[Pagina precedente]...l'intaglio chi non se ne intendeva, e tutto per cavar danari. Intagliò appresso il Caraglio, per Francesco Parmigiano, in una carta lo sposalizio di Nostra Donna et altre cose del medesimo, e dopo per Tiziano Vecellio in un'altra carta una Natività , che già aveva esso Tiziano dipinta, che fu bellissima. Questo Gian Iacomo Caraglio, dopo aver fatto molte stampe di rame, come ingegnoso si diede a intagliare cammei e cristalli, in che essendo riuscito non meno eccellente che in fare le stampe di rame, ha atteso poi appresso al re di Pollonia non più alle stampe di rame, come cosa bassa, ma alle cose delle gioie, a lavorare d'incavo et all'architettura. Per che essendo stato largamente premiato dalla liberalità di quel re, ha speso e rinvestito molti danari in sul parmigiano per ridursi in vecchiezza e godere la patria e gli amici e' discepoli suoi e le sue fatiche di molti anni.
Dopo costoro è stato eccellente negli intagli di rame Lamberto Suave, di mano del quale si veggiono in tredici carte Cristo con i dodici Apostoli condotti, quanto all'intaglio, sottilmente a perfezzione. E se gli avesse avuto nel disegno più fondamento, come si conosce fatica, studio e diligenza nel resto, così sarebbe stato in ogni cosa maraviglioso, come apertamente si vede in una carta piccola d'un San Paulo che scrive, et in una carta maggiore una storia della resurrezzione di Lazzaro, nella quale si veggiono cose bellissime, e particolarmente è da considerare il foro d'un sasso nella caverna, dove finge che Lazzaro sia sepolto, et il lume che dà addosso ad alcune figure, perché è fatto con bella e capricciosa invenzione.
Ha similmente mostrato di valere assai in questo esercizio Giovanbatista Mantoano, discepolo di Giulio Romano, fra l'altre cose in una Nostra Donna, che ha la luna sotto i piedi et il Figliuolo in braccio, et in alcune teste con cimieri all'antica molto belle; et in due carte, nelle quali è un capitan di bandiera a' piè et uno a cavallo; et in una carta parimente, dove è un Marte armato che siede sopra un letto, mentre Venere mira un Cupido allattato da lei che ha molto del buono. Son anco molto capricciose di mano del medesimo due carte grandi, nelle quali è l'incendio di Troia fatto con invenzione, disegno e grazia straordinaria, le quali, e molte altre carte di man di costui, son segnate con queste lettere: I.B.M.
Né è stato meno eccellente d'alcuno dei sopra detti Enea Vico da Parma, il quale, come si vede, intagliò in rame il ratto d'Elena del Rosso; e così col disegno del medesimo in un'altra carta Vulcano con alcuni amori, che alla sua fucina fabbricano saette, mentre anco i Ciclopi lavorano, che certo fu bellissima carta; et in un'altra fece la Leda di Michelagnolo; et una Nunziata col disegno di Tiziano, la storia di Iuditta, che Michelagnolo dipinse nella capella; et il ritratto del duca Cosimo de' Medici, quando era giovane, tutto armato, col disegno del Bandinello, et il ritratto ancora d'esso Bandinello; e dopo, la zuffa di Cupido e d'Apollo, presenti tutti gli dèi. E se Enea fusse stato trattenuto dal Bandinello e riconosciuto delle sue fatiche, gli avrebbe intagliato molte altre carte bellissime. Dopo, essendo in Fiorenza Francesco allievo de' Salviati, pittore eccellente, fece a Enea intagliare, aiutato dalla liberalità del duca Cosimo, quella gran carta della conversione di San Paulo, piena di cavagli e di soldati, che fu tenuta bellissima e diede gran nome ad Enea, il quale fece poi il ritratto del signor Giovanni de' Medici, padre del duca Cosimo, con uno ornamento pieno di figure. Parimente intagliò il ritratto di Carlo Quinto imperadore, con un ornamento pieno di vittorie e di spoglie fatte a proposito; di che fu premiato da Sua Maestà e lodato da ognuno. Et in un'altra carta molto ben condotta, fece la vittoria che Sua Maestà ebbe in su l'Albio. Et al Doni fece a uso di medaglie alcune teste di naturale con belli ornamenti: Arrigo re di Francia, il cardinal Bembo, Messer Lodovico Ariosto, il Gello Fiorentino, Messer Lodovico Domenichi, la signora Laura Terracina, Messer Cipriano Morosino et il Doni. Fece ancora per don Giulio Clovio, rarissimo miniatore, in una carta San Giorgio a cavallo che amazza il serpente, nella quale, ancor che fusse, si può dire, delle prime cose che intagliasse, si portò molto bene. Appresso, perché Enea aveva l'ingegno elevato e disideroso di passare a maggiori e più lodate imprese, si diede agli studii dell'antichità , e particolarmente delle medaglie antiche: delle quali ha mandato fuori più libri stampati, dove sono l'effigie vere di molti imperadori e le loro mogli, con l'inscrizioni e riversi di tutte le sorti, che possono arecare a chi se ne diletta cognizione e chiarezza delle storie. Di che ha meritato e merita gran lode. E chi l'ha tassato ne' libri delle medaglie, ha avuto il torto: perciò che chi considererà le fatiche che ha fatto e quanto siano utili e belle, lo scuserà se in qualche cosa di non molta importanza avesse fallato; e quelli errori che non si fanno se non per male informazioni, o per troppo credere o avere, con qualche ragione, diversa openione dagl'altri, sono degni di esser scusati: perché di così fatti errori hanno fatto Aristotile, Plinio e molti altri. Disegnò anco Enea, a commune sodisfazione et utile degl'uomini, cinquanta abiti di diverse nazzioni, cioè come costumano di vestire in Italia, in Francia, in Ispagna, in Portogallo, in Inghilterra, in Fiandra et in altre parti del mondo, così gl'uomini come le donne, e così i contadini come i cittadini. Il che fu cosa d'ingegno e bella e capricciosa. Fece ancora un albero di tutti gl'imperadori, che fu molto bello. Et ultimamente, dopo molti travagli e fatiche, si riposa oggi sotto l'ombra d'Alfonso Secondo, duca di Ferrara: al quale ha fatto un albero della genealogia de' marchesi e duchi estensi. Per le quali tutte cose, e molte altre che ha fatto e fa tuttavia, ho di lui voluto fare questa onorata memoria fra tanti virtuosi.
Si sono adoperati intorno agl'intagli di rame molti altri, i quali, se bene non hanno avuto tanta perfezzione, hanno nondimeno con le loro fatiche giovato al mondo e mandato in luce molte storie et opere di maestri eccellenti, e dato commodità di vedere le diverse invenzioni e maniere de' pittori a coloro che non possono andare in que' luoghi dove sono l'opere principali, e fatto avere cognizione agl'oltramontani di molte cose che non sapevano. Et ancor che molte carte siano state mal condotte dall'ingordigia degli stampatori, tirati più dal guadagno che dall'onore, pur si vede, oltre quelle che si son dette, in qualcun'altra essere del buono, come nel disegno grande della facciata della capella del papa, del Giudizio di Michelagnolo Buonarruoti, stato intagliato da Giorgio Mantoano; e come nella crucifissione di San Pietro e nella conversione di San Paulo dipinte nella capella Paulina di Roma et intagliate da Giovambatista de' Cavalieri; il quale ha poi con altri disegni messo in istampe di rame la meditazione di San Giovanni Battista, il Deposto di croce della capella che Daniello Ricciarelli da Volterra dipinse nella Trinità di Roma, et una Nostra Donna con molti Angeli, et altre opere infinite. Sono poi da altri state intagliate molte cose cavate da Michelagnolo a requisizzione d'Antonio Lanferri, che ha tenuto stampatori per simile essercizio, i quali hanno mandato fuori libri con pesci d'ogni sorte. Et appresso il Faetonte, il Tizio, il Ganimede, i Saettatori, la Baccanaria, il Sogno e la Pietà , e il Crocifisso fatti da Michelagnolo alla Marchesana di Pescara. Et oltre ciò, i quattro Profeti della capella, et altre storie, e disegni stati intagliati, e mandati fuori tanto malamente, che io giudico ben fatto tacere il nome di detti intagliatori e stampatori. Ma non debbo già tacere il detto Antonio Lanferri e Tommaso Barlacchi, perché costoro et altri hanno tenuto molti giovani a intagliare stampe con i veri disegni di mano di tanti maestri che è bene tacergli per non essere lungo; essendo stati in questa maniera mandati fuori, non che altre, grottesche, tempii antichi, cornici, base, capitegli e molte altre cose simili con tutte le misure. Là dove, vedendo ridurre ogni cosa in pessima maniera, Sebastian Serlio bolognese, architettore, mosso da pietà , ha intagliato in legno et in rame dua libri d'architettura, dove son fra l'altre cose trenta porte rustiche e venti delicate; il qual libro è intitolato al re Arrigo di Francia. Parimente Antonio Abbaco ha mandato fuori con bella maniera tutte le cose di Roma antiche e motabili, con le lor misure fatte con intaglio sottile e molto ben condotto da... perugino. Né meno ha in ciò operato Iacopo Barazzo da Vignola architettore, il quale in un libro intagliato in rame ha con una facile regola insegnato ad aggrandire e sminuire secondo gli spazii de' cinque ordini d'architettura; la qual opera è stata utilissima all'arte, e si gli deve avere obligo, sì come anco per i suoi intagli e scritti d'architettura si deve a Giovanni Cugini da Parigi.
In Roma, oltre ai sopra detti, ha talmente dato opera a questi intagli di bulino Niccolò Beatricio loteringo, che ha fatto molte carte degne di lode: come sono due pezzi di pili con battaglie di cavalli, stampati in rame et altre carte tutte piene di diversi animali ben fatti, et una storia della figliuola della vedova resuscitata da Gesù Cristo, condotta fieramente col disegno di Girolamo Mosciano, pittore da Brescia. Ha intagliato il medesimo da un disegno di mano di Michelagnolo una Nunziata, e messo in stampa la nave di musaico, che fé Giotto nel portico di S. Piero. Da Vinezia similmente son venute molte carte in legno et in rame bellissime, da Tiziano in legno molti paesi, una Natività di Cristo, un San Ieronimo et un San Francesco, et in rame il Tantalo, l'Adone et altre molte carte, le quali da Iulio Buonasona bolognese sono state intagliate, con alcune altre di Raffaello, di Giulio Romano, del Parmigiano e di tanti altri maestri, di quanti ha potuto aver disegni.
E Battista Franco pittor viniziano ha intagliato, parte col bulino e parte con acqua da partir, molte opere di mano di diversi maestri, la Natività di Cristo, l'Adorazione de' Magi e la predicazione di San Piero, alcune carte degl'atti degl'Apostoli, con molte cose del Testamento Vecchio. Ed è tant'oltre proceduto quest'uso e modo di stampare, che coloro che ne fanno arte tengano disegnatori in opera continuamente, i quali ritraendo ciò che si fa di bello, lo mettono in istampa.
Onde si vede che di Francia son venute stampate, dopo la morte del Rosso, tutto quello che si è potuto trovare di sua mano, come Clelia con le Sabine che passano il fiume, alcune maschere fatte per lo re Francesco, simili alle Parche, una Nunziata bizzarra, un ballo di dieci femmine, et il re Francesco che passa solo al tempio di Giove, lasciandosi dietro l'ignoranza et altre figure simili. E queste furono condotte da Renato intagliatore di rame, vivente il Rosso. E molte più ne sono state disegnate et intagliate doppo la morte di lui, et oltre molte altre cose, tutte l'istorie d'Ulisse, e non che altro, vasi, lumiere, candelieri, saliere et altre cose simili infinite state lavorate d'argento con disegno del Rosso.
E Luca Penni ha mandato fuori due satiri che danno bere a un Bacco, et una Leda che cava le freccie del turcasso a Cupido, Susanna nel bagno, e molte altre carte cavate dai disegni del detto e di Francesco Bologna Primaticcio, oggi abbate di San Martino in Francia. E fra questi sono il Giudizio di Paris, Abraam che sacrifica Isac, una Nostra Donna, Cristo che sposa Santa Caterina, Giove che converte Calisto in orsa, il Concilio degli dei, Penelope che tesse con altre sue donne, et altre cose infinite stampate in legno, e fatte la maggior parte col bulino, le quali sono state cagione che si sono di maniera assotigliati gl'ingegni, che si son intagliate figure piccoline tanto bene, che non è possibile condurle a maggior finezza.
E chi non vede senza maraviglia l'opere di Francesco Marcolini da ...
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