI (con enfasi da gradasso). Non so se avrò cattivo giuoco; ma so che giocherò del mio meglio!
CONTESSA Avrò è un tempo definito! C'è del serio adunque sotto questo cattivo scherzo?
ADELE Signore, io avrei amato meglio ignorare una disgrazia che non posso impedire.
FALCONI (c.s.). Oh, non è nulla! Non ci pensi!... Proprio una bagatella!...
CONTESSA Vi battete?
FALCONI (c.s.). Non l'ho detto.
CONTESSA Avrei dovuto indovinarlo. Ecco che il termometro ha ragione!... All'ombra però.
SCENA II
Un domestico recando un biglietto di visita e detti.
DOMESTICO Il signore che mi ha dato questo biglietto desidera sapere se madama potrebbe accordargli alcuni minuti.
FALCONI (piano alla contessa nel tempo che Adele legge il biglietto). Siete inesorabile! Avete ricevuto la mia lettera?
CONTESSA (ironica). La prova che il termometro non mentiva? Sì.
FALCONI (c.s.). Vorrete ricevermi? Vorrete permettermi che io mi giustifichi?
ADELE (al domestico). Ma certamente, che venga!... Non occorreva... (domestico via). È il Signor Avellini che impiega tutto questo cerimoniale... Io non capisco... L'avevo pur pregato di venire a prendere il the...
CONTESSA (al cavaliere con ironia). Scommettiamo che il signor Avellini saprà dirci il motivo del vostro duello?
SCENA III
Paolo Avellini dal fondo, e detti.
ADELE Signor Avellini, ho molto a lagnarmi di lei. Ella si fa troppo desiderate dai suoi amici... e dippiù, quando si decide di venirli a trovare lo fa con tutto il cerimoniale di un ambasciatore (dandogli la mano).
PAOLO Perdono, madama; ma vengo infatti come ambasciatore a chiederle pochi momenti di udienza... e temevo di abusare del suo tempo adesso che è reclamato dai suoi invitati.
ADELE Gli invitati saranno indulgenti se la sua missione è urgente.
PAOLO No, signora; può aspettare e aspetterà .
CONTESSA Che nuove di quelle care Merelli?
PAOLO Da qualche giorno non ho la fortuna di vedere le signore Merelli.
CONTESSA (sardonica al Falconi). Che mi dicevate dunque, cavaliere, che la Lucrezia fosse indisposta?...
FALCONI (sorpreso). Io, contessa?...
CONTESSA (c.s.). Avete cattiva memoria! Vi aiuterò...
FALCONI (imbarazzato e con vivacità ). Ah, sì!... Adesso mi rammento benissimo... Infatti si diceva che madamigella... fosse indisposta.
CONTESSA (c.s.). In seguito di una sorpresa... di una paura avuta... e quel che più mi dispiace in casa mia, traversando la serra dei fiori... per aver messo il piede su di una innocentissima lucertola che prese per un serpente... Ma sarà cosa da nulla, spero... per lei... (stendendo la mano a Paolo con un sorriso ironico) e pei suoi amici.
PAOLO (freddamente). Grazie, contessa.
ADELE Ma lei, signor Avellini, è di una negligenza veramente colpevole... anche per un avvocato.
CONTESSA (ironica). Gli avvocati sono filosofi.
PAOLO (c.s.). Infatti, contessa, io sono avvocato.
CONTESSA (c.s.). Ed anche filosofo!
PAOLO (c.s.). E anche filosofo.
ADELE Però l'aspetta una sì bella fortuna che la sua filosofia verrà messa a ben dura prova.
CONTESSA (c.s.) Eh! Chissà che il signor Avellini non sia già agguerrito contro tutte le prove possibili?... Ma a proposito di guerra guerreggiata, voi che dovete saperlo, diteci qualche cosa del duello del cavaliere, il quale, per un caso miracoloso, è discreto.
FALCONI Ma contessa!... Vi prego...
PAOLO So soltanto che il cavaliere dovrà battersi.
ADELE Con chi?
PAOLO È un segreto del cavaliere.
CONTESSA (con doppio senso ed aria sardonica). Notate, caro Avellini, che ho creduto superfluo farvi quest'ultima domanda!
SCENA IV
Il domestico annunziando; indi la signora Merelli, Lucrezia e il comm. Gaudenti.
DOMESTICO Le signore Merelli. Il signor Commendatore Gaudenti.
ADELE (andando ad incontrarli). Oh! che fortuna!
CONTESSA (piano a Paolo nel tempo che il Falconi si è scostato alquanto per andare incontro ai nuovi arrivati). Mio caro Avellini, vi do un consiglio d'amica sincera: imparate la scherma da oggi a domani, se potete, altrimenti darete buon gioco su tutti i punti a quel cattivo cavaliere.
SIG.RA MERELLI (ad Adele). Il suo invito è stato così gentile, che non abbiamo voluto mancare, sebbene il commendatore veramente abbia dovuto sacrificarmi mille importantissime occupazioni.
GAUDENTI Proprio! Proprio!... Ma per avere il piacere!
ADELE Grazie a lei e al commendatore! Non speravo più di vederle! Madamigella, ella ha torto di tenere in pena i suoi amici! Come va?
LUCREZIA Ma benissimo, come sempre.
CONTESSA (al cavalier Falconi, fingendosi sorpresa). Che dicevate adunque, cavaliere?
FALCONI (imbarazzatissimo). Ma io... M'avevano pur detto... Capiranno bene... Siccome è un pezzo che non ho l'onore di vedere le signore Merelli... Proprio un secolo!...
ADELE Sarà stato un falso allarme, una cattiva notizia che non ha fatto altro male che quello di renderci più vivo il piacere di stringere la mano a madamigella (con grazia e stringendole le mani).
SIG.RA MERELLI Cavaliere, dove va ella a pescare le indisposizioni di mia figlia?
GAUDENTI Se madamigella è sempre fresca come una rosa...
CONTESSA Commendatore, non s'è più visto! E le sue lezioni di cavallerizza?...
GAUDENTI Le dirò, bella dama... La signora Merelli... le mie importantissime occupazioni... Anche stasera veramente non avrei potuto... Ma la signora lo volle...
SIG.RA MERELLI Il commendatore diceva di no ed io dicevo di sì.
CONTESSA Ed è stato sì!
SIG.RA MERELLI Sfido io!
ADELE Il commendatore sarà stato felice di confessarsi dalla parte del torto.
GAUDENTI Eh, eh... bella signora... Ma propriamente io non dicevo...
SIG.RA MERELLI (Piano ad Adele e alla contessa). Veramente quel povero commendatore non ci aveva colpa... Ma se sapeste, mie care, quante cure! quante gravissime occupazioni!... Gran brutta cosa, da un certo lato, essere persone di merito! Quel povero commendatore!... Non lo lasciano tranquillo un momento, che è un momento!... E anche adesso... c'è per aria qualche cosa di grosso per lui... qualche cosa come un titolo di barone e una poltrona in Senato!...
CONTESSA Oh!
SIG.RA MERELLI Sì, proprio! La signora che sposerà sarà una baronessa!... Non dico altro... Mi raccomando, veh! Signor Avellini!... È un secolo che non si vede!...
PAOLO Ho avuto torto, madama, e ne domando perdono.
SIG.RA MERELLI Oh! non a me!...
LUCREZIA Oh! i magnifici mazzi! Come si chiama questo bel fiore, cavaliere?
CONTESSA (frapponendosi al Falconi che vuole avvicinarsi da solo a Lucrezia). Cavaliere mio, vi risparmio un fiasco. È un'azalea, madamigella. Il cavaliere in fatto di fiori conosce soltanto quelli della sua fioraia. Non andate in collera per questo, caro Falconi, io vi rendo giustizia per tutte quelle conoscenze dello sport che vi hanno meritato la riputazione di perfetto cavaliere... E a proposito di sport diteci chi fu il vincitore alle ultime corse.
FALCONI Sempre quel diavolo di Bern. L'altro giorno al Club si scommetteva che egli ferra i suoi cavalli con dei biglietti da mille lire.
ADELE È ferrarli un po' forte!
CONTESSA E che ne dicevano i suoi amici del Club?
FALCONI Che quando si posseggono dei cavalli ferrati in oro non si ha il diritto di farli correre con quelli ferrati... come semplici mortali.
CONTESSA L'osservazione è spiritosa.
FALCONI Quanto siete buona, contessa!
CONTESSA Modestia a parte, cavaliere. (sottovoce, vedendo ch'egli tenta accostarsi a Lucrezia) Ma guardate quella povera bambina!... Son sicura che ha qualche cosa a dirvi... della farfalla che avete cercato insieme.
FALCONI (supplichevole e sottovoce). Siete spietata! Ma se vi giuro...
CONTESSA (forte). Che giova, caro mio! Il signor Avellini è scettico come... un avvocato. Non vi crederebbe.
SIG.RA MERELLI Che si dice del signor Avellini?
CONTESSA (a Paolo). Amico mio, il cavaliere mi assicura che la causa di quel duello di cui dovete saperne qualche cosa sia una calunnia.
PAOLO È verissimo!
CONTESSA Oh!... Ecco una credulità ... prodigiosa!
GAUDENTI Ah! Ah! So anch'io di che si tratta. Poiché le storielle galanti anch'io... Qualche cosa come un appuntamento... un colloquio interrotto sul più bello... Ah! Ah!
SIG.RA MERELLI (dandogli sulla voce). Ma commendatore! Noi non vi domandiamo le vostre storielle da giovinotti! (piano) Che discorsi son questi, davanti alla mia bambina! Ma avete perduto la testa!
ADELE Ci siamo occupati anche troppo di quella stupida ciarla. Ma di là devono esserci venti ballerini che attendono ansiosamente il regalo che vado a far loro. (accennando a Lucrezia) Commendatore, in quella sala c'è un tavolino di scacchi. Le procurerò un partner degno di starle a fronte: la contessa Gigotti.
SIG.RA MERELLI (afferrando il commendatore e prendendone il braccio). Il commendatore mi deve una rivincita... È diggià impegnato.
GAUDENTI È verissimo... Domando scusa... Sono impegnato.
SIG.RA MERELLI (conducendolo via). Sareste stato capace di accettate, signor Ganimede! (vanno via).
LUCREZIA (imbarazzata, cercando di far segno al Falconi). ... Il mio carnet!... Non l'ho più!... Che il commendatore l'abbia lasciato lì, per caso? (fingendo di cercare vicino al cappello che il commendatore ha lasciato sul tavolo presso l'uscio in fondo).
CONTESSA (frapponendosi fra lei e il Falconi). Madamigella, giacché non lo trova, vuol permettermi di offrirle il mio?
LUCREZIA (con dispetto mal dissimulato). Grazie! (via con Adele dalla galleria che mette alla sala da ballo).
SCENA V
La contessa Baglini, il cavalier Falconi e Paolo alquanto in disparte presso il tavolo dei giornali.
CONTESSA (vedendo che il Falconi, preso il cappello che il commendatore aveva lasciato sul tavolo, cerca di andarsene). Ah! ah! ah! Dove andate? Così presto! Tutte quelle dame vi terranno il broncio per una settimana, e per vendicarsene... (osservando in aria ironica il cappello del commendatore che il Falconi ha fra le mani) metteranno in caricatura il vostro cappello di una forma assai singolare per un fashionable vostro pari.
FALCONI (piano e supplichevole). Ebbene!... Giacché non volete ascoltarmi... Giacché non volete permettermi che mi giustifichi... Partirò, sì... Vi leverò l'incomodo... Ma accordatemi cinque soli minuti... forse anche per l'ultima volta...
CONTESSA Voi sapete che ricevo tutti i giovedì. Venite giovedì.
FALCONI Servitore umilissimo, contessa mia (per partire).
CONTESSA Volete andarvene ad ogni costo?... Decisamente bisogna che io vi accusi alla padrona di casa.... (sorridendo ironica), o ricorra al Commendatore Gaudenti per farmi spiegare l'ostinazione che mettete a voler scambiare il suo cappello col vostro... e sì che ci corre!... Ma via! Lasciate quel povero tubo del Commendatore. (Falconi mal dissimulando l'interna stizza va a deporre sul tavolino il cappello). Povero cavaliere!... In parola d'onore che mi fate proprio pena in questo momento. Dovete trovarvi come tra l'incudine e il martello... Mi fate l'effetto di quelle maschere che ridono d'un occhio mentre piangono dell'altro...
FALCONI ...
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