IL PIACERE DELL'ONESTA', di Luigi Pirandello - pagina 6
...
.
PARROCO.
Ah, certo! non c'è dubbio!
BALDOVINO.
Del resto, non ci sono soltanto io.
- poiché si tratta del
bambino - che prima di tutto appartiene alla madre - sentiamo
anche lei!
Preme due volte alla parete il campanello elettrico.
Non parleremo né io, né voi : lasceremo parlare il signor Parroco.
SCENA OTTAVA
CAMERIERA, DETTI, AGATA.
La cameriera entrerà per l'uscio a destra.
BALDOVINO.
Pregate la signora, se può favorire qua un momento.
La cameriera s'inchinerà e andrà via.
PARROCO.
Ecco...
io, veramente...
avrei più caro che parlasse lei, signor
Baldovino, che parla cosi bene...
BALDOVINO.
Oh no, no; anzi, guardi: io mi ritiro.
Dirà lei, come crede,
le mie ragioni;
A Maddalena e a Fabio:
voi direte le vostre.
Deciderà la madre, cosi, in piena libertà.
E si
farà come lei avrà deciso.
- Eccola.
Agata, entrerà dall'uscio a destra, in una ricca vestaglia.
Sarà pallida,
rigida.
Fabio e il Parroco si alzeranno.
Baldovino starà in piedi.
AGATA.
Oh, il signor Parroco.
PARROCO.
Le mie congratulazioni, signora.
FABIO (inchinandosi).
Signora...
BALDOVINO (ad Agata).
E per disporre circa il battesimo.
Al Parroco:
La riverisco, Reverendo.
PARROCO.
La ossequio, signor Baldovino.
Baldovino, via per l'uscio a sinistra.
SCENA.
NONA
DETTI, meno BALDOVINO.
AGATA.
Ma non si è disposto? io non so...
MADDALENA.
SI E tutto pronto di là! tutto...
così bene!
FABIO.
Ce n'è una nuova! .
PARROCO Il signor Baldovino...
già...
MADDALENA.
Non vuole che si faccia più in casa il battesimo!
AGATA.
E perché non vuole?
MADDALENA.
Ma perché, dice.
.
PARROCO.
Permette, signora? - Veramente non ha detto che non
vuole vuole che decida lei, signora, perché sopratutto - ha detto
- il bambino appartiene alla madre.
Sicché, se lei vuole, signora,
che si celebri in casa.
MADDALENA.
Ma si! Come s'era rimasti!
PARROCO.
Io veramente non ci trovo nulla di male.
FABIO.
S'è fatto in tante case!
PARROCO.
E l'ho fatto notare, è vero? l'ho fatto anche notare al signor
Baldovino!
AGATA.
E allora? Non so su che cosa debba decidere io.
PARROCO.
Ah, ecco...
Perché il signor Baldovino ha fatto osservare -
e giustamente, bisogna riconoscerlo! con un senso di rispetto che
gli fa molto onore - ha fatto osservare che il battesimo certamente
avrebbe maggior solennità celebrato in chiesa nella sua sede degna :
anche per non offendere...
- ah! ha detto una parola veramente
bella! - (( senz'alcun privilegio )) ha detto (( che offenderebbe l'atto
stesso che si fa compiere al bambino )).
- Come principio!...
Come
principio!...
AGATA.
Ebbene, se lei approva...
PARROCO.
Ah, come principio, signora, non posso non approvare!
AGATA.
Dunque si faccia come vuol lui.
MADDALENA.
Ah! Come? Approvi anche tu?
AGATA.
Ma si che approvo, mamma!
PARROCO.
Come principio, io dico, signora; ma poi...
FABIO.
Non vi sarebbe nessun'offesa! .
PARROCO.
Oh, certo! nessuna! che offesa?
FABIO.
C'è solo il gusto di guastare una festa!
PARROCO.
Ma se la signora stessa decide cosi...
AGATA.
Si, signor Parroco ; decido cosi.
PARROCO.
E allora, sta bene.
- La chiesa è qui: non hanno che da
farmi avvertire.
- La ossequio, signora.
Alla signora Maddalena:
Signora...
MADDALENA.
L'accompagno.
PARROCO.
Non s'incomodi, prego...
- Signor marchese...
FABIO.
La riverisco.
PARROCO (a Maddalena).
Non s'incomodi, signora.
MADDALENA.
Ma no...
prego, prego...
Via per la comune il Parroco e la signora Maddalena..
SCENA DECIMA
AGATA, FABIO.
Agata, pallidissima, fa per ritirarsi per l'uscio a destra.
Fabio, tutto
fremente, le si appresserà e le parlerà a voce bassa, concitatamente.
FABIO.
Agata, in nome di Dio, non spingere fino all'estremo la mia
pazienza!
AGATA.
Basta,
Indicherà austeramente, più col capo che con la mano l'uscio a sinistra.
ti prego!
FABIO.
Ancora...
ancora come vuol lui?
AGATA Se come vuol lui, ancora una volta è giusto...
FABIO.
Tutto, tutto è stato giusto per te, ciò che lui ha detto fin dal
primo giorno che ci fu messo tra i piedi!
AGATA.
Non ritorniamo adesso a discutere su ciò che fu stabilito allora,
d'accordo!
FABIO.
Ma perché vedo che sei tu, ora, tu! - Tutto è stato per te
vincere l'orrore della prima impressione! Potesti vincerlo ascoltando,
non vista, le sue parole - e ora, eccoti: puoi star tranquilla, così,
a quanto si stabilì allora e che io accettai solamente per tranquillar te!
Sei tu, ora, sei tu! Perché lui sa -
AGATA (subito, fiera).
- che sa?
FABIO.
Vedi? vedi? Tu vieni a lui! che egli sappia che tra, noi non c'è
più nulla da allora!
AGATA.
Io tengo a me!
FABIO.
No! a lui! a lui!
AGATA.
Io non posso tollerare per me stessa ch'egli supponga altrimenti!
FABIO.
Ma si, per la stima di lui, che desideri! Come se egli non si
fosse prestato a questo patto tra noi!
AGATA.
Dire cosi, per mie, non significa altro - se mai - che la vergogna sua dovrebbe essere anche la nostra.
- Tu la vorresti per lui.
Io non la voglio per me!
FABIO.
Ma io voglio quello che è mio! quello che dovrebbe esser mio
ancora, Agata! - Te...
te...
te...
La afferrerà, freneticamente, per stringerla a sé.
AGATA (reluttando, senza cedere minimamente).
No...
no...
via! lasciami andare! Te l'ho detto: -- non sarà mai, non sarà più, se tu prima non riuscirai a cacciarlo...
FABIO (senza lasciarla, con foga crescente).
Ma sarà oggi stesso! Lo caccerò via come un ladro, oggi, oggi stesso!
AGATA (stupita, senza più forza di resistere).
Come un ladro?
FABIO (stringendola a se).
Si...
si...
come un ladro! come un ladro! C'è
cascato! Ha rubato!
AGATA.
Ne sei certo?
FABIO.
Ma si! Ha già più di trecentomila lire in tasca! - Lo cacceremo via oggi stesso! , - E tu tornerai mia, mia, mia...
SCENA UNDECIMA
BALDOVINO, DETTI.
S'apre l'uscio a sinistra e ne uscirà col cappello a staio in capo Baldovino.
Scoprendo i due abbracciati, subito si fermerà, sorpreso.
BALDOVINO.
Oh! - chiedo scusa...
Poi con severità attenuata da un sorriso di finissima arguta:
Dio mio, signori: sono entrato io, e non è niente ; ma pensate, poteva
entrare il cameriere.
- Chiudete almeno le porte, mi raccomando.
AGATA (fremente di sdegno).
Non c'era affatto bisogno di chiudere!e
porte!
BALDOVINO.
Non dico per me, signora.
Lo dico al signor marchese,
per lei!
AGATA.
L'ho detto io stessa al signor marchese, che ora -- del resto -
Lo guarderà fieramente.
avrà da intendersi con lei!
BALDOVINO.
Con me? - Volentieri.
- E su che?
AGATA (sprezzante).
Domandatelo a voi stesso!
BALDOVINO.
A me?
Si volta a Fabio:
Che cosa?
AGATA (a Fabio, imperiosamente).
Parlate!
FABIO.
No, non adesso...
AGATA.
Voglio che glielo diciate adesso davanti a me!
FABIO.
Ma bisognerebbe aspettare...
BALDOVINO (subito, sarcastico).
Il signor marchese ha forse bisogno di
testimonii?
FABIO.
Non ho bisogno di nessuno! Voi avete intascato trecento mila
lire!
BALDOVINO (calmissimo, sorridente).
No, più, signor marchese! Eh,
sono più! sono cinquecentosessantatremila...
aspetti!
Caverà dalla tasca interna il portafoglio, ne trarrà cinque cartoncini
con prospetti di cifre a rendiconto, debitamente intestati, e leggerà
nell'ultimo la cifra totale:
cinquecentosessantatremilasettecentoventotto e sessanta centesimi! Più
di mezzo milioncino, signor marchese.
- Lei fa di me una stima
troppo mediocre!
FABIO.
Siano quelle che siano! - Non me n'importa! - Potete tenervele, e andare!
BALDOVINO.
Troppa furia...
troppa furia, signor marchese! - Lei ha
ragione d'averne, a quanto sembra; ma appunto per questo badi che
il caso è molto più grave di quanto lei s'immagina.
FABIO.
Ma via! Smettete adesso codeste arie!
BALDOVINO.
Che arie, no...
Si volgerà ad Agata:
Prego la signora d'avvicinarsi e di stare a sentire.
Poi, come Agata con accigliata freddezza si sarà appressata:
Se volete prendervi il piacere di darmi del ladro, potremo intenderci
anche su questo: anzi, è bene che c'intendiamo subito.
- Ma vi
prego di considerare intanto, che non è giusto, prima di tutto, per
me.
Ecco qua:
Mostrerà loro i cartoncini, tenendoli aperti a ventaglio.
Da questi prospetti - lei vede, signor marchese - risultano intestate come risparmi e imprevisti guadagni della vostra Società le cinquecento e più mila lire.
Ma non fa niente: si può rimediare, signora!
- Avrei potuto mettermele in tasca con due dita, secondo loro,
indicherà a Fabio, alludendo anche ai suoi soci.
se fossi cascato nella trappola che m'han fatto tendere da un certo
omino storto cacciatomi tra i piedi, quel signor Marchetto Fongi che
è venuto anche stamattina...
- Oh
A Fabio:
non nego che non fosse tesa con una certa abilità, la trappola!
Ad Agata;
Lei non s'intende di queste cose, signora; ma mi avevano combinato
un certo giro di partita, per cui doveva risultare a me solo un'eccedenza di guadagno che avrei potuto intascarmi senz'altro, sicurissimo
che nessuno se ne sarebbe accorto.
Se non che, loro che mi avevano
appunto combinato questo giro, Se io ci fossi cascato e avessi intascato il danaro, m'avrebbero colto subito con le mani nel sacco.
A Fabio;
Non è cosi?
AGATA (con sdegno appena contenuto, guardando Fabio che non risponde).
Avete fatto questo?
BALDOVINO (subito).
Oh no, signora! Non c'è da aversene a male! -
E se lei può rivolgergli con tanta fierezza codesta domanda, guardi
che non lui, ma io debbo sentirmi mancare - perché vuol dire che
veramente la condizione di questuomo s'è fatta intollerabile.
E se si
è fatta intollerabile la sua, per conseguenza, intollerabile la
mia!
AGATA.
Perché, la vostra?
BALDOVINO (le volgerà un rapido sguardo di profonda intensità e subito
abbasserà gli occhi, turbato, come smarrito).
Ma perché...
se io divento uomo davanti a lei...
io...
io...
non potrei più...
- ah, signora...
m'avverrebbe la cosa più trista che si possa dare: quella di non
potere più alzar gli occhi a sostenere lo sguardo degli altri...
Si passerà una mano sugli occhi, sulla fronte, per riprendersi:
No...
via, via...
Qua bisogna venir subito a una risoluzione!
Amaramente :
Ho potuto pensare che mi sarei presa oggi la soddisfazione di trattare come ragazzini questi signori consiglieri, questo Marchetto
Fongi, e anche voi, marchese, che v'eravate fatta l'illusione di prendere al laccio, cosi, uno come me! - Ma ora penso che se avete
potuto ricorrere a codesto mezzo, di denunziarmi come ladro, per
vincere il ritegno di lei
indicherà Agata.
senza neppur considerare che questa vergogna di cacciarmi di qua
come un ladro, di fronte a cinque estranei, si sarebbe rovesciata sul
bambino appena nato...
- eh, penso che dev'essere ben altro il piacere, per me, dell'onestà!
Porgerà a Fabio i cartoncini che ha mostrato.
Ecco qua a lei, signor marchese.
FABIO.
Che volete che me ne faccia!
BALDOVINO.
Li laceri.
sono l'unica prova per me! - Il danaro è in
cassa, fino all'ultimo centesimo.
Lo guarderà fermo negli occhi; poi, con forza c con durezza sprezzante:
Ma bisogna che lo rubi lei!
FABIO (rivoltandosi come sferzato in faccia).
Io?
BALDOVINO.
Lei, lei, lei.
FABIO.
Siete pazzo?
BALDOVINO.
Vuol far le cose a mezzo, signor marchese? - Le ho pur
dimostrato che, volendomi onesto, doveva per forza risultar questo:
che la cattiva azione l'avrebbe commessa lei! Rubi questo danaro:
passerò io per ladro - e me ne andrò, perché, veramente, qui non
posso più stare.
FABIO.
Ma sono pazzie!
BALDOVINO.
No, che pazzie! Io ragiono per lei e per tutti.
- Non
dico mica che lei debba mandarmi in galera.
- Non potrebbe.
-
Lei ruberà il danaro solamente per me.
FABIO (fremendo e facendoglisi incontro).
Ma che dite?
BALDOVINO.
Non s'offenda: è una parola, signor marchese! Lei farà
una magnifica figura.
- Toglierà per un momento il danaro dalla
cassa, per far vedere che l'ho rubato io.
Poi subito lo rimetterà, per
che i suoi soci naturalmente non abbiano a soffrir danno della fiducia che mi hanno accordato per un riguardo a lei.
E chiaro.
Il ladro
resterò io.
AGATA (insorgendo).
No! no! .
questo no!
Controparte dei due uomini.
E allora, come per correggere, senza
cancellarla, l'impressione della sua protesta:
E il bambino?
BALDOVINO.
Ma è una necessità, signora...
AGATA.
Ah no! Io non posso, io non voglio ammetterla!
SCENA DODICESIMA
CAMERIERE, DETTI, poi i QUATTRO CONSIGLIERI, MARCHETTO FONGI,
la SIGNORA MADDALENA, la COMARE.
CAMERIERE (presentandosi sull'uscio a destra in fondo e annunziando).
I signori Consiglieri e il signor Fongi.
Si ritira.
FABIO (subito, costernatissimo).
Rimandiamo a domani questa discussione!
BALDOVINO (pronto, forte, sfidando).
Io sono deciso e pronto fin d'adesso.
AGATA.
E io vi dico che non voglio, capite? non voglio!
BALDOVINO (con estrema risoluzione).
Ma più che mai per questo.
signora...
MARCHETTO FONGI (entrando coi quattro Consiglieri).
Permesso?....
Permesso? ...
Contemporaneamente, dall'uscio a destra, entrano la signora Maddalena col cappello in capo e la Comare tutta parata di gala, infìocchettata, con sulle braccia il neonato in un port-enfant ricchissimo
coperto da un velo celeste.
Tutti si fanno attorno, con esclamazioni,
congratulazioni, saluti, a soggetto, mentre la signora Maddalena
solleva cautamente il velo per mostrare il neonato.
TELA
ATTO TERZO
Lo studio di Baldovino.
Ricco arredo di sobria eleganza.
Uscio in
fondo, uscio laterale a destra.
SCENA PRIMA
BALDOVINO, la SIGNORA MADDALENA.
Baldovino, vestito dello stesso abito con cui s'è presentato al primo
atto, sederà fosco e duro, coi gomiti sulle ginocchia e la testa tra le
mani, guardando a terra.
La signora Maddalena gli parlerà affannosamente da presso:
MADDALENA.
Ma dovreste capire che non avete questo diritto! Non si
tratta più ne di voi, ne di lui; neppure di lei; ma del bambino, del
bambino!
BALDOVINO (levando il capo a guardarla ferocemente).
E che volete
che importi a me del bambino!
MADDALENA (atterrita; ma riprendendosi).
Oh Dio, è vero.
- Ma vi
richiamo a quanto voi stesso diceste, per il bambino appunto: il
danno che gliene sarebbe venuto! Sante parole che si sono impresse
nel cuore della mia figliuola e che ora - dovreste intenderlo -
glielo fanno sanguinare; ora ch'ella non è più altro che madre, madre
soltanto!
BALDOVINO.
Non intendo più nulla, io adesso, signora!
MADDALENA.
Ma non è vero! Se l'avete fatto notare voi stesso,
jeri, a lui!
BALDOVINO.
Che cosa?
MADDALENA.
Che non avrebbe dovuto farlo per il bambino!
BALDOVINO.
Io? - Ma no, signora.
- A me non importa niente che
il signor marchese l'abbia fatto.
Sapevo bene che l'avrebbe fatto.
La guarderà, più con fastidio che con sprezzo.
E lo sapevate del resto anche voi, signora!
MADDALENA.
Io, no! io, no, vi giuro!
BALDOVINO.
Ma come noi Perché avrebbe messo su, altrimenti, questa
Società anonima?
MADDALENA.
Perché? - Io penso per...
per darvi da fare...
BALDOVINO.
Già, e allontanarmi da casa! - Senza dubbio, semplicemente per questo, in principio.
perché sperava che, avendo qua una
maggiore libertà, mentr'io ero occupato altrove, la vostra figliuola --
MADDALENA (subito interrompendolo).
- no, Agata no! - Lui certo,
sì, l'avrà fatto per questo.
- Ma vi posso assicurare che Agata...
BALDOVINO (levando le braccia e scattando).
Ah perdio, ma dunque
siete cosi cieca anche voi? Potete far codesta assicurazione - voi -
a me?
MADDALENA.
E la verità...
BALDOVINO.
E non vi fa spavento?
Pausa.
Non capite che questo vuol dire ch'io me ne debbo andare, e che
voi, invece di venir qua da me, dovete star presso la vostra figliuola
a persuaderla che è bene ch'io me ne vada?
MADDALENA.
Ma come, Dio mio, come? E tutto qui!
BALDOVINO.
Non importa come! Importa che me ne vada!
MADDALENA.
No! no! Ve l'impedirà lei!
BALDOVINO.
Per carità, signora, non fate perdere la testa anche a me!
non mi fate venir meno la forza che ancora mi rimane, di veder le
conseguenze di ciò che gli altri ciecamente fanno! Ciecamente, badate, non per mancanza d'intelletto, ma perché quando uno vive,
.
vive e non si vede.
Vedo io, perché sono entrato qua per non vivere.
- Volete farmi vivere per forza? - Badate a voi, che se la vita mi
riprende e acceca anche me...
S'interromperà, dominando a stento l'irrompere della sua umanità
che, nella minaccia, ogni volta gli dà un aspetto quasi feroce; e riprenderà.
calmo, quasi frigido:
Guardate...
guardate...
Io dunque, semplicemente, la conseguenza ho
voluto far notare al signor marchese di ciò che ha fatto: - che cioè,
volendo far passare per ladro un uomo onesto - (non io, onesto.
capite? ma quell'uomo ch'egli ha voluto qua onesto e che io mi son
prestato a rappresentare per dimostrargli la sua cecità) - volendo
farlo passare per ladro, bisognava che il danaro lo rubasse lui.
MADDALENA.
Ma come volete che lo rubi lui?
BALDOVINO.
Per far passare me da ladro.
MADDALENA.
Ma egli non può! non deve!
BALDOVINO.
Egli lo ruberà, ve lo dico col - Lo ruberà per finta.
Se no,
lo ruberò io per davvero! - Volete costringermi proprio a rubarlo?
SCENA SECONDA
DETTI, MAURIZIO.
Maurizio entrerà costernato dall'uscio a destra.
Baldovino, appena
lo vedrà entrare, scoppierà in una lunga risata.
.
BALDOVINO.
Ah! ah! ah! ah! - Vieni a pregarmi anche tu di (( non
commettere questa pazzia ))? .
MADDALENA (subito a Maurizio).
Si, si, per carità, Setti, persuadetelo,
voi!
MAURIZIO.
Ma stia tranquilla che non la commetterà! Perché sa bene
che è una pazzia; non sua, ma di Fabio!
BALDOVINO.
Ti ha spinto lui a correr subito al riparo?
MAURIZIO.
Ma no! Io sono qua perché tu stesso m'hai scritto di venire
BALDOVINO.
Ah, già! - E m'hai portato davvero le cento lire che ti
chiedevo in prestito?
MAURIZIO.
Non ti ho portato nulla!
BALDOVINO.
Perché hai capito - uomo di spirito - ch'era tutta una
finzione? Bravissimo!
Si prenderà con le mani la giacca e:
Vedi però che mi trovi vestito per andarmene - come ti dicevo
nel mio biglietto - con lo stesso abito con cui son venuto! - A un
onest'uomo vestito cosi - eh? - non mancano proprio che le cento
lire domandate in prestito a un proverbiale amico d'infanzia, per
andarsene via decentemente.
Con uno scotto improvviso, accostandoglisi e ponendogli una mano
di qua, uno mano di là, sulle braccia:
Bada che tengo moltissimo a questa finzione!
MAURIZIO (stordito).
Ma che diavolo dici?
BALDOVINO (voltandosi a guardar la signora Maddalena e ridendo di
nuovo).
Questa povera signora guarda con tanto d'occhi...
Amabile, ambiguo.
Ora le spiego, signora...
- Dunque, veda, l'errore del signor marchese, signora mia - (errore, badi, scusabilissimo, e degno per me
del maggior compatimento!) - è consistito semplicemente nel credere ch'io potessi realmente cascare in una trappola.
L'errore non è
irreparabile.
Il signor marchese si persuaderà che, essendo io entrato
qua per una finzione a cui ho preso gusto, questa finzione dev'esser
seguita fino all'ultimo - fino al furto, sissignori - ma non sul
serio, ha capito? - che io, cioè, debba mettermi in tasca davvero
trecentomila lire, come credeva lui (son più di cinquecento, signora).
- Faccio tutto gratis ; anche il dramma necessario di questo furto.
per il piacere che mi son preso! - E non temete, oh! che ponga a
effetto la minaccia fatta balenare solo per tenere in rispetto il signor
marchese: che vorrò prendermi il bambino, di qui a tre o quattro
anni! - Storie! - Che volete che me ne faccia io, del bambino? O
temete forse un ricatto?
MAURIZIO.
Ma smettila, via! Qua nessuno può pensarlo!
BALDOVINO.
E se per esempio l'avessi pensato io?
MAURIZIO.
Ti dico di smetterla!
BALDOVINO.
Non il ricatto, no...
- ma di condurre la finzione fino a
godermi questo squisito piacere, di vedervi qua tutti affannati a scongiurarmi di non voler passare per ladro prendendomi un danaro,
che pur con tanta industria mi si voleva far prendere!
MAURIZIO.
Ma se tu non l'hai preso?
BALDOVINO.
Bravo! Perché voglio che lo prenda lui, con le sue Mani!
Vedendo comparire in gran subbuglio, affannato, pallidissimo, Fabio
sulla soglia dell'uscio a destra:
E lo prenderà, ve l'assicuro io!
SCENA TERZA
FABIO, DETTI.
FABIO (smorendo e accostandosi trepidante a Baldovino).
Lo prenderò?.
- Ma dunque...
-- oh Dio! - avete lasciato...
- avete lasciato in
altre mani le chiavi della cassa?
BALDOVINO.
No, signor marchese.
Perché?
FABIO.
Dio mio...
Dio mio...
e allora? che qualcuno sia venuto a sapere...
per qualche confidenza del Fongi?
MAURIZIO.
Manca il danaro dalla cassa?
MADDALENA.
Oh Dio!
BALDOVINO.
Ma no, stia tranquillo, signor marchese;
Batterà una mano sulla giacca per indicare la tasca interna.
l'ho qua!
FABIO.
Ah! L'avete preso voi?
BALDOVINO.
Le ho detto che con me non si fanno le cose a mezzo!
FABIO.
Ma dove volete insomma arrivare?
BALDOVINO.
Non tema.
- Sapevo che a un gentiluomo come lei avrebbe fatto ribrezzo togliere anche per finta, per un momento solo, questo danaro dalla cassa ; e sono andato a prenderlo io, jersera.
FABIO.
Ah si? E.
a quale scopo?
BALDOVINO.
Ma per dar modo a lei, signor marchese, di fare il magnifico gesto della restituzione.
FABIO.
V'ostinate ancora in codesta pazzia?
BALDOVINO.
Vede che l'ho preso realmente.
E se lei ora non fa come le dico io, questa che dev'essere ancora una finzione, diventerà sul serio ciò che voleva lei.
FABIO.
Volevo...
- ma non capite che non voglio più, adesso?
BALDOVINO.
Lo voglio io, adesso, signor marchese.
FABIO.
Che volete?
BALDOVINO.
Precisamente ciò che voleva lei.
- Non ha detto jeri, di là alla signora,
Allude ad Agata.
ch'io avevo in tasca il danaro? - Ebbene, l'ho in tasca!
FABIO.
Ah, ma non avete in tasca anche me, perdio!
BALDOVINO.
Anche lei! - anche lei, signor marchese! - Io vado adesso alla riunione del Consiglio.
Debbo far 1 'esposizione.
Lei non può impedirmelo Tacerò naturalmente di quest'eccedenza che il signor Marchetto Fongi mi aveva cosi bene combinata, e gli darò la soddisfazione di sorprendermi a rubare.
- Ah, non dubiti, saprò simulare a maraviglia Io smarrimento del ladro colto in fallo.
- Poi aggiusteremo qua ogni cosa.
FABIO.
Voi non lo farete!
BALDOVINO.
Lo farò, Io farò, signor marchese.
MAURIZIO.
Ma non si può passar per ladro volontariamente, quando non si è!
BALDOVINO (fermo, minacciando).
Vi ho detto che son deciso anche a rubare davvero, se v'ostinate a impedirmelo!
FABIO.
Ma perché, in nome di Dio, perché? se io stesso vi prego di rimanere?
BALDOVINO (fosco, con gravità lenta, voltandosi a guardarlo).
E come vorrebbe lei, signor marchese, che io rimanessi qua, ora?
FABIO.
Vi dico che sono pentito...
pentito sinceramente...
BALDOVINO.
Di che?
FABIO.
Di ciò che ho fatto!.
BALDOVINO.
Ma non di ciò che ha fatto dev'esser pentito lei, Caro signore, perché è naturalissimo ma di ciò che non ha fatto!
FABIO.
E che avrei dovuto fare?
BALDOVINO.
Che? Ma dovevate venir da me subito, dopo qualche mese, a dirmi che se stavo ai patti io (il che non mi costava nulla), e volevate starci anche voi ( com'era naturale ) ; c'era qualcuno qua, sopra di voi e di me, a cui - com'io stesso vi avevo predetto - la dignità, la nobiltà dell'animo avrebbero impedito di starci; e subito io, allora, vi avrei dimostrato l'assurdità della vostra pretesa, che cioè entrasse qua, a far questa parte, un uomo onesto!.
FABIO.
Si, si, avete ragione! E difatti me la son presa con lui
Indicherà Maurizio.
che mi ha portato qua uno come voi!
BALDOVINO.
Ma no, che ha fatto benissimo lui, credete, a portar me!
- Un mediocre onesto volevate voi qua, è vero? Come se fosse possibile che un mediocre accettasse una simile posizione, senz'essere un farabutto! - Ho potuto soltanto accettarla io che - come vedete - posso anche non farmi scrupolo di passare per ladro!
MAURIZIO.
Ma come? perché? .
FABIO (contemporaneamente).
Cosi, per gusto?
MAURIZIO.
Chi ti costringe? Nessuno lo vuole!
MADDALENA.
Nessuno! Siamo qua tutti a pregarvi!
BALDOVINO (a Maurizio).
Tu, per amicizia...
Alla signora Maddalena:
Lei, per il bambino...
A Fabio.
E voi, per che cosa?
FABIO.
Ma anche per questo.
BALDOVINO (guardandolo negli occhi, da presso).
E per che altro?
Fabio non risponde.
Ve lo dico io per che altro : perché avete veduto l'effetto, ora, di ciò che avete fatto
a Maddalena:
Signora mia, il buon nome del bambino? Ma è un'illusione! Lui sa
Indicherà Maurizio.
che pur troppo...
il mio passato...
- Si, poteva questa mia vita d'ora...
cosi specchiata...
fino dallalba della sua venuta al mondo...
non far pensare più, forse, a tante cose tristi...
notturne...
dell'altra mia vita...- Ma lui
Indicherà Fabio.
ha da pensare adesso a ben altro che al bambino, signora!
Si rivolge anche agli altri:
Non volete tener conto di me? Vi pare ch'io possa esser qua sempre un lume soltanto, per voi, e basta? Ho anch'io infine la mia povera carne che grida! Ho sangue anch'io, nero sangue, amaro di tutto il veleno dei miei ricordi...
- e ho paura che mi s'accenda! - Jeri, di là, quando questo signore
Indicherà Fabio.
mi buttò in faccia, davanti alla vostra nobile figliuola, il presunto mio furto, io son caduto, più cieco di lui, più cieco di tutti, in un'altra e ben più grave insidia che da dieci mesi, stando qua, accanto a lei, quasi senza ardire di guardarla, occultamente m'ha teso questa mia carne : - s'è servita del vostro trabocchetto da bambini, signor marchese, per farmi sentir l'abisso.
- Io dovevo tacere, capite?ingozzare davanti a lei la vostra ingiuria, passar per ladro, si, davanti a lei : poi prendervi a quattr'occhi e dirvi e dimostrarvi che non era vero e costringervi segretamente a seguitar fra noi due d'intesa la parte sino alla fine.
- Non ho saputo tacere.
- La mia carne ha gridato! .
- voi...
lei...
tu...
avete ancora il coraggio di trattenermi? - Io dico che per castigare a dovere questa mia vecchia carne , sono ora forse costretto a rubare davvero! .
Resteranno tutti muti a guardarlo, sbigottiti.
Una pausa.
Entrerà dall'uscio a destra Agata, pallida e decisa.
Si fermerà dopo alcuni passi.
Baldovino la guarderà, vorrebbe forzarsi a resisterle composto e grave; ma gli si leggerà negli occhi quasi uno smarrimento di terrore .
SCENA QUARTA
AGATA, DETTI.
AGATA (alla madre, a Fabio, a Maurizio).
Lasciatemi parlare con lui, da sola.
BALDOVINO (quasi balbettando, con gli occhi bassi).
No.., no, signora...
guardi, io...
AGATA.
Ho da parlarvi.
BALDOVINO.
È...
è inutile, signora...
Ho detto loro.., tutto ciò che avevo da dire...
AGATA.
E sentirete ora ciò che ho da dirvi io.
BALDOVINO.
No, no...
per carità...
È inutile, le assicuro...
basta...
basta...
AGATA.
Lo voglio.
Agli altri:
Vi prego di lasciarci soli.
La signora Maddalena, Fabio, Maurizio usciranno per l'uscio a destra.
SCENA QUINTA
AGATA, BALDOVINO.
AGATA.
Non vengo a dirvi di non andarvene.
- vengo a dirvi che verrò con voi.
BALDOVINO ( avrà un momento ancora di smarrimento, .
si sosterrà appena; poi dirà piano).
Capisco.
- Non volete parlarmi del bambino.
Una donna come voi non chiede sacrifizi : - li fa.
AGATA.
Ma non è niente affatto un sacrifizio.
È quello che devo fare.
BALDOVINO.
No, no, signora : voi non dovete farlo, ne per lui, ne per voi! E sta a me d 'impedirvelo, a qualunque costo!
AGATA.
Non potete.
Sono vostra moglie.
volete andarvene? È giusto.
- Vi approvo, e vi seguo.
BALDOVINO.
Dove? - Ma via, che dite? - Abbiate pietà di voi e di me....
e non mi fate parlare...
intendetelo da voi stessa, perché io...perché io...
davanti a voi non so...
non so più parlare...
AGATA.
Non c'è più bisogno di parole.
Mi bastò fin dal primo giorno ciò che diceste.
Dovevo entrar subito a porgervi la mano.
BALDOVINO.
Ah, se laveste fatto, signora! Vi giuro che sperai...
sperai per un momento che lo faceste...
dico.
che foste entrata...
- non che avrei potuto toccare la vostra mano...
- Sarebbe tutto finito fin d'allora!
AGATA.
Vi sareste tirato indietro?
BALDOVINO.
No, vergognato, signora...
davanti a voi, come mi vergogno adesso.
AGATA.
E di che? D'aver parlato onestamente?
BALDOVINO.
Facile, signora! Facilissima l'onestà finche si trattava di salvare un'apparenza, capite? - Se voi foste entrata a dire che l'inganno per voi non era più possibile, io non avrei potuto restare qua neanche un minuto.
Come non posso più restare adesso?
AGATA.
Ma dunque voi avete pensato -.
BALDOVINO.
- no, signora.
Ho aspettato.
- Non vi vidi entrare...
Ma parlai appunto per dimostrare a lui che pretendere da me l 'onestà era impossibile - non per me - per vojaltri! - dovete intendere perciò, che ora -- avendo voi mutate le condizioni - essa diventa invece impossibile per me : - non perché me ne manchi il desiderio, la volontà - ma per ciò che io sono, signora...
per tutto quello che ho fatto...
- Già solo questa parte che mi son prestato a rappresentare...
AGATA.
L'abbiamo voluta noi, questa parte!
BALDOVINO, E io l'ho accettata!
AGATA.
Ma dichiarando avanti quali sarebbero state le conseguenze per non farle accettare a lui! - Ebbene, io le ho accettate!
BALDOVINO.
E non dovevate, non dovevate, signora! - (il vostro errore è questo) - non ho parlato io - mai - qua: ha parlato una maschera grottesca! - E perché? voi eravate qua, tutti e tre, nella povera umanità che spasima nella gioia o gode nel tormento della sua vita! Una povera debole madre, qua, aveva pur saputo compiere il sacrifizio di consentire che la sua figliuola amasse fuori d'ogni legge! E voi, presa d'amore per un brav'uomo, avevate potuto non pensare che quest'uomo era sventuratamente legato a un'altra donna!- Vi son sembrate colpe, queste? Avete voluto correr subito al riparo, chiamando me qua? - E io sono venuto a parlarvi un linguaggio asfissiante, quello di un 'onestà fittizia e contro natura, a cui voi avevate avuto il coraggio di ribellarvi! - Sapevo bene che a lungo andare quegli altri due non avrebbero più potuto accettarne le conseguenze.
La loro umanità doveva ribellarsi! Ho sentito tutti gli sbuffi di vostra madre e quelli del signor marchese.
- E m'è piaciuto tanto, credete, vedergli ordire ora quest'insidia pur contro la più grave delle conseguenze che gli avevo predette! .
- Il pericolo vero era per voi, signora .
che le accettaste voi sino alla fine! e le avete accettate, difatti, avete potuto accettarle, voi, perché disgraziatamente in voi, per forza, con la maternità, l'amante doveva morire.
- Ecco, voi non siete più altro che madre.
- Ma io, io non sono il padre del vostro bambino, signora! - Capite bene ciò che vuole dir questo?
AGATA.
Ah, è per il bambino? che non è vostro?
BALDOVINO.
No! no! che dite! intendetemi bene! - Per il solo fatto che voi vorreste venire con me, lo fate vostro il bambino, vostro soltanto - e dunque più sacro per me che se fosse mio veramente pegno del vostro sacrifizio e della vostra stima!
AGATA.
E allora?
BALDOVINO.
Ma l'ho detto per richiamarvi alla mia realtà, signora, poiché voi non vedete che il vostro bambino! - Voi parlate ancora a una maschera di padre!
AGATA.
No, no...
io parlo a voi, uomo!
BALDOVINO.
E che sapete voi di me? chi sono io?
AGATA.
Ma ecco chi siete.
questo.
E, come Baldovino, quasi annichilito, abbasserà il capo,
Potete alzar gli occhi, se io posso guardarvi ; perché davanti a voi, qua tutti allora dobbiamo abbassare i nostri, solo per questo, che delle vostre colpe voi avete vergogna.
BALDOVINO.
Non avrei mai supposto che la sorte mi potesse riserbare d'udir parlare cosi...
Riscotendosi violentemente, come da un fascino.
No...
no...
signora...
via! - Credete, ne sono indegno! Sapete che ho qua - qua - cinquecento e più mila lire?
AGATA.
Voi le restituirete, e ce n'andremo.
BALDOVINO.
Che! Fossi matto! .
Non le restituisco, signora! Non le resti-tu-i-sco!
AGATA.
vuol dire che io e il bambino vi seguiremo anche per questa via...
BALDOVINO.
Mi seguireste...
anche ladro?
Cascherà a sedere come stroncato.
Avrà un violento impeto di pianto .
e si nasconderà il volto con le mani.
AGATA (Io guarderà un tratto, poi si recherà all'uscio a destra e chiamerà).
Mamma!
SCENA SESTA
MADDALENA, DETTI.
La signora Maddalena entrando scorgerà Baldovino che piange e resterà come basita.
AGATA.
Puoi dire a quei signori che non hanno più nulla da fare qua.
BALDOVINO (subito levandosi).
No, aspetta...
il danaro!
Caverà di tasca un grosso portafoglio.
Non lei - io!
Cercherà di rattenere il pianto, di ricomporsi; non troverà il fazzoletto.
Agata subito gli porgerà il suo.
Egli intenderà l'atto che li accomuna, in quel pianto, per la prima volta; bacerà il fazzoletto, .poi se lo porterà agli occhi tendendo a lei una mano.
Si riprenderà in un sospiro che lo gonfierà di commossa gioia, e dirà;
So bene ora, come debbo dir loro!
TELA
...
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