DUBBI AMOROSI, di Pietro Aretino - pagina 2
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Utrum costei di furto può accusarsi?
Risoluzione XX
nei digesti la legge si non sorte,
nel paragrafo cento, al verbo nemo,
che ritener senza favor di corte
robba di nostro debitor potemo,
pur ch'util più del debito non porte;
talch'ella non tenetur se i quattrini
tolti non eran più di sei carlini.
Dubbio XXI
Antonia Saponara stando in letto,
nel tempo che lo spirito si parte,
venne un suo innamorato giovinetto
e ben chiavolla in l'una e l'altra parte;
ond'ella una collana, ch'avea al petto
lasciogli per legato scritto in carte.
Utrum sendo il legato per trastullo
si possi dir che il testamento è nullo?
Risoluzione XXI
Messer Matteo nella decisione
sessantanove dice ch'al consorte
quando dolose fa una donazione
la moglie, che sta già vicina a morte,
nel testamento poi non ha ragione;
ond'io consideratis bene, accorte
considerandis dico che quel tale
non l'è marito e '1 testamento vale.
Dubbio XXII
Isabella di Luna un giorno avea
per la notte ad un giovine promesso;
poi sta con altro e a quel che non potea
disse e che ritornasse il giorno appresso.
Quel venne e come l'altro far solea
poi le lasciò di rame una catena.
Tenetur illi ne de falsi poena?
Risoluzione XXII
nel dotto titol de compensatione,
vuol che dolus cum dolo a salva mano
può compensarsi con discrezione;
onde se con mancargli un atto strano
usò con quegli fuor d'ogni ragione,
ricevendo da lui si buone notti,
nunquam tenetur falsi, dice il Scotti.
Dubbio XXIII
Avea locato Giulia di Martino
un frate per chiavarla un tanto il mese.
In otto giorni fu stanco il meschino
per il soverchio scuoter dell'arnese:
e in suo loco lasciò fra Venturino
per darsene a quell'opra a proprie spese.
Utrum per questa satisfazione
dee perdere il salario il fra Briccone?
Risoluzione XXIII
Vuole questo Ulpìan per la sua legge,
inter artifices de solutione,
ove chiaro si pondera e si legge
ch'ivi si tratta de industria personae:
ma il giusto impedimento la corregge
per l'aItra de pollicitatione,
che col titolo sic comincia il testo,
siché iI frate non dee perder per questo.
Dubbio XXIV
Prer dare Ortensia gusto ad un suo amante
e del suo corpo il più soave loco,
il cul gli diè, ma con promessa avante
che v'abbia a por del suo gran cazzo un poco.
Quello non potè star così costante
alle primarie furie di quel giuoco,
tutto nel cul vel pose.
Utrum Ortensia
accusare lo possa di violenza?
Risoluzione XXIV
In lege prima de justitia et jure,
Jus naturae, paragrapho, vuol Baldo
che primi motus homini naturae
non sono in suo poter quand'egli è caldo:
il primo furor fa ch'egli non cure
d'eser tenuto peccator ribaldo;
onde spinto costui dai primi moti
accusar non si può degl'altri ignoti.
Dubbio XXV
Con un romito un giorno per ventura
sconttossi un'abadessa sempliciotta,
il qual le dimandò con mente pura
che di grazia gli desse una pagnotta;
ed ella alzati i panni alla cintura,
li mostrò la sua bianca e bella potta
e disse non avergli altro che dare.
Utrum tal carità dovea accettare?
Risoluzione XXV
Perché la carità si fa in casella,
non doveva il romito ricusare
la bianca potta delicata e bella,
che l'abadessa gli volea donare,
ma con volto ridente dir: sorella,
la carità non voglio rifiutare;
e per mostrare d'averla avuta grata,
saltarle addosso e darle una chiavata.
Dubbio XXVI
Frate Cipolla gran predicatore
veggendo gli altri frati a buggerare,
trovato un fraticel si mise in core
voler un tal secreto anch'ei provare;
ma ben presto alla prima fece errore
spingendo il cazzo in su senza bagnare,
onde fe' di quel cul un melgranato.
Utrum se per provar fece peccato?
Risoluzione XXVI
I gran sommisti tengon tutti quanti
e con quelli i casisti di coscienza
che dei peccati se ne trovin tanti,
che bisogno non han di penitenza;
perché dove il voler non si fa innanti,
s'attribuisce tutto a negligenza.
Onde senza voler fe' il frate il tutto;
non fu peccato già fottere il putto.
Dubbio XXVII
Suor Marta la lussuria avea nel sesso
e volendo la carne lacerare,
prese un cazzo di vetro d'un commesso
e con la potta cominciò a scherzare;
ma spinta dal furore a un colp'istesso
volendo tutto dentro farlo entrare,
le si ruppe la potta e '1 cul che è peggio.
Utrum se per far ben fe' sacrilegio?
Risoluzione XXVII
Di medicina il principe Galeno
dice che nell'interne infiammazioni
si deve col trar sangue ridur meno
nel paziente le molestazioni;
onde se per smorzar la rabbia appieno,
che sturbar la potea dall'orazioni,
suor Marta si sbregò '1 cul e la potta,
sacrilega non fu, ma fu divotta.
Dubbio XXVIII
Confessando una vedova un Teatíno
nella carne sentia gran tentazione,
e per far stare il cazzo a capo chino
lo prese ad ambo man con divozione;
e tanto su e giù scosse il meschino
che spuntò la bambagia dal giubbone
e mandò lussuria in precipizio;
utrum se questo fu castigo o vizio?
Risoluzione XXVIII
Perché bisogna quanto più si puote
li scandali evitar dei sensi vani,
il Teatin, che più soffrir non puote,
per scandali schivar, gusti profani,
i desideri e volontà corrotte,
si valse a raffrenar d'ambo le mani
la tentazion ch'il molestava assai.
Onde vizio non fu trarsi di guai.
Dubbio XXIX
Fottendo un frate a gambe in spalla un tratto
con un palmo di cazzo un'abadessa,
dal gran piacere in paradiso astratto
non conosceva il tondo della fessa;
onde spinto da furia come un matto,
nel tondo avendo la sua lancia messa
disse: oh che dolce di peccar cagione!
Utrum se il cazzo suo fu buggerone?
Risoluzione XXIX
D'infamia non si dee, dice Jasone,
né d'altro juxta legem incolpare
un mentecatto, che non ha ragione,
né di coglionerie puossi accusare:
onde il cazzo del frate buggerone
in conto alcuno si potrà chiamare,
quia stando fuor di sé, sol per trastulo
cacciò il suo cazzo all'abadessa in culo.
Dubbio XXX
Mentre con divozion stava parlando
suor Cherubina con fra Galeazzo,
per disgrazia la madre starnutando
cacciò un peto dal cul con gran schiamazzo.
Il frate a quel saluto diè rimando
e le rispose in fretta: qualche cazzo.
La monaca turbossi e l'ebbe a male.
Utrum se questo fu caso papale?
Risoluzione XXX
Dice la legge, paragrafo quando,
titolo de verborum prolatione,
che quando verbum dictum est scherzando
sia chi si vuol non fert punizione.
Addit immo la legge: il cazzo entrando
nel forame del cul sine intentione,
nunquam questo sarà peccato tale
che richiedesse assoluzion papale.
Dubbio XXXI
Laura monaca fu da un Genovese
richiesta di chiavarla a potta dietro
e d'andar per la via dritta promese
e di lasciare il primo buco addietro.
Poi presto il cazzo proprio in cul le mese
e spinse, ond'ella ne biasmò san Pietro.
Utrum deesi punir quella biastema
e restar debba della lingua scema?
Risoluzione XXXI
La prima distinzion di penitenza,
nel capitolo pro est ne dà indizio
che chi si trova nell'altrui potenza
e Dio rinnega per alcun supplizio
non merta pena; e quella violenza
fa che non se gl'imputi a malefizio,
onde costei non si può già punire
di biastema per doglia da morire.
**Altri Dubbi Amorosi**
Dubbio I
Fotteva fra Martin suor Liberale
in potta, e nel chiavar sendosi avvisto
che ne poteva nascer l'Anticristo,
volse finir in cul.
Fe' bene o male?
Risoluzione I
Molto bene fece il padre fra Martino
per schivar d'Anticristo la venuta,
finire in cul la sua nobil fottuta,
che cominciato in potta avea il meschino.
Dubbio II
Fotteva a potta ritta suor Lucia
un gesuita, a tal mestier non uso,
e nel cacciarlo dentro fallò il buso.
Fu sacrilegio ovver fu sodomia?
Risoluzione II
Il povero ignorante gesuita,
che sol per ignoranza fallò il buso,
sacrilego non fu, ma per escuso
si dee tener, nemmen fu sodomita.
Dubbio III
Suor Marta nell'oscur ruppe il boccale;
l'abadessa gridò: cazzo ti fotta;
ella sel fe' cacciar subito in potta.
Utrum per ubbidir fec'ella male?
Risoluzione III
Meglio non potea far suor Marta dotta
che a' comandi prestare l'ubbidienza
dell'abadessa, che per penitenza
un cazzo le ordinò dentro la potta.
Dubbio IV
De' gesuiti il padre sacristano
per raffrenar la sua lussuria tanta,
cacciò il cazzo e i coglion nell'acqua santa.
Fu caso meritorio oppur profano?
Risoluzione IV
Il padre sacristan meritò molto
se, per fuggire una lussuria tanta
cacciò il cazzo e i coglion nell'acqua santa
per restar da quel mal libero e sciolto.
Dubbio V
Destossi l'abadessa con gran furia
sognando di mangiar latte e giuncate,
trovossi in bocca il cazzo dell'abbate.
Fu peccato di gola o di lussuria?
Risoluzione V
Non fu gola o lussuria, è risoluto,
perché questo caso accidentario;
ben se l'avesse avuto in tafanario
o in potta dubitar s'avria potuto.
Dubbio VI
Per torsi il mal di madre suor Prudenza
che le impedia sue sante orazioni,
si fe' chiavar da due frati ghiottoni.
Meritava di ciò far penitenza?
Risoluzione VI
Se sol per poter dir le sue orazioni
ben ben si fece fotter suor Prudenza,
di ciò non dovrà far la penitenza,
ché alcuna non sen dà alle divozioni.
Dubbio VII
Un giorno stando Giulia in una scola
prese in la bocca il cazzo a un suo bertone
e in un istante gli diè un morsicone.
Ditemi se costei peccò di gola?
Risoluzione VII
Perché non con espressa volontà
madonna Giulia morsicò quel cazzo
al suo berton, nemmeno per sollazzo,
peccato già di gola ella non ha.
Dubbio VIII
Non potendo cacare un disperato,
perch'altro non potea, si fe' cacciare
un cazzo in culo e si fe' buggerare.
Utrum per non morir fece peccato?
Risoluzione VIII
La morte volontaria è proibita,
sicché ben fece a farsi buggerare
il poverin, che stava per crepare,
e molto meritò a campar la vita.
Dubbio IX
Livia volea saper che cosa è amore
e per questo si fe' chiavare alquanto;
nacque in questa maniera un dubbio intanto
s'ella sol per provar commise errore?
Risoluzione IX
Non è peccato quel che per provare
si fa, nemmen si tiene che lussuria
sia, onde non dee mettersi in furia
costei, che il cazzo volse esprimentare.
Dubbio X
Sul cazzo che rizzato avea fra Carlo
giù dal balcon cascò suor Margherita,
le ruppe il culo e le salvò la vita.
Dovea perciò dolersi o ringraziarlo?
Risoluzione X
Se nel precipitar suor Margherita
non dava il cul sul cazzo di fra Carlo,
certo moria; onde ringraziarlo
dee che col cazzo suo le diè la vita.
Dubbio XI
Suor Tarsia al cesso andò credendol vuoto
trovar, ma vi trovò fra Galeazzo,
s'infilò la meschina sul suo cazzo.
Ruppe la suor di castitate il voto?
Risoluzione XI
Perché suor Tarsia non per far peccato,
ma non volendo, tolse in le culate
il cazzo, ella per ciò di castitate
non ruppe il voto, questo è dichiarato.
Dubbio XII
Un che dal papa avea licenza avuta
d'assolver d'ogni caso all'ora all'ora,
fotte ben ben la madre suor Leonora,
poi l'assolve.
Num sit bene absoluta?
Risoluzione XII
Non solo per averla ben fottuta,
ma se l'avesse anco buggerata,
con la licenza che gli fu già data,
se assolta l'ha, la fu bene assoluta.
Dubbio XIII
Sul cazzo di fra Biondo ardito e scalto
dimenandosi ben suor Cleofasè
ruppe i coglioni al frate e il culo a sé.
Utrum deve dolersi l'un dell'altro?
Risoluzione XIII
Commune ad ambidue fu la rottura
del culo a l'una, a l'altro dei coglioni,
e di querele e di lamentazioni
l'uno dell'altro non dee aver paura.
Dubbio XIV
Fra Astolfo per mandar la sojaccia
il cazzo al cul dei fraticin fregava,
onde per terra il seme gli cascava.
Utrum peccasse in re de sodomia?
Risoluzione XIV
Fra Astolfo non si può dir sodomito
perché non dentro il cul, ma sol di fuori
il suo cazzo fregava intorno agli ori;
non deve già per questo esser punito.
Dubbio XV
Nei gran caldi di luglio frate Alberto,
per schivar l'ozio e tutti gli altri vizi,
menava il cazzo a tutti i suoi novizi.
Fu questa opra profana ovver di merto?
Risoluzione XV
Perché nell'ozio regna tentazione,
per questo se menò il cazzo ai puti
fe' ben, e se li avesse anco fottuti,
stata sarebbe più eroica azione.
Dubbio XVI
Un frate Zoccolante, per ventura
fottendo a potta dietro un'abadessa,
gliel cacciò in cul credendo foss'in fessa.
Ditemi se peccò contro natura?
Risoluzione XVI
Non est peccatum, se non volontario:
perciò il frate fottendo l'abadessa
contro natura azion non ha commessa,
se 'l cacciò non volendo in tafanario.
Dubbio XVII
D'aver in cul fottuto un Giudeo cane
s'accusò Pippo con gran contrizione:
negolli il confessor l'assoluzione.
Utrum se ancora il peccato rimane?
Risoluzione XVII
Bartolo si rivolge incontro al tristo,
capitale sexto, e i deretali ancora,
perché sfondato non l'avesse allora
per vendicare la morte di Cristo.
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