[Pagina precedente]...evo per fermo che soltanto in piccolo così si esercitasse il suo genio. Chi mai l'avrebbe creduta capace di una manovra così infernale condotta a fine con una dissimulazione inarrivabile! Se voi foste stato presente a tutti i suoi discorsi, alle sue proteste di affetto, alle sue promesse, ai suoi progetti futuri, vista poi la sua condotta presente, vi sembrerebbe di sognare. Ora non so dirvi dove si trova, perché questa figlia amorosa non si è data il più minimo [sic] pensiero delle smanie della povera sua madre e della desolazione di tutta la sua famiglia, e dopo la sua partenza non ci ha diretta neppure una riga. Ci si è detto che ha scritto a Loreto da Firenze e dice che voleva vedere Milano, andare poi a Genova ed imbarcarsi nel vapore per Marsiglia; ma credete che facciano proprio questa strada? Io ne dubito appunto perché lo dice. Intanto si sa che essa si è portata oltre scudi 700 in danaro, scudi 5.000 in cambiali in faccia sua, pagabili a Parigi: dunque ella pensa di arrivare fin là ! Eppoi è un pezzo che Amadei dice che voleva fare un viaggio fino a Parigi ed a Londra; ed ella che gli paga questo piccolo piacere, non è credibile che voglia perderne la deliziosa compagnia, per la quale ha mortificato beni ed onore. Sapremo una volta cosa ne fu di loro. Intanto è giunto un'ordine [sic] di Segreteria di stato al Commissario di Loreto M[onsigno]r Angelini, dove gli ordina di non rilasciare mai più permessi per l'estero agli impiegati di S[ant]a Casa senza previo consenso della congregazione Loretana, e che intanto si richiami il maestro Amadei con ordine che se per i 20 del ventuno agosto egli non è al suo posto s'intende decaduto dall'impiego. Ad Ignazîna però resta ancora una rendita vitalizia di circa 1.000 piastre l'anno, e non mi farebbe meraviglia che trattenesse con sé Amadei facendogli lasciare l'impiego tanto più che egli è veramente bravo nella musica, per cui può far danaro dovunque. Vedremo anche questa. Già ella ha fatto a costui dei doni di migliaia in brillanti, biancherie di ogni sorta, mobili, porcellane, orologi da tasca e da tavolino, ed un superbo piano-forte di Grasse preso da poco, che le costa scudi 350. Non vi parlo di anelli, spille e catene di oro, perché ha fatto prova di coprircelo. Ultimamente gli aveva dato una catena da collo ove sono scudi 70 di oro; ed un ferrajolo di scudi 30. Questo io lo sapeva; e mi era avveduta della sua passione, ma non credeva che la spingesse fino a perdere la buona fama.
La nostra presente situazione è così brutta che a fronte delle vostre brighe mi abbisogna una piacere da voi. Mamà vuole avanzare al Sovrano supplica per riavere con sé la figlia, e viste le sue follie ne vuol chiedere la tutela rapporto agli affari, e tentare anche di annullare la donazione fatta alle monache ove la madre non è affatto nominata, o rivendicare almeno i doni fatti ad Amadei, che, essendo oggetti di valore forte, una ragazza non poteva donare. Oltre di ciò vorrebbe reclamare contro Amadei come seduttore e contro il vescovo Bernetti, suo direttore di coscienza, che fu complice alla sua fuga. Dal modo col quale vi espongo i diversi punti di questo reclamo voi conoscete bene che io non sono al caso di stenderlo. Vi prego dunque, caro Belli, di stendere voi una supplica energica e commovente, come voi sapete scrivere. Io già non saprei come farla, eppoi la mia testa dopo questa disgrazia è affatto svanita: gli altri di casa stanno peggio di me.
Favoritemi dunque voi, mio caro Belli, ed unirò questa a tante altre mie obbligazioni. - Scusate se non vi parlo di altro, ma proprio non ho mente. Non dimentico però il vostro Ciro, che saluto di cuore. Tutti i miei e specialmente Matilde vi dicono tante cose amichevoli. Addio, caro Belli, addio. Investitevi della nostra situazione e credetemi costantemente
La vostra C.
Caro Belli, osservate quanti disgusti ci ha dati Ignazîna! io però non voglio replicare quello che diffusamente vi ha narrato Cencia, ma vi accerto che mi ha punto al vivo. Fatemi il piacere di ricordare al mio amico Giulio Fornari impiegato credo, nel vostro med[esim]o dicastero la nota che gli mandai delle piantagioni dei mori e gelsi ed olivi, e di pregarlo di farmi avere il più presto possibile i mandati per riscuoterne il premio. State bene, e credetemi il vostro P.P.
* * *
All'Onorevole
Sig.r Giuseppe Gioacchino [sic] Belli
Via Monte della Farina
n. 18 Secondo piano Roma
[Di mano del Belli: Riscontrata il 15 d.e]
Morrovalle 10 ottobre 1847
Amico mio Cari[ssi]mo
È un secolo che manco di vostre notizie e di riscontro ad una mia che vi diressi nei primi giorni del passato giugno. Mi preme sapere lo stato di vostra salute, e vi replico la presente per eccitarvi a notificarmelo.
Tempo addietro mi disse Rita aver ricevuto qualche rimprovero per parte vostra per avermi parlato della vostra relazione con la Sig.ra Ricci. Assicuratevi che essa mi narrò questa corrispondenza in modo favorevolissimo per ambedue ed io conoscendo voi non potevo interpretarla diversamente. Mi ha fatto però meraviglia che voi abbiate dato tanta importanza a questa bagattella, che volendola anche giudicare alla peggio potevasi immaginare uno scherzo e nulla più. In ogni circostanza io vi ho mostrato la stima che ho per voi, ed il tempo non ha fatto che accrescere in me questo sentimento. Come dunque potreste credermi capace di giudicarvi sinistramente con tanta leggerezza?
I pochi individui componenti la mia famiglia stanno bene e vi salutano. Dubito che questa lettera possa trovarvi a Roma perché rifletto adesso essere il tempo della villeggiatura. In ogni modo vi sarà chi avrà l'incarico di spedirla dove siete.
Bramo anche notizie di Ciro che saluto cordialmente.
Divertitevi alla vostra maniera, se la salute vi permette di girare, e rammentate qualche volta i vostri amici di Morrovalle, e specialmente
L'aff[ezionatissi]ma vostra
C.
[sotto cancellatura]
* * *
All'Onorevole
Sig.r Giuseppe Gioachino Belli
Via Monte della Farina
N. 18 Secondo piano Roma
[Di mano del Belli: Riscontrata il 1° febbr. 1848]
Morrovalle 29 dicembre 1847
A.[mico] C.[arissimo]
Fin dalla metà dello scorso ottobre io manco di vostre notizie, ed ora credo giunto il tempo opportuno per procurarmele. Aggradite dunque i miei buoni auguri per il principio del nuovo anno, per tutto il corso di esso, e per gli altri seguenti. Se le mie brame sono appagate voi potrete chiamarvi contento e felice. Nell'implorare il vostro bene resta compreso anche quello di Ciro, che è inseparabile dal vostro per la vostra felicità . Spero che egli sia presso di voi pieno di salute e soddisfatto del suo ultimo viaggio: non ommettete [sic] di salutarmelo di cuore.
La lettera che dite avermi diretta a Filottrano il 29 dello scorso luglio non mi è giunta affatto. Io tornai a Morro il 23 di quel mese ed in mia assenza sarà stata respinta alla direzione postale di Macerata. Insomma io non ne so nulla.
La mia mamà e Pirro stanno bene e vi salutano. Matildina fa altrettanto: ora essa è vessata da un pretendente sposatore, il quale attende già da un mese la sua decisione, che io dubito sarà una esclusiva, come è avvenuto a qualche altro. Dopo la morte di Nannino Solari che scompigliò la sua unione col nipote, essa mi sembra disgustata affatto del matrimonio, che per verità non mostrava di amar molto neppure prima, ma vi aderiva dietro le mie vive istanze. Ora poi la lascio decidere da se [sic] perché non voglio violentarla. - Datemi notizie della vostra salute, e di quella delle Chichi, se potete procurarvele; guardatevi dal freddo e credetemi costantemente
L'amica V[ostr]a aff[ezionatissi]ma
Cencia
[sotto cancellatura]
D[opo] S. - È giunto adesso il pretendente di Matilde, la quale nel sentir fermare il legno al portone si è ritirata in camera sua e mi è convenuto farla chiamare per averla.
Che cosa vuol dire si [sic] poca premura?
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All'Onorevole
S.r Giuseppe Gioachino Belli
via monte della farina
N. 18 Secondo piano Roma
[Di mano del Belli: Giunta il 30. Riscontrata il 5 febbraio per Filottrano]
Morrovalle 25 agosto 1848
Amico Car[issi]mo
Voglio godermi la festa del nostro protettore con lo scrivere a voi ben persuasa che se io stessa non mi procuro vostre notizie, voi non vi prendereste mai il pensiero di darmele.
Riscontrando la ultima vostra del 1° del passato aprile incomincio dal ringraziarvi dei buoni augurj che mi fate e specialmente quello che riguarda la felicità di mia figlia: certo che questo è il primo e il più interessante de' miei pensieri. Essa stà bene e vi saluta mille volte. Il suo fidanzato dopo essere stato in Lombardia in tutti i fatti d'armi che vi sono accaduti col grado di tenente nel battaglione dei volontarj anconetani, compreso nella capitolazione di Vicenza, ne è uscito illeso, ed ora pensa a regolare i suoi affari per divenire sposo, lo che accaderà nell'anno venturo se impreviste circostanze non facciano pensare altramente. Potrebbe accadere anche prima se Matilde acconsentisse alle di lui preghiere, ma essa mi dice che vuole aver tempo di esaminar bene il di lui carattere; ed io, che bramo vederla sempre contenta, lascio che si regoli a suo giudizio. Ella è contenta di vedersi spesso attorno il suo pretendente ma per ora non desidera più di così. Parmi però che si disponga ad acconsentire che si effettui la sua unione entro il ventuno aprile. Pensate allora di andarla a trovare a Sirolo o a Filottrano perché vuole rivedervi assolutamente.
Se potete darmi notizie delle Chichi le gradirò sommamente.
Mia madre stà bene a sufficienza, considerata la sua età : essa vi saluta e così fa Pirro.
Lunedì prossimo partiamo per la villeggiatura di Filottrano, dove ci tratterremo un mese e forse più. Pirro ha messo qua un provvisionale al suo posto per tenere a noi compagnia: così vi staremo più volentieri. Se poi veniste voi a trovarci staressimo benissimo, ma ora pare che vi siate inchiodato sulla vostra poltrona. Addio. State bene e rammentate
L'amica
[non si legge per strappo della carta]
* * *
All'Onorevole
S.r Giuseppe Gioachino Belli.
Via monte della farina
n. 18 Secondo piano Roma
Morrovalle 20 dicembre 1849
Amico mio Car[issim]o
Buone feste, e felicissimo capo di anno con tutto il seguito. Troverete il complimento un poco scarso di parole, ma concedendo a ciascuna il suo significato parmi che vi sia quanto basti, per appagare il vostro cuore, ed il mio.
Il piccolo quadro che mi faceste nel passato agosto delle disgrazie che afflissero Roma è una prova che si può dir molto in poche parole, e voi siete ben forte in questo merito. Noi tutti fummo ben contenti di sentire che voi personalmente non soggiaceste ad alcuno degli orrori commessi. Speriamo che non si rinnovino più siffatte scene di distruzione, ma purtroppo ora ci conviene sopportare le conseguenze di tante rovine. Voi, che non v'induceste a partire da Roma in quei momenti di esterminio, non ve ne allontanerete più mai, onde noi non ci rivedremo mai più.
La mia mamà , Pirro, e Matildina vi salutano di cuore, e stanno bene. Gradirei assai che mi ricordaste alle Sig.re Chichi e le daste [sic] i miei saluti, purché a voi non sia di grave incomodo l'andare a trovarle. In questo caso vi prego informarvi del loro stato presente, e di ciò che le [sic] avvenne nel tempo passato.
Se così a voi piaccque [sic] faceste benissimo di presentare il mio ultimo foglio al vostro Ciro affinché vi leggesse i miei saluti; quel tal foglio che voi paragonavate alla manna del deserto per il periodo che lo riguardava. Io sono affatto indifferente al gusto che egli vi avrà trovato mentre io non vedo in lui che il vostro figlio, e perciò in qualunque modo vi regoliate con lui sul mio conto mi stà sempre bene.
Attendo notizie della vostra salute che mi sta sempre a cuore come quella del mio più caro amico.
Conosceste voi qui il nostro segretario comunale Beneattenti che succedette a Rutilj ? Egli è morto nei [sic] scorsi giorni nella età di 51 anni. Ora disimpegna l'ufficio di segretario provvisorio Peppe Meconi, che vi saluta.
Addio, addio. Gua...
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