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PRIMI POEMETTI, di Giovanni Pascoli - pagina 1
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booooh......
è un poeta che ha fatto storia e lo stimo per le sue poesie
GIOVANNI PASCOLI
PRIMI POEMETTI
[1897]
A MARIA PASCOLI
le xsone non interessate a Pascoli hanno solo da nn andare sul \"suo\" sito. molte xsone sono proprio cafone e ignoranti!!prima di dire o disprezzare...ci si dv informare....
Miticissimo
meraviglioso
molto bella..
mi è piaciuto perniente
w MILAN E TOKIO HOTEL BY GIORGIA VALERIOTTI
MI è PIACIUTO MOTISSIMO
beeelloo
ma da dove vieni fuori!
DRogatoOOOOOOOOOOOOOOOOO
Drogato di merda Pascoli del cazzo
bellissimo
va fan culo
12eeeeeeeeeeeeev
Maria, dolce sorella: c'è stato un tempo che noi non eravamo qui? che io non vedevo, al levarmi, la Pania e il monte forato? che tu non udivi, la notte, il fruscìo incessante del Rio dell'Orso? Il campaniletto di San Niccolò, bigio e scalcinato, che mi apparisce tra i ciliegi rosseggianti de' loro mazzetti di bacche, e i peri e i meli; quel campaniletto, c'è stato un tempo in cui non lo sentivamo annunziare la festa del domani? Din don...
la Pania e il monte forato sono monti che il poeta scorge quando si desta.
bel suono...forse sei un po stonato
Din don don...
Din don don...
Non fu quel prete smunto e cereo, che viene su per la viottola col breviario in mano, non fu esso il rettore che ci battezzò? non era Mère il buon contadino che ci rallegrava fanciulli col suo parlare a scatti, coi suoi motti e proverbi curiosi? "Il cane fa ir la coda, perché non ha cappello da cavarsi": ecco una sua osservazione sottile a proposito del nostro Gulì.
e bellissimoooooooooooooooooooo
bellllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllissimo
E quel fringuello che canta così da vicino il suo francesco mio e il suo barbazipìo, non è stato sempre così vicino? Non li abbiamo sentiti sempre quei più minuti e più confusi e più teneri chiacchiericci dei cardellini? Quelle verlette (sono venute da poco a portare il caldo), quelle canipaiole (vennero quando c'era da seminar la canapa; vennero a dirlo ai contadini), che sembrano ninnare i loro nidiaci con una fila di note sempre uguali; tonde, in gorgia, le prime, limpide e veloci e tristi come un lamento di piccolo, le altre; non le abbiamo sempre avute nella nostra campagna? E non abbiamo sempre udito cantar gli sgriccioli, che hanno tanta voce e sono così piccini? gli sgriccioli che...
Parlano romagnolo? Dicono magnè, magnè, magnè!...
lasciate stare giovanni pascoli
E quei balestrucci che strisciano intorno per l'aria coi loro scoppiettìi rapidi e sonori, non li abbiamo sempre avuti nella nostra casa? C'erano anzi, negli anni passati, anche le rondini, quelle che hanno il pettino rugginoso, non bianco, e la lunga coda biforcuta, e il canto più soave e più parlato; ma ebbero che dire con queste loro rissose sorelle del pettino bianco; e se ne sono andate.
mi sembra scorretto che alcuni di voi insultino Pascoli... è un poeta grandioso!!!
Ce n'è qualche nido sotto il tetto della chiesa, in un luogo molto ombroso e solitario.
Sentono cantare i vespri e le litanie da una parte; dall'altra frusciare il Rio dell'Orso.
pascoli è stato un'ottimo poeta ma nn deve essere compatito per la sua dura vita!!
lasciate stare pascoli infondo è stato un grande poeta e ha avuto molte sfortune nella vita e......
Vivono in gran ritiro, come pensose ancora, nel loro appartato sfaccendare, d'una sventura domestica e comune, toccata là, nelle isole lontane.
finitela di scrivere stupidaggini
cacchio ke pensiero
O rondinelle dal petto rosso, o rondinelle dal petto bianco, se poteste andar d'accordo! Le une e le altre io vorrei torno torno sotto le mie grondaie, e vorrei avere tutto il dì, mentre sto curvo sui libri, negli occhi intenti ad altro, la vertigine d'ombra del vostro volo! Mi fate tanta buona compagnia già voi, bianche.
Io non so che cosa succede stamane.
Ho sorpreso una viva conversazione familiare dentro un nido.
C'erano pigolìi e strilli.
Qualcuno alzava la voce.
E ne siete usciti in tre o quattro.
finitela di scrivere cretinete
cogllionazza
Che si è deliberato nella capannetta sospesa, che forse è la residenza del capo-tribù? forse l'impianto di nuove case? Fate pure.
E buona caccia! Le mosche abbondano quest'anno, come sempre.
A proposito chiese a che cosa servissero le mosche
A proposito: si chiede a che servono le mosche.
Chiaro, che a nutrir le rondini.
è una frase molto significativa!!! Non tutti la capiscono.....e la rispettano....
E le rondini? Chiaro, che a insegnare agli uomini (perciò si mettono sopra le loro finestre) tante cose: l'amore della famiglia e del nidietto.
La prima capanna che uomo costruì, di terra seccata al sole, alla sua donna, gli insegnò una coppia di rondini a costruirla.
Ciò fu al tempo dei nomadi.
un po' contraddittorio
JLLJKJKLJLLJKLLLK
Le rondini viaggiatrici insegnarono all'uomo di fermarsi.
E gli dettero il modellino della casa.
Solo, l'uomo lo capovolse.
Ma questa voce che è? un rotolìo che mai non finisce, come d'un treno che non arriva mai.
È il Fiume, cioè il Serchio.
Di', Maria, dolce sorella: c'è stato tempo che noi non s'udiva quella voce? Oh! sì: belle Panie aguzze e taglienti, bel fiume sonoro, cari balestrucci affaccendati, care verlette, care canipaiole, cari reattini, caro campanile; sì, c'è stato quel tem
g
Di', Maria, dolce sorella: c'è stato tempo che noi non s'udiva quella voce? Oh! sì: belle Panie aguzze e taglienti, bel fiume sonoro, cari balestrucci affaccendati, care verlette, care canipaiole, cari reattini, caro campanile; sì, c'è stato quel tempo che noi non si viveva così da presso.
Su con la vita Pascoli pare chi ti mosse u attu
E se sapeste, che dolore allora, che pianto era il nostro, che solitudine rumorosa, che angoscia segreta e continua! Ma via, uomo, non ci pensare: mi dite.
Ma no, pensiamoci anzi.
Sappiate che la dolcezza lunga delle vostre voci nasce da non so quale risonanza che esse hanno nell'intima cavità del dolore passato.
Sappiate che non vedrei ora così bello, se già non avessi veduto così nero.
Sappiate che non godrei tanto di così tenue (per altri!) materia di gioia, se il martòro non fosse stato così duro e così durevole e non fosse venuto da tutte le possibili fonti di dolore, dalla natura e dalla società, e non ne avesse ferito tutte le possibili sedi, l'anima e il corpo, l'intelligenza e il sentimento.
fkgmnfklgn jln ,kmgg h h
lascia perdere
Non è vero, Maria? E benedetto dunque il dolore! Perché in ciò riconoscere un atroce sgarbo della matrigna Natura, che il poco bene che ci dà, ci dia solo a patto di male? Io dico parola più giusta.
Io dico: O madre Natura, siano grazie a te che anche dal male ricavi per noi il bene.
Noi, mansueta Maria, abbiamo a lungo camminato per l'erta viottola del dolore, e ci siamo anche stancati, o Maria, molto; ma la passeggiata ci ha dato un giovanile appetito di gioia.
Sì, che anche una crosta ammuffita e una scodella di legumi sono buon cibo alla nostra fame.
kkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaazzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
w giovanni pascoli!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ricordiamo, o Maria: ricordiamo! Il ricordo è del fatto come una pittura: pittura bella, se impressa bene in anima buona, anche se di cose non belle.
Il ricordo è poesia, e la poesia non è se non ricordo.
Quindi noi di poesia ne abbiamo a dovizia.
Potrò significarla altrui? Aspettando i «Canti di Castelvecchio» e i «Canti di San Mauro», il presente e il passato, la consolazione e il rimpianto, aspettando questi canti che echeggiano già così soave nelle nostre due anime sole; leggi, o Maria, anzi rileggi questi poemetti.
E leggeteli voi, anime candide, cui li affido.
Leggeteli candidamente.
Perché pare naturale in chi legge una continua preoccupazione, come se egli pensasse o sapesse che chi scrive si rivolge a lui con aria di baldanza e quasi di sfida, dicendogli: Vedi come sono bravo! Onde il lettore fa ogni sforzo per resistere e non lasciarsi persuadere o commuovere da colui che egli suppone sia per menar vanto di tale successo.
Perché pare naturale in chi legge una continua preoccupazione, come se egli pensasse o sapesse che chi scrive si rivolge a lui con aria di baldanza e quasi di sfida, dicendogli: Vedi come sono bravo! Onde il lettore fa ogni sforzo per resistere e non lasciarsi persuadere o commuovere da colui che egli suppone sia per menar vanto di tale successo.
leggete ed imparate!!
fa schifo
Oh! no, candide anime! io non voglio farmi onore; voglio, cioè vorrei, trasfondere in voi, nel modo rapido che si conviene alla poesia, qualche sentimento e pensiero mio non cattivo.
Vorrei che voi osservaste con me, che a vivere discretamente, in questo mondo, non è necessario che un po' di discrezione...
Vorrei che pensaste con me che il mistero, nella vita, è grande, e che il meglio che ci sia da fare, è quello di stare stretti più che si possa agli altri, cui il medesimo mistero affanna e spaura.
Davvero un ottimo sito, come dovrebbero essercene di più. Vi consiglio di aggiungere all'elenco degli Autori Gabriele D'Annunzio e Ugo Foscolo.
espressioni meravigliose e toccanti
E vorrei invitarvi alla campagna.
Appunto oggi è arrivata gente di fuori, di lontano.
I rondoni.
Strillano in gruppi di quattro o cinque: in corse disperate, come pazzi.
Fanno il nido nei buchi lasciati dalle travi.
Ecco che io ho intorno casa anche i rondoni, popolo bellicoso e straniero, vestito di nero opaco.
sukkia cazzi di merda
tua mamma
ma sucaaaaa
tua sorella
ma a strooooooooonnnnnzoooooooo
Ahimè! con le rondini non andranno d'accordo! saranno risse e guerre! Ma no.
Io vi racconto, per finire, un fatto di cui sono stato testimonio or ora.
Un rondone (è forse una femmina: certe bontà si suppongono meglio in una che fu o è per essere madre), un rondone viene e rinviene, col suo volo di saetta, a uno de' miei nidini di balestruccio.
Vuol forse impadronirsene? cacciarne la famiglia che c'è già? No: egli porta ogni volta qualche cosa da mangiare; sta arrampicato un poco alla porticella o finestrella del nido, ed è subito sbarazzato della sua piccola preda.
bella personificazione
O caro buon rondone: tu non hai forse da fare oggi; tu non hai forse ancora compagno o compagna; e, tanto per non stare (ero per dire, con le mani in mano: ma non si tratta d'uomini, qui) per non stare in ozio, dài un po' d'aiuto a una rondinella, a una d'altra nazione e razza, che ha forse troppi figliuoli e troppo da fare e poco da mangiare.
Carità...
internazionale! O caso più pietoso ancora, si tratta d'orfanelli? e un altro povero li nutre e tira su alla meglio?
come vorrei nn studiarti cretino di un pascolo...
Uomini, dirò come in una favola per i bimbi: uomini, imitate quel rondone.
Uomini, insomma contentatevi del poco («assai» vuol dire sì abbastanza e sì molto: filosofia della lingua!), e amatevi tra voi nell'ambito della famiglia, della nazione e dell'umanità.
Ma io non parlo più a te, dolce Maria.
Eccomi a te di nuovo...
Ma c'è da fare il pane.
Oggi è sabato.
Lasciamo la penna, e andiamo.
Buon appetito
Andiamo, buona sorella, a fabbricarci il nostro pane quotidiano, o, a dir meglio, settimanale, che ci sembra poi così buono, né solo perché fatto a crocette, come è usanza della nostra Romagna (qua li chiamano colombini, come quelli di Pasqua), ma perché intriso, rimenato e foggiato dalle nostre proprie mani.
Andiamo dunque a fare opera...
indovina, di che?...
di emancipazione, figliuola mia!
Castelvecchio di Barga, 5 giugno 1897.
Giovanni
LA SEMINATURA?????????????????
se ora de arare sio scretore
LA SEMENTA
L'ALBA
I
Allor che Rosa dalle bianche braccia
aprì le imposte, piccola e lontana
qst pezzo mi è piaciuto molto xkè siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.....................................................................by giudi
dal cielo la garrì la cappellaccia.
Dalla Pieve a' Cipressi la campana
sonava l'alba: in alto, sul Mongiglio
erano bianchi bioccoli di lana.
Raspava una gallina sopra il ciglio
d'un fosso.
Po s'alzò, scosse la brina,
scodinzolando, con uno sbadiglio.
Ed al frizzar dell'aria mattutina,
nel comun letto si svegliò Viola,
all'improvviso, e mormorò: «Rosina!
Rosina!».
E già taceva la chiesuola
lasciando udire un canto di fringuello,
e, per i campi ombrati di viola,
LO SQUILLARE DI QUALKE COSA MA NON SI CAPISCE COSA
tu mamma me lo sukkia
pirla di merdfa
lo squillar de' pennati sul marrello.
II
E Rosa in tanto, al davanzale, i semi
e rosa il davanzale ei semi intanto
coglieva d'una spiga d'amorino,
e mondava dal secco i crisantemi.
Si sfumò d'oro un bioccolo argentino:
oh! una mandra, tutta oro, tranquilla
pasceva in alto in mezzo al cilestrino.
Corsero come guizzi di pupilla;
tutto via via razzava: un fil di paglia
nel concio nero, un ciottolo, una stilla.
Ma il sole entrava come in una maglia
sottil di nubi d'un color d'opale,
e traspariva dalla nuvolaglia.
Rosa si ravviava al davanzale:
or luce, or ombra si sentìa sul viso;
ché il sol montando per il cielo a scale
appariva e spariva all'improvviso.
III
Appariva e spariva; e venìa meno
la terra all'occhio, e poi, come in un fiato,
tutto balzava su verso il sereno.
A monte, a mare, ella guardò: guardato
ch'ebbe, ella disse (udiva sui marrelli
a quando a quando battere il pennato):
«Aria a scalelli, acqua a pozzatelli».
NEI CAMPI
I
Il capoccio avea detto: «Odimi, moglie.
Senti le rare tremule tirate
che fanno i grilli? Cadono le foglie;
e tristi i grilli piangono l'estate.
L'altra notte non chiusi occhio, tanto era
quel gridìo! - Seminate! Seminate! -
credei sentire.
Poi, sentii ier sera
passar su casa un lungo rombo d'ale:
l'anatre vanno per la notte nera.
C'è sopra il verno.
Il primo temporale
cova nell'aria.
Sai che, per il grano,
talvolta il grano cresce bene se seminato presto; ma se seminato tardi cresce sempre male.
presto è talora, tardi è sempre male.
Domani voglio il mio marrello in mano;
ché chi con l'acqua semina, raccoglie
poi col paniere; e cuoce fare in vano
più che non fare.
Incalciniamo, o moglie».
II
E per due giorni consegnava il grano
alle soffici porche.
Seminare
volle la costa, seminare il piano.
E per due giorni non uscì da mare
pure una nube; e il garrulo vicino,
«Il tempo è in filo,» gli dicea, «compare!»
Ma egli arava tutto il giorno, chino
sopra le porche.
Il terzo dì, cantava
al buio il gallo, prima di mattino.
Ed egli al buio sorse, ed aggiogava
le brune vacche (uscirono mugliando
e rugumando la lor verde bava),
e seminava.
Dore al giogo, Nando
era alla coda: Nando, il suo maggiore,
che ammoniva le bestie a quando a quando,
tarde, e la forza pargola di Dore.
III
Forza di Dore, le divincolanti
che cosa significa vacche reggevi; ma tuo padre il grano
vacche reggevi; ma tuo padre il grano
pulverulento si gettava avanti.
ma che sta a dii
La sementa spargea con savia mano;
altri via via copriva la sementa.
L'aratro andava, nell'ombrìa, pian piano:
qualche stella vedea l'opera lenta.
PER CASA
I
Vedea nell'ombra qualche muta stella
gli uomini arare.
Nella mattinata
ci fu lo spruzzo d'una scosserella.
PER ME NON E MOLTO CONVINENTE CI VULE QUALCOSA DI PIU CONVINCENTE
Molto carinoooooooooooooooooooooo
troppo brutto
panna montata??? ;)
La casa aveva aperto ogni impannata.
...
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