AFORISMI, NOVELLE E PROFEZIE, di Leonardo da Vinci - pagina 7
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Delle ombre del sole e dello specchiarsi nell'acqua 'n un medesimo tempo
Vedrassi molte volte l'uno omo diventare tre, e tutti lo seguano; e spesso l'uno, più certo, l'abbandona.
Delle casse che riservano molti tesori
Troverassi dentro a de' noci e de li alberi e altre piante tesori grandissimi, i quali lì stanno occulti.
Dello spegnere el lume a chi va [a] letto
Molti, per mandare fori il fiato con troppa prestezza, perderanno il vedere e in brieve tutti e sentimenti.
Delle campanelle de' muli che stan presso a' loro orecchi
Sentirassi in molte parte dell'Europa strumenti di varie magnitudine far diverse armonie, con grandissime fatiche di chi più presso l'ode.
Delli asini
Le molte fatiche saran remunerate di fame, di sete, di disagio e di mazzate e di punture.
De soldati a cavallo
Molti saran veduti portare da grandi animali con veloce corso alla ruina della sua vita e prestissima morte.
Per l'aria e per la terra saran veduti animali di diversi colori portarne con furore li omini alla distruzione di lor vita.
Delle stelle delli sproni
Per causa delle stelle si vedrà li omini esser velocissimi al pari di qualunche animal veloce.
Il bastone ch'è morto
Il movimento de' morti farà fuggire con dolore e pianto, con grida molti vivi.
Dell'esca
Con pietra e con ferro si renderà visibile le cose che prima non si vedeano.
De' boi che si mangiano
Mangeranno e padron delle possessioni e lor propi lavoratori.
Del battere il letto per rifarlo
Verranno li omini in tanta ingratitudine, che chi darà loro albergo sanza alcun prezzo, sarà carico di bastonate in modo che gran parte delle interiora si spiccheranno del loco loro e s'andranno rivoltando per suo corpo.
Delle cose che si mangiano, che prima s'uccidano
Sarà morto da loro il lor nutritore, e fragellato con dispietata morte.
Dello specchiare le mura delle città nell'acqua de' lor fossi
Vederassi l'alte mura delle gran città sottosopra ne' loro fossi.
[Atl.
370 r.a.]
Dell'acqua che corre torbida e mista con terra, e della polvere e nebbia mista
coll'aria, e del foco misto col suo caldo con ciascuno
Vedrassi tutti li elementi insieme misti con grande revoluzione, transcorrere ora inverso il centro del mondo, ora inverso il cielo, e quando dalle parti meridianali scorreran con furia inverso il freddo settantrione, a[l]cu[n]a volta dall'oriente inverso l'occidente, e così di questo in quell'altro emisperio.
In ogni punto si può fare divisione de' due emisperi
Li omini tutti scambieranno emisperio immediate.
In ogni punto è divisione da oriente a occidente
Moveransi tutti li animali da oriente a occidente, e così da aquilone a meridio.
Del moto dell'acque, che portano e legnami che son morti
Corpi sanz'anima per sé medesimi si moveranno, e porteran con seco innumerabile generazione di morti, togliendo le ricchezze a' circunstanti viventi.
Dell'ova, che essendo mangiate, non possan fare e pulcini
O quanti fien quelli ai quali sarà proibito il nascere!
De pesci che si mangiano ovati
Infinita generazione si perderà per la morte delle gravide.
Delli animali che si castrano
A gran parte della spezie masculina, pell'esser tolti loro e testiculi, fia proibito il generare.
Delle bestie che fanno il cacio
Il latte fia tolto ai piccoli figlioli.
Delle sommate fatte delle troie
A gran parte delle femmine latine fia tolto e tagliate lor le tette insieme colla vita.
Del pianto fatto il venerdì sancto
In tutte le parti d'Europa sarà pianto da gran popoli la morte d'un solo omo.
Delle maniche de coltegli fatte di corna di castrone
Nelle corna delli animali si vedrà taglienti ferri, colli quali si torrà la vita a molti della loro spezie.
Della notte, che non si cognosce alcun colore
Verrà a tanto che non si cognoscerà differenzia in fra i colori, anzi si faran tutti di nera qualità.
Delle spade e lance, che per sé mai nociano a nessuno
Chi per sé è mansueto e sanza alcuna offensione, si farà spaventevole e feroce mediante le triste compagnie, e torrà la vita crudelissimamente a molte genti, e più n'ucciderebbe, se corpi sanz'anima, usciti dalle spilonche, non li difendessimo.
Cioè le corazze di ferro
De' laccioli e trappole
Molti morti si moveran con furia e piglieranno e legheranno e vivi, e serberangli a lor nemici [a] cercar la lor morte e distruzione.
[Atl.
370 r.a.]
De' metalli
Uscirà delle oscure e tenebrose spelonche chi metterà tutta l'umana spezie in grandi affanni, pericoli e morte; a molti seguaci lor dopo molti affanni darà diletto; e chi non fia suo partigiano morrà con istento e calamità.
Questo commetterà infiniti tradimenti, questo aumenterà e persuaderà li omini tristi alli assassinamenti e latrocini e le servitù, questo terrà in sospetto i sua partigiani, questo torrà la vita a molti, questo travaglierà li omini infra lor co' molte flalde, inganni e tradimenti.
O animal mostruoso, quanto sare' meglio per li omini che tu tornassi nell'inferno! Per costui rimarran diserte le gran selve delle lor piante, per costui infiniti animali perdan la vita.
Del fuoco
Nascerà di piccol principio chi si farà con prestezza grande.
Questo non istimerà alcuna creata cosa, anzi colla sua potenzia quasi il tutto sarà in potenzia di transformare di suo essere in un altro.
De' navili ch'annegano
Vedrassi grandissimi corpi sanza vita portare con furia moltitudine d'omini alla distruzione di lor vita.
Dello scrivere lettere da un paese a un altro
Parleransi li omini di remotissimi paese l'uno all'altro e risponderansi.
Degli emisperi che sono infiniti e da infinite linie son divisi in modo che sempre
ciascuno omo n'ha una d'esse linie infra l'un piede e l'altro.
Parleransi e toccheransi e abbracceransi li omini, stanti dall'uno all'altro emisperio, e ['n]tenderansi i loro linguaggi.
De preti che dican messa
Molti fien quelli che, per esercitare la loro arte, si vestiran ricchissimamente; e questo parrà esser fatto secondo l'uso de' grembiuli.
De' frati [che] confessano
Le sventurate donne di propia volontà andranno a palesare a li omini tutte le loro lussurie e opere vergognose e segretissime.
Delle chiese e abitazion de' frati
Assai saranno che lasceranno li esercizi e le fatiche e povertà di vita e di roba, e andranno abitare nelle ricchezze e trionfanti edifizi, mostrando questo esser il mezzo di farsi amico a Dio.
Del vendere il Paradiso
Infinita moltitudine venderanno pubblica e pacificamente cose di grandissimo prezzo, sanza licenza del padrone di quelle, e che mai non furon loro, né in loro potestà, e a questo non provvederà la giustizia umana.
De morti che si vanno a sotterrare
O umane sciocchezze, o vive pazzie! I semplici popoli porteran gran quantità di lumi per far lumi ne' viaggi a tutti quelli [ch]e integralmente han perso la virtù visiva.
Della dote delle fanciulle
E dove prima la gioventù femminina non si potea difendere dalla lussuria e rapina de' maschi, né per guardie di parenti, né per fortezza di mura, verrà tempo che bisognerà che padri e parenti d'esse fanciulle paghin di gran prezzi chi voglia dormire con loro, ancora che esse sien ricche, nobili e bellissime.
Certo e' par qui che la natura voglia spegnere la umana spezie, come cosa inutile al mondo e guastatrice di tutte le cose create.
Della crudeltà dell'omo
Vedrassi animali sopra la terra, i quali sempre combatteranno infra loro e con danni gravissimi e spesso morte di ciascuna delle parte.
Questi non aran termine nelle loro malignità; per le fiere membra di questi verranno a terra gran parte delli alberi delle gran selve dell'universo; e poi ch'e saran pasciuti, il nutrimento de' lor desideri sarà di dar morte e affanno e fatiche e paure e fuga a qualunche cosa animata.
E per la loro ismisurata superbia questi si vorranno levare inverso il cielo, ma la superchia gravezza delle lor membra gli terrà in basso.
Nulla cosa resterà sopra la terra, o sotto la terra e l'acqua, che non sia perseguitata, remossa o guasta; e quella dell'un paese remossa nell'altro; e 'l corpo di questi si farà sepoltura e transito di tutti i già da lor morti corpi animati.
O mondo, come non t'apri? e precipita nell'alte fessure de' tua gran balatri e spelonche, e non mostrare più al cielo sì crudele e dispietato monstro.
Del navicare
Vedrassi li alberi delle gran selve di Taurus e di Sinai, Apennino e Talas scorrere per l'aria da oriente a occidente, da aquilone a meridie, e portarne per l'aria gran moltitudine d'omini.
O quanti voti, o quanti morti, o quanta separazion d'amici e di parenti, o quanti fien quelli che non rivedranno più le lor provincie, né le lor patrie, e che morran sanza sepoltura, colle loro ossa sparse in diversi siti del mondo!
Dello isgombrare l'Ognisanti
Molti abbandoneranno le propie abitazioni, e porteran con seco tutti e sua valsenti, e andranno abitare in altri paese.
Del dì de' morti
E quanti fien quelli che piangeranno i lor antichi morti, portando lumi a quelli!
De' frati che spendendo parole ricevano di gran ricchezze, e danno il Paradiso
Le invisibile monete faran trionfare molti spenditori di quelle.
Degli archi fatti colli corni de' buoi
Molti fien quelli che per causa delle bovine corna moriranno di dolente morte.
[Divisione della profezia]
[ Prima delle cose degli animali razionali, seconda delli inrazionali, terza delle piante, quarta delle cirimonie, quinta de' costumi, sesta delli casi ovvero editti ovver quistioni, settima de' casi che non possono stare in natura, come dire:"di quella cosa quanto più ne levi, più cresce", e riserva i gran casi inverso il fine e deboli dal principio, e mostra prima e mali e poi le punizioni; ottava delle cose filosofiche.
De' cristiani
Molti, che tengono la fede del figliolo, e sol fan templi nel nome della madre.
Del cibo stato animato
Gran parte de' corpi animati passerà pe' corpi degli altri animali; cioè, le case disabitate passeran in pezzi per le case abitate, dando a quelle un [u]tile, e portando con seco i sua danni.
Quest'è cioè: la vita dell'omo si fa delle cose mangiate, le quali portan con seco la parte dell'omo ch'è morta
Delli omini che dorman nell'asse d'albero
Li omini dormiranno e mangeranno e abiteranno infra li alberi, nati nelle selve e campagne.
Del sognare
Alli omini parrà vedere nel cielo nove ruine, parrà in quelli levarsi a volo e di quello fuggire con paura le fiamme, che di lui discendano, sentiran parlare li animali di qualunche sorte di linguaggio umano, scorreranno immediate colla lor persona in diverse parte del mondo sanza moto, vedranno nelle tenebre grandissimi sprendori.
O maraviglia delle umane spezie, qual frenesia t'ha sì condotto? Parlerai cogli animali di qualunche spezie e quelli con teco in linguaggio umano, vedrai cadere di gran altura sanza tuo danno, i torrenti t'accompagneranno ...
Delle formiche
Molti popoli fien quelli che nasconderan sé e sua figlioli [e] vettovaglie dentro alle oscure caverne; e lì, nelli lochi tenebrosi, ciberan sé e sua famiglia per molti mesi, sanza altro lume accidentale o naturale.
Dell'ape
E a molti altri saran tolte le munizioni e lor cibi, e crudelmente da gente sanza ragione saranno sommerse o annegate.
O giustizia di Dio, perché non ti desti a vedere così malmenare e tua creati?
Delle pecore, vacche, capre e simili
A innumerabili saran tolti e loro piccoli figlioli, e quelli scannati e crudelissimamente squartati.
Delle noci e ulive e ghiande e castagni e simili
Molti figlioli da dispietate bastonate fien tolti delle propie braccia delle lor madri e gittati in terra e poi lacerati
De fanciulli che stanno legati nelle fasce
O città marine, io veggo in voi i vostri cittadini, così femmine come maschi, essere istrettamente dei forti legami colle braccia e gambe esser legati da gente che non intenderanno i vostri linguaggi, e sol vi potrete isfogare li vostri dolori e perduta libertà mediante i lagrimosi pianti e li sospiri e lamentazione infra voi medesimi, chè chi vi lega non v'intenderà, né voi loro intenderete.
Delle gatte che mangiano e topi
A voi, città dell'Africa, si vedrà i vostri nati essere squarciati nelle propie case da crudelissimi e rapaci animali del paese vostro.
Delli asini bastonati
O natura instaccurata, perché ti se' fatta parziale, facendoti ai tua figli d'alcuni pietosa e benigna madre, ad altri crudelissima e dispietata matrigna? Io veggo i tua figlioli esser dati in altrui servitù sanza mai benefizio alcuno; e in loco di remunerazione de' fatti benefizi, esser pagati di grandissimi martiri; e spender sempre la lor vita in benefizio del suo malefattore.
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