IL PIACERE DELL'ONESTA', di Luigi Pirandello - pagina 4
...
.
- Va bene così?
FABIO.
Benissimo, sì sì, benissimo!
BALDOVINO.
Per me, badi, non per lei benissimo! - Lei, signor marchese, più approva e più va incontro a un mondo di guaj!
FABIO.
Come...
perché, scusi? - Io non vedo tutte codeste difficoltà
che vede lei!
BALDOVINO.
Credo mio obbligo fargliele Vedere, signor marchese.
Lei
è un gentiluomo.
Necessità di cose, di condizioni, la costringono
a non agire onestamente.
Ma lei non può fare a meno dell'onestà!
Tanto Vero che, non potendo trovarla in ciò che fa, la vuole in me.
Devo rappresentarla io, la sua onestà: - esser cioè, l'onesto marito
devo rappresentarla io, la sua onestà: - esser cioè, l'onesto marito d'una donna, che non può essere sua moglie; l'onesto padre
d'un nascituro, che non può essere suo figlio.
E vero questo?
FABIO.
sì, si, è vero.
BALDOVINO.
Ma se la donna è sua, e non mia; se il figliolo è suo, e
non mio, non capisce che non basterà che sia onesto soltanto io? - Dovrà essere onesto anche lei, signor marchese, davanti a me.
Per forza! -
Onesto io, onesti tutti.
- Per forza!
FABIO.
Come come -? Non capisco! Aspetti...
BALDOVINO.
Lei si sente mancare il terreno sotto i piedi.
FABIO.
Ma no, dico...
se debbono mutare le condizioni...
BALDOVINO.
Per forza! Le muta lei! Queste apparenze da salvare, signor marchese, non sono soltanto per gli altri! Ce ne sarà una, qua -
anche per voi! una che voi stessi avrete voluta e a cui io appunto
dovrei dar corpo: - la vostra onestà.
- Ci pensa lei? Badi che
non è facile!
FABIO.
Ma se lei sa! -
BALDOVINO.
Appunto perché so! - Parlo contro il mio interesse; ma
non posso farne a meno.
- La consiglio di rifletter bene, signor
marchese!
Pausa.
Fabio si alza e si mette a passeggiare concitatamente, costernato.
Si alza anche Baldovino e aspetta.
FABIO (passeggiando).
Certo che...
comprenderà che...
se io...
BALDOVINO.
Ma sì, creda, sarà bene che lei ci rifletta ancora un poco,
su quanto le ho detto, e lo riferisca - se crede - anche alla signorina.
Guarda appena verso l'uscio a destra.
Forse non ce ne sarà bisogno, perché...
.
FABIO (voltandosi di scatto, con ira).
Che cosa crede?
BALDOVINO (calmissimo, triste).
Oh...
sarebbe in fondo naturalissimo.
- Io mi ritiro.
- Mi comunicherà, o mi farà comunicare all'albergo
le sue decisioni.
Fa per avviarsi; si volta.
Può contare intanto, signor marchese, insieme con la signorina,
su la mia intera discrezione.
FABIO.
Ci conto.
BALDOVINO (lento, grave).
Sono carico, per conto mio, di ben altre
colpe; e qui, per me, non c'è colpa, ma solo una sventura.
- Qualunque sia la decisione, sappia che resterò sempre gratissimo - in segreto - al mio antico compagno di collegio, d'avermi stimato degno d'accostarmi onestamente a questa sventura.
Si inchina.
Signor marchese...
T E L A
ATTO SECONDO
Magnifico salotto in casa Baldovino.
Vi hanno posto alcuni mobili
già veduti nel salotto dell'atto precedente.
Uscio comune in fondo; usci
laterali a destra e a sinistra.
SCENA PRIMA
MARCHETTO FONGI, il MARCHESE FABIO.
Fongi, al levarsi della tela, col cappello e il bastone in mano tiene
coll'altra aperto il battente dell'uscio a sinistra e parla verso l'interno,
a Baldovino.
Fabio sta in attesa, come uno che non voglia farsi né
vedere né sentire di là.
FONGI (verso l'interno).
Grazie, grazie, Baldovino, sì...
Ma figurati se
non vorrò assistere alla candida festa! Grazie.
Sarò qui, sarò qui con gli
amici consiglieri, tra una mezz'oretta.
A rivederci.
Chiude l' uscio.
si volta verso Fabio che gli si appressa in punta di
piedi, strizza un occhio e gli fa un cenno furbesco col capo.
FABIO (piano, con ansia).
Si? Credi proprio?.
FONGI (gli risponde prima col capo, tenendo ancora l'occhio strizzato).
C'è cascato! c'è cascato!
FABIO.
Pare anche a me.
Sono già sei giorni!
FONGI (mostra tre dita d'una mano e le agita).
Tre...
trecento...
trecentomila lire - Te l'ho detto? .
- Non poteva fallire!
Gl'inserisce un braccio sotto il braccio e s'avvia con lui verso la comune,
parlando.
Sarà una scena da commedia.
Ma lasciate fare a me! lasciate fare a
me! Lo piglieremo pulitamente per il bavero.
Via con Fabio.
SCENA SECONDA
BALDOVINO, MAURIZIO.
La scena resta vuota un tratto.
Si apre l'uscio a sinistra e ne escono
Baldovino e Maurizio.
MAURIZIO (guardando in giro).
Ma sai che ti sei messo proprio bene?
BALDOVINO (astratto).
si.
Con un sorriso ambiguo.
Con perfetto decoro.
Pausa.
E dunque...
di' di', dove sei stato? .
MAURIZIO.
Mah! Un po' in giro.
Fuori delle vie ordinarie.
BALDOVINO.
Tu?
MAURIZIO.
Perché? Non credi?
BALDOVINO.
Fuori delle vie ordinarie? Nel senso che non sarai stato a
Parigi o a Nizza o al Cairo.
- Dove sei stato?
MAURIZIO.
Nel paese del caucciù e delle banane!
BALDOVINO.
Al Congo? .
MAURIZIO.
sì.
Nelle foreste.
Oh sai? autentiche.
BALDOVINO.
Ah! E belve, ne hai vedute?
MAURIZIO.
Quei poveri negri delle mehalle.
BALDOVINO.
No, dico belve sul serio: qualche tigre, qualche leopardo!
MAURIZIO.
Che, che! Grazie.
- Perdio, come ti sfavillano gli occhi!
BALDOVINO (sorride amaramente.
piega le dita d'una mano e ne mostra
le unghie a Maurizio).
Vedi dove siamo arrivati? E non ce le tagliamo mica per disarmarci! anzi! Perché paiano più civili, le nostre mani: vale a dire più atte a una lotta ben più feroce di quella che i nostri avi bestioni combattevano, poveretti, con le sole unghie.
- Ho avuto sempre, perciò, invidia delle belve.
E tu, disgraziato, sei stato nelle foreste e non hai veduto nemmeno un lupo?
MAURIZIO.
Via, via! - Parliamo di te.
- Ebbene, come va?
BALDOVINO.
Che cosa?
MAURIZIO.
Ma, dico, tua moglie.
Cioè...
la signora?
BALDOVINO.
Come vuoi che vada? Benissimo.
MAURIZIO.
E...
i tuoi rapporti?
BALDOVINO (lo guarda un po'; poi alzandosi).
Che vuoi che siano!
MAURIZIO (cangiando tono, rinfrancandosi).
Ti trovo benone, però, sai?
BALDOVINO.
sì, mi occupo.
MAURIZIO.
Ah, già! So che Fabio ha messo su una società anonima.
BALDOVINO.
Sì, per mettermi le mani in pasta.
- Fa ottimi affari.
MAURIZIO.
Ne sei il consigliere delegato?
BALDOVINO.
Fa ottimi affari per questo.
MAURIZIO.
Già, già, ho saputo! E vorrei entrarci anch'io; ma...
dicono
che sei d'un rigore spaventoso!
BALDOVINO.
Sfido! - non rubo...
Gli s'appressa, gli posa le mani su ambo le braccia.
Sai, per le mani, centinaj a di migliaj a.
Poterle considerare come carta
straccia; non sentirne più bisogno, minimamente -
MAURIZIO.
- eh, per te dev'essere un gran piacere -
BALDOVINO.
- divino! - E nessun colpo fallito, sai! - Ma si lavora,
si lavora! - E bisogna che tutti mi seguano!
MAURIZIO.
Già...
è questo...
BALDOVINO.
Si lamentano, eh? Di' un po.
strillano? mordono il freno?
MAURIZIO.
dicono...
dicono che potresti essere un po' meno...
meticoloso, ecco!
BALDOVINO.
Eh, lo so! .
- Li soffoco! Soffoco tutti quanti.
Chiunque
mi s'accosti! - Ma tu lo capisci: non posso farne a meno!
dieci mesi non sono più un uomo!
MAURIZIO.
No? E che sei?
BALDOVINO.
Ma te l'ho detto: quasi una divinità! - Potresti in tenderlo!
- Non ho corpo se non per l'apparenza.
Sto tuffato in mezzo alle
cifre, alle speculazioni; ma sono per gli altri; non c'è - e voglio
che non ci sia - un centesimo di mio! Sto qua, in questa bella casa,
e quasi non vedo e non sento e non tocco nulla.
Mi meraviglio io
stesso talvolta d'udire il suono della mia voce, il rumore dei miei
passi; d'avvertire che ho bisogno anch'io di bere un bicchier d'acqua
o di riposarmi.
- Vivo, capisci? de-li-zi-o-sa-men-te, nellassoluto di
una pura forma astratta!
MAURIZIO.
Dovresti sentire un po' di compassione per i poveri mortali!
BALDOVINO.
La sento.
ma non losso fare altrimenti.
Lo dissi però, glielo
feci bene osservare avanti, a tuo cugino il marchese! - Io sto ai patti.
MAURIZIO.
Ma tu ci provi anche un diabolico gusto!
BALDOVINO.
Non diabolico, no! Sospeso nell'aria, mi sono come adagiato su una nuvola: è il piacere dei Santi negli affreschi delle chiese!
MAURIZIO.
Capirai, intanto, che non è possibile durare a lungo così.
BALDOVINO (capo, dopo una pausa).
Ah, lo so! - Finirà.
E forse presto!
- Ma badino! Bisognerà veder come.
Lo guarda negli occhi.
Lo dico per loro.
Apri bene gli occhi a tuo cugino! Mi pare che
desideri troppo di disfarsi al più presto di me.
- Ti turbi? Sai qualche cosa?
MAURIZIO.
No, proprio nulla.
BALDOVINO.
Via, sii sincero.
Compatisco, bada! .
E' così naturale!
MAURIZIO.
T'assicuro che non so nulla.
Ho parlato con la signora Maddalena.
Non ho ancora visto Fabio.
BALDOVINO.
Eh, lo so! Tutti e due, la madre e tuo cugino, avranno
pensato.
- (( La maritiamo pro forma; dopo qualche tempo, con
un pretesto qualsiasi ci sbarazziamo di lui )).
- La cosa più sperabile, difatti, era questa.
- Ma non lo possono sperare! - Sono stati di una deplorevole leggerezza anche in questo.
MAURIZIO.
Lo sospetti tu! .
Chi te lo dice?
BALDOVINO.
Tanto vero che hanno posto come patto fondamentale la
mia onestà!
MAURIZIO.
Ecco, dunque! Vedi bene...
BALDOVINO.
Come sei sciocco! La logica è una cosa, l'animo è un'altra.
Si può per coerenza logica proporre una cosa, e con l'animo sperarne
un'altra.
- Ora, credi, potrei prestarmi, per far cosa grata a lui c
alla signora, a offrire un pretesto perché si sbarazzino di me.
- Ma
non lo sperino, perché io...
- si, potrei farlo - ma non lo farò -
per loro - non lo farò perché loro non possono assolutamente
desiderare che io lo faccia!
MAURIZIO.
Perdio, sei terribile! Neghi loro anche la possibilità del desiderio che tu commetta una cattiva azione?
BALDOVINO.
Guarda.
Supponiamo che lo faccia.
In prima, rifiaterebbero.
Si leverebbero davanti lingombro opprimente della mia persona.
L'onestà, mancata in me, potrà credersi - se non in tutto, almeno
in parte - rimasta con loro.
la signora rimarrà moglie legittima,
separata da un marito indegno; e in questa indegnità del marito,
giovine com'ella è, potrà trovare una scusa di farsi consolare da un
vecchio amico di casa.
Ciò che non era permesso a una signorina,
si può condonare facilmente a una signora assolta da ogni obbligo
di fedeltà coniugale.
Va bene? - Io dunque, marito, potrei essere
disonesto e farmi cacciare.
- Ma io non sono entrato qua soltanto
come marito.
Da semplice marito, anzi, non sarei mai entrato: non
ce ne sarebbe stato bisogno! C'era bisogno di me, in quanto questo
marito doveva tra poco esser padre ; tra poco, dico, in tempo...
quasi
debito.
Qua c'era bisogno del padre.
E il padre...
eh, il padre nell'interesse di lui, del signor marchese, dev'essere per forza onesto! -
Perché se da marito posso andarmene senza recar danno a mia moglie, la quale, lasciato il mio nome, riprenderà il suo; da padre, la
mia cattiva azione danneggerebbe per forza il figlio che non avrà
altro nome che il mio; e più in basso io cadrò e più danno egli ne
avrà.
E questo, lui, non può assolutamente desiderarlo.
MAURIZIO.
Ah, no davvero!
BALDOVINO.
Vedi, dunque? - E per cadere in basso, ci cadrei; tu mi
conosci! Per vendicarmi dell'azione che mi farebbero, cacciandomi
via malamente, vorrei con me il figliuolo, che per legge m'appartiene;
lo lascerei loro qua due o tre anni per farli affezionare a lui; poi
proverei che mia moglie convive da adultera col suo amante, e lo
toglierei loro e lo trascinerei con me, giù...
giù...
Tu sai che ho in
me un'orribile bestia, di cui ho voluto liberarmi, incatenandola in
queste condizioni che mi sono state offerte.
- Conviene a loro soprattutto farmele rispettare, come ne ho ferma volontà; perché, liberato da esse, oggi o domani, non so proprio dove andrei a finire.
Cambiando tono improvvisamente:
Basta, basta...
- Di' un po' ti han mandato loro da me, appena
arrivato? - Su, su, che hai da domandarmi? Sbrigati, per favore.
Guarda l'orologio.
Ti ho accordato più tempo che non avrei dovuto.
Sai che questa mattina c'è il battesimo del bambino? E ho, prima del pranzo, una riunione qua coi consiglieri invitati.
Ti manda tuo cugino? Ti manda la signora madre?
MAURIZIO.
Si, ecco; è appunto per il battesimo del piccino.
- Codesto
nome che vorresti imporgli...
BALDOVINO.
Eh, lo so!
MAURIZIO.
Ma scusa...
- ti pare?
BALDOVINO.
Lo so, povero piccino; è un nome troppo grosso! Rischia
quasi di restarne schiacciato.
MAURIZIO (sillabando).
Sigismondo!
BALDOVINO.
Ma è un nome storico nella mia famiglia.
- Mio padre
Si chiamava così: il mio avo si chiamava così...
MAURIZIO.
Non è una buona ragione per loro, capirai!
BALDOVINO.
Ma neanch'io - tu lo sai - avrei mai pensato...
Scusa,
è mia la colpa? Brutto nome, sì, goffo, specialmente per un piccino...
e...
- ti confesso
Pianissimo .
che se l'avessi avuto - di mio - forse non l'avrei chiamato così...
MAURIZIO.
Ah, vedi? vedi?
BALDOVINO.
Che vedo? - questo anzi deve dirti che non posso, ora.
derogare a questo nome! - Siamo sempre lì! - Non per me; è per
la forma! - Per la forma - tu lo capisci - giacche debbo dargli
un nome - io non posso dargli che questo! - E inutile, sai? è
proprio inutile, che insistano! .
Mi dispiace ; ma non transigo, puoi
dirglielo! - Mi lascino lavorare, perbacco.
Sono futilità, codeste!
Mi dispiace, caro, d'accoglierti così.
- A rivederci, eh? A rivederci.
Gli stringe in fretta la mano e via per l'uscio a sinistra.
SCENA TERZA
MAURIZIO, la SIGNORA MADDALENA, FABIO.
Maurizio resterà come uno che sia lasciato in asso sul più bello.
Poco dopo, dall'uscio a destra entreranno, uno dopo l'altra, la signora
Maddalena e Fabio, mogi mogi, come sospesi alla notizia che attendono.
Maurizio li guarderà e con un dito si gratterà la nuca.
Prima la signora Maddalena, poi Fabio, gli faranno un muto cenno interrogativo col capo quella con occhi pietosi, questi, invece, aggrottati.
Maurizio risponderà con un altro cenno negativo del capo, socchiudendo gli occhi, poi aprirà le braccia.
La signora Maddalena cascherà a sedere, come annientata e resterà li.
Fabio sederà anch'egli, ma tutto aggruppato, con le pugna serrate sui ginocchi.
Sederà anche Maurizio tentennando il capo, e soffierà più di un lungo sospiro per le nari.
Nessuno dei tre avrà forza di rompere il silenzio che li schiaccia.
Ai sospiri soffiati per il naso da Maurizio risponderanno
gli sbuffi a bocca piena di Fabio.
La signora Maddalena non potrà
sbuffare e neanche sospirare.
Scoterà sconsolatamente il capo con
gli angoli della bocca contratti in giù.
A ogni sospiro, a ogni sbuffo
degli altri due.
Gli attori non abbiano timore di protrarre lungamente
questa scena muta.
A un certo punto, Fabio balzerà in piedi e si
metterà a passeggiare, fremente, aprendo e serrando le pugna.
Poco
dopo si alzerà anche Maurizio, si appresserà e si chinerà verso la
signora Maddalena, porgendole la mano per accomiatarsi.
MADDALENA (piano, come se si lamentasse, porgendo anche lei la mano).
Ve ne andate?
FABIO (voltandosi di scatto).
Ma lo lasci andare! Non so con qual coraggio abbia potuto presentarsi qua!
A Maurizio:
Tu non mi guarderai più in faccia!
Si rimetterà a passeggiare.
MAURIZIO (non oserà protestare; si volterà appena a guardarlo, con la
mano della signora Maddalena ancora nella sua, poi dirà, piano).
La
signora?
MADDALENA (piano, come se si lamentasse).
Attende di là al bambino.
MAURIZIO (con la mano della signora Maddalena ancora nella sua, dirà
piano).
Me la ossequi.
Si porterà alla bocca la mano della signora Maddalena e gliela bacerà; poi tornerà ad aprire le braccia.
Le dica che...
che mi perdoni.
MADDALENA.
Oh, lei, almeno.
ha ora il suo bambino!
FABIO (sempre passeggiando).
Si! Si divertirà col suo bambino! .
Appena
egli comincerà a esercitare anche su lui la sua vessazione!
MADDALENA.
E' questo, questo il mio terrore! .
FABIO (sempre passeggiando).
Ha già cominciato col nome!
MADDALENA (a Maurizio).
Credete, da dieci mesi non respiriamo più!
FABIO (sempre passeggiando).
Figuriamoci come lo vorrà educare!
MADDALENA.
E terribile...
- Non possiamo più leggere neanche un
giornale
MAURIZIO.
No? Perché?
MADDALENA.
Mah! Ha certe idee sulla stampa...
MAURIZIO.
Ma...
è duro, in casa? aspro?
MADDALENA.
Che! Peggio...
Garbatissimo! .
- Sa dire le cose per noi
più dure in una maniera...
con argomenti così impensati e che paiono,
stando a sentirlo, così inoppugnabili, che siamo sempre costrette a
fare come vuol lui! - E' un uomo spaventoso, spaventoso, Setti! -
Io non ho più forza neanche di fiatare.
MAURIZIO.
Signora mia, che vuole che le dica? Mi sento proprio annichilito.
Non avrei mai creduto...
FABIO (scattando di nuovo).
Fammi il piacere! Non me ne posso andare
io, in questo momento, perché c'è il battesimo; se no, me n'andrei
subito! Ma vattene, vattene tu! Lo capisci che non posso più sentirti
dire così? Che non posso più vederti davanti a me?
MAURIZIO.
Hai ragione, sì...
Vado, Vado...
SCENA QUARTA
CAMERIERE e DETTI.
CAMERIERE (aprendo l'uscio di fondo e annunziando).
Il signor Parroco
di Santa Marta.
MADDALENA (alzandosi).
Ah, fate entrare.
Il cameriere si ritira.
MAURIZIO.
A rivederla, signora.
MADDALENA.
Ve ne volete proprio andare? Non volete assistere al battesimo? Fareste piacere ad Agata.
- Fatevi vedere, fatevi vedere!
Io spero molto in voi.
Maurizio aprirà ancora una volta le braccia: s'inchinerà, guarderà
Fabio, non oserà neanche salutarlo; e andrà via per l'uscio di fondo,
inchinandosi al Parroco di Santa Marta che nel frattempo, entrerà,
introdotto dal cameriere il quale tornerà a ritirarsi, richiudendo
l'uscio.
SCENA QUINTA
Il PARROCO DI SANTA MARTA, la SIGNORA MADDALENA e FABIO.
MADDALENA.
Benvenuto, s'accomodi, signor Parroco.
PARROCO.
Come sta? come sta, signora?
FABIO.
Reverendo signor Parroco!
PARROCO.
Caro signor marchese! - Son venuto, signora, per prendere
le disposizioni.
MADDALENA.
Grazie, signor Parroco.
Già è stato qui il chierico che lei
ha mandato.
PARROCO.
Ah, bene, bene.
MADDALENA.
Sissignore.
E abbiamo preparato tutto di là.
Anche con
gli arredi che ha portato dalla chiesa.
Ah, è venuto un amore, sa?
Bello! proprio bello! Ora lo conduco a vedere -
PARROCO.
- la signora?
MADDALENA (restando imbarazzata).
Ecco, la faccio chiamare.
PARROCO.
No, se è occupata! Volevo sapere se stava bene.
MADDALENA.
Sì, adesso bene, grazie.
- Capirà, è tutta del suo piccino.
PARROCO.
Eh, me limmagino!
MADDALENA.
Non se ne stacca un momento.
PARROCO.
E il signor marchese, dunque, sarà il padrino?
FABIO.
Già...
si...
MADDALENA.
E io la madrina!
PARROCO.
Ah, questo s'intende...
E...
per il nome? Resta fissato quello?
MADDALENA.
Purtroppo...
Un grosso sospiro.
FABIO (rabbioso).
Purtroppo!
PARROCO.
Però...
sanno...
in fondo...
è un bel santo..
un re! Io mi occupo, modestamente, d'agiografia...
MADDALENA.
Oh, lo sappiamo, lei è un dotto!
PARROCO.
No, no...
per carità, non dica! Studio con passione...
si...
-
Fu re di Borgogna, san Sigismondo, ed ebbe in moglie Amalberga,
figliuola di Teodorico...
Sebbene poi, rimasto vedovo...
disgraziata.
mente sposò una damigella di lei...
una perfida che, per infami
istigazioni, gli fece commettere...
eh, si...
il più atroce dei delitti...
sul proprio figliuolo...
MADDALENA.
Dio mio! Sul proprio figliuolo? E che gli fece?
PARROCO.
Eh...
(gesto delle due mani) - lo strangolò!
MADDALENA (quasi con un grido, a Fabio).
Avete capito?
PARROCO (subito).
Ah, ma si penti, sa? Subito! E si dedicò in espiazione agli esercizi della più rigida penitenza; si ritirò in un'abbazia;
vesti il sajo; e le sue virtù e il supplizio sopportato con santa rassegnazione lo fecero onorare come un martire!
MADDALENA.
Ebbe anche il supplizio?
PARROCO (con gli occhi socchiusi, allunga il collo, lo piega, e poi con
un dito fa il segno della decapitazione).
Nel 524, se non sbaglio.
FABIO.
Non c'è male! Un bel santo! Strangola il figlio...
muore decapitato...
PARROCO.
Ma spesso i più grandi peccatori, signor marchese, diventano
i santi più eccelsi! E questo fu anche un saggio, creda! Si deve a lui
il codice dei Borgognoni, la famosa Loi Gombette! E un'opinione,
veramente combattuta; ma io sto col Savigny che la sostiene...
si si...
si si...
io sto coI Savigny!
MADDALENA.
Per me, Padre, l'unico conforto è che potrò chiamarlo
col suo diminutivo: - Dino.
PARROCO.
Ecco, ecco...
Sigismondo, Sigismodino, Dino...
va benissimo!
Per un bambino - Dino - quadra...
quadra a meraviglia, è vero,
signor marchese?
MADDALENA.
Si! Ma sta a vedere se lui lo permetterà.
FABIO.
Ecco...
appunto...
PARROCO.
Eh, dopo tutto...
se tiene al nome del padre il signor Baldovino...
- bisognerà aver pazienza...
- Dunque, come si resta per l'ora?
MADDALENA.
Ma bisognerà che lo dica lui, anche questo, signor Parroco.
- Aspetti.
Preme un campanello elettrico alla parete.
Lo faremo subito avvertire.
Abbia pazienza un momento.
SCENA SESTA
DETTI, CAMERIERE.
Il cameriere entra dall'uscio di fondo.
MADDALENA.
Avvertite il signore che cè qua il signor Parroco.
Se può
venire un momento...
- Di qua, di qua...
Indicherà l'uscio a sinistra.
Il cameriere s'inchinerà, attraverserà la
scena, picchierà all'uscio a sinistra, aprirà e andrà via.
SCENA SETTIMA
Il PARROCO, la SIGNORA MADDALENA, FABIO, BALDOVINO.
BALDOVINO (entrando, premuroso, dall'uscio a sinistra).
Oh, reverendissimo signor Parroco, onoratissimo della sua visita.
Prego, prego,
stia comodo.
PARROCO.
L'onore è mio.
Grazie, signor Baldovino.
Noi l'abbiamo incomodata.
BALDOVINO.
Che dice, per carità! Sono proprio felice di vederla in casa
mia.
In che posso servirla?
PARROCO.
Favorirmi, grazie.
Ecco...
volevamo accordarci per l'ora del
battesimo.
BALDOVINO.
Ma a sua disposizione, signor Parroco; quando vuole! -
La madrina è qua, il padrino è qua; la comare credo sia di là; io sono
pronto...
la chiesa è qui a due passi...
MADDALENA (con stupore)- Come? .
FABIO (con ira a stento repressa).
Come?
BALDOVINO (voltandosi a guardarli, quasi stordito).
Perché?
PARROCO (subito).
Ecco, signor Baldovino...
si era disposto...
- ma
come? lei non lo sapeva?
MADDALENA.
E tutto pronto di là!
BALDOVINO.
Pronto? Che cosa?
PARROCO.
Per il battesimo! Da celebrarlo in casa, per far più degna!a
festa.
FABIO.
Il signor Parroco stesso ha mandato alcuni arredi della chiesa!
BALDOVINO.
Per far più degna la festa? Mi perdoni, signor Parroco,
non m'aspettavo che lei dovesse dire cosi.
PARROCO.
No, ecco...
intendo.,.
che in città è uso, sa? di tutti i signori
più in vista, celebrare in casa la festa.
BALDOVINO (con semplicità sorridente).
E lei non avrebbe più caro,
signor Parroco, che uno desse lesempio di quell'umiltà, per cui non
c'è signori né poveri davanti a Dio?
MADDALENA.
Ma nessuno vuole offendere Dio, celebrando in famiglia
il battesimo!
FABIO.
Eh via! Scusa...
pare che sia un proposito in te di guastar tutto,
ostacolando sempre ciò che propongono gli altri! - E curioso, via...
che tu...
proprio tu, t'immischi in queste cose e faccia la lezione!
BALDOVINO.
Per carità, caro marchese, non mi far fare la voce grossa.
Vuoi forse la mia professione di fede?
FABIO.
Ma no! non voglio niente!
BALDOVINO.
Se ti pare un'ipocrisia da parte mia...
FABIO.
Non ho detto ipocrisia! Mi pare un puntiglio, ecco!
BALDOVINO.
Vuoi entrare nel mio sentimento? Che ne sai tu? Ma voglio
ammettere tu creda che, secondo il sentimento mio, non dovrei dare
importanza a quest'atto, che voi tutti pure volete compiere...
-
del battesimo! Ebbene; ma tanto più, allora! Se quest'atto non è per
me, ma per il bambino, e io come voi riconosco e approvo che per
lui si debba compiere, intendo che sia compiuto come si deve ; che il
bambino, senz'alcun privilegio che offenderebbe l'atto stesso che
gli si fa compiere, vada in chiesa, al fonte battesimale.
Mi sembra
curioso, piuttosto, che le facciate dire a me, queste cose, davanti al signor Parroco, che non può non riconoscere quanta maggior divozione,
è vero? e solennità abbia un battesimo celebrato, nudamente, nella sua
sede degna.
PARROCO.
Ah, certo! non c'è dubbio!
BALDOVINO.
Del resto, non ci sono soltanto io.
- poiché si tratta del
bambino - che prima di tutto appartiene alla madre - sentiamo
anche lei!
Preme due volte alla parete il campanello elettrico.
Non parleremo né io, né voi : lasceremo parlare il signor Parroco.
SCENA OTTAVA
CAMERIERA, DETTI, AGATA.
La cameriera entrerà per l'uscio a destra.
BALDOVINO.
Pregate la signora, se può favorire qua un momento.
La cameriera s'inchinerà e andrà via.
PARROCO.
Ecco...
io, veramente...
avrei più caro che parlasse lei, signor
Baldovino, che parla cosi bene...
BALDOVINO.
Oh no, no; anzi, guardi: io mi ritiro.
Dirà lei, come crede,
le mie ragioni;
A Maddalena e a Fabio:
voi direte le vostre.
Deciderà la madre, cosi, in piena libertà.
E si
farà come lei avrà deciso.
- Eccola.
Agata, entrerà dall'uscio a destra, in una ricca vestaglia.
Sarà pallida,
rigida.
Fabio e il Parroco si alzeranno.
Baldovino starà in piedi.
AGATA.
Oh, il signor Parroco.
PARROCO.
Le mie congratulazioni, signora.
FABIO (inchinandosi).
Signora...
BALDOVINO (ad Agata).
E per disporre circa il battesimo.
Al Parroco:
La riverisco, Reverendo.
PARROCO.
La ossequio, signor Baldovino.
Baldovino, via per l'uscio a sinistra.
SCENA.
NONA
DETTI, meno BALDOVINO.
AGATA.
Ma non si è disposto? io non so...
MADDALENA.
SI E tutto pronto di là! tutto...
così bene!
FABIO.
Ce n'è una nuova! .
PARROCO Il signor Baldovino...
già...
MADDALENA.
Non vuole che si faccia più in casa il battesimo!
AGATA.
E perché non vuole?
MADDALENA.
Ma perché, dice.
.
PARROCO.
Permette, signora? - Veramente non ha detto che non
vuole vuole che decida lei, signora, perché sopratutto - ha detto
- il bambino appartiene alla madre.
Sicché, se lei vuole, signora,
che si celebri in casa.
MADDALENA.
Ma si! Come s'era rimasti!
PARROCO.
Io veramente non ci trovo nulla di male.
FABIO.
S'è fatto in tante case!
PARROCO.
E l'ho fatto notare, è vero? l'ho fatto anche notare al signor
Baldovino!
AGATA.
E allora? Non so su che cosa debba decidere io.
PARROCO.
Ah, ecco...
Perché il signor Baldovino ha fatto osservare -
e giustamente, bisogna riconoscerlo! con un senso di rispetto che
gli fa molto onore - ha fatto osservare che il battesimo certamente
avrebbe maggior solennità celebrato in chiesa nella sua sede degna :
anche per non offendere...
- ah! ha detto una parola veramente
bella! - (( senz'alcun privilegio )) ha detto (( che offenderebbe l'atto
stesso che si fa compiere al bambino )).
- Come principio!...
Come
principio!...
AGATA.
Ebbene, se lei approva...
PARROCO.
Ah, come principio, signora, non posso non approvare!
AGATA.
Dunque si faccia come vuol lui.
MADDALENA.
Ah! Come? Approvi anche tu?
AGATA.
Ma si che approvo, mamma!
PARROCO.
Come principio, io dico, signora; ma poi...
FABIO.
Non vi sarebbe nessun'offesa! .
PARROCO.
Oh, certo! nessuna! che offesa?
FABIO.
C'è solo il gusto di guastare una festa!
PARROCO.
Ma se la signora stessa decide cosi...
AGATA.
Si, signor Parroco ; decido cosi.
PARROCO.
E allora, sta bene.
- La chiesa è qui: non hanno che da
farmi avvertire.
- La ossequio, signora.
Alla signora Maddalena:
Signora...
MADDALENA.
L'accompagno.
PARROCO.
Non s'incomodi, prego...
- Signor marchese...
FABIO.
La riverisco.
PARROCO (a Maddalena).
Non s'incomodi, signora.
MADDALENA.
Ma no...
prego, prego...
Via per la comune il Parroco e la signora Maddalena..
SCENA DECIMA
AGATA, FABIO.
Agata, pallidissima, fa per ritirarsi per l'uscio a destra.
Fabio, tutto
fremente, le si appresserà e le parlerà a voce bassa, concitatamente.
FABIO.
Agata, in nome di Dio, non spingere fino all'estremo la mia
pazienza!
AGATA.
Basta,
Indicherà austeramente, più col capo che con la mano l'uscio a sinistra.
ti prego!
FABIO.
Ancora...
ancora come vuol lui?
AGATA Se come vuol lui, ancora una volta è giusto...
FABIO.
Tutto, tutto è stato giusto per te, ciò che lui ha detto fin dal
primo giorno che ci fu messo tra i piedi!
AGATA.
Non ritorniamo adesso a discutere su ciò che fu stabilito allora,
d'accordo!
FABIO.
Ma perché vedo che sei tu, ora, tu! - Tutto è stato per te
vincere l'orrore della prima impressione! Potesti vincerlo ascoltando,
non vista, le sue parole - e ora, eccoti: puoi star tranquilla, così,
a quanto si stabilì allora e che io accettai solamente per tranquillar te!
Sei tu, ora, sei tu! Perché lui sa -
AGATA (subito, fiera).
- che sa?
FABIO.
Vedi? vedi? Tu vieni a lui! che egli sappia che tra, noi non c'è
più nulla da allora!
AGATA.
Io tengo a me!
FABIO.
No! a lui! a lui!
AGATA.
Io non posso tollerare per me stessa ch'egli supponga altrimenti!
FABIO.
Ma si, per la stima di lui, che desideri! Come se egli non si
fosse prestato a questo patto tra noi!
AGATA.
Dire cosi, per mie, non significa altro - se mai - che la vergogna sua dovrebbe essere anche la nostra.
- Tu la vorresti per lui.
Io non la voglio per me!
FABIO.
Ma io voglio quello che è mio! quello che dovrebbe esser mio
ancora, Agata! - Te...
te...
te...
La afferrerà, freneticamente, per stringerla a sé.
AGATA (reluttando, senza cedere minimamente).
No...
no...
via! lasciami andare! Te l'ho detto: -- non sarà mai, non sarà più, se tu prima non riuscirai a cacciarlo...
FABIO (senza lasciarla, con foga crescente).
Ma sarà oggi stesso! Lo caccerò via come un ladro, oggi, oggi stesso!
AGATA (stupita, senza più forza di resistere).
Come un ladro?
FABIO (stringendola a se).
Si...
si...
come un ladro! come un ladro! C'è
cascato! Ha rubato!
AGATA.
Ne sei certo?
FABIO.
Ma si! Ha già più di trecentomila lire in tasca! - Lo cacceremo via oggi stesso! , - E tu tornerai mia, mia, mia...
SCENA UNDECIMA
BALDOVINO, DETTI.
S'apre l'uscio a sinistra e ne uscirà col cappello a staio in capo Baldovino.
Scoprendo i due abbracciati, subito si fermerà, sorpreso.
BALDOVINO.
Oh! - chiedo scusa...
Poi con severità attenuata da un sorriso di finissima arguta:
Dio mio, signori: sono entrato io, e non è niente ; ma pensate, poteva
entrare il cameriere.
- Chiudete almeno le porte, mi raccomando.
AGATA (fremente di sdegno).
Non c'era affatto bisogno di chiudere!e
porte!
BALDOVINO.
Non dico per me, signora.
Lo dico al signor marchese,
per lei!
AGATA.
L'ho detto io stessa al signor marchese, che ora -- del resto -
Lo guarderà fieramente.
avrà da intendersi con lei!
BALDOVINO.
Con me? - Volentieri.
- E su che?
AGATA (sprezzante).
Domandatelo a voi stesso!
BALDOVINO.
A me?
Si volta a Fabio:
Che cosa?
AGATA (a Fabio, imperiosamente).
Parlate!
FABIO.
No, non adesso...
AGATA.
Voglio che glielo diciate adesso davanti a me!
FABIO.
Ma bisognerebbe aspettare...
BALDOVINO (subito, sarcastico).
Il signor marchese ha forse bisogno di
testimonii?
FABIO.
Non ho bisogno di nessuno! Voi avete intascato trecento mila
lire!
BALDOVINO (calmissimo, sorridente).
No, più, signor marchese! Eh,
sono più! sono cinquecentosessantatremila...
aspetti!
Caverà dalla tasca interna il portafoglio, ne trarrà cinque cartoncini
con prospetti di cifre a rendiconto, debitamente intestati, e leggerà
nell'ultimo la cifra totale:
cinquecentosessantatremilasettecentoventotto e sessanta centesimi! Più
di mezzo milioncino, signor marchese.
- Lei fa di me una stima
troppo mediocre!
FABIO.
Siano quelle che siano! - Non me n'importa! - Potete tenervele, e andare!
BALDOVINO.
Troppa furia...
troppa furia, signor marchese! - Lei ha
ragione d'averne, a quanto sembra; ma appunto per questo badi che
il caso è molto più grave di quanto lei s'immagina.
FABIO.
Ma via! Smettete adesso codeste arie!
BALDOVINO.
Che arie, no...
Si volgerà ad Agata:
Prego la signora d'avvicinarsi e di stare a sentire.
Poi, come Agata con accigliata freddezza si sarà appressata:
Se volete prendervi il piacere di darmi del ladro, potremo intenderci
anche su questo: anzi, è bene che c'intendiamo subito.
- Ma vi
prego di considerare intanto, che non è giusto, prima di tutto, per
me.
Ecco qua:
Mostrerà loro i cartoncini, tenendoli aperti a ventaglio.
Da questi prospetti - lei vede, signor marchese - risultano intestate come risparmi e imprevisti guadagni della vostra Società le cinquecento e più mila lire.
Ma non fa niente: si può rimediare, signora!
- Avrei potuto mettermele in tasca con due dita, secondo loro,
indicherà a Fabio, alludendo anche ai suoi soci.
se fossi cascato nella trappola che m'han fatto tendere da un certo
omino storto cacciatomi tra i piedi, quel signor Marchetto Fongi che
è venuto anche stamattina...
- Oh
A Fabio:
non nego che non fosse tesa con una certa abilità, la trappola!
Ad Agata;
Lei non s'intende di queste cose, signora; ma mi avevano combinato
un certo giro di partita, per cui doveva risultare a me solo un'eccedenza di guadagno che avrei potuto intascarmi senz'altro, sicurissimo
che nessuno se ne sarebbe accorto.
Se non che, loro che mi avevano
appunto combinato questo giro, Se io ci fossi cascato e avessi intascato il danaro, m'avrebbero colto subito con le mani nel sacco.
A Fabio;
Non è cosi?
AGATA (con sdegno appena contenuto, guardando Fabio che non risponde).
Avete fatto questo?
BALDOVINO (subito).
Oh no, signora! Non c'è da aversene a male! -
E se lei può rivolgergli con tanta fierezza codesta domanda, guardi
che non lui, ma io debbo sentirmi mancare - perché vuol dire che
veramente la condizione di questuomo s'è fatta intollerabile.
E se si
è fatta intollerabile la sua, per conseguenza, intollerabile la
mia!
AGATA.
Perché, la vostra?
BALDOVINO (le volgerà un rapido sguardo di profonda intensità e subito
abbasserà gli occhi, turbato, come smarrito).
Ma perché...
se io divento uomo davanti a lei...
io...
io...
non potrei più...
- ah, signora...
m'avverrebbe la cosa più trista che si possa dare: quella di non
potere più alzar gli occhi a sostenere lo sguardo degli altri...
Si passerà una mano sugli occhi, sulla fronte, per riprendersi:
No...
via, via...
Qua bisogna venir subito a una risoluzione!
Amaramente :
Ho potuto pensare che mi sarei presa oggi la soddisfazione di trattare come ragazzini questi signori consiglieri, questo Marchetto
Fongi, e anche voi, marchese, che v'eravate fatta l'illusione di prendere al laccio, cosi, uno come me! - Ma ora penso che se avete
potuto ricorrere a codesto mezzo, di denunziarmi come ladro, per
vincere il ritegno di lei
indicherà Agata.
senza neppur considerare che questa vergogna di cacciarmi di qua
come un ladro, di fronte a cinque estranei, si sarebbe rovesciata sul
bambino appena nato...
- eh, penso che dev'essere ben altro il piacere, per me, dell'onestà!
Porgerà a Fabio i cartoncini che ha mostrato.
Ecco qua a lei, signor marchese.
FABIO.
Che volete che me ne faccia!
BALDOVINO.
Li laceri.
sono l'unica prova per me! - Il danaro è in
cassa, fino all'ultimo centesimo.
Lo guarderà fermo negli occhi; poi, con forza c con durezza sprezzante:
Ma bisogna che lo rubi lei!
FABIO (rivoltandosi come sferzato in faccia).
Io?
BALDOVINO.
Lei, lei, lei.
FABIO.
Siete pazzo?
BALDOVINO.
Vuol far le cose a mezzo, signor marchese? - Le ho pur
dimostrato che, volendomi onesto, doveva per forza risultar questo:
che la cattiva azione l'avrebbe commessa lei! Rubi questo danaro:
passerò io per ladro - e me ne andrò, perché, veramente, qui non
posso più stare.
FABIO.
Ma sono pazzie!
BALDOVINO.
No, che pazzie! Io ragiono per lei e per tutti.
- Non
dico mica che lei debba mandarmi in galera.
- Non potrebbe.
-
Lei ruberà il danaro solamente per me.
FABIO (fremendo e facendoglisi incontro).
Ma che dite?
BALDOVINO.
Non s'offenda: è una parola, signor marchese! Lei farà
una magnifica figura.
- Toglierà per un momento il danaro dalla
cassa, per far vedere che l'ho rubato io.
Poi subito lo rimetterà, per
che i suoi soci naturalmente non abbiano a soffrir danno della fiducia che mi hanno accordato per un riguardo a lei.
E chiaro.
Il ladro
resterò io.
AGATA (insorgendo).
No! no! .
questo no!
Controparte dei due uomini.
E allora, come per correggere, senza
cancellarla, l'impressione della sua protesta:
E il bambino?
BALDOVINO.
Ma è una necessità, signora...
AGATA.
Ah no! Io non posso, io non voglio ammetterla!
SCENA DODICESIMA
CAMERIERE, DETTI, poi i QUATTRO CONSIGLIERI, MARCHETTO FONGI,
la SIGNORA MADDALENA, la COMARE.
CAMERIERE (presentandosi sull'uscio a destra in fondo e annunziando).
I signori Consiglieri e il signor Fongi.
Si ritira.
FABIO (subito, costernatissimo).
Rimandiamo a domani questa discussione!
BALDOVINO (pronto, forte, sfidando).
Io sono deciso e pronto fin d'adesso.
AGATA.
E io vi dico che non voglio, capite? non voglio!
BALDOVINO (con estrema risoluzione).
Ma più che mai per questo.
signora...
MARCHETTO FONGI (entrando coi quattro Consiglieri).
Permesso?....
Permesso? ...
Contemporaneamente, dall'uscio a destra, entrano la signora Maddalena col cappello in capo e la Comare tutta parata di gala, infìocchettata, con sulle braccia il neonato in un port-enfant ricchissimo
coperto da un velo celeste.
Tutti si fanno attorno, con esclamazioni,
congratulazioni, saluti, a soggetto, mentre la signora Maddalena
solleva cautamente il velo per mostrare il neonato.
TELA
ATTO TERZO
Lo studio di Baldovino.
Ricco arredo di sobria eleganza.
Uscio in
fondo, uscio laterale a destra.
SCENA PRIMA
BALDOVINO, la SIGNORA MADDALENA.
Baldovino, vestito dello stesso abito con cui s'è presentato al primo
atto, sederà fosco e duro, coi gomiti sulle ginocchia e la testa tra le
mani, guardando a terra.
La signora Maddalena gli parlerà affannosamente da presso:
MADDALENA.
Ma dovreste capire che non avete questo diritto! Non si
tratta più ne di voi, ne di lui; neppure di lei; ma del bambino, del
bambino!
BALDOVINO (levando il capo a guardarla ferocemente).
E che volete
che importi a me del bambino!
MADDALENA (atterrita; ma riprendendosi).
Oh Dio, è vero.
- Ma vi
richiamo a quanto voi stesso diceste, per il bambino appunto: il
danno che gliene sarebbe venuto! Sante parole che si sono impresse
nel cuore della mia figliuola e che ora - dovreste intenderlo -
glielo fanno sanguinare; ora ch'ella non è più altro che madre, madre
soltanto!
BALDOVINO.
Non intendo più nulla, io adesso, signora!
MADDALENA.
Ma non è vero! Se l'avete fatto notare voi stesso,
jeri, a lui!
BALDOVINO.
Che cosa?
MADDALENA.
Che non avrebbe dovuto farlo per il bambino!
BALDOVINO.
Io? - Ma no, signora.
- A me non importa niente che
il signor marchese l'abbia fatto.
Sapevo bene che l'avrebbe fatto.
La guarderà, più con fastidio che con sprezzo.
E lo sapevate del resto anche voi, signora!
MADDALENA.
Io, no! io, no, vi giuro!
BALDOVINO.
Ma come noi Perché avrebbe messo su, altrimenti, questa
Società anonima?
MADDALENA.
Perché? - Io penso per...
per darvi da fare...
BALDOVINO.
Già, e allontanarmi da casa! - Senza dubbio, semplicemente per questo, in principio.
perché sperava che, avendo qua una
maggiore libertà, mentr'io ero occupato altrove, la vostra figliuola --
MADDALENA (subito interrompendolo).
- no, Agata no! - Lui certo,
sì, l'avrà fatto per questo.
- Ma vi posso assicurare che Agata...
BALDOVINO (levando le braccia e scattando).
Ah perdio, ma dunque
siete cosi cieca anche voi? Potete far codesta assicurazione - voi -
a me?
MADDALENA.
E la verità...
BALDOVINO.
E non vi fa spavento?
Pausa.
Non capite che questo vuol dire ch'io me ne debbo andare, e che
voi, invece di venir qua da me, dovete star presso la vostra figliuola
a persuaderla che è bene ch'io me ne vada?
MADDALENA.
Ma come, Dio mio, come? E tutto qui!
BALDOVINO.
Non importa come! Importa che me ne vada!
MADDALENA.
No! no! Ve l'impedirà lei!
BALDOVINO.
Per carità, signora, non fate perdere la testa anche a me!
non mi fate venir meno la forza che ancora mi rimane, di veder le
conseguenze di ciò che gli altri ciecamente fanno! Ciecamente, badate, non per mancanza d'intelletto, ma perché quando uno vive,
.
vive e non si vede.
Vedo io, perché sono entrato qua per non vivere.
- Volete farmi vivere per forza? - Badate a voi, che se la vita mi
riprende e acceca anche me...
S'interromperà, dominando a stento l'irrompere della sua umanità
che, nella minaccia, ogni volta gli dà un aspetto quasi feroce; e riprenderà.
calmo, quasi frigido:
Guardate...
guardate...
Io dunque, semplicemente, la conseguenza ho
voluto far notare al signor marchese di ciò che ha fatto: - che cioè,
volendo far passare per ladro un uomo onesto - (non io, onesto.
capite? ma quell'uomo ch'egli ha voluto qua onesto e che io mi son
prestato a rappresentare per dimostrargli la sua cecità) - volendo
farlo passare per ladro, bisognava che il danaro lo rubasse lui.
MADDALENA.
Ma come volete che lo rubi lui?
BALDOVINO.
Per far passare me da ladro.
MADDALENA.
Ma egli non può! non deve!
BALDOVINO.
Egli lo ruberà, ve lo dico col - Lo ruberà per finta.
Se no,
lo ruberò io per davvero! - Volete costringermi proprio a rubarlo?
SCENA SECONDA
DETTI, MAURIZIO.
Maurizio entrerà costernato dall'uscio a destra.
Baldovino, appena
lo vedrà entrare, scoppierà in una lunga risata.
.
BALDOVINO.
Ah! ah! ah! ah! - Vieni a pregarmi anche tu di (( non
commettere questa pazzia ))? .
MADDALENA (subito a Maurizio).
Si, si, per carità, Setti, persuadetelo,
voi!
MAURIZIO.
Ma stia tranquilla che non la commetterà! Perché sa bene
che è una pazzia; non sua, ma di Fabio!
BALDOVINO.
Ti ha spinto lui a correr subito al riparo?
MAURIZIO.
Ma no! Io sono qua perché tu stesso m'hai scritto di venire
BALDOVINO.
Ah, già! - E m'hai portato davvero le cento lire che ti
chiedevo in prestito?
MAURIZIO.
Non ti ho portato nulla!
BALDOVINO.
Perché hai capito - uomo di spirito - ch'era tutta una
finzione? Bravissimo!
Si prenderà con le mani la giacca e:
Vedi però che mi trovi vestito per andarmene - come ti dicevo
nel mio biglietto - con lo stesso abito con cui son venuto! - A un
onest'uomo vestito cosi - eh? - non mancano proprio che le cento
lire domandate in prestito a un proverbiale amico d'infanzia, per
andarsene via decentemente.
Con uno scotto improvviso, accostandoglisi e ponendogli una mano
di qua, uno mano di là, sulle braccia:
Bada che tengo moltissimo a questa finzione!
MAURIZIO (stordito).
Ma che diavolo dici?
BALDOVINO (voltandosi a guardar la signora Maddalena e ridendo di
nuovo).
Questa povera signora guarda con tanto d'occhi...
Amabile, ambiguo.
Ora le spiego, signora...
- Dunque, veda, l'errore del signor marchese, signora mia - (errore, badi, scusabilissimo, e degno per me
del maggior compatimento!) - è consistito semplicemente nel credere ch'io potessi realmente cascare in una trappola.
L'errore non è
irreparabile.
Il signor marchese si persuaderà che, essendo io entrato
qua per una finzione a cui ho preso gusto, questa finzione dev'esser
seguita fino all'ultimo - fino al furto, sissignori - ma non sul
serio, ha capito? - che io, cioè, debba mettermi in tasca davvero
trecentomila lire, come credeva lui (son più di cinquecento, signora).
- Faccio tutto gratis ; anche il dramma necessario di questo furto.
per il piacere che mi son preso! - E non temete, oh! che ponga a
effetto la minaccia fatta balenare solo per tenere in rispetto il signor
marchese: che vorrò prendermi il bambino, di qui a tre o quattro
anni! - Storie! - Che volete che me ne faccia io, del bambino? O
temete forse un ricatto?
MAURIZIO.
Ma smettila, via! Qua nessuno può pensarlo!
BALDOVINO.
E se per esempio l'avessi pensato io?
MAURIZIO.
Ti dico di smetterla!
BALDOVINO.
Non il ricatto, no...
- ma di condurre la finzione fino a
godermi questo squisito piacere, di vedervi qua tutti affannati a scongiurarmi di non voler passare per ladro prendendomi un danaro,
che pur con tanta industria mi si voleva far prendere!
MAURIZIO.
Ma se tu non l'hai preso?
BALDOVINO.
Bravo! Perché voglio che lo prenda lui, con le sue Mani!
Vedendo comparire in gran subbuglio, affannato, pallidissimo, Fabio
sulla soglia dell'uscio a destra:
E lo prenderà, ve l'assicuro io!
SCENA TERZA
FABIO, DETTI.
FABIO (smorendo e accostandosi trepidante a Baldovino).
Lo prenderò?.
- Ma dunque...
-- oh Dio! - avete lasciato...
- avete lasciato in
altre mani le chiavi della cassa?
BALDOVINO.
No, signor marchese.
Perché?
FABIO.
Dio mio...
Dio mio...
e allora? che qualcuno sia venuto a sapere...
per qualche confidenza del Fongi?
MAURIZIO.
Manca il danaro dalla cassa?
MADDALENA.
Oh Dio!
BALDOVINO.
Ma no, stia tranquillo, signor marchese;
Batterà una mano sulla giacca per indicare la tasca interna.
l'ho qua!
FABIO.
Ah! L'avete preso voi?
BALDOVINO.
Le ho detto che con me non si fanno le cose a mezzo!
FABIO.
Ma dove volete insomma arrivare?
BALDOVINO.
Non tema.
- Sapevo che a un gentiluomo come lei avrebbe fatto ribrezzo togliere anche per finta, per un momento solo, questo danaro dalla cassa ; e sono andato a prenderlo io, jersera.
FABIO.
Ah si? E.
a quale scopo?
BALDOVINO.
Ma per dar modo a lei, signor marchese, di fare il magnifico gesto della restituzione.
FABIO.
V'ostinate ancora in codesta pazzia?
BALDOVINO.
Vede che l'ho preso realmente.
E se lei ora non fa come le dico io, questa che dev'essere ancora una finzione, diventerà sul serio ciò che voleva lei.
FABIO.
Volevo...
- ma non capite che non voglio più, adesso?
BALDOVINO.
Lo voglio io, adesso, signor marchese.
FABIO.
Che volete?
BALDOVINO.
Precisamente ciò che voleva lei.
- Non ha detto jeri, di là alla signora,
Allude ad Agata.
ch'io avevo in tasca il danaro? - Ebbene, l'ho in tasca!
FABIO.
Ah, ma non avete in tasca anche me, perdio!
BALDOVINO.
Anche lei! - anche lei, signor marchese! - Io vado adesso alla riunione del Consiglio.
Debbo far 1 'esposizione.
Lei non può impedirmelo Tacerò naturalmente di quest'eccedenza che il signor Marchetto Fongi mi aveva cosi bene combinata, e gli darò la soddisfazione di sorprendermi a rubare.
- Ah, non dubiti, saprò simulare a maraviglia Io smarrimento del ladro colto in fallo.
- Poi aggiusteremo qua ogni cosa.
FABIO.
Voi non lo farete!
BALDOVINO.
Lo farò, Io farò, signor marchese.
MAURIZIO.
Ma non si può passar per ladro volontariamente, quando non si è!
BALDOVINO (fermo, minacciando).
Vi ho detto che son deciso anche a rubare davvero, se v'ostinate a impedirmelo!
FABIO.
Ma perché, in nome di Dio, perché? se io stesso vi prego di rimanere?
BALDOVINO (fosco, con gravità lenta, voltandosi a guardarlo).
E come vorrebbe lei, signor marchese, che io rimanessi qua, ora?
FABIO.
Vi dico che sono pentito...
pentito sinceramente...
BALDOVINO.
Di che?
FABIO.
Di ciò che ho fatto!.
BALDOVINO.
Ma non di ciò che ha fatto dev'esser pentito lei, Caro signore, perché è naturalissimo ma di ciò che non ha fatto!
FABIO.
E che avrei dovuto fare?
BALDOVINO.
Che? Ma dovevate venir da me subito, dopo qualche mese, a dirmi che se stavo ai patti io (il che non mi costava nulla), e volevate starci anche voi ( com'era naturale ) ; c'era qualcuno qua, sopra di voi e di me, a cui - com'io stesso vi avevo predetto - la dignità, la nobiltà dell'animo avrebbero impedito di starci; e subito io, allora, vi avrei dimostrato l'assurdità della vostra pretesa, che cioè entrasse qua, a far questa parte, un uomo onesto!.
FABIO.
Si, si, avete ragione! E difatti me la son presa con lui
Indicherà Maurizio.
che mi ha portato qua uno come voi!
BALDOVINO.
Ma no, che ha fatto benissimo lui, credete, a portar me!
- Un mediocre onesto volevate voi qua, è vero? Come se fosse possibile che un mediocre accettasse una simile posizione, senz'essere un farabutto! - Ho potuto soltanto accettarla io che - come vedete - posso anche non farmi scrupolo di passare per ladro!
MAURIZIO.
Ma come? perché? .
FABIO (contemporaneamente).
Cosi, per gusto?
MAURIZIO.
Chi ti costringe? Nessuno lo vuole!
MADDALENA.
Nessuno! Siamo qua tutti a pregarvi!
BALDOVINO (a Maurizio).
Tu, per amicizia...
Alla signora Maddalena:
Lei, per il bambino...
A Fabio.
E voi, per che cosa?
FABIO.
Ma anche per questo.
BALDOVINO (guardandolo negli occhi, da presso).
E per che altro?
Fabio non risponde.
Ve lo dico io per che altro : perché avete veduto l'effetto, ora, di ciò che avete fatto
a Maddalena:
Signora mia, il buon nome del bambino? Ma è un'illusione! Lui sa
Indicherà Maurizio.
che pur troppo...
il mio passato...
- Si, poteva questa mia vita d'ora...
cosi specchiata...
fino dallalba della sua venuta a
...
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