LA BOTTEGA DEL CAFFE', di Carlo Goldoni - pagina 9
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.)
LEANDRO I miei natali non sono nobili.
DON MARZIO Non sareste già figliuolo di qualche birro?
LEANDRO Mi maraviglio, signore; son nato povero, ma di gente onorata.
DON MARZIO Via, via: tirate avanti.
LEANDRO Il mio esercizio era di scritturale...
DON MARZIO Troppa fatica, non è egli vero?
LEANDRO E desiderando vedere il mondo...
DON MARZIO Alle spalle de' gonzi.
LEANDRO Son venuto a Venezia...
DON MARZIO A fare il birbante.
LEANDRO Ma voi mi strapazzate.
Questa non è la maniera di trattare.
DON MARZIO Sentite: io ho promesso proteggervi, e lo farò; ho promesso segretezza, e la osserverò; ma fra voi e me avete da permettermi che possa dirvi qualche cosa amorosamente.
LEANDRO Vedete il caso in cui mi ritrovo; se mia moglie mi scopre, sono esposto a qualche disgrazia.
DON MARZIO Che pensereste di fare?
LEANDRO Si potrebbe vedere di far cacciar via di Venezia colei?
DON MARZIO Via, via.
Si vede che siete un briccone.
LEANDRO Come parlate, signore?
DON MARZIO Fra voi e me, amorosamente.
LEANDRO Dunque anderò via io; basta che colei non lo sappia.
DON MARZIO Da me non lo saprà certamente.
LEANDRO Mi consigliate ch'io parta?
DON MARZIO Sì, questo è il miglior ripiego.
Andate subito: prendete una gondola; fatevi condurre a Fusina, prendete le poste, e andatevene a Ferrara.
LEANDRO Anderò questa sera; già poco manca alla notte.
Voglio prima levar le mie poche robe, che sono qui in casa della ballerina.
DON MARZIO Fate presto, e andate via subito.
Non vi fate vedere.
LEANDRO Uscirò per la porta di dietro, per non esser veduto.
DON MARZIO (da sé) (Lo diceva io; si serve per la porta di dietro.)
LEANDRO Sopra tutto vi raccomando la segretezza.
DON MARZIO Di questa siete sicuro.
LEANDRO Vi prego d'una grazia, datele questi due zecchini (gli dà due zecchini); poi mandatela via.
Scrivetemi, e torno subito.
DON MARZIO Le darò i due zecchini.
Andate via.
LEANDRO Ma assicuratevi che ella parta...
DON MARZIO Andate via, che siate maledetto!
LEANDRO Mi scacciate?
DON MARZIO Ve lo dico amorosamente, per vostro bene; andate, che il diavolo vi porti.
LEANDRO (Oh che razza d'uomo! Se strapazza gli amici, che farà poi coi nemici!) (va in casa di Lisaura)
DON MARZIO Il signor Conte! Briccone! Il signor Conte! Se non si fosse raccomandato a me, gli farei romper l'ossa di bastonate.
Scena terza Placida dalla locanda e detto.
PLACIDA Sì, nasca quel che può nascere, voglio ritrovare quell'indegno di mio marito.
DON MARZIO Pellegrina, come va?
PlACIDA Voi, se non m'inganno, siete uno di quelli che erano alla tavola con mio marito?
DON MARZIO Si, son quello delle castagne secche.
PLACIDA Per carità ditemi dove si trova quel traditore.
DON MARZIO Io non lo so, e quand'anche lo sapessi, non ve lo direi.
PLACIDA Per che causa?
DON MARZIO Perché se lo trovate, farete peggio.
Vi ammazzerà.
PLACIDA Pazienza.
Avrò terminato almen di penare.
DON MARZIO Eh, spropositi! Bestialità! Ritornate a Torino.
PLACIDA Senza mio marito?
DON MARZIO Sì; senza vostro marito.
Ormai, che volete fare? E' un briccone.
PLACIDA Pazienza! almeno vorrei vederlo.
DON MARZIO Oh, non lo vedete più.
PLACIDA Per carità, ditemi, se lo sapete; è egli forse partito?
DON MARZIO E' partito, e non è partito.
PLACIDA Per quel che vedo, V.
S.
sa qualche cosa di mio marito?
DON MARZIO Io? So, e non so, ma non parlo.
PLACIDA Signore, muovetevi a compassione di me.
DON MARZIO Andate a Torino, e non pensate ad altro.
Tenete, vi dono questi due zecchini.
PLACIDA Il Cielo vi rimeriti la vostra carità; ma non volete dirmi nulla di mio marito? Pazienza! me ne anderò disperata.
(in atto di partire piangendo)
DON MARZIO Povera donna! (da sé) Ehi? (la chiama)
PLACIDA Signore!
DON MARZIO Vostro marito è qui in casa della ballerina, che prende la sua roba, e partirà per la porta di dietro.
(parte)
PLACIDA E' in Venezia! Non è partito! E' in casa della ballerina! Se avessi qualcheduno che mi assistesse, vorrei di bel nuovo azzardarmi.
Ma cosi sola temo di qualche insulto.
Scena quarta Ridolfo ed Eugenio e detta.
RIDOLFO Eh via, cosa sono queste difficoltà? Siamo tutti uomini, tutti soggetti ad errare.
Quando l'uomo si pente, la virtù del pentimento cancella tutti il demerito dei mancamenti.
EUGENIO Tutto va bene, ma mia moglie non mi crederà più.
RIDOLFO Venga con me; lasci parlare a me.
La signora Vittoria le vuol bene; tutto si aggiusterà.
PLACIDA Signor Eugenio?
RIDOLFO Il signor Eugenio si contenti di lasciarlo stare.
Ha altro che fare, che badare a lei.
PLACIDA Io non pretendo di sviarli da' suoi interessi.
Mi raccomando a tutti nello stato miserabile in cui mi ritrovo.
EUGENIO Credetemi, Ridolfo, che questa povera donna merita compassione; è onestissima, e suo marito è un briccone.
PLACIDA Egli mi ha abbandonata in Torino.
Lo ritrovo in Venezia, tenta uccidermi, ed ora è sulle mosse per fuggirmi nuovamente di mano.
RIDOLFO Sa ella dove egli sia?
PLACIDA E' qui in casa della ballerina; mette insieme le sue robe e fra poco se ne andrà.
RIDOLFO Se andrà via, lo vedrà.
PLACIDA Partirà per la porta di dietro, ed io non lo vedrò, o se sarò scoperta mi ucciderà.
RIDOLFO Chi ha detto che anderà via per la porta di dietro?
PLACIDA Quel signore che si chiama Don Marzio.
RIDOLFO La tromba della comunità.
Faccia così: si ritiri in bottega qui del barbiere; stando lì si vede la porticina segreta.
Subito che lo vede uscire, mi avvisi, e lasci operare me.
PLACIDA In quella bottega non mi vorranno.
RIDOLFO Ora...
Ehi, messer Agabito? (chiama)
Scena quinta Il garzone del barbiere dalla sua bottega e detti.
GARZONE Che volete messer Ridolfo?
RIDOLFO Dite al vostro padrone che mi faccia il piacere di tener questa pellegrina in bottega per un poco, fino che venga io a ripigliarla.
GARZONE Volentieri, venga, venga, padrona, che imparerà a fare la barba.
Benché, per pelare, la ne saprà più di noi altri barbieri.
(rientra in bottega)
PLACIDA Tutto mi convien soffrire per causa di quell'indegno.
Povere donne! è meglio affogarsi, che maritarsi così.
(entra dal barbiere)
Scena sesta Ridolfo ed Eugenio.
RIDOLFO Se posso, voglio vedere di far del bene anche a questa povera diavola.
E nello stesso tempo facendola partire con suo marito, la signora Vittoria non avrà più di lei gelosia.
Già mi ha detto qualche cosa della pellegrina.
EUGENIO Voi siete un uomo di buon cuore.
In caso di bisogno, troverete cento amici che s'impegneranno per voi.
RIDOLFO Prego il cielo di non aver bisogno di nessuno.
In tal caso non so che cosa potessi sperare.
Al mondo vi è dell'ingratitudine assai.
EUGENIO Di me potrete disporre finch'io viva.
RIDOLFO La ringrazio infinitamente.
Ma badiamo a noi.
Che pensa ella di fare? Vuol andar in camerino da sua moglie, o vuol farla venire in bottega? Vuol andar solo? Vuole che venga anch'io? Comandi.
EUGENIO In bottega non istà bene; se venite anche voi, avrà soggezione.
Se vado solo, mi vorrà cavare gli occhi...
Non importa; ch'ella si sfoghi; che poi la collera passerà.
Anderò solo.
RIDOLFO Vada pure col nome del cielo.
EUGENIO Se bisogna, vi chiamerò.
RIDOLFO Si ricordi che io non servo per testimonio.
EUGENIO Oh, che caro Ridolfo! Vado.
(in atto di incamminarsi)
RIDOLFO Vai bravo!
EUGENIO Che cosa credete che abbia da essere?
RIDOLFO Bene.
EUGENIO Pianti, o graffiature?
RIDOLFO Un poco di tutto.
EUGENIO E poi?
RIDOLFO Ognun dal canto suo cura si prenda.
EUGENIO Se non chiamo, non venite.
RIDOLFO Già ci s'intende.
EUGENIO Vi racconterò tutto.
RIDOLFO Via, andate.
EUGENIO (Grand'uomo è Ridolfo! Gran buon amico!) (entra nella bottega interna)
Scena settima Ridolfo, poi Trappola e giovani.
RIDOLFO Marito e moglie? gli lascio stare quanto vogliono.
Ehi, Trappola, giovani, dove siete?
TRAPPOLA Son qui.
RIDOLFO Badate alla bottega, che io vado qui dal barbiere.
Se il signor Eugenio mi vuole, chiamatemi, che vengo subito.
TRAPPOLA Posso andar io a far compagnia al signor Eugenio?
RIDOLFO Signor no, non avete da andare, e badate bene che là dentro non vi vada nessuno.
TRAPPOLA Ma perché?
RIDOLFO Perché no!
TRAPPOLA Anderò a vedere se vuol niente.
RIDOLFO Non andar, se non chiama.
(Voglio intendere un po' meglio dalla pellegrina, come va questo suo negozio, se posso, voglio vedere d'accomodarlo.) (entra dal barbiere)
Scena ottava Trappola, poi Don Marzio.
TRAPPOLA Appunto perché mi ha detto che non vi vada, son curioso d'andarvi.
DON MARZIO Trappola, hai avuto paura?
TRAPPOLA Un poco.
DON MARZIO Si è più veduto il signor Eugenio?
TRAPPOLA Sì, signore, si è veduto; anzi è lì dentro.
Ma zitto!
DON MARZIO Dove?
TRAPPOLA Zitto! nel camerino.
DON MARZIO Che vi fa? Giuoca?
TRAPPOLA (ridendo) Signor sì, giuoca.
DON MARZIO Con chi?
TRAPPOLA (sotto voce) Con sua moglie.
DON MARZIO Vi è sua moglie?
TRAPPOLA Vi è; ma zitto!
DON MARZIO Voglio andare a ritrovarlo.
TRAPPOLA Non si può.
DON MARZIO Perché?
TRAPPOLA Il padrone non vuole.
DON MARZIO (vuole andare) Eh, via, buffone!
TRAPPOLA (lo ferma) Le dico che non si va!
DON MARZIO (come sopra) Ti dico che voglio andare!
TRAPPOLA (come sopra) Ed io dico che non anderà!
DON MARZIO Ti caricherò di bastonate!
Scena nona Ridolfo dalla bottega del barblere e detti.
RIDOLFO Che c'è?
TRAPPOLA Vuol andare per forza a giuocar in terzo col matrimonio.
RIDOLFO Si contenti, signore, che là dentro non vi si va.
DON MARZIO Ed io ci voglio andare!
RIDOLFO In bottega mia comando io, e non vi anderà.
Porti rispetto, se non vuol che ricorra.
(a Trappola, ed altri garzoni) E voi, finché torno, là dentro non lasciate entrar chicchessia.
(batte alla casa della ballerina ed entra)
Scena decima Don Marzio, Trappola e garzoni, poi Pandolfo.
TRAPPOLA Ha sentito? Al matrimonio si porta rispetto.
DON MARZIO (A un par mio? Non vi anderà?...
Porti rispetto?...
A un par mio? E sto cheto? E non parlo? E non lo bastono? Briccone! Villanaccio! A me? A me?) (sempre passeggiando) Caffé.
(siede)
TRAPPOLA Subito.
(va a prendere il caffé, e glielo porta)
PANDOLFO Illustrissimo, ho bisogno della sua protezione.
DON MARZIO Che c'è, biscazziere?
PANDOLFO C'è del male.
DON MARZIO Che male c'è? Confidami, che t'aiuterò.
PANDOLFO Sappia, signore, che ci sono dei maligni invidiosi, che non vorrebbero veder bene ai pover uomini.
Vedono che io m'ingegno onoratamente per mantener con decoro la mia famiglia, e questi bricconi mi hanno dato una querela di baro di carte.
DON MARZIO (ironico) Bricconi! Un ga