Così è (se vi pare)
di Luigi Pirandello
Edizione 1918
Personaggi
Lamberto Laudisi
La Signora Frola
Il Signor Ponza, suo genero
La Signora Ponza
Il Consigliere Agazzi
La Signora Amalia, sua moglie e sorella di Lamberto Laudisi
Dina, loro figlia
La Signora Sirelli
Il Signor Sirelli
Il Signor Prefetto
Il Commissario Centuri
La Signora Cini
La Signora Nenni
Un cameriere di casa Agazzi
Altri Signori e Signore
In un capoluogo di provincia
Oggi.
ATTO PRIMO
Salotto in casa del Consigliere Agazzi. Uscio comune in fondo; usci laterali a destra e a sinistra.
SCENA PRIMA
La SIGNORA AMALIA, DINA, LAUDISI
Al levarsi della tela Lamberto Laudisi passeggia concitatamente per il salotto. Svelto, elegante senza ricercatezza, sui quaranta, indossa una giacca viola con risvolti e alamari neri; spirito arguto, s'irrita facilmente; ma poi ride e lascia fare e dire, compiacendosi dello spettacolo della sciocchezza altrui.
LAUDISI Ah, dunque è andato dal Prefetto?
AMALIA (sui quarantacinque, capelli grigi; ostenta una certa importanza, per il posto del marito, ma lasciando intendere che, se stesse in lei, rappresenterebbe la sua parte e si comporterebbe forse altrimenti). Oh Dio, Lamberto, ma si tratta infine di un suo subalterno!
LAUDISI Ma suo subalterno, scusa, alla Prefettura, non a casa!
DINA (diciannove anni; una cert'aria di capir tutto meglio della mamma e anche del babbo, ma attenuata, quest'aria, da una vivace grazia giovanile) È venuto ad allogarci la suocera qua accanto, sullo stesso pianerottolo!
LAUDISI E non era forse padrone? C'era un quartierino sfitto, e l'ha affittato per la suocera. Che ha forse l'obbligo una suocera di venire a ossequiare in casa la moglie e la figliuola d'un superiore di suo genero?
AMALIA Ma no, chi dice obbligo? Siamo andate noi, io e Dina, per le prime da questa signora, e n o n s i a m o s t a t e r i c e v u t e - capisci?
LAUDISI E che cosa è andato a fare adesso tuo marito dal Prefetto? A imporre d'autorità un atto di cortesia?
AMALIA Un atto di giusta riparazione! Perché non si lasciano due signore, così, davanti alla porta.
LAUDISI Soperchierie, soperchierie, prepotenze! O che non è dunque più permesso alla gente di starsene per casa sua?
AMALIA Eh, se tu non vuoi tener conto che l'atto di cortesia volevamo farlo noi per le prime a una forestiera!
DINA Via, zietto, calmati, via.... Come sei terribile! Sarà pure la curiosità.... Ma scusa, non ti sembra naturale?
LAUDISI Naturale, un corno! Non avete nulla da fare!
DINA Ma no, guarda: metti che tu stia qua, scusa, zietto, senza la minima voglia di badare a ciò che fanno gli altri attorno a te. - Bene. - Vengo io. E qua, proprio su questo tavolinetto che ti sta davanti, ti colloco, con la massima serietà.... - anzi no, con la faccia di quel signore lì, patibolare - che so, mettiamo; un pajo di scarpe della cuoca.
LAUDISI Ma che c'entra?
DINA Aspetta... che posso dire? Un ferro da stiro.... che so, il mestolo.... il tuo pennello della barba.... - Posso far colpa a te della curiosità che con tutte queste stramberie son venuta io stessa a suscitarti?
LAUDISI Carina! - Hai ingegno tu; ma parli con me, sai? - Tu vieni a posarmi qua sul tavolino le cose più strambe e disparate, appunto per suscitar la mia curiosità; e certo - poiché l'hai fatto apposta - non puoi farmi colpa se ti domando: - «Ma perché, cara, le scarpe della cuoca qui sopra?» - Dovresti ora dimostrarmi che questo signor Ponza - villano e mascalzone, come lo chiama tuo padre - sia venuto ad allogarci, ugualmente apposta, qua accanto, la suocera!
DINA Non l'avrà fatto apposta, va bene! Ma non puoi negare che questo signore è venuto a stabilire in paese, sotto gli occhi di tutti, un cumulo di cose talmente strambe da suscitar la curiosità naturalissima di tutta la gente. - Scusami. - Arriva. - Prende a pigione un quartierino all'ultimo piano di quel casone tetro, là, all'uscita del paese, su gli orti....- L'hai veduto? Dico, di dentro?
LAUDISI Sei forse andata a vederlo, tu?
DINA Sì zietto! Con la mamma. E mica noi sole, sai? Tutti sono andati a vederlo. - C'è un cortile interno, così bujo che pare un incubo, con una ringhiera di ferro in alto in alto, lungo il ballatojo dell'ultimo piano; da cui pendono coi cordini tanti panieri.....
LAUDISI E con questo?
DINA (con meraviglia e indignazione) Ha relegato la moglie lassù!
AMALIA E la suocera qua, accanto a noi!
LAUDISI In un bel quartierino, la suocera, in mezzo alla città!
AMALIA Grazie! E la costringe ad abitar divisa dalla figlia?
LAUDISI Chi ve l'ha detto? E non può esser lei, invece, per avere maggior libertà?
DINA No, no! che, zietto! Si sa che è lui!
AMALIA Ma scusa, si capisce che una figliuola, sposando, lasci la casa della madre e vada a convivere col marito, anche in un'altra città. Ma che una povera madre, non sapendo resistere a viver lontana dalla figliuola, la segua, e nella città dove anche lei è forestiera, sia costretta a viverne divisa, via ammetterai che questo no, non si capisce più facilmente!
LAUDISI Già! Che fantasie da tartarughe! Ci vuol tanto a immaginare che, o per colpa di lei, o per colpa di lui, ci sia tale incompatibilità di carattere, per cui, anche in queste condizioni. . .
DINA (interrompendo, meravigliata) Come, zietto? Tra madre e figlia?
LAUDISI Perché tra madre e figlia?
AMALIA Ma perché tra loro due, no! non sono sempre insieme, lui e lei!
DINA Suocera e genero! È ben questo lo stupore di tutti !
AMALIA Viene qua ogni sera, lui, a tener compagnia alla suocera.
DINA Anche di giorno, viene, una o due volte.
LAUDISI Sospettate forse che facciano all'amore, suocera e genero?
DINA No, roba da ridere! È una povera vecchietta, lei!
AMALIA Ma non le porta mai la figlia! non porta mai con sé, mai, mai, la moglie a vedere la madre.
LAUDISI Sarà malata quella poverina... non potrà uscire di casa...
DINA Ma che! Ci va lei, la madre...
AMALIA Ci va... sì! Per vederla da lontano! Si sa di causa e scienza che a questa povera madre è proibito di salire in casa della figliuola!
DINA Può parlarle solo dal cortile!
AMALIA Dal cortile, capisci!
DINA Alla figliuola che s'affaccia dal ballatojo lassù, come dal cielo! Questa poveretta entra nel cortile; tira il cordino del paniere; suona il campanello lassù; la figliuola s'affaccia, e lei le parla di giù, da quel pozzo, tenendo la testa .... così! Figurati!
Si sente picchiare all'uscio e si presenta il cameriere.
CAMERIERE Permesso, signora?
AMALIA Chi è?
CAMERIERE I signori Sirelli con un'altra signora.
AMALIA Ah, fa' passare,
Il cameriere s'inchina e via.
SCENA SECONDA
I CONIUGI SIRELLI, La SIGNORA CINI, DETTI
AMALIA (alla signora Sirelli) Cara signora!
SIGNORA SIRELLI (grassoccia, rubizza, ancora giovine, piacente, parata con sovraccarica eleganza provinciale, ardente d'irrequieta curiosità, aspra contro il marito ) Mi sono permessa di portarle la mia buona amica, signora Cini, che aveva tanto desiderio di conoscerla.
AMALIA Piacere, signora. - S'accomodino.
Fa le presentazioni
Questa è la mia figliuola Dina. - Mio fratello Lamberto Laudisi
SIRELLI (calvo, sui quaranta, grasso, ma con pretese d'eleganza, salutando) Signora, Signorina.
Stringe la mano a Laudisi.
SIGNORA SIRELLI Ah, signora mia, noi veniamo qua come alla fonte. Siamo due povere assetate di notizie.
AMALIA E notizie di che, signore mie?
SIGNORA SIRELLI Ma di questo benedetto nuovo segretario della Prefettura. Non si parla d'altro in paese, creda, signora mia!
SIGNORA CINI (vecchia goffa, piena di cupida malizia dissimulata con arie d'ingenuità) Una curiosità abbiamo tutte!
AMALIA Ma non ne sappiamo nulla più degli altri, noi, creda, signora!
SIRELLI (alla moglie) Te l'ho detto? Ne sanno quanto me! Ne sanno forse meno di me! - la ragione per cui questa povera madre non può andare a vedere in casa la figliuola, per esempio, la sanno loro, qual è veramente?
AMALIA Ne stavo parlando appunto con mio fratello....
LAUDISI Mi sembrate impazziti tutti quanti!
DINA Perché il genero, dicono, glielo proibisce.
SIGNORA CINI Non basta, signorina!
SIGNORA SIRELLI Non basta ! Fa di più !
SIRELLI Notizia fresca appurata or ora:. - La tiene chiusa a chiave!
AMALIA La suocera?
SIRELLI No, signora: la moglie!
SIGNORA SIRELLI La moglie! la moglie!
SIGNORA CINI A chiave!
DINA Capisci, zietto? Tu che vuoi scusare...
SIRELLI (stupito) Come? Tu vorresti scusare quell'uomo?
LAUDISI Ma non voglio scusare nient'affatto! Dico che la vostra curiosità (chiedo perdono alle signore) è insoffribile, non foss'altro, perché inutile.
SIRELLI Come, scusa?
LAUDISI Inutile! - Inutile, signore mie!
SIGNORA CINI Che si voglia venire a sapere?
LAUDISI Che cosa, scusi? Che possiamo noi realmente sapere degli altri? chi sono... come sono... ciò che fanno... perché lo fanno...
SIGNORA SIRELLI E perché no? Chiedendo notizie, informazioni...
LAUDISI Ma se c'è una che, per questa via, dovrebbe essere a giorno d'ogni cosa; quest'una, scusi, dovrebbe proprio esser lei, signora, con un marito come il suo, così informato sempre di tutto!
SIRELLI (cercando d'interrompere) Scusa, scusa...
SIGNORA SIRELLI Ah no, caro, senti: questa è la verità!
rivolgendosi alla signora Amalia:
La verità, signora mia: con mio marito che dice sempre di saper tutto, io non riesco a sapere mai niente.
SIRELLI Sfido! Non si contenta mai di quello che le dico! Dubita sempre che una cosa non sia come io gliel'ho detta. Sostiene anzi che, come gliel'ho detta io, non può essere. Arriva finanche a supporre di proposito il contrario!
SIGNORA SIRELLI Ma abbi pazienza, se vieni a riferirmi certe cose...
LAUDISI (ride forte) Ah ah ah... Permettete, signora? Rispondo io a suo marito. Come vuoi, caro, che tua moglie si contenti delle cose che tu le dici, se tu - naturalmente - gliele dici come sono per te?
SIGNORA SIRELLI Come assolutamente non possono essere!
LAUDISI Ah, no, signora, perdono: qui ha torto lei! Per suo marito, stia sicura, le cose sono come lui gliele dice.
SIRELLI Ma come sono in realtà! come sono in realtà!
SIGNORA SIRELLI Nient'affatto! Tu t'inganni continuamente!
SIRELLI T'inganni tu, ti prego di credere! Non m'inganno io!
LAUDISI Ma no, signori miei! Non v'ingannate nessuno dei due. Permettete? Ve lo dimostro. - Tutt'e due, qua, vedete me. - Mi vedete, è vero?
SIRELLI Eh sfido!
LAUDISI No no. Vieni qua, vieni qua....
SIRELLI (gli s'appressa, sorridente, come per prestarsi a uno scherzo) Perché?
LAUDISI Vedimi meglio. Toccami. Così, bravo. - Tu sei sicuro di toccarmi come mi vedi, è vero?
SIRELLI Direi....
LAUDISI Non puoi dubitare di te, sfido! - Ora, scusi, venga qua lei, signora.... No no, ecco, vengo io da lei....
Le si fa davanti, si piega su un ginocchio:
Mi vede, è vero? Alzi una manina; mi tocchi.... - Cara manina!
SIRELLI Ohè.... ohè....
LAUDISI Non gli dia retta! -È sicura anche lei di toccarmi come mi vede? Non può dubitare di lei. - Ma per carità, non dica a suo marito, né a mia sorella, né a mia nipote, né alla signora qua, come mi vede, perché tutt'e quattro altrimenti le diranno che lei s'inganna. Mentre lei non s'inganna affatto! Perché io sono realmente come mi vede lei! - Ma ciò no toglie che io sia anche realmente come mi vede suo marito, mia sorella, mia nipote e la signora qua, che anche loro non si ingannano affatto!
SIGNORA SIRELLI E come, dunque, lei cambia dall'uno all'altro?
LAUDISI Ma sicuro che cambio, signora mia! E lei no, forse? Non cambia?
SIGNORA SIRELLI (precipitosamente) Ah no no no no no. Le assicuro che per me io non cambio affatto!
LAUDISI E neanch'io per me, creda! E dico che voi tutti v'ingannate se non mi vedete come mi vedo io! Ma ciò non toglie che non sia una bella presunzione tanto la mia che la sua, cara signora.
SIRELLI Ma che ci ha da vedere tutto questo, scusa?
LAUDISI Come no? Vi vedo così affannati a cercar d...
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