LA LUPA, di Giovanni Verga - pagina 1
Giovanni Verga
LA LUPA
Scene drammatiche in due atti
PERSONAGGI
MARA, sua figlia, giovanetta delicata e triste - quasi la colpa non sua le pesasse sul capo biondo, e non osasse fissare in viso alla gente i begli occhi timidi.
- Fronte bassa e stretta, sotto i capelli ruvidi - denti di lupo, e begli occhi di cane da caccia.
CARDILLO, forte e paziente al pari di un bue, di cui ha il pelo fulvo, che sembra mangiargli il volto - ed anche il giudizio.
NELI, giallo e allampanato, roso dalla malaria, che lo butta stremato in un canto, dopo ogni giornata di lavoro.
COMPARE JANU, il capoccia - serio e contegnoso come conviene all'età e all'ufficio suo - fedele alle buone usanze antiche sin nel taglio della barba, che porta a guisa di due lasagnette grigie al sommo delle guance.
- Sputagrave e sentenzioso meglio di Ponzio Pilato.
LA ZIA FILOMENA, vecchietta arzilla e indurita al lavoro.
Parla come un oracolo, e ne sa più del capoccia.
LIA, contadina quasi senza età e senza sesso anche lei, sciupata dagli stenti - e sorridendo nonostante alla vita e all'amore.
MALERBA, il buffone della compagnia - faccia di scimmia, dal ghigno malizioso.
NUNZIO, ragazzo magro e nero come un grillo.
ATTO PRIMO
Nell'aia, sull'imbrunire.
In fondo l'ampia distesa della pianura carica di messe, già velata dalla sera, e il corso del fiume, tra i giunchi e le canne palustri.
Si odono passare in lontananza delle voci, delle canzoni stracche; il tintinnio dei campanacci delle mandrie che scendono ad abbeverare, e di tanto in tanto l'uggiolare dei cani, sparsi per la campagna, sulla quale scorrono delle folate di scirocco, con un fruscio largo di biade mature.
Negli intervalli di silenzio sembra sorgere e diffondersi il mormorio delle acque e il trillare dei grilli, incessante.
La luna incomincia a levarsi, accesa - sbiancandosi man mano, in un alone afoso.
SCENA I
Bruno, Malerba, Neli, Cardillo, Grazia e Lia stanno seduti in crocchio, dopo cena, ascoltando una fiaba che narra la zia Filomena.
Compare Janu sull'uscio della capanna, fumando.
Nunzio sbocconcella pian piano un tozzo di pan bigio, accoccolato sulle stanghe della treggia, in fondo all'aia.
FILOMENA (narrando).
La Maga dunque...
CARDILLO (levando il capo a ogni soffiar di vento).
Sentite che scirocco? Domani si vuol sudare il pane!
FILOMENA (seccata).
Mi lasciate narrare la fiaba?
CARDILLO (con una spallucciata).
A voi.
FILOMENA La Maga dunque se ne stava nel palazzo incantato, tutto d'oro e di pietre preziose, e come passava un viandante, s'affacciava alla finestra per tirarlo in peccato mortale.
Giovani e vecchi, vi cadevano tutti!...
religiosi anche, e servi di Dio!...
BRUNO (ridendo).
Bene, bene!
FILOMENA Voi che cosa avreste fatto? Se vi ho detto che era una Maga!...
e di vecchia si faceva giovane!...
bianca e rossa come una ragazza di quindici anni....
con due occhi in fronte che erano due stelle!
MALERBA (ghignando).
Bene, bene, ditemi dove sta di casa!
FILOMENA Dove sta? All'inferno! E volete sapere che ne faceva di quei poveri disgraziati, poi? Con un colpo di bacchetta, paff! li mutava in asini o in maiali, con rispetto parlando.
Finché un santo eremita, che venne a saperlo, disse: Qui bisogna che vada io, se no finisce il mondo...
CARDILLO (colla sua aria bonacciona).
Uno che si pigliava le corna altrui, quel santo eremita, e se le metteva in testa!
MALERBA (sghignazzando).
Eh! eh! avrà voluto provare anche lui!...
FILOMENA (scandalizzata).
Così parlate dei santi? Allora non dico più nulla.
MALERBA Infine non me ne importa.
Son storie che si raccontano.
FILOMENA Storie? Saranno storie! Però accadevano allora, quando c'era il timor di Dio!
BRUNO (in tono di scherzo).
No, no, ci credo! Quando vi guardo negli occhi, comare Grazia, ci credo alla Maga!
Le scocca un bacio da lontano colle dita.
JANU (gravemente, togliendosi la pipa di bocca).
Maga o non Maga, sapete come dice il proverbio? "L'uomo è il fuoco, la donna è la stoppa: viene il diavolo e soffia!"
BRUNO (alle ragazze, facendo per abbracciarle).
Soffia tu, che soffio io! Ora son io la stoppa, com'è vero Dio!
GRAZIA (lo respinge ridendo).
Tenetevi le vostre mani, però!
CARDILLO (col fare di un puledro messo a un tratto in allegria).
È la favola della Maga che ci ha messo il pizzicore addosso'.
Facciamo quattro salti!
BRUNO (al ragazzo).
Su, su, Nunzio! Mano alla zampognetta!
NELI (brontolando).
Quattro salti! Vi ringrazio tanto!...
Come se fossi stato a spasso tutta la giornata!...
JANU Come se fossi stato a spasso! Te la pago la giornata, sì o no?
NELI Me la pagate...
me la pagate...
Ora ho le ossa rotte.
Vi ringrazio tanto.
CARDILLO Non gli badate a quel poltronaccio.
Su, Nunzio, suonaci il ballo tondo.
Qui non si spende nulla.
BRUNO (allegro).
Comare Grazia, su!...
Gnà Lia! Ora comincia il festino!
Nunzio, si alza, cava fuori la zampognetta dalla bisaccia appesa alle stanghe della treggia, e comincia a suonare, dondolandosi goffamente ora su di un piede e ora sull'altro.
MALERBA (a Grazia e Lia).
Ehi, ragazze!...
Si fanno pregare anche loro! Benedetta la gnà Pina che porta l'allegria dove va lei!
Sghignazzando.
Quella sì che non si fa pregare!
BRUNO (chiamando ad alta voce verso il fondo della scena).
O gnà Pina!...
Che diavolo fa sino a quest'ora? Ci voleva tanto a raccogliere quelle quattro spighe?
Torna a chiamare c.s.
in tono di scherzo.
O venite qua, gnà Pina bella!
SCENA II
Nanni Lasca, dalla sinistra in fondo, con una forca sulle spalle, e i suddetti.
NANNI (in tono di scherzo anche lui, ficcando la forca nella bica).
Ohi! non gridare al lupo, se no viene e ti mangia!
BRUNO Ah, che ne hai fatto della gnà Pina?
NANNI Io? Non ne ho fatto niente.
L'ho forse legata alla cintola la gnà Pina?
CARDILLO (col suo riso grossolano).
No.
È lei che ti corre dietro le calcagna!
NANNI Ho altro pel capo adesso! Dopo una giornata di mietere! Vengo da governare le bestie.
MALERBA (chiamando lontano, colle mani alla bocca, in tono di scherno).
Venite qua dunque gnà Pina bella!...
Gioia mia!
JANU Zitto, linguaccia!
MALERBA (sempre in tono di scherzo).
Gioia mia! Gioia vostra! Ce n'è per tutti colla gnà Pina!
CARDILLO Intanto il suono si perde.
A noi, zia Filomena!
Comincia per ischerzo a ballare di faccia a lei.
Date voi il buon esempio...
Per mostrare a queste ragazze come si faceva ai vostri tempi!
FILOMENA (si alza vispa ed allegra).
Ai miei tempi si diceva "Vile chi si pente!"
Si mette a ballare di contro a Cardillo.
Il buon panno sino alla cimosa!
Continua a ballare dirimpetto a compare Janu, per invitarlo dopo che Cardillo ha terminato.
Facciamoglielo vedere, compare Janu, il buon panno antico!
JANU Eh! Panno vecchio ormai!...
che volete farci!
GRAZIA (eccitandolo, con gaiezza).
Vile chi si pente, compar Janu!
JANU (risolvendosi infine).
E va bene!
Si alza e comincia a dondolarsi goffamente di faccia alla zia Filomena; poi, quando costei torna a sedere, va ad invitare allo stesso modo la Grazia.
Ora a te, che hai la lingua lunga, cutrettola!
Grazia balla con compare Janu, e dopo che costui è tornato a sedere, va ad invitare Bruno come hanno fatto gli altri, ballando di contro a lui.
BRUNO (saltando in giro allegramente, e facendo scoppiettare le dita).
Ohi! Ohlilà!
NANNI (ridendo).
O Bruno, questo lavoro non te lo paga oggi compare Janu!
BRUNO (continuando.
c.s.).
Non me ne importa.
Lo fo per amore! Ohilà! ohilà!
Dopo che Grazia è tornata a sedere accanto alla zia Filomena, va ad invitare Lia, sgambettando dinanzi a lei.
Ohilà!
NELI (brontolando, sdraiato sulla paglia).
Bel gusto!...
Divertitevi!
MALERBA (facendosi avanti e tirando Bruno per un braccio).
A me ora! Un po' per uno!
BRUNO (svincolandosi).
Va al diavolo! Ohi! Ohila!
SCENA III
La gnà Pina dal fondo a destra, con un fascio di manipoli sul capo, e i precedenti.
MALERBA (correndo colle braccia aperte verso la gnà Pina che ha buttato il fascio di spighe in un canto, e s'avanza sorridente, rassettandosi il fazzoletto in capo).
O gnà Pina!...
benedetta! gioia mia!...
cuore mio!...
Venite qua che vogliamo fare un terremoto!
PINA (ridendo).
No.
Voglio ballare con compare Nanni...
Con civetteria facendo una bella riverenza a Nanni Lasca,
se son degna di questo onore...
MALERBA (ironico).
Ah, dev'essere proprio lui? Lo sappiamo che vi piace! Un pezzo che lo sappiamo! Buon pro vi faccia!
PINA (sdegnosa).
E a voi chi vi parla, adesso?
MALERBA (canzonatorio).
Parla a te, Nanni! Non vuoi sentirci di quell'orecchio?
BRUNO (ridendo).
Nanni Lasca non vede e non sente.
PINA (a Nanni, tra scherzosa e ironica, canticchiando nel passargli accosto):
"O voi che avete occhi e non vedete,
allora di quegli occhi che ne fate?"
CARDILLO Su, su, Nanni!...
poltronaccio!
NANNI (brontolando).
Avete voglia, voialtri! Prima una giornata colla falce in pugno!...
Poi pigiarsi le budella anche! Come se v'invitassero a maccheroni e stufato, adesso!
JANU (ridendo).
Nanni Lasca non fa niente per niente, gnà Pina.
PINA (a Nanni con civetteria).
E voi sapete che vi dico? Chi non mi vuole non mi merita.
Va ad invitare Cardillo e balla con grazia dinanzi a lui, tenendo distese le due cocche del grembiule colla punta delle dita, e piegando il capo sull'omero.
CARDILLO (eccitandosi).
Tanto peggio per Nanni Lasca!...
Mi sento diventare un leone con voi!...
Fossi anche morto nel cataletto, guardate!
MALERBA (accendendosi anche lui al veder ballare la Pina).
Un po' anche a me, gnà Pina!...
Non mi tengono le catene!.
Chi non vi vuole non vi merita!...
Perdete il ranno ed il sapone con quella bestia di Nanni Lasca!...
GRAZIA (ridendo).
Vile chi si pente, compare Nanni!
NANNI (pigliando fuoco infine lui pure e risolvendosi ad alzarsi con un risolino goffo).
Sangue di...! Corpo di...! Se mi pigliate per quel verso! Via, eccomi qua.
PINA Chi tardi arriva male alloggia, compare Nanni!
Gli volta le spalle con una risata, e se ne va a destra colle altre donne.
NANNI (piccato).
Ora che mi avete scaldato le orecchie? Ora non mi tengo più! Mi sento un Mongibello!
SCENA IV
Mara dal fondo a destra, con un covone di spighe sul capo, e detti.
NANNI (andando incontro a Mara, che va a deporre il covone accanto a quello di sua madre).
Vostra madre mi ha lasciato nel meglio, gnà Mara! Almeno venite qua voi.
Voglio fare il ballo tondo! Voglio sudare una camicia!
MARA (ravviandosi, in aria timida).
Vi ringrazio, compare Nanni...
NANNI Non volete neanche voi?...
perché ve lo dico io?
MARA (sempre più imbarazzata).
No, scusatemi...
non ballo.
NANNI Che avete? le gambe molli? O avete il cuore duro?
MARA (a capo chino, rossa fino ai capelli).
No...
Vi ringrazio anzi...
Scusatemi, compare Nanni.
NANNI (tra piccato e scherzoso):
"Cuore duro, cuore di sasso!
La voglia in corpo mi lasciate adesso?..."
MALERBA (canzonatorio a Nanni).
Ma no! ma no! Vuoi che si piglino pei capelli con sua madre?
PINA (a Malerba, bruscamente).
Finiamola! Lasciate in pace mia figlia!
MALERBA Chi ve la tocca?
A Nanni dandogli uno spintone per ischerzo.
Lasciala in pace!
NANNI (ridendo).
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