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IL FANCIULLINO, di Giovanni Pascoli - pagina 1
Pagine:
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[1-8]
Giovanni Pascoli
help ho bisogno di tutte le figure retoriche di tutte le poesie di pascoli come faccio???? mercoledì ho il compito!!!!!!!! aiutoooo
aiutoooooo ho bisogno di un amano per un analisi del testo! iiiiiiiiiiii
bello davvero
e un bellissimo poema
bellissimo
è UNA DELLE FRASI PIù SIGNIFICATIVE SENZA DUBBIO
Il Fanciullino
I.
Non credo che qst sito sia una ca**ata. Dipende dai gusti certo chi usa unlinguaggio come il tuo non puù amare la poesia.
io fo la 3 media e il mi prof gia ce fa studia ste cose!!!!!!domani cmpito in classe su sta roba!!aiutoooooooooooooooooooooooooooo!!!by badessa
ke cazzata sto sito
...k karino
a non ne cagare a minchia
noooooo.........odio il decadentismooooo e pascoli
lo sto a fa ade de italiano e' na cappella della madonna ,,,per me qst cia 1sacco de scompensi!!!!!!!!!!!!!!!!
chi è cebes tebano?
chi è cebes tebano?
aiuto...esami in vista!
wowwwwwwwwwwwww
....dovremmo imparare ad ascoltare..
eheh...anchio non ho nulla da dire...non so fare un discorso su giovanni pascoli...abbasso il decadentismo
adoro pascoli
è la frase più bella
nulla da dire
È dentro noi un fanciullino (1) che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi.
pascoli suca
viva la figa e chi la spisiga
Mi consolo rileggendo questa splendida pagina di letteratura, quando mi ritrovo a credere nella magia e mi sembra di essere tornata bambina... Mary
Sono d'accordo pascoli è uno dei meglio poeti italiani!By er maggico da Empoli
grande fanciullo
grazie Pascoli per averci lasciato un'eredità così divina...
non è vero che tutto si vede con gli occhi di un bambino, bisogna avere un'innata sensibilità e propensione alla semplicità
hihi...non l'ho capita sta frase....cmq secondo me nn è vero...non sparate cazzate solo x leccare i piedi a pascoli
e molto bella
molto bella sta frase
é vero tutto si vede con gli occhi di un bimbo
Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo.
questa frase e' una merda coglioni
Leopardi è il miglior autore italiano
questa frasde è proprio vera, è bellissima
è vero è tutto vero...grande Gio tvb
Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello.
Ulisse (Joyce) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Vai a: Navigazione, cerca Copertina dell'opera Copertina dell'opera Ulisse è il principale romanzo di James Joyce, scritto tra il 1914 e il 1921 e pubblicato a Parigi nel 1922. Il romanzo, che si svolge in una sola giornata (il 16 giugno 1904) ed è ambientato a Dublino, è strutturato in modo da ricalcare nella struttura l'Odissea di Omero. Ciascun capitolo corrisponde ad un canto dell'Odissea, ed è scritto usando ogni volta una tecnica narrativa diversa. È anche possibile identificare corrispondenze tra i personaggi dell'Odissea e quelli dell'Ulisse: Ulisse è Leopold Bloom; Penelope è la sua sposa, Molly Bloom; il ruolo di Telemaco è assunto da Stephen Dedalus (che era stato il protagonista di un romanzo autobiografico di Joyce, Ritratto dell'artista da giovane). Come in Omero così nell'Ulisse di Joyce l’eroe segna l’avventura dell’uomo nel mondo, permane la lente da cui comprendere la totalità, incarna la veggenza concessa soltanto a chi ha molto errato fra cielo e terra. L'Odissea omerica, il romanzo dei romanzi, è innanzitutto la celebrazione dei confini, del finito-umano, dell'individuo che costruisce la sua personalità, \"delimitata\" e quindi sottratta al fluire indifferenziato, ammaliante e distruttore della Natura che vorrebbe dissolverlo: l'io si arricchisce della diversità, ma senza venirne cancellato o assorbito. Quanto l’Odissea, l’Ulisse di Joyce è un’opera - cosmo, il cui punto di riferimento non è la soggettività del poeta, isolato e creatore, ma la cultura e la storia della comunità umana. Nella concezione e nella tecnica ho cercato di raffigurare la terra che è pre-umana e presumibilmente post-umana. È l’epopea di due razze (israelita e irlandese) e al tempo stesso il ciclo dell’intero corpo umano, così come la storiella qualsiasi... Durante la passeggiata del protagonista per le vie di Dublino, immerso nel flusso di percezioni che si accavallano, si fanno esili i confini fra dentro e fuori : l’Ulisse è il testo in cui si attua un ordine maneggiando il magma dell’esperienza con assoluto realismo sulla pagina ma identificando vita e linguaggio (in stretta connessione con le poetiche simboliste). L'universo sperimentale si esaurisce in un’immensa enciclopedia di gusto medioevale in quanto riduzione a summa. All’ordine dantesco dato alle cose del mondo all’interno della ragione e della tradizione Joyce conferisce un ordine estetico e rappresentativo perché il disordine e l’assenza di senso si manifestino. L’odissea-giornata di Bloom è il naufragio della contemporaneità compiuto sul vascello della quotidianità dublinese e l’Ulisse, non più solo personaggio singolo ma frammentazione in coscienze, ci restituisce la somma delle stratificazioni e sovrapposizioni culturali del mondo contemporaneo si urtano e convivono: Omero e gli eventi quotidiani, l’Irlanda e la liturgia cattolica, le memorie della scolastica e l’antropologia, i processi fisiologici e i riti sociali.
bellissima....
stavolta hai completamente ragione!!! w pascoli by rossella di torremaggiore (FG)
Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima d'onde esso risuona.
pascoli famme passa gli esami by black prince and frossica
E anche, egli, l'invisibile fanciullo, si perita vicino al giovane più che accanto all'uomo fatto e al vecchio, ché più dissimile a sé vede quello che questi.
CHE BELLO
pascoli è 1 mito:D
Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo; ché ne sdegna la conversazione, come chi si vergogni d'un passato ancor troppo recente.
non ci sono parole per commentare quest'opera d'arte
è semplicemente belli issimo patrizia
bella poesia
adesso non esagerare giovà!!! non ti prendere troppo
Ma l'uomo riposato ama parlare con lui e udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tono e grave; e l'armonia di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d'un usignuolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora.
e portatelo a casa sto mare
sembra tutto cupo, ma in realtà e tutto così limpido
O presso il vecchio grigio mare.
Che frase romantica. BRAVISSIMO
amore tvttttttttttttttttttttttttttb
bella questa frase... gio pascoli 6 mitico!
la vita distaccata dall'animo del fanciullino
Il mare è affaticato dall'ansia della vita, e si copre di bianche spume, e rantola sulla spiaggia.
nnnnnnnnnnnnnnn
una parola per descriverlo UNICO
uuum!!! ma che bello eh...aah
la melodia trasuda dalle parole...
Ma tra un'ondata e l'altra suonano le note dell'usignuolo ora singultite come un lamento, ora spicciolate come un giubilo, ora punteggiate come una domanda.
L'usignuolo è piccolo, e il mare è grande; e l'uno è giovane, e l'altro è vecchio.
Vecchio è l'aedo, e giovane la sua ode.
ma che sta dicendo??
sgnick?!
ma che cazzo scrive
Väinämöinen è antico, e nuovo il suo canto (2) .
Chi può imaginare, se non vecchio l'aedo e il bardo? Vyàsa è invecchiato nella penitenza e sa tutte le cose sacre e profane.
Vecchio è Ossian, vecchi molti degli skaldi.
fate skifoooo
bella poesia
molto bello
L'aedo è l'uomo che ha veduto (oîde) e perciò sa, e anzi talvolta non vede più ; è il veggente (aoidós) che fa apparire il suo canto (3).
fate skifooo
bella questa frase è a dir poco meravigliosa complimenti Pascoli
grande ciuuuuuuuuuu
uuuuuuuu
MI FAI APRIRE IL CUORE!!! BY ROXY TORRE
Non l'età grave impedisce di udire la vocina del bimbo interiore, anzi invita forse e aiuta, mancando l'altro chiasso intorno, ad ascoltarla nella penombra dell'anima (4) .
PDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPDPD
E se gli occhi con cui si mira fuor di noi, non vedono più , ebbene il vecchio vede allora soltanto con quelli occhioni che son dentro di lui, e non ha avanti sé altro che la visione che ebbe da fanciullo e che hanno per solito tutti i fanciulli.
fantastica queta visone del saggio talmente saggio che non ha mai dimenticato di ascoltare e di tenere per mano il suo lato più umile e sensibile....BELLISSIMO!
E se uno avesse a dipingere Omero, lo dovrebbe figurare vecchio e cieco, condotto per mano da un fanciullino, che parlasse sempre guardando torno torno.
Da un fanciullino o da una fanciulla: dal dio o dall'iddia: dal dio che sementò nei precordi di Femio quelle tante canzoni, o dell'iddia cui si rivolge il cieco aedo di Achille e di Odisseo (5) .
II.
PASCOLI DI MERSA
hihihi carina sopratutto questa parole simpatica: \"monello\"... ha l'aria bambinale
Ma il garrulo monello o la vergine vocale erano dentro lui, invisibilmente.
PASCOLI DI MERDA
w il red zone club.....l'unica poesia e filosofia che contempla il piacere!!!!
fanculo tutti
fanculo tutti
Erano la sua medesima fanciullezza, conservata in cuore attraverso la vita, e risorta a ricordare e a cantare dopo il gran rumorio dei sensi.
E la sua fanciullezza parlava per ciò più di Achille che d'Elena, e s'intratteneva col Ciclope meglio che con Calipso.
miticoooooooooooooo viva l amore ti amo jessyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy by io ah a aha ah ah ah aha ah aaha slurp peppe
tutto vero pasky sei una leggenda
Non sono gli amori, non sono le donne, per belle e dee che siano, che premono ai fanciulli; sì le aste bronzee e i carri da guerra e i lunghi viaggi e le grandi traversie.
Così codeste cose narrava al vecchio Omero il suo fanciullino, piuttosto che le bellezze della Tindaride e le voluttà della dea della notte e della figlia del sole (6) .
E le narrava col suo proprio linguaggio infantile.
si si brava/o con questa ipocrisia andremo avanti!!!!!!
io penso che non si debbano distinguere ppaesi lontani da paesi vicini perchèm il mondo è unico
Tornava da paesi non forse più lontani che il villaggio che è più vicino ai pastori della montagna; ma esso ne parlava ad altri fanciulli che non c'erano stati mai.
sto merda de pascoli
Ne parlava a lungo, con foga, dicendo i particolari l'un dopo l'altro e non tralasciandone uno, nemmeno, per esempio, che le schiappe da bruciare erano senza foglie.
viva Pascoli! e voi piantatela di scrivere stupideggini, deficienti
ADORO PASCOLI!!
ADORO PASCOLI!!!
Ché tutto a lui pareva nuovo e bello, ciò che vi aveva visto, e nuovo e bello credeva avesse a parere agli uditori.
La parola "bello" e "grande" ricorreva a ogni momento nel suo novellare, e sempre egli incastrava nel discorso una nota a cui riconoscere la cosa.
deghi ti amoooooo ___diavoletta___
Diceva che le navi erano nere, che avevano dipinta la prora, che galleggiavano perché ben bilanciate, che avevano belli attrezzi, bei banchi; che il mare era di tanti colori, che si moveva sempre, che era salato, che era spumeggiante.
I guerrieri? Portavano i capelli lunghi.
I loro caschi? Avevano creste che si movevano al passo.
Le loro aste? Facevano una lunga ombra.
Per non essere frainteso ripeteva il medesimo pensiero con altra forma: diceva "un pochino, mica tanto!", "vivere, mica morire!", e anche "parlò e disse", "si adunarono e furono tutti in un luogo".
Non mancava di quelle spiegazioni che chiudono la bocca: "ubbidite, perché ubbidire...è meglio" "solo devo rimanermene senza dono? Non sta bene".
La chiarezza non è mai troppa: "I pulcini erano otto, e nove con la madre, che aveva fatti i pulcini", "Aias, quello più piccolo, non grande come l'altro, ma molto più piccolo: era piccino...".
Qualche volta riusciva sublime, ma senza farlo apposta: saltava qualche circostanza, per giungere a ciò che importava più e che era più sensibile.
Qualche volta riusciva sublime, ma senza farlo apposta: saltava qualche circostanza, per giungere a ciò che importava più e che era più sensibile.
Un divino arciere tirava l'arco "e per tutto si vedevano cataste accese per bruciare i morti".
Il dio supremo mosse il sopracciglio e scosse i capelli, "e scrollò l'Olimpo che è così grande".
Sopra tutto, per far capire tutto il suo pensiero, in qualche fatto o spettacolo più nuovo e strano, s'ingegnava con paragoni tolti da ciò che esso e i suoi uditori avevano più sott'occhio o nell'orecchio.
E in ciò teneva due modi contrari: ora ricordava un fatto piccolo per farne intendere uno grande, ora uno maggiore per farne vedere uno minore.
Così rappresentava un mare agitato che con le grosse onde spumeggianti si getta contro la spiaggia, e strepita e tuona, per dar l'idea d'una moltitudine d'uomini che accorre in un luogo; e descriveva uno sciame di mosche intorno ai secchielli pieni colmi di latte, per esprimere il confuso e vasto agglomerarsi d'un esercito di guerrieri.
Questo era il suo solo artifizio, se pure si può chiamare artifizio ciò ch'egli faceva così ingenuamente che spesso la cosa, mediante il suo paragone, riusciva più piccola, sebbene sempre paresse più chiara; come quando confrontava il fluido parlare di alcuni vecchi savi all'incessante frinire delle cicale, o la resistenza d'un grande eroe all'indifferenza d'un asino che seguita a empirsi d'erba nel prato donde i bimbi vogliono cacciarlo a suon di bastonate.
No no: il fanciullino del cieco non tanto voleva farsi onore, quanto farsi capire: non esagerava; perché i fatti che raccontava, gli parevano già assai mirabili così come erano.
Ed egli sapeva, né per altro argomento se non perché parevano anche a lui, che mirabili dovevano parere anche agli altri bambini come lui, che erano nell'anima di tutti i suoi uditori.
dio vaca che skifo
I quali ora come allora lo ascoltano con maraviglia.
E non sarebbe ragionevole, di cose che dopo trenta secoli non si credono più verosimili.
Ma dopo pur trenta secoli gli uomini non nascono di trent'anni, e anche dopo i trent'anni restano per qualche parte fanciulli.
III.
Ma è veramente in tutti il fanciullo musico? Che in qualcuno non sia, non vorrei credere né ad altri né a lui stesso: tanta a me parrebbe di lui la miseria e la solitudine.
Egli non avrebbe dentro sé quel seno concavo da cui risonare le voci degli altri uomini; e nulla dell'anima sua giungerebbe all'anima dei suoi vicini.
Egli non sarebbe unito all'umanità se non per le catene della legge, le quali o squassasse gravi o portasse leggiere, come uno schiavo o ribelle per la novità o indifferente per la consuetudine.
qwertyhjk
Perché non gli uomini si sentono fratelli tra loro, essi che crescono diversi e diversamente si armano, ma tutti si armano, per la battaglia della vita; sì i fanciulli che sono in loro, i quali, per ogni poco d'agio e di tregua che sia data, si corrono incontro, e si abbracciano e giocano.
Eppure è chi dice che veramente di generi umani ve ne ha due, e non si scorge che siano due, e che l'uno attraversa l'altro, sempre diviso ma sempre indistinto, come una corrente dolce il mare amaro.
ydfbsdfbv
Vivono persino nelle stessa famiglia, sotto gli occhi della stessa madre, e vivono in apparenza la stessa vita germinata da uguale seme in unico solco; e questi sono stranieri a quelli, non d'un solo tratto di cielo e di terra, ma di tutta l'umanità e di tutta la natura.
perchè il fanciullino?
Essi si chiamano per nome e non si conoscono né si conosceranno mai.
Ora se questo è vero, non può avvenire se non per una causa: che gli uni hanno dentro sé l'eterno fanciullo, e gli altri no, infelici!
ma vaffffa
Ma io non amo credere a tanta infelicità.
gli acidi....
l'essenziale è invisibile agli occhi
In alcuni non pare che egli sia; alcuni non credono che sia in loro; e forse è apparenza e credenza falsa.
Forse gli uomini aspettano da lui chi sa quali mirabili dimostrazioni e operazioni; e perché con le vedono, o in altri o in sé, giudicano che egli non ci sia.
Ma i segni della sua presenza e gli atti della sua vita sono semplici e umili.
... ma quanto è bella quest'opera di pascoli, chi è mai stato con dei bambini capisce di cosa si parla ...
heyre r yrevyrevytr
Egli è quello, dunque, che ha paura al buio, perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o sembra sognare, ricordando cose non vedute mai; quello che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle: che popola l'ombra di fantasmi e il cielo di dei (7) .
bellissima frase!!!!!!!
io adoro naruto... altro che dragonball
e vero...solo da bambini si piange e si ride senza motivo...da grandi,purtroppo,si vedono meglio i perke della sofferenza e della gioiA
Egli è quello che piange e ride senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione.
carinissimo vero?
Egli è quello che nella morte degli esseri amati esce a dire quel particolare puerile che ci fa sciogliere in lacrime, e ci salva (8).
bellissimo
Egli è quello che nella gioia pazza pronunzia, senza pensarci, la parola grave che ci frena.
Egli rende tollerabile la felicità e la sventura, temperandole d'amaro e di dolce, e facendone due cose ugualmente soavi al ricordo.
Egli fa umano l'amore, perché accarezza esso come sorella (oh! Il bisbiglio dei due fanciulli tra un bramire di belve) , accarezza e consola la bambina che è nella donna.
Egli nell'interno dell'uomo serio sta ad ascoltare, ammirando, le fiabe e le leggende, e in quello dell'uomo pacifico fa echeggiare stridule fanfare di trombette e di pive, e in un cantuccio dell'anima di chi più non crede, vapora d'incenso l'altarino che il bimbo ha ancora conservato da allora.
Egli ci fa perdere il tempo, quando noi andiamo per i fatti nostri, ché ora vuol vedere la cinciallegra che canta, ora vuol cogliere il fiore che odora, ora vuol toccare la selce che riluce.
natevene affanculo oh
E ciarla intanto, senza chetarsi mai; e, senza lui, non solo non vedremmo tante cose a cui non badiamo per solito, ma non potremmo nemmeno pensarle e ridirle, perché egli è l'Adamo che mette il nome a tutto ciò che vede e sente.
Egli scopre nelle cose le somiglianze e relazioni più ingegnose.
carina questa teroia...ma nn la riesco proprio a capire....pascoli 6 vermante stranoooooo!!!! nn ti capisco...ritorna sulla terra e spiegamela...grazie! annina!
bellissimo
Egli adatta il nome della cosa più grande alla più piccola, e al contrario.
E a ciò lo spinge meglio stupore che ignoranza, e curiosità meglio che loquacità: Impicciolisce per poter vedere, ingrandisce per poter ammirare.
Né il suo linguaggio è imperfetto come di chi non dica la cosa se non a mezzo, ma prodigo anzi, come di chi due pensieri dia per una parola.
E a ogni modo dà un segno, un suono, un colore, a cui riconoscere sempre ciò che vide una volta.
Belllllllllllllllllllllllloooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo.davvero
C'è dunque chi non ha sentito mai nulla di tutto questo? Forse il fanciullo tace in voi, professore, perché voi avete troppo cipiglio, e voi non lo udite, o banchiere, tra il vostro invisibile e assiduo conteggio.
cazzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Fa il broncio in te, o contadino, che zappi e vanghi, e non ti puoi fermare a guardare un poco; dorme coi pugni chiusi in te, operaio, che devi stare chiuso tutto il giorno nell'officina piena di fracasso e senza sole.
Ma in tutti è, voglio credere.
fra un pò ho l'esame di maturità e spiegare in 5 minuti la regressione di pascoli e molto difficile come posso fare?
domani interrogazione di italiano su pascoli e nn so una mazza!
tenera sta frase....bella bella... xo sto fanciullino...non l'ho ancora capito... vabbe baci
Siano gli operai, i contadini, i banchieri, i professori in una chiesa a una funzione di festa; si trovino poveri e ricchi, gli esasperati e gli annoiati, in un teatro a una bella musica: ecco tutti i loro fanciullini alla finestra dell'anima, illuminati da un sorriso o aspersi d'una lagrima che brillano negli occhi de' loro ospiti inconsapevoli; eccoli i fanciullini che si riconoscono, dall'impannata al balcone dei loro tuguri e palazzi, contemplando un ricordo e un sogno comune.
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