[Pagina precedente]... mi costerà molto!... Devo parlarle di una povera donna che mi ha commosso fino alle lagrime svelandomi l'angoscia che la divora in segreto... di una povera donna che ha riposto tutta la sua esistenza in un affetto!... È un debito di lealtà che compio... forse una riparazione!... Ma Dio m'è testimonio!... Oh, noi povere donne!... Come siamo deboli!
ALBERTO (sorpreso). Ma, signora... non saprei...
CONTESSA Comprendo tutta l'importanza del sacrificio che le domando! (con un sospiro). Ma quanto più grande sarà cotesto sacrificio tanta maggiore è la mia fiducia che il suo nobile cuore lo accetterà !... (con finta emozione). Bisogna farlo, signore!... per lei!... e per me! (con voce soffocata e come vinta dall'emozione si nasconde d viso fra le mani)
ALBERTO (c.s.). Ma che ho fatto?... Dio mio!...
CONTESSA (marcatamente). Nulla... lo so anch'io... Ma certi segreti si leggono negli occhi!...
ALBERTO Quali segreti?
CONTESSA Ella ha indovinato tutto!... (come arrossendo).
ALBERTO Tutto!... Dio mio!
CONTESSA Or ora... in questo istesso luogo, me l'ha detto!
ALBERTO Ma avrà visto anche che io non ci ho colpa... che ho lottato, che ho sofferto che è una fatalità più forte di me, della mia volontà , della mia disperazione!... che io sono assai più infelice di lei!
CONTESSA (col viso fra le mani) Ahimè!
ALBERTO E giacché la mia volontà è fiacca, giacché il cuore se ne muore, giacché la mia lealtà è compromessa... io mi farò saltare le cervella!
CONTESSA (vivamente). Ah!
ALBERTO (con espressione d'indicibile abbattimento). Sì morire! morire mille volte!
CONTESSA (con civetteria). Ingrato!
ALBERTO Sciagurato piuttosto!
CONTESSA (con finto trasporto). Ingrato ed egoista che non vedete quello che soffrono gli altri... e non pensate che la vostra follia sarebbe un doppio delitto... e spezzerebbe il cuore di altre persone!... (chinando il capo come vergognosa di essersi lasciata trasportare dalla commozione).
ALBERTO Oh, meglio! Meglio il delitto. Meglio l'assassinio che questo spasimo di tutte le ore, di tutti i minuti, questa tortura a fuoco lento, questo sforzo impotente del cuore, queste ipocrisie dell'amore!... Meglio mille volte!... Sono stanco! orribilmente stanco!
CONTESSA (vivamente). Ma non vedete che soffro anch'io!... che soffro più di voi! Ebbene fuggitemi! fuggitemi!
ALBERTO (sorpreso). Fuggirvi!... e perché?
CONTESSA Ma non vi ho detto che quella donna vi ha letto in cuore... ed è gelosa!
ALBERTO (c.s.). Gelosa!... e di chi?
CONTESSA (col viso fra le mani). E me lo domandate!... Oh, fatelo per me Alberto!... fatelo almeno per me!... fatelo per il mio onore, per la mia pace, pel mio cuore!... giacché anch'esso è debole!... uomo fatale!
ALBERTO (c.s.). Ma, signora... io non comprendo... io non so come Adele abbia potuto dirle... quello che non ho detto... quello che non è...
CONTESSA (vergognosa e furibonda). Ah! ma questa è un'infamia!... è un indegno agguato di cui sono vittima!...
SCENA XIV
Il cavalier Falconi e detti.
FALCONI (che è stato a spiare di tanto in tanto dietro l'invetriata, entra furibondo). Non parlate di agguati, signora, che son furibondo! Ah! avevo ben ragione di dubitare!... Ho fatto per la prima volta in vita mia la parte del marito geloso... Mai non l'avessi fatta!... Quello che ho visto!... Ma capite benissimo che non sono geloso, signore!... altrimenti vi sfiderei!... vi ucciderei!... Ma è il ridicolo della mia posizione che mi rende furioso!... il ridicolo di cui sono vittima!
ALBERTO Signore, io sono ai vostri ordini.
FALCONI (c.s.). Non s'incomodi... non l'ho con lei!... Che diavolo poteva fare dippiù... anzi di meno?... Non si sfidano i Giuseppe!... È madama Putifarre che deve rendermi conto!...
CONTESSA (in collera). Che m'importa di voi! Andate al diavolo voi e tutti i Giuseppe! (via).
FALCONI (seguendola). Di voi m'importa anche meno!... ma per l'onore della mia posizione maritale!... Oh! mi renderete conto! strettissimo conto (via).
SCENA XV
Adele e Alberto.
ADELE (che ha ascoltato tutto dietro la tappezzeria dell'uscio corre a lui smarrita delirante quasi in istato di esasperazione). Dimmi!... Non ami neanche colei!... quella donna bella, elegante, affascinante di vezzi e di spirito!... Non l'ami!... Dillo! Te l'ho gettata fra le braccia per vedere se il tuo cuore è ancor vivo... e tu la respingi!... Ma dunque!... Ma dunque non hai più cuore!... Ma dunque è impossibile che tu mi ami più!... Tutto è finito! Oh, Dio!
ALBERTO Oh! Adele!... per pietà !...
ADELE (interrompendolo come disperata). Non dirmi nulla!... Non dirmi nulla! Strappami il cuore dal petto con le tue mani piuttosto... mi farai bene! Non ho più speranza, capisci?... No, tu non puoi capire perché ti spezzeresti il capo dalla disperazione su queste pareti!... Non mi ami più!... Peggio ancora! non puoi più amare!... ho provato di farti sentire il veleno della gelosia, quello più acre, più feroce per voialtri uomini, quello dell'amore colpevole! Se tu avessi urlato di spasimo!... se mi avessi strangolata con le tue mani!... se ti fossi fatto uccidere da quell'uomo!... Neanche questo!... Tu non hai detto nulla... il tuo cuore è morto, vigliacco!... Ho cercato di farti provare un capriccio per un'altra donna... sì sono stata io!... io tua amante! Io gelosa come una furia, che ti ho gettato ai piedi quella sfacciata... per provare se in fondo a questa massa inerte che ti sta in petto ci sia ancora un briciolo di vita, una scintilla di elettricità !... Tu!... Tu uomo d'ingegno!... tu poeta... tu non puoi comprendermi!!! non hai immaginato che se avessi visto innamorarti di un'altra donna avrei avuto sempre la speranza di riacquistare il tuo amore... giacché nessuna potrà mai amarti come io t'amo!... sì, sì! t'amo ancora... disgraziato! e saresti tornato a me!... ebbene! no! il tuo cuore è stanco di amare!... Tu l'hai respinta quella contessa... quella abbietta creatura che veniva a chiederti i resti del mio amore! Ho visto tutto, ho udito tutto, dietro quella portiera! Sono stata gelosa di quella donna, del suo sorriso, delle sue parole, delle sue moine, della sua civetteria, della sua bellezza!... perché quella donna è così bella!... e tu non ti sei gettato nelle sue braccia!... Ma che sei diventato adunque? Non senti più; non vedi più, non hai più cuore!... Tutto è finito!... Tutto!... e per sempre (piangendo).
ALBERTO (risoluto ma colla morte nell'anima). Ascoltami, Adele! Per l'anima mia! ascoltami!... ché mi sembra di parlarti per l'ultima volta... Hai sofferto?... se tu mi vedessi in cuore avresti paura!... Sì, sono stanco! sono stanco di fingere, di mentire, di invocare quello che è per sempre sfuggito, di dissimularti quello che soffro!... Tu non puoi immaginartelo!... È qualche cosa di spaventoso! L'hai visto con i tuoi occhi istessi... non potrei amare altra donna... il mio cuore non potrà essere che tuo... Oh! ti giuro che sarà sempre tuo!... sempre! sofferente, malato, moribondo! Ma qualche cosa si è avvizzita qui dentro... Io non so come ciò sia avvenuto... C'è un vuoto che fa terrore! T'amo ancora!... oh, ti amo! te lo giuro!... Ma come ti amo?... Non lo so e non mi basta!... Vorrei amarti... ho bisogno di amarti con gli stessi trasporti, colle stesse frenesie di un tempo... quando tutto il tuo amore, e la tua bellezza, la tua vita non bastavano ad estinguere l'immensa sete che avevo di te!... Quando passavo le notti sotto le tue finestre fantasticando col lume della tua lampada notturna, baciando cogli occhi la tua ombra, sognando ad occhi aperti tutte le carezze e tutte le ebbrezze di una passione insensata il mio sogno non arrivava sino al desiderio di baciare il lembo della tua veste... ed ho bevuto dai tuoi labbri il segreto del tuo cuore e mi sono cullata la tua testa sui miei ginocchi! ed ho immerso le mie mani nei tuoi capelli ed i miei occhi nei tuoi!... avrei dato tutto il mio sangue per udire soltanto il mio nome proferito con la tua bocca... e tu m'hai detto che mi ami!... e non son morto! e non son rimasto fulminato di delirio, di gioia, di felicità !... Ma poi... quando cotesto sogno febbrile di amore non ebbe più misteri per me... quando non ci fu nulla di inesplorato nel tuo cuore pel mio... io non ho desiderato più nulla!... nulla!... È orribile!... No! ho desiderato il fascino, il mistero di una volta!... ho desiderato che fosse ancora un mistero per me cotesto amore di cui mi sono abbeverato sino alla sazietà ! È un'orribile malattia del cervello! è l'infame brama dell'ignoto che appagata si spegne... e ci strappa dal cuore ogni illusione, ogni entusiasmo, ogni energia d'amore!... Ho cercato quei sogni pronato alle tue ginocchia, quell'ebbrezza che trovavo nelle tue carezze, quel fascino che c'era nei tuoi occhi!... desolato. Ho fatto di tutto... ho mentito a te, e non trovo più nulla!... nulla! a me... Oh; tu non puoi sapere com'è atroce questa tortura!... Odio me stesso, questa inferma e povera natura umana, mi disprezzo, mi maledico! Sono stanco, Adele. Sono orribilmente stanco di questa lotta disperata... e vorrei morire!
ADELE Perché non ti sei fatto saltare le cervella adunque! uomo senza cuore?
ALBERTO Per te...
ADELE Per me?... Che m'importa di te a me! Che m'importa se soffri, che m'importa se piangi, che m'importa se muori!... Ho più cuore forse io?... Tu che me l'hai sciupato... ladro! ladro! ladro! (con lagrime disperate).
ALBERTO Oh! Adele! Abbiate pietà di me!...
ADELE Pietà ! Ma hai avuto pietà di me, tu?... Ah! era forse pietà la tua ipocrisia, le tue finte carezze, la limosina del tuo sorriso?... Ma non avesti cuore per indovinare che sarebbe stato meglio lasciarmi le mie illusioni, le mie memorie... non umiliarmi con la tua pietà , non avvilirmi, con la tua finzione... fuggirmi... lasciarmi credere che ti fossi annegato... che ti fossi ucciso! Ma non capisci che noi non possiamo più vivere insieme... non possiamo più essere amici. Ma non capisci che tu mi sei odioso!... Che la tua presenza qui, in questa casa, è un insulto! che mi irrita! che mi fa soffrire! che io ti odio! che io ti disprezzo!
ALBERTO (con amara ma dignitosa risoluzione). Meglio per voi, signora!... e forse per me!
ADELE Ma vattene dunque! Vattene! Maledetto! maledetto! maledetto!
ALBERTO (c.s.). Io non avrei creduto che dovessimo arrivare a questo punto... ma giacché ci siamo arrivati è meglio non tornarci mai più.
ADELE (c.s.). Sì! Vattene!... tu che non mi ami più... ascolta! Ascolta!... Non partire!... non voglio! capisci? Pel mondo... per quei curiosi... bisogna fingere... Non partire!... partirò io!... stasera... stanotte... domani quando non mi vedranno...
ALBERTO Addio, Adele! (via dalla sinistra)
ADELE (cadendo sul divano col viso fra le mani). Ah! mio Dio! Ah! mio Dio! Ah! mio Dio!
SCENA XVI
La signora Merelli, il comm. Gaudenti, Lucrezia e Paolo, dalla terrazza e detta.
SIG.RA MERELLI (entrando piano al commendatore). Che vuol dir ciò? La contessa che se ne va con suo marito senza dirci nulla! Gatta ci cova!
ADELE (facendo uno sforzo per ricomporsi). Ah! ancora il mondo!
LUCREZIA Signora! Signora!... Mio Dio! che ha, signora?... Che è stato?
ADELE (nella massima agitazione). Nulla... È che... non sto proprio bene... Vi prego di scusarmi, signori...
LUCREZIA Oh! Mio Dio! Ma è in uno stato da far spavento!
PAOLO Bisogna mandare pel medico.
GAUDENTI Corro io stesso!
SIG.RA MERELLI (sottovoce). Quanta premura!... Non ne avete altrettanta per vostra moglie!
GAUDENTI (sottovoce). Ohimè! Non me ne date mai l'occasione... Voglio dire grazie a Dio.
ADELE (con uno sforzo penoso). Oh, non occorre!... Ecco è passata!... Questi benedetti nervi!... Ma adesso sto bene... Anzi, per non tenere questi signori... se volessimo scendere in giardino... (scoppiando in singhiozzi) Ah! Dio mio!
LUCREZIA Ma sta proprio male!... Oh, Dio!
ADELE (con un riso amarissimo). È proprio nulla!... noi donne... non si muore così per poco!... Siamo così leggere (come fuori di sé) che anche il dolore... E il dolore di nervi è presto passato!... (come parlando in delirio fra se stessa) Ah! Di...
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