[Pagina precedente]...mmendatore).
LUCREZIA (vedendo che il cavaliere imbarazzatissimo per non sapere che fare è per svignarsela col cappello in mano). Che fate, cavaliere? (ironica) Rimanete, ve ne prego. Non sono egoista, e non vorrei mettere il lutto nella festa!... Non siate in collera con me. Avete avuto torto... (sottovoce e con grazia prendendo il braccio di Avellini). Ma io vi dovrò forse la mia felicità .
(Escono dal fondo la Sig.ra Merelli al braccio del commendatore e Lucrezia con Paolo).
SCENA XII
Adele, la contessa Baglini e il cavalier Falconi.
CONTESSA (sarcasticamente). Decisamente, povero cavaliere, alla vostra aria sembra che quello scherzo sia stato molto pungente!
FALCONI (cercando dissimulare il suo dispetto sotto un'aria di galanteria). Spine di rosa! Puntura lieve!
CONTESSA Sarà stato qualche spillo invece che vi avrà punto.
ADELE (ironica). Punture galanti alle quali un uomo del bel mondo dev'essere abituato!
FALCONI Eh!... pur troppo!
CONTESSA No, no. Questi signori sono così vani! Pretendono saper giocare colle rose senza pungersi le dita... e quando hanno le mani in sangue si mettono i guanti per nascondercelo.
ADELE Si tolga i guanti, cavaliere...
CONTESSA Lasciateli, mio caro. (ad Adele) Egli sarebbe capace d'inventarci che cadde su di un mucchio di vetri.
ADELE (c.s.). Oibò!... il cavaliere mentire!
FALCONI Ma, signore mie, mi pare che se ciò fosse dovrei anzi andare orgoglioso delle mie mani sanguinanti.
ADELE (c.s.). Come un veterano delle sue ferite?
FALCONI Ma certamente! Chi è ferito sulla breccia non è forse un buon soldato?
ADELE (c.s.). Però io conosco di quei soldati che si feriscono da sé per farsi mettere in sicuro all'ambulanza.
CONTESSA Allora credo che non ci resta di meglio a fare che preparare la vostra barella. (ridendo).
FALCONI Se mi promettete di essere la mia suora di carità mi rassegno all'ospedale. (con galanteria).
CONTESSA (con comica esitazione e sorridendo ironica)... Preferisco vedervi in buona salute.
FALCONI Non vi date la pena di esser meco gentile, contessa!
CONTESSA È la moda Jockey-Club.
FALCONI Eppure sarei tentato di non credere alla vostra inimicizia. (con galanteria).
CONTESSA Siete modesto!
FALCONI (come sopra). Volete dire che son fortunato... (piano), se è vero che avete prestato i vostri spilli alla signorina Merelli per mettermi alla prova!
CONTESSA (ironica). Non avete sospettato che anche questa supposizione potrebbe essere uno scherzo di Lucrezia?
FALCONI Amo credere il contrario.
CONTESSA (c.s.). Alla buon'ora! Questo si chiama afferrare la fortuna pei capelli!... (piano e con grazia) Del resto è possibile che presto o tardi abbiate ragione!...
FALCONI (vivamente). Ah! quando, contessa?... quando?
CONTESSA (sorridendo con leggerezza). Quando avrete vinto sul turf quel diavolo di Berri. È una scommessa; sapete che noi donne siamo capricciose! Procurate di vincere! (stringendo la mano alla Landi). Addio, madama. Io conto su di lei tutti i miei giovedì perché mi aiuti ad incatenare questi signori attorno alle nostre poltrone. (vedendo che il cavaliere prende il cappello per accompagnarla) Cavaliere, rimanete. Vi lascio in troppo bella compagnia per avere il coraggio di farvi eclissare con me... Non vi date la pena di raggiungermi che quando avrete a darmi la buona notizia che avete vinto la vostra scommessa... Non vi perdonerò se non a condizione che diventiate il leone del giorno, e facciate omaggio del vostro chic. Addio (parte).
SCENA XIII
Adele e il cavalier Falconi.
ADELE Ella non ha fortuna stasera, cavaliere!
FALCONI (imbarazzato ancora). Lo crede, madama?
ADELE È la seconda volta che prende il suo cappello e vien pregato di deporlo col più grazioso sorriso; ma di tali sorrisi noi donne c'intendiamo. E per non farglielo tenere più in mano le dico: si metta a sedere e discorriamo.
FALCONI (con galanteria). Ecco invece che son ben fortunato!... È un vero favore!... oh, grazie!
ADELE Grazie! Ma perché? Non siamo amici?... amici sinceri?...
FALCONI Me ne vanto.
ADELE E non è naturale che io stia più volentieri cogli amici?... Tanto peggio per gli altri!
FALCONI (inchinandosi). E tanto meglio per me!
ADELE (c.s.). Grazie! Del resto non ho la pretenzione di fare dei gelosi. Tutti i miei amici hanno gli uguali diritti alla mia stima, né credo che il mondo possa trovarci nulla da criticare.
FALCONI Oh, certo!
ADELE Ecco perché io ho la fiducia più completa, più cieca nell'amicizia: perché non so immaginare che la viltà più vile possa arrivare a calunniare il più nobile dei sentimenti, che l'abiettezza più turpe possa arrivare a commettere il più odioso attentato sotto la maschera dell'amicizia... Non ho ragione di pensare così?
FALCONI Certamente... Anch'io sono del suo parere... perfettissimamente...
ADELE (stendendogli la mano e con amaro sarcasmo). Oh! lo sapevo: ecco perché siamo amici! Ma parliamo un poco delle sue buone fortune.
FALCONI (con finta modestia). Oh, madama!...
ADELE Fra amici!... E poi tutti lo sanno... Ella ha una terribile riputazione!
FALCONI Si esagera!... Si esagera di molto!...
ADELE (con amichevole confidenza sorridendo). Quella povera contessa!...
FALCONI Lasciamola lì, di grazia.
ADELE (c.s.). Ingrato!
FALCONI La contessa è bella, elegante, seducentissima...
ADELE Ma...
FALCONI Ma come ce ne sono tante altre.
ADELE Ah! cerca una fenice!
FALCONI L'avrei anche trovata! (con galanteria).
ADELE Ah!... L'avverto, cavaliere, che cogli amici sono terribilmente indiscreta.
FALCONI Madama...
ADELE Voglio conoscere madama Fenice!
FALCONI Non oso...
ADELE Non osare!... lei... un Lovelace!... Sarebbe una galanteria? Temerebbe che io mi offendessi del paragone... Ah! cavaliere, ella fa torto al mio spirito!
FALCONI No!... Non avrei nulla a temere!...
ADELE Che!... Sarei una fenice anch'io?...
FALCONI (con entusiasmo). Un miracolo addirittura!
ADELE Ah! ah! Povero cavaliere! Ma io sono una fenice della specie più comune!... come ce ne sono mille!
FALCONI (c.s.). Ah! s'ella si potesse mirare coi miei occhi! Se potesse giudicarsi col mio cuore!
ADELE (sardonica). M'innamorerei di me stessa?
FALCONI (c.s.). Al delirio!... alla follia!... come me!
ADELE Oh! oh! Troppa roba per un capriccio!
FALCONI Capriccio!
ADELE Chiamiamolo un puntiglio. Vuol sapere cos'è questo capriccio? Glielo dirò! Si rammenta di quand'era bambino?
FALCONI Che vuol dir ciò, signora?...
ADELE Si rammenta quale balocco preferisse fra i cento giocattoli?
FALCONI Madama...
ADELE La luna.
FALCONI Signora, io non posso tollerare...
ADELE Sissignore, la luna! Non perché le sembrasse più bella o perché lo divertisse meglio dei suoi giocattoli, ma perché capiva per istinto che le sue piccole braccia che stendeva strillando per possederla sarebbero state sempre troppo corte per acchiapparla. È sorprendente come sia precoce nell'uomo la brama dell'impossibile! Adesso che non è più bambino, che è un perfetto cavaliere e si balocca con altri giocattoli più fragili ma più divertenti ella si è ricordato degli istinti da bambino, e si è convinto di essere innamorato di me perché ha sentito dire che il mio cuore è di accesso difficile assai... per poter dire: sono arrivato dove gli altri non hanno mai potuto pervenire! È un puntiglio di galante che vale un capriccio di bimbo.
FALCONI No, signora! Tutto questo è ingiusto!... Non è vero.
ADELE (con scherno velato). Mi amate?
FALCONI Ma io vi adoro!
ADELE Per me?... o per gli altri?
FALCONI Quali altri?
ADELE I vostri amici, voi lo sapete, quelli cui dovete far credere alla vostra riputazione di seduttore! Me ne rincresce per voi, ma se mi aveste consultato io vi avrei dato un buon consiglio per far credere alla vostra buona fortuna e farvi invidiare da tutto il Jockey-Club.
FALCONI Ma io non capisco...
ADELE (colla stessa amara ironia). Come siete poveri di spirito voi altri seduttori! Ci vuol molto ad inventare una storiella piccante, una di quelle calunniette, appoggiate a plausibili indizi... una di quelle astuzie di buon genere... che il volgo degli sciocchi chiama birbonate e vigliaccherie addirittura!... (riprendendosi). Mio Dio! è questione di ottica. Tutto sta a non esagerare, a non prendere sul serio i paroloni, le frasi rotonde! Infamie! Calunnie! Vigliaccherie!... Ma si può essere più stupidi! per un semplice tratto di spirito, uno di quegli aneddoti galanti profumati di tutte le grazie dello scandalo che le dame ascoltano turandosi le orecchie, e che piacciono a tutti!... Una persona perbene! un uomo elegante, che si batte per un sorriso equivoco e che si lava le mani con acqua di Colonia!... Eh! via!
FALCONI Ma che bisogna fare per farvi credere al mio amore... ad un amore senza limiti!...
ADELE (sardonica). Come me lo dite!...
FALCONI Ma io ve lo dico ai vostri piedi! (inginocchiandosi). Ve lo dico supplichevole! Ve lo dico con tutta l'anima mia!
ADELE (ridendo). Alzatevi, signore; ché i vostri pantaloni prendono cattive pieghe!
FALCONI (rizzandosi indispettito). Ah!
ADELE Voi siete ridicolo posando da innamorato, Posate da seduttore invece e la vostra vanità sarà soddisfatta!... a prezzo del vostro onore potrebbero dire gli sciocchi... No, perché voi rubate quello degli altri!
FALCONI Signora!...
ADELE (con dignità ). Non ho finito. Per qualche cosa di simile dovete battervi col signor Giliotti. Questo duello non voglio che abbia luogo!
FALCONI (con rabbia concentrata sorridendo). Mi rincresce, signora, ma colui pagherà per tutti.
ADELE (con forza). Questo duello non avverrà ! Vi perdono a questa sola condizione!
FALCONI Grazie del perdono!
ADELE (c.s.). Questo duello non avverrà . Io vi renderò ridicolo, vi renderò spregevole, vi renderò infame!... dirò tutto! tutto quello che avete fatto, tutto quello che siete!
FALCONI Dica pure! Io farò! (per partire).
ADELE (con impeto). Ebbene!... Adesso non mi resterà alcun rimorso per questo assassinio! Il signor Giliotti si batterà alla pistola, petto a petto, tirando a sorte il primo colpo.
FALCONI (interdetto). Eh!... Ma... Ciò non è cavalleresco!...
ADELE Ah! perché siete uno spadaccino preferireste assassinare cavallerescamente il vostro avversario che non sa di scherma!... Il signor Giliotti ha la scelta delle armi ed usa del suo diritto.
FALCONI (turbato). Ebbene... proverò che un cavaliere... quantunque ferito nel più vivo dell'amor proprio... non può negar nulla ad una dama... per parte mia rinunzio alla riparazione che mi è dovuta...
SCENA XIV
Il domestico, annunziando; indi Alberto.
DOMESTICO Il signor Alberto Giliotti.
FALCONI (sardonico). Ah!... ecco il momento di prendere il mio cappello!...
ADELE (con dignità ). Non ho più nulla a dirle, cavaliere! (al domestico) Accompagnate il signore e fate entrare. (Falconi via dal fondo).
ALBERTO (entra senza salutare il cavaliere). Signora, il mio amico mi ha detto che ella desiderava...
ADELE (fa segno ad Alberto di mettersi a sedere, e siede anche lei agitatissima di faccia a lui. Pausa). Signore... io non avrei osato... Mi perdonerà se... Non saprei io stessa... Sono così turbata!... Ella è un cuore onesto... Devo chiederle un gran servigio e forse una riparazione.
ALBERTO A me, signora?
ADELE So che dovrà battersi col cavalier Falconi.
ALBERTO Ebbene?
ADELE E so perché si batte!
ALBERTO Ah!
ADELE C'è di mezzo l'onore di una donna che soltanto voi due sapete ch'è innocente; ma il mondo dirà che fra due uomini che si battono per una donna ce n'è sempre uno che si batte perché ne ha il diritto. Ora domando a lei che sa come il cavaliere non abbia questo diritto: L'ha ella forse?
ALBERTO No!
ADELE In tal caso bisogna ch'ella rinunzi a questo duello, come vi ha rinunziato il cavaliere per la sua parte.
ALBERTO E il mio onore?... Io non mi faccio giudice di quello del cavaliere.
ADELE Ma io penso all'onore di una povera donna che diverrà la favola del mondo!
ALBERTO I nostri secondi hanno avuto incarico di stabilire come causa del duello un diverbio d'argomento politico.
ADELE Chi ci crederà ?
ALBERTO Madama... io invoco la sua stessa testimonianza... Crede che io sia un onest'uomo? Crede c...
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